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L’Italia nel Mediterraneo: interessi economici tra Nord Africa e Medio Oriente
L’Italia nel Mediterraneo: interessi economici tra Nord Africa e Medio Oriente
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Dal Nord Africa e dal Medio Oriente giungono sfide per la politica mondiale, che si trova a cercare soluzioni concrete ed immediate ad un insieme sempre più complesso di situazioni allarmanti, di difficile contenimento, come i conflitti, le guerre, la scarsità di risorse, povertà e fame, le migrazioni di massa e i tragici episodi di terrorismo internazionale. Le reazioni possono generare atteggiamenti di chiusura, ostilità e insicurezza dilagante. Situazioni allarmanti che sfociano in quell’ondata di disordine che oggi investe il Mediterraneo, in un momento cruciale per i futuri equilibri di potere della diplomazia occidentale.

Dalla Siria alla Libia, passando per l’Iraq, il nostro Paese è chiamato a ricoprire un difficile ma importante ruolo, sia a livello decisionale, che nelle operazioni concrete di intervento. Un delicato momento storico che marca un’epoca di rischioso e ineluttabile protagonismo, anche alla luce degli interessi economici e dei legami che l’Italia è stata in grado di sviluppare dal Dopoguerra ad oggi, anche nei confronti di alcune regioni ‘critiche’. In questi contesti di rapida evoluzione, movimento e scambio, l’insieme dei valori, dell’identità, del patrimonio culturale e la stessa coesione politica interna mettono a dura prova i vertici istituzionali.

Un’occasione di approfondimento e confronto su queste tematiche sensibili è stata proposta ieri dalla LUISS Business School durante la tavola rotonda intitolata “L’Italia nel Mediterraneo: interessi economici tra Nord Africa e Medio Oriente”, in collaborazione con AGOL, Associazione di Giovani Opinion Leader che operano nel mondo della comunicazione, dei public affairs e delle professioni internazionali. L’incontro è stato moderato della professoressa Michela Mercuri, fellow di AGOL Milano.

Tra i rappresentanti del mondo d’impresa, interessante è stato l’intervento del Consigliere Pasquale Salzano, Direttore Affari Istituzionali ed Executive Vice President di Eni. Sul fronte dei media, la Business School ha potuto avvalersi del contributo di Alberto Negri, inviato speciale del Sole 24 Ore (per il quale ha viaggiato in Africa, Medio Oriente e nei Balcani), per poi offrire l’esperienza sul campo del Generale Marco Bertolini, a capo del Comando Operativo di Vertice Interforze. «Nell’attuale e difficile congiuntura internazionale, le Forze Armate si riappropriano del loro ruolo principale di attori privilegiati di politica estera per la tutela di interessi nazionali» – ha affermato il Generale – «interessi che non si limitano alla semplice difesa. Un ruolo attivo, e non solo di risposta» – continua il Generale – «nel quale le Forze Armate giocano alla pari con le altre istituzioni nazionali. Soprattutto, per il bacino del Mediterraneo, scosso da tensioni e frizioni che lo confermano ancora “centro del mondo”, nonostante previsioni che lo vorrebbero posizionare nella moderna periferia» – conclude il Comandante del COI.

Gli sforzi economico-finanziari, e il continuo impegno della politica estera italiana messi in atto nel quadrante nordafricano e levantino, costituiscono tuttavia una fonte di grandi opportunità per un rilancio del Paese, che può emergere come leader nel guidare la ripresa. Partendo da questa presa di coscienza, il dibattito ha affrontato aspetti e andamenti economici, politici, senza trascurare quelli strategici legati alla sicurezza.

Dal confronto, sono stati messi in luce punti di forza, ma anche di debolezza che l’Italia ha lasciato irrisolti, proponendo idee e spunti di riflessione per un suo rilancio, in virtù degli interessi economici e asset geopolitici nella sponda Sud (dal Nord Africa al Maghreb e, ad Est, verso il Mediterraneo orientale e il Medio Oriente, infatti, passa la direttrice forse più rilevante per le operazioni di politica estera dell’Italia, se si considera il punto di vista geografico e geopolitico, la prospettiva di proficuo scambio di risorse, unito al vantaggio di inserirsi in nuovi mercati. Posizionamenti che inciderebbero favorevolmente sugli andamenti di crescita sia dell’Italia che dei suoi partner commerciali.

«L’energia, presupposto indispensabile per crescita economica e sviluppo locale, può diventare un fattore chiave di stabilità nel Mediterraneo» – afferma Pasquale Salzano di Eni – «e le straordinarie scoperte energetiche nell’area rappresentano una concreta opportunità di cooperazione sia a livello regionale, sia con l’Unione Europea e con l’Italia. Attraverso strategie comuni di condivisione delle infrastrutture, si ottimizzerebbe lo sfruttamento delle rilevanti risorse disponibili, promuovendo la creazione di un ‘hub del gas’ nel Mediterraneo Orientale. Questo processo – aggiunge Salzano – «potrebbe favorire una crescita più inclusiva e sostenibile di tutto il Mediterraneo e contribuire alla sicurezza e competitività energetica europea, rafforzando il corridoio Sud-Nord» – conclude Salzano.

Paolo Boccardelli, Direttore LUISS Business School, ha poi ricordato l’importanza che anche la formazione delle giovani generazioni che si avviano alla carriera diplomatica e internazionale può rivestire per le aree considerate. «In questo contesto – ha detto Boccardelli – la formazione per prepararsi al dialogo con questi Paesi assume un’importanza fondamentale.» Continua Boccardelli – «Una migliore e rinnovata gestione del fenomeno delle migrazioni nel Mediterraneo si può raggiungere anche rafforzando le relazioni tra l’Ue e i Paesi di origine dei migranti, studiandone da vicino i nuovi equilibri e potenziali dinamiche che possono apportare risvolti benefici agli operatori economici e al ‘Sistema Impresa’, sempre coscienti e preparati a quelle minacce che l’apertura e le relazioni con Paesi e culture, spesso differenti e lontane da quella europea, possono comportare. In questo ambito, la LUISS, attraverso il patrimonio di competenze specialistiche della sua Business School e della School of Government, ambisce a giocare un ruolo di rilievo a supporto del Paese e delle imprese» – conclude Boccardelli, accennando ad alcuni percorsi formativi specialistici proposti dalla LUISS Business School, anche in collaborazione con la LUISS School of Government.

«Una tavola rotonda che ha proposto – tanto ad AGOL quanto ai partecipanti, agli studenti ed ex-studenti LUISS Business School – importanti spunti per analisi degli attuali interessi economici e asset strategici delle realtà imprenditoriali e degli stakeholder italiani» – commenta Mercuri di AGOL nei suoi interventi di moderazione – «Stabilizzazione e sviluppo, due parole-chiave interconnesse, leitmotiv del dibattito, due facce della stessa medaglia e sfida del Mediterraneo, su cui istituzioni, organizzazioni, imprese e, anche il mondo accademico, devono continuare a ragionare» – osserva la Mercuri –  «con l’obiettivo di individuare soluzioni ed azioni pratiche per guardare al Nord Africa, e al Medio Oriente, come nuove rotte per gli investimenti

20/04/2016

Data pubblicazione
20 Aprile 2016
Categorie
News & Eventi