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10 Luglio 2021

«Videosorveglianza nei parchi archeologici e ospedale 4.0: puntiamo sul 5G»

Parla Giovanni Casto, Presidente di Softlab spa, a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School Un sistema di sorveglianza in un parco archeologico che consentirà attraverso il 5G di monitorare gli accessi e controllare da remoto edifici e aree verdi. È  una delle applicazioni a cui lavora, come system integrator SoftLab spa, assieme a un operatore di tlc che fornirà la connessione e a un fornitore internazionale che metterà le macchinette Cpe,i dispositivi per collegarsi e far funzionare l'applicazione. In futuro si potrà prevedere anche la possibilità di un riconoscimento facciale e consentire così gli accessi ai dipendenti, anche senza l'utilizzo di un badge. Softlab spa, peraltro, è stata una dei protagonisti di un'operazione di ‘reverse merger' tra le prime in Italia. In particolare il gruppo Softlab ha conferito un ramo d'azienda (Tech Rain) all'interno di Acotel, società  quotata in Borsa attiva in settori come il digital entertainment, e ha acquisito la maggioranza della quotata che ha cambiato nome, da Acotel a SoftLab spa. «Crediamo molto nelle potenzialità delle reti 5G, focus sui casi d'uso» Ora la società, spiega il presidente Casto a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) «crede molto nelle potenzialità delle reti 5G e si è già da tempo focalizzata in un percorso di specializzazione e generazione di casi d'uso in grado di massimizzare i benefici introdotti dalla tecnologia, come fattore abilitante, grazie alla garanzia di bassa latenza e banda larga. Le competenze ed esperienze maturate in ambito 5G sono trasversali alla consulenza di business, alla system integrator per la realizzazione di software dedicati ai singoli casi d'uso e al disegno e gestione delle infrastrutturale». L'approccio utilizzato «consente di collaborare con i vendor produttori di apparati, tra cui i produttori di Cpe, dispositivi contenenti la Sim card in grado di collegarsi alla rete mobile in modo del tutto analogo a quanto avviene con uno smartphone che diventano abilitanti nell'ambito del Fwa, la tecnologia che consente di portare connettività dove non c'è la fibra, con prestazioni rilevanti». Inoltre, aggiunge Casto, Softlab ha «rapporti con noti operatori Tlc, in particolare con una realtà internazionale specializzata in dispositivi e sistemi di telecomunicazione che già utilizza, nell'ambito del piano di deploy delle reti di quinta generazione, Cpe 5G e con una multinazionale di telefonia cellulare e fissa, con cui stiamo studiano strategie ed architetture per l'utilizzo delle reti 5G e del Fwa in ambito videosorveglianza». Dal monitoraggio dei parametri vitali  agli apparati indossabili In ambito healthcare, tramite, il partner Aditech, il gruppo collabora alla proposizione di una piattaforma di Telemedicina ADilife, con molteplici funzioni di utilizzo che vanno dal monitoraggio di parametri vitali tramite l'utilizzo di apparati biomedicali indossabili e wireless, alla prevenzione con il controllo di eventuali parametri di soglia o di riferimento, alla condivisione di pareri medici tra professionisti o di video collaborazione con la messa in comune di immagini medicali fino alla televisita». Tra le funzionalità principali rientrano: gestione cronicità, gestione organizzazione attività televisita, diario clinico, gestione piano nutrizionale, gestione piano diagnostico terapeutico, segnalazione reazioni avverse. Insomma, una sorta di ospedale 4.0, che di fatto è una realtà virtuale e che consente di avere professionisti qualificati a domicilio a costi certi, per risolvere ogni tipo di necessità. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO 10/7/2021

10 Luglio 2021

«Non ripetere l’errore di affidare bandi su 5G e fibra a un solo soggetto»

Parla l'AD di Retelit, Federico Protto a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School). Coinvestire sulla rete? «Può dare buoni risultati ma a determinate condizioni» Retelit, azienda di infrastrutture in banda ultra-larga, è pronta a partecipare ai bandi su aree grigie e backhauling del 5G e si augura che non saranno assegnati a un unico operatore, come avvenuto con Open Fiber nel caso delle aree bianche a fallimento di mercato. Lo afferma, in un'intervista a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) l'amministratore delegato Federico Protto. Il coinvestimento sulla rete proposto da Tim, commenta Protto, «può dare buoni risultati a patto che non sia interpretato secondo logiche che possano configurare la proposta come una mera offerta commerciale o di adesione a un piano di sviluppo infrastrutturale realizzato da un unico soggetto». Il piano Italia 5G, nell'ambito della Strategia italiana per la banda ultra-larga, prevede la creazione di corridoi europei (per cui saranno dedicati 400 milioni) e backhauling in fibra (600 milioni) delle strade extra-urbane. Che ruolo può avere Retelit? Nel Pnrr, in riferimento al 5G, si parla di backhauling in merito ai corridoi europei e alle strade extraurbane ad alto traffico, in cui si prevede ci sia una necessità di 5G superiore ad altre strade e in riferimento alle nuove applicazioni 5G (ad esempio il self driving vehicles) gestite tramite le Bts (ripetitori con tecnologia gsm, ndr) collocate lungo tali direttrici. In questi ambiti, Retelit può dare un contributo in termini di asset effettivi e di competenze. Parteciperete alla mappatura e ai successivi bandi che si prevedono entro il I trimestre del 2022? Parteciperemo senz'altro alla consultazione sullo schema di intervento prevista nel terzo trimestre. Lavoriamo praticamente con tutti gli operatori mobili e fixed wireless fornendo backhauling in fibra spenta o con capacità. Si tratta di un target di mercato su cui Retelit è storicamente posizionata. Relativamente ai corridoi e alle strade extraurbane, non è ancora disponibile il contenuto dei bandi, che secondo la roadmap del Governo dovrebbero essere emessi tra fine anno e inizio 2022, ma gli obiettivi dovrebbero essere rivolti a potenziare queste direttrici in cui saranno necessari servizi 5G a prestazioni particolarmente elevate con backhauling in fibra ottica dedicato. Significa che sarà richiesta fibra ottica e sarà necessario posare nuovi cavi: Retelit si distingue proprio per questo, perché ha creato la propria infrastruttura prevalentemente lungo le strade statali, raggiungendo, inoltre, i confini della Penisola in più punti (Frejus e il Colle della Maddalena con la Francia, Drezzo con la Svizzera, Brennero e Tarvisio con l'Austria, per esempio) attraverso le proprie infrastrutture. Abbiamo le competenze e l'esperienza, oltre a una ultraventennale esperienza nel mercato wholesale e relazioni consolidate con gli altri operatori per essere considerati l'operatore ideale e completo per prendere parte a questa partita. Riguardo ai settori verticali, come la sanità, quali sono le maggiori prospettive che si aprono con lo spettro radio 5G? È stata inviata recentemente una consultazione da parte di Agcom che mira ad avere feedback sul fatto che le frequenze 5G siano riservate anche a specifici verticali, come per esempio sanità, energy e produzione, come avviene già in alcuni Paesi europei (ad esempio Francia, Olanda, Germania e Svezia). Come riportato nel documento di consultazione, si profila un ventaglio di opzioni per la gestione dello spettro radio riguardanti le bande di frequenza utilizzabili, l'accesso alle frequenze che può essere con licenza o senza, l'uso esclusivo o condiviso dello spettro con diverse modalità di gestione e utilizzo dello spettro in base alle caratteristiche e ai requisiti dei vertical. Quindi significa riservare porzioni di banda dedicata a esigenze specifiche verticali, ed eventualmente direttamente a operatori che offrono già a questi settori verticali altri tipi di servizi complementari a quelli veicolati tramite frequenze 5G (per esempio servizi di cloud). In questo caso il 5G diventa uno strumento in più per gli operatori di rete per completare la propria offerta. Tornando alla Strategia italiana per la banda ultra-larga, nell'ambito del piano sulla fibra per portare 1 giga a 8,5 milioni di case siete pronti a partecipare ai bandi per le aree grigie e nere al termine della nuova mappatura? Abbiamo partecipato, tra i pochi, ai bandi per le aree bianche, al primo per l'Emilia-Romagna e al secondo per la Provincia di Trento e il Friuli-Venezia Giulia; pur non essendo risultati vincitori, non solo abbiamo dimostrato di essere in grado di partecipare e di avere i requisiti, ma il modello da noi proposto in Rti con una società di ingegneria e costruzione avrebbe assicurato il rispetto delle tempistiche previste. Le aree grigie sono ancora più adatte a noi perché in queste aree sono presenti anche distretti industriali e aziende di cui conosciamo le esigenze, permettendoci quindi di mettere a disposizione la nostra esperienza nell'offerta rivolta al mercato business. La caratteristica che ci rende il candidato ideale è il fatto di essere un operatore infrastrutturato con asset sul territorio e con una storica vocazione nel mondo wholesale; anche per le aree grigie, infatti, i servizi di accesso alle reti che verranno realizzate dovranno essere resi disponibili in modalità wholesale, assicurando parità di trattamento a tutti gli operatori retail interessati ad accedere a queste aree. Sulla fibra Telecom ha proposto all'Agcom il modello dei coinvestimenti. Sarebbe una strada opportuna da percorrere? Abbiamo risposto a una consultazione esprimendo le nostre perplessità sulla modalità con cui il modello di coinvestimento è proposto. A nostro parere, un modello di co-investimento può dare buoni risultati a patto che non sia interpretato secondo logiche, che possano configurare la proposta come una mera offerta commerciale o di adesione a un piano di sviluppo infrastrutturale realizzato da un unico soggetto. Riteniamo debbano essere pienamente recepite le condizioni di coinvestimento ai sensi dell'art. 76 della Direttiva che costituisce il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, vale a dire, la realizzazione di una nuova rete ad altissima capacità, con acquisizione di diritti specifici di capacità strutturale che implichino un adeguato grado di codeterminazione, lungo tutto il periodo di vita operativa della rete e con garanzia di una concorrenza sostenibile e a lungo termine nei mercati a valle. Aggiungiamo, in qualità di operatore prevalentemente orientato ai mercati wholesale e business, che ogni modello deve considerare con la giusta attenzione la distinzione tra le esigenze del mercato consumer e quelle del mercato business. Ci sono in Italia le competenze e risorse umane necessarie per realizzare gli obiettivi sfidanti previsti dal Governo al 2026 su fibra e 5G compreso il previsto lavoro di backhauling? Le competenze ci sono, ma probabilmente non sono sufficienti in termini di capacità operativa dal momento che alcuni bandi saranno emessi in contemporanea (il bando delle aree grigie, quello della sanità connessa, quello delle scuole connesse, quello delle isole minori) e inoltre non è ancora stato completato il piano delle aree bianche, che ha riscontrato ritardi. La sovrapposizione di questi interventi richiede quindi capacità operative enormi. Si profila uno scenario molto sfidante in cui è necessario uno sforzo di tutto l'ecosistema, per adeguarsi in termini di competenze e capacità operativa, sotto diversi profili tra cui anche la progettazione e l'installazione. Il nostro auspicio è che non si faccia più l'errore di affidarsi a un unico soggetto, ma che si possa coinvolgere tutto l'ecosistema facendo leva sulle competenze anche territoriali dei vari soggetti e metterle a disposizione negli ambiti che più si addicono a ciascuno di loro, attraverso un modello di compartecipazione. Dal punto di vista finanziario, dopo l'opa di Asterion, come cambierà la vostra strategia industriale? Privilegerete la crescita organica o le acquisizioni? Il piano industriale per il periodo 2021-2025 è in continuità con la strategia del gruppo, secondo il principale driver di integrare infrastrutture e servizi. Retelit prosegue nella crescita organica, ma siamo anche pronti a cogliere opportunità di mercato, e siamo convinti che il Pnrr possa rappresentare un'importante occasione in cui poter avere un ruolo per il potenziamento dell'infrastruttura del Paese. Riteniamo che Asterion condivida tale strategia e che possa grandemente contribuire alla sua implementazione. Estrarre valore dalla società attraverso operazioni industriali e accrescere le potenzialità dell'attuale infrastruttura sono priorità condivise. La società sta continuando con l'individuazione di potenziali target, che principalmente siano rilevanti in ambito infrastrutturale e di piattaforme per il cloud. Inoltre, le guidance sugli investimenti previsti nell'attuale piano industriale 2021-2025 (151/163 milioni di euro) sono per buona parte dedicate al potenziamento dell'attuale infrastruttura. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO 10/7/2021

12 Giugno 2021

A breve l’avvio della mappatura Infratel sulle reti 4G-5G, nel 2022 le gare

L'iter del piano Italia 5G nell'ambito della strategia italiana per la banda ultra-larga del ministero dell'Innovazione e del Mise Supporto alla diffusione della connettività 5G lungo circa 2.645 chilometri di ‘corridoi europei'; strade extra-urbane predisposte per la nuova tecnologia e aree a fallimento di mercato anche per il 5G, come già previsto per la fibra. Sono tra i capisaldi, all'interno della Strategia italiana per la banda ultralarga ‘Verso la gigabit society' del Mitd e del Mise, del piano "Italia 5G" predisposto dal MItd e Mise che prevede uno stanziamento di 2,02 miliardi di euro al fine di soddisfare pienamente il fabbisogno di connettività mobile. E' atteso per oggi, intanto, secondo quanto risulta a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) l'avvio della mappatura per identificare le reti esistenti 4G e 5G, propedeutica per poi far emergere le zone scoperte. Bandi entro I trimestre 2022, aggiudicazione entro II trimestre dell'anno prossimo Conclusa la mappatura per l'identificazione delle infrastrutture esistenti e dei piani degli operatori, paritirà la consultazione pubblica sullo schema di intervento e sulle aree target. Una volta avuto il parere dell'Autorità nazionale di regolamentazione e notificata la misura alla Commissione, si stima l'avvio dei bandi di gara sul 5G tra il quarto trimestre del 2021 e il primo trimestre del 2022; l'aggiudicazione tra il primo e il secondo trimestre del 2022. 420 milioni per i corridoi 5G Tornando agli stanziamenti, 420 milioni sono previsti per i corridoi 5G, a supporto della diffusione della connettività secondo un ambito di intervento che verrà definito nel dettaglio sulla base degli esiti della mappatura e mediante leinterlocuzioni con la Commissione europea. Si prevedono poi 600 milioni per la realizzazione del backhaling in fibra ottica su circa 10mila chilometri di strade extra-urbane altamente trafficate per supportare l'adozione di applicazioni 5G in settori fondamentali come sicurezza e mobilità. Per coprire le aree dove non ci sarà connessione mobile adeguata, nel Pnrr è contemplata anche la possibilità, nel rispetto delle norme in materia di aiuti di Stato, di destinare risorse verso misure a sostegno della domanda di servizi a banda ultra-larga. Bassanini:« opportuna azione lato domanda con credito di imposta e bonus» «E' opportuna - scrive Franco Bassanini, presidente di Astrid nella sua prefazione al libro Il futuro del 5G – mercato ed evoluzione tecnologia curatoda Maurizio Decina e Antonio Perrucci – un'azione anche dal lato della domanda, sia business sia residenziale, attraverso il ricorso a strumenti quali il credito d'imposta e i bonus, sperimentati in altre recenti occasioni sia nel settore delle comunicazioni elettroniche /pc, tablet, accesso a banda larga) sia in altri comparti (super-bonus ecologico per le ristrutturazioni edilizie, super-bonus sisma)». Rispetto al piano sulla Banda ultra-larga del 2015, commenta Perrucci, direttore del laboratorio sull'ecosistema digitale Astrid-Led, «c'è una grossa novità, ovvero il ruolo del 5G e la previsione di aree bianche, a fallimento di mercato, anche per la telefonia mobile che saranno confermate dalla mappatura». SFOGLIA IL REPORT COMPLETO 12/6/2021

16 Aprile 2021

Iliad: «In Unieuro per supportare la crescita, bassi limiti elettromagnetici rallentano lo sviluppo del 5G»

L'ad Benedetto Levi fa il punto sulle future sfide della società: pareggio di bilancio su ebitda nella seconda metà 2021 e sbarco nel fisso entro l'estate Iliad Italia sta lavorando per arrivare al traguardo dello sbarco nella telefonia fissa entro l'estate e, nel frattempo, il recente accordo per l'ingresso nel capitale di Unieuro con il 12% è da leggere secondo l'intenzione di accompagnare l'azienda forlivese, che l'operatore ha avuto modo di apprezzare nel corso dei due anni di collaborazione, attraverso un percorso di crescita. A fare il punto con DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) sulle prossime sfide dell'operatore telefonico arrivato in Italia nel 2018 a seguito della concentrazione tra H3G e Wind, è l'amministratore delegato, Benedetto Levi. Il pareggio di bilancio, assicura Levi, sarà raggiunto «nella seconda metà del 2021 a livello di ebitda al (ebitda after lease)». Quanto allo sviluppo della rete radio mobile la controllata italiana di Iliad sottolinea che si prosegue «a ritmo spedito verso l'obiettivo di 8.500 siti per fine 2021». Sul 5G, invece, il basso livello dei limiti elettromagnetici «rischia di rallentare lo sviluppo della rete di ultima generazione in Italia». Di recente avete diffuso i dati sui clienti che hanno raggiunto pienamente le attese, ma ancora non avete conquistato la parità di bilancio. Come sta andando la vostra offerta commerciale che comprende il 5G? In meno di tre anni, con le nostre offerte trasparenti e mantenendo le promesse fatte agli utenti, questi sono diventati più di 7,2 milioni. Nella seconda metà del 2021 raggiungeremo la parità di bilancio a livello di ebitdaal (ebitda after lease). Gli utenti continuano ad apprezzare la qualità della nostra rete e la trasparenza della nostra offerta, a maggior ragione l'ultima con 5G incluso. I vostri  piani di sviluppo potrebbero risentire della ancora scarsa copertura delle reti 5G in Italia che, secondo alcune stime, non supera il 5-10% della popolazione? Lo sviluppo della rete radio mobile che stiamo portando avanti ormai da quasi tre anni ha finora battuto ogni record in termini di velocità, abbiamo chiuso il 2020 con 6.100 siti attivi, raggiungendo gli obiettivi con due mesi di anticipo rispetto al nostro target. Per ora quindi, proseguiamo a ritmo spedito verso il prossimo obiettivo di 8.500 siti per la fine del 2021. Vi aspettate incentivi nel Recovery fund riguardo allo sviluppo del 5G? Il Recovery fund rappresenta un'opportunità unica per l'Italia ed è importante che la riduzione del digital divide sia un obiettivo prioritario nell'allocazione delle risorse di questi fondi, in quanto permetterà di accelerare lo sviluppo di moltissimi settori dell'economia italiana. Come operatore di telecomunicazioni contiamo di fare la nostra parte, continuando ad investire sullo sviluppo di reti ad altissima velocità. E sul fronte dei limiti alle emissioni elettromagnetiche? Pensate che il basso livello in Italia contribuisca a frenare gli investimenti? L'Italia presenta limiti tra i più bassi in Europa in termini di emissioni elettromagnetiche. Sono limiti estremamente inferiori rispetto a quelli stabiliti dalla Commissione ICNIRP (la Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non-ionizzanti) e molto ridotti rispetto a quelli applicati da Germania, Spagna, Francia e UK. Sicuramente questa condizione rischia di rallentare lo sviluppo della rete di ultima generazione in Italia. Recente l'ingresso di Iliad nella società Unieuro. Secondo alcuni analisti di Intesa Sanpaolo l'operazione sarebbe legata al vostro imminente sbarco sul fisso perché potrebbe aiutare nella vendita della futura offerta. È una corretta interpretazione? Con Unieuro collaboriamo proficuamente già da due anni sul mobile, e abbiamo avuto modo di apprezzare l'azienda, che secondo noi ha un grande potenziale di crescita, e rispecchia il nostro stesso orientamento verso l'innovazione e l'attenzione alle persone. L'intenzione ora è di accompagnarli nelle prossime fasi di crescita. Sempre riguardo allo sbarco nel fisso si parlava di una data prima della pausa estiva, ma secondo altri rumor potrebbe avvenire con qualche settimana di anticipo, già nel mese di maggio. E' una deadline possibile? Confermo che stiamo lavorando per esordire come promesso entro l'estate, sulla data non svelo ancora nulla. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO 15/4/2021

01 Aprile 2021

«Semplificare, introdurre incentivi e innalzare limiti elettromagnetici per far decollare il 5G»

A fare il punto a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School, vendor ed esperti del settore. Per Emanuele Iannetti, AD di Ericsson Italia il nostro Paese non può permettersi di restare indietro L'Italia non può permettersi di restare indietro nell'implementazione del 5G e, per far questo, occorre puntare su semplificazione, incentivi, innalzamento dei limiti elettromagnetici. Alla luce dei nuovi obiettivi che saranno contenuti nel Pnrr sono concordi su questo vendor ed esperti del settore. «L'implementazione del 5G – dichiara a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) Emanuele Iannetti, ad di Ericsson Italia - è oggi una delle questioni più rilevante per i Paesi europei, Italia compresa. Restare indietro, come già successo con il 4G, avrebbe conseguenze negative sia in ottica digital divide sia sul processo di trasformazione digitale delle nostre industrie». Fedele (Zte): «Manca la copertura 5G per servizi disponibili in maniera massiva» Vari i fronti sui cui agire se non si vuole perdere il treno del 5G, considerando che Cina e Giappone lavorano già sullo standard 6G. «Quello che manca in questo momento – sottolinea Lucio Fedele, vicepresidente di Zte Italia – è la copertura 5G, a oggi le applicazioni di telemedicina, a breve anche quella più complessa dell'operazione a distanza, sono già realtà. Ma non essendoci una copertura 5G non è possibile renderle disponibili in maniera massiva». E la velocità di implementazione «dipenderà molto dal supporto che verrà da parte delle istituzioni nella semplificazione della permissistica. La parte burocratica, cioè, è più complessa di quella realizzativa, ci vuole più tempo a ottenere permessi piuttosto che a installare la rete». Per garantire un pieno ed efficace sviluppo delle reti 5G, secondo Mirella Liuzzi, ex sottosegretaria allo Sviluppo economico, «occorre agire su più fronti, da un lato incoraggiando l'integrazione tra fornitori e soggetti committenti di servizi innovativi assicurando un adeguato sostegno, anche finanziario, per accelerare tale processo. In ottica ‘verticali' occorre poi incentivare lo sviluppo di soluzioni 5G per l'Industria 4.0 riducendo il costo dello spettro e fornendo incentivi alle imprese per l'automazione delle fabbriche attraverso soluzioni IoT e 5G. Importante, inoltre, ricorrere a iniziative per assicurare un supporto alla realizzazione di impianti quali nuove torri e micro-impianti in grado di ospitare antenne 5G multi-operatore». Iannetti (Ericsson): «Servono stimoli nel Pnrr per la domanda di connettività» Per Ericsson,  prosegue Iannetti, è «fondamentale inserire nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) incentivi che stimolino la domanda di connettività per le imprese e per l'utenza residenziale. Pensiamo al credito d'imposta 5G per l'adozione, da parte di tutte le aziende, incluse le Pmi, di connettività dedicata di tipo Very high capacity network (Vhcn). Occorre, inoltre, eliminare gli ostacoli burocratici che impediscono agli operatori di investire su scala nazionale in tempi rapidi sulle reti 5G quali ad esempio le complesse procedure per l'ottenimento dei permessi e gli stringenti limiti elettromagnetici, dieci volte più rigidi rispetto alla maggior parte dei paesi Unione Europea». Landolina (Cellnex): «limiti elettromagnetici in Italia troppo bassi» Anche Gianluca Landolina, ad dell'operatore di torri Cellnex  si sofferma in particolare sulla necessità, per far decollare il 5G, di innalzare i limiti elettromagnetici, in Italia molto bassi, che rendono necessaria l'installazione di molteplici antenne, con conseguenti grandi investimenti da parte delle telco. Dall'altro lato, sottolinea Landolina, gli investimenti degli operatori sono cauti anche perché c'è ancora una bassa penetrazione commerciale dei device 5G. Siae Microelettronica: «manca un ecosistema favorevole agli investimenti» Per Sergio Colombo, direttore vendite Italia di Siae Microelettronica, tra le criticità che hanno stanno ritardando lo sviluppo delle reti, c'è «la mancanza di un ecosistema che possa favorire gli investimenti necessari. Non sembrano esserci ad oggi applicazioni o servizi applicabili su vasta scala che possano garantire ricavi certi. In quest'ottica Siae Microelettronica, grazie alle forti competenze tecnologiche nel settore delle telecomunicazioni, è disponibile e partecipa già attivamente a collaborazioni con operatori e altri produttori del settore per lo sviluppo di progetti di innovazione e di modernizzazione delle attuali reti». Infine, last but not least, c'è un dibattito sul ruolo di vendor extra europei nello sviluppo del 5G. Da una parte, come detto di recente dal presidente di Huawei Italia, Luigi De Vecchis, «la sicurezza dei dati sensibili e la resilienza alla violazione delle reti è parte integrante degli impegni» del colosso cinese. E lo dimostra, dice De Vecchis, l'apertura del nuovo centro a Roma sulla cybersecurity. Dall'altra parte uno studio del Bigs (The Brandenburg institute for society and security) commissionato dal Dipartimento di Stato americano sui "costi nascosti dei fornitori non affidabili nelle reti 5G" sottolinea che al momento in Italia «i costi delle violazioni dei dati, anche se non si rimuovessero i vendor extra Ue, appaiono relativamente bassi, ma, in ogni caso, consistenti". Il numero delle violazioni segnalate in Italia per il 2019 è di 1.276 rispetto alle 25.036 della Germania»; tuttavia «considerando una seconda ipotesi, in cui il numero di violazioni dei dati, una volta implementato il 5G, sia uguale a quello della Germania, i costi delle violazioni dei dati sarebbero nell'ordine di 8 miliardi di euro». SFOGLIA IL REPORT COMPLETO 1/4/2021