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Giuseppe Recchi, Presidente Esecutivo TIM: creare sostenibilità e impatto per essere leader
Giuseppe Recchi, Presidente Esecutivo TIM: creare sostenibilità e impatto per essere leader
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Il 29 Novembre 2016 Giuseppe Recchi, Presidente Esecutivo di TIM è stato ospite di L4T – Leader for Talent – un ciclo di incontri destinato agli studenti dei Master Specialistici. Questo è un approfondimento scritto da Giuseppe D’Auria, studente del Master in International Management.

La ricerca di sostenibilità e di impatto è il fil rouge che, attraversando le esperienze professionali di Giuseppe Recchi, rende la sua storia un esempio e un’ispirazione. Per uno studente impegnato in un percorso di formazione intenso per diventare futura classe dirigente, confrontarsi con Giuseppe Recchi significa capire che quando si va ad agire come leader bisogna prepararsi a costruire delle relazioni con le persone in azienda per conoscerne la storia e lavorare sulla sua identità. Bisogna saper leggere i cambiamenti della società per capire quali investimenti servono e così diventare i protagonisti di una trasformazione epocale. A fronte della portata di questo ruolo, la formazione diventa un momento essenziale: bisogna essere pronti a guardare a un successo che vada al di là di quello strettamente individuale e che sappia coinvolgere le persone singolarmente, dalla comunità aziendale all’intero Paese.

Per un leader la crescita dell’azienda è legata alla crescita delle persone: è lo sviluppo orizzontale della carriera l’obiettivo che Giuseppe Recchi promuove sin dall’esperienza in General Electric nel 1999. Una competizione annuale non agonistica fra i 50 best employees, per la quale le persone dell’azienda potevano assumere temporaneamente un ruolo diverso dal proprio, come stimolo a diversificare le proprie competenze fronteggiando problemi gestionali inediti, a incoraggiare capacità di pensiero laterale e, al tempo stesso, cercare per l’azienda un approccio nuovo per la risoluzione delle criticità. Un modello virtuoso di generazione di conoscenze che, insieme al criterio meritocratico, produce un miglioramento concreto della qualità della vita in azienda e crea le condizioni affinché le persone di successo vi restino più a lungo.

Alla base di tutto ciò, l’idea forte che l’innovazione inizia dalla propria storia personale e che, di conseguenza, non bisogna aver paura di confrontarsi con mestieri diversi. Il “motore immobile” di ogni processo di accrescimento è tanto semplice quanto multi-sfaccettato: la propensione ad immergersi in situazioni diverse da quelle abituali, sviluppare l’intelligenza sociale e la capacità di adattamento come chiave di volta per creare opportunità di crescita di potenziali leader in azienda.

Innovazione e trasformazione che da linee guida di un business model, assumono una veste operativa, portando in avanti con coerenza e lungimiranza le storie individuali delle persone e con esse, la storia collettiva dell’azienda. Una storia che spetta al leader saper raccontare, unendo la passione alla capacità di motivare e trasmettere la visione per cui il benessere è reale solo se condiviso, per creare un ambiente positivo, orientato alla crescita sostenibile per tutte le parti. Un obiettivo che non sarebbe possibile senza il rispetto delle regole e dell’etica, senza cedere ad una cultura che con faciloneria, ritiene la leadership frutto dell’arrivismo e dell’utilitarismo bieco e cieco.

Sono proprio gli anni trascorsi come presidente in ENI – il secondo più giovane nella storia del gruppo dopo il fondatore Enrico Mattei – quelli delle sfide più forti dal punto di vista etico, in cui le battaglie sul fronte dell’accesso all’energia per i paesi in via di sviluppo sono pane quotidiano. Un ruolo che è andato a coincidere con l’opportunità senza precedenti di favorire lo sviluppo strategico e la crescita dell’ ecosistema-paese, oltre che quelli della stessa azienda. Una mission che continua nel 2014 come Presidente Esecutivo di Telecom Italia, leader dell’azienda che punta a essere la principale artefice della trasformazione digitale del Paese. La qualità e quantità degli investimenti fatti nel tempo rendono l’azienda tanto solida da sostenere un obiettivo così ambizioso, tutelarla dall’ingresso di nuovi competitor e ampliarne la visione strategica. Non solo fornitore di infrastruttura di rete e di servizi di connettività, ma anche di strumenti e competenze digitali, diventando motore di sviluppo per il sistema Paese: una capacità derivante da una pregressa lungimiranza propria della leadership. Telecom Italia offre anche molti spunti su come l’evoluzione tecnologica stia cambiando radicalmente l’approccio alla lettura del mondo sociale e lavorativo: driver come le modalità sempre più “on the way” di fruizione dei contenuti, la cultura always-on e l’esperienza d’uso rappresentano veicoli di incremento delle vendite e di sviluppo per l’azienda, come anche la ratio per le decisioni strategiche sul design organizzativo dell’azienda: avere una visione di squadra, di insieme, è quel che porta TIM ad evolversi e visualizzarsi come la “casa della tecnologia”.

I consigli di Giuseppe Recchi per diventare futuri Leader:

  1. Non smettere mai di desiderare di imparare, di essere curiosi e di aprirsi a nuove conoscenze.
  2. È fondamentale guardare criticamente alle competenze e alle conoscenze altrui e considerarle un volano di crescita.
  3. Non bisogna dimenticare che essere un leader significa essere un mentor per gli altri.
  4. L’indirizzo di carriera che si è scelto non è più importante di quanto si è abili e performanti in un ruolo o settore.
  5. Un leader è “colui che fa fare cose straordinarie a persone ordinarie”: essere un leader significa sviluppare la capacità maieutica di stimolare passione e dedizione negli altri.
  6. Un leader di successo aspira ad essere un modello positivo.
  7. L’esperienza è un asset unico: nel formarla è essenziale ispirarsi ad un modello di valore.
  8. Il “carattere forte” in azienda e l’approccio scientifico hanno ceduto il passo a concetti come la centralità degli stakeholder e loro esperienza positiva: è importante che non si torni indietro.

La sessione di L4T è stata un successo, dal punto di vista formativo ma anche come esperienza in sé: non solo stimolante ma anche appagante dal punto di vista umano, data la centralità che tale componente – la persona, in tutti i suoi connotati differenzianti – ha dato alla lettura della figura del leader, mettendo l’accento sul valore della formazione sul campo e delle esperienze di vita per raggiungere un successo dove la sfera personale non si scinde da quella professionale. Un successo che nasce anche grazie alle esperienze condivise da persone che hanno saputo e sanno essere modelli umanamente e professionalmente virtuosi.

(Articolo di Giuseppe D’Auria, studente del Master in International Management)

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21/12/2016

 

Data pubblicazione
21 Dicembre 2016
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News & Eventi