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Rigoni (Tim): «Il 2021 anno del 5G nei distretti industriali, dal 2022 la creazione di reti di quinta generazione stand alone»
Rigoni (Tim): «Il 2021 anno del 5G nei distretti industriali, dal 2022 la creazione di reti di quinta generazione stand alone»
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Proprio grazie al 5G stand alone, che consentirà una latenza ancora più bassa, saranno abilitati, spiega il top manager, telemedicina e operazioni chirurgiche a distanza

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Copertura dei distretti industriali e applicazioni sulla sanità, dalle ambulanze intelligenti ai droni per trasportare i medicinali. Sono tra i piani di Tim sullo sviluppo del 5G per l’anno appena iniziato, secondo quanto racconta a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) il chief revenue officer, ovvero il capo della direzione commerciale, Federico Rigoni. Quest’anno, inoltre, dopo la copertura di Milano al 90%, l’azienda proseguirà con il roll out del 5G le principali città italiane. Nel 2022, invece, ci sarà l’avvio del passaggio dall’attuale rete 5G non stand alone, cioè che poggia ancora sulla rete 4G, alla rete stand alone 5G, attualmente in fase di sperimentazione. Risultato: un’ancora minore latenza, quasi inesistente, che consentirà applicazioni, ad esempio, come le operazioni chirurgiche a distanza. Resta l’obiettivo di arrivare, al 2025, con la copertura 5G di tutto il Paese.

Tra i benefici per i consumatori l’abilitazione della guida autonoma

Il 5G attuale, «che è una tecnologia il cui percorso è appena iniziato, avrà – spiega Rigoni – due caratteristiche: una ridottissima latenza e la capacità di collegare più dispositivi sulla stessa cella per abilitare il cosiddetto Internet delle cose (IoT). Proprio grazie alla latenza sarà abilitata una serie di esperienze in tempo reale, col 4G finora impossibili, dall’automazione industriale alla guida autonoma. Collegare migliaia di device sotto la stessa cella consentirà, invece, di aumentare la capacità di supervisione della rete mobile, comprendendo una molteplicità di dispositivi tra cui sensori intelligenti per le applicazioni negli ambiti smart cities e smart home. In più, ci sarà un consumo così basso delle batterie dei device IoT che ne consentirà una durata considerevolmente maggiore determinando effetti positivi anche sull’ambiente». L’insieme di queste funzionalità abiliterà una serie di prestazioni: «in ambito consumer, possiamo pensare all’automobile a guida autonoma, i servizi per l’intrattenimento come lo sport, cinema e spettacolo ma anche ai sensori per il fitness: saranno questi i contesti– spiega il manager – in cui vedremo la maggiore spinta».

«La smart robotics tra gli orizzonti più promettenti per le imprese»

Ma l’impatto principale a breve termine del 5G è atteso per la vita delle aziende. «Il 5G – ricorda Rigoni – è un elemento abilitatore fondamentale per le imprese. E il 2021 sarà, di pari passo con lo sviluppo della rete nelle città, anche l’anno dei distretti industriali. Di recente abbiamo stretto un’importante partnership con Comau e, nella fase di sperimentazione in corso con Ericsson, stiamo cercando di eliminare i numerosi chilometri di cavi che fanno muovere i robot industriali per guidarli con rete 5G e senza fili. La smart robotics, assieme all’automotive, è, infatti, tra gli orizzonti più promettenti ma abbiamo molte richieste anche dal mondo dell’agricoltura, si pensi ad esempio alle sperimentazioni con droni che abbiamo fatto per la coltivazione nei vigneti presso la Cantina Voerzio Martini nelle Langhe».

Sviluppo del 5G strettamente collegato a quello dell’AI

Lo sviluppo del 5G è poi strettamente collegato a quello dell’AI, dei data analytics, del cloud e dell’edge computing. «Bisogna tener presente che c’è una parte intelligente della rete 5G, la core network, che permette lo slicing. Ossia, rispetto al 4G, col 5G si potranno allocare risorse computazionali e di trasporto in maniera dinamica e specializzata sulla base di use case: questo consentirà di fare del 5G una piattaforma abilitante alla trasformazione digitale. A tutto ciò si collega il concetto di edge computing, portando ‘virtualmente’, a casa del cliente, una grande potenza di calcolo, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, raccogliendo dati che vengono elaborati e consentono la gestione di use case in real time, e l’ambito del cloud, visto che le reti 5G sono ‘cloudificate’, cioè automatiche e più efficienti». In tutti questi campi «stiamo specializzando Olivetti, digital farm del gruppo TIM, proprio per lo sviluppo degli use case, che sarà parte fondamentale del mondo 5G, condizionandone anche lo sviluppo e l’offerta commerciale».

Il 5G stand alone con latenza ancora più bassa abiliterà la telemedicina

Quanto al roll out della rete 5G, resta l’obiettivo di coprire l’intero Paese entro il 2025. «Siamo già partiti con Milano che è la prima città quasi completamente coperta in 5G e il roll out sta procedendo. Col 5G – aggiunge il top-manager – c’è anche la possibilità di utilizzare il Fixed Wireless Access (FWA), fornendo connessioni fisse con tecnologia mobile». Passando all’esame della tecnologia usata, la piattaforma 5G attuale, che si basa sulla rete 4G, «evolverà includendo nel roll out anche il 5G stand alone che avrà una latenza ancora più bassa consentendo di abilitare ulteriore innovazione come ad esempio, la telemedicina e le operazioni chirurgiche a distanza». Un’altra caratteristica dello stand alone è proprio quella di potenziare al meglio il network slicing per una rete cloud e AI centrica». A oggi, annuncia Rigoni, «stiamo testando questa modalità in laboratorio che sarà implementata dal 2022 in poi. Verrà installata, grazie all’edge computing, laddove siano richieste precise funzionalità e coperture dedicate come, ad esempio, in aziende e ospedali. Dal punto di vista tecnologico, non si tratta di rifare un’altra rete, ma di riconfigurarla a livello software».

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7/1/2021

Data pubblicazione
7 Gennaio 2021
Categorie
DigitEconomy.24