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13 Dicembre 2024

DigiWork, la piattaforma nata per rendere reale l’Industria 5.0

L’innovazione tecnologica richiede reskilling e upskilling delle persone nelle organizzazioni. Un progetto presentato in Luiss Business School mira a colmare questo gap L'Industria 5.0 è arrivata. Il potenziale della quinta rivoluzione industriale (5IR) risiede nella fusione di tecnologie digitali, fisiche e biologiche che promettono di aumentare il benessere della società in tutte le direzioni. Questa integrazione rappresenta un futuro in cui "persone e macchine lavorano in modo sinergico". Questo cambiamento impatterà sia le aziende private sia quelle pubbliche, richiedendo nuove competenze che attualmente mancano alle organizzazioni. Dell'impatto del nuovo approccio tecnologico e del necessario upskilling e reskilling si è occupato il progetto DigiWork, presentato alla Luiss Business School. Realizzato in collaborazione con sei partner europei, la ricerca si è focalizzata sull'analisi dei gap e quindi dei fabbisogni necessari negli attuali processi lavorativi in Europa. “L’obiettivo della ricerca è quello di migliorare e potenziare i curricula delle università sui temi della digital transformation, dell'industria 4.0 e 5.0, ma anche di soddisfare un'esigenza emergente delle imprese. Infatti, richiedono nuovi profili professionali andando a fare upskilling e reskilling della forza lavoro già presente nelle organizzazioni”, ha sottolineato Nunzio Casalino, coordinatore scientifico del progetto DigiWork. Il progetto è centrale nell’attività di ricerca di Luiss Business School. Come ha spiegato Matteo Caroli, Associate Dean for Sustainability, “i programmi europei sono realizzati con partner internazionali, coerentemente con la vocazione della Luiss Business School all'internazionalizzazione. Inoltre, il tema delle tecnologie digitali è al centro delle attività di ricerca e di quelle formative della Luiss Business School”. DigiWork: i dettagli del progetto DigiWork è un progetto di ricerca che ha coinvolto partner da Polonia, Italia, Bulgaria, Spagna, Lettonia e Slovacchia, di cui tre università e tre società di consulenza organizzativa. Lo studio ha elaborato un dettagliato rapporto sullo stato dell'arte di Industria 4.0 e sulle tendenze dei Paesi Ue sull'utilizzo della digitalizzazione ai processi lavorativi. Durante il primo anno del progetto è stata condotta dai partner una specifica attività di ricerca sull’identificazione di competenze innovative e sulle migliori pratiche nell’adozione delle tecnologie digitali per migliorare l'occupabilità, la flessibilità e le competenze di lavoratori e studenti universitari e per sviluppare approcci digitali efficaci basati sul lavoro. Sulla base della ricerca effettuata nelle 6 nazioni, i partner hanno poi sviluppato un programma adatto alla formazione online sia in ambito accademico che professionale nell'area di Industria 4.0 e digital transformation. È stata quindi creata un'offerta formativa articolata su sei percorsi formativi con 18 innovativi moduli didattici. Obiettivo: migliorare e diffondere conoscenze specifiche anche per professori, ricercatori e studenti delle università, tenendo conto e supportando l’offerta didattica attuale con contenuti sull'impatto organizzativo delle nuove tecnologie nei processi di lavoro e in ambienti aziendali reali. Le competenze richieste per la quinta rivoluzione industriale Saranno sempre più richieste nuove figure professionali quali esperti di progettazione di ambienti di lavoro, responsabili di flussi di lavoro digitali, specialisti di sistemi di workflow digitali, esperti di sistemi di manutenzione predittiva, esperti di robotica collaborativa, esperti di strategie di gestione del cambiamento, specialisti di sistemi di realtà virtuale, esperti di sistemi per la gestione dell'esperienza utente, specialisti in sistemi di simulazione virtuali per l’addestramento delle risorse umane. “DigiWork si è focalizzato sull’analisi dei gap nelle organizzazioni sul corretto utilizzo delle tecnologie digitali più avanzate a supporto dei processi di business, proponendo anche nuovi approcci al lavoro e mettendo a disposizione, tramite appositi moduli formativi, competenze necessarie che saranno sempre più necessarie in Europa – ha continuato Casalino – Tali esigenze stanno emergendo sempre più sia dalle aziende che dalle pubbliche amministrazioni, al fine di rendere più efficienti i processi lavorativi, specialmente sulla corretta adozione ed uso di tecnologie come Intelligenza artificiale generativa Internet of Things (IoT), Machine Learning, Cloud Computing, Cognitive Computing, Big Data, Robotica collaborativa per supportare i processi di produzione e di line” I percorsi disponibili in DigiWork La piattaforma di apprendimento DigiWork è disponibile online. Al suo interno integra contenuti e strumenti per l'apprendimento, oltre a funzioni di collaborazione e risorse aggiuntive. In particolare, sono state predisposti strumenti di valutazione delle competenze necessari per proporre, gestire e valutare progetti aziendali di trasformazione digitale. Percorso 1: Dati P1-C1: Protezione dei dati e della privacy nei servizi digitali. Norme europee sulla protezione dei datiP1-C2: Valutazione dei dati aziendali e gestione dei big dataP1-C3: Gestione, integrazione e analisi dei dati all'interno delle organizzazioni e tra le organizzazioniP1-C4: Gestione dei dati Percorso 2: Flusso di lavoro 4.0 P2-C1: Smart working e tecnologie abilitanti la digitalizzazione nei processi aziendali P2-C2: Sistemi di gestione documentale e digitalizzazione dei flussi di lavoro P2-C3: Gestione, integrazione e analisi dei dati all'interno e all'esterno delle organizzazioni Percorso 3: Da zero all'Industria 4.0 P3-C1: Governance della digitalizzazione nella produzione e nei luoghi di lavoro P3-C2: Integrazione digitale per gli asset produttivi ed i servizi online P3-C3: Inefficienze e rischi del digitale negli ambienti di lavoro Percorso 4: Fabbrica intelligente avanzata P4-C1: Manifattura additiva P4-C2: Robotica avanzata e collaborazione uomo-robot P4-C3: Integrazione di sistemi di automazione e fabbriche intelligenti Percorso 5: Industria 4.0: Vantaggi e sfide P5-C1: Risparmio energetico e impatto ambientale dei sistemi di produzione P5-C2: Realtà virtuale e aumentata P5-C3: Ripensare il lavoro, job crafting e lean team virtuali Percorso 6: Interazione uomo-macchina e tecnologie di smart computing P6-C1: Internet of Things (IoT) in combinazione con sistemi di connettività mobile avanzata (5G) P6-C2: Interazione uomo-macchina, interfacce tattili e GUI accessibili P6-C3: Intelligenza artificiale e sistemi esperti 12/12/2024

28 Ottobre 2022

Potenziare la formazione universitaria e il legame con le imprese con BEGIN, il percorso che valorizza le competenze trasversali

Giunge al termine il progetto sviluppato in ambito europeo in cui è coinvolta la Luiss. Realizzati una Toolbox, una metodologia specifica per iniziative congiunte di formazione aziendale e contenuti e-learning per studenti, docenti universitari e imprenditori Sono le capacità interpersonali a fare la differenza in un ambiente di lavoro. Infatti, è sempre possibile acquisire o integrare le competenze tecnico-pratiche, ma le soft skill possono cambiare le carte in tavola in fase di recruiting. Tuttavia, non è sempre facile svilupparle e analizzarle perché le competenze trasversali non sono individuabili sempre in modo certo. Ciò che il mercato del lavoro cerca non viene spesso fornito durante i percorsi di alta formazione. Per questo, il gruppo di ricercatori ed esperti del progetto BEGIN ha condotto una ricerca tra i gruppi target per identificare competenze e aspettative degli imprenditori intervistati sui cambiamenti futuri. Ne è nata la Toolbox di BEGIN. Gli obiettivi di BEGIN BEGIN - Boosting the Soft Skills of Higher Education Students and Graduates è un progetto europeo che coinvolge cinque paesi europei (Polonia, Italia, Germania, Bulgaria e Portogallo) e sei partner (V-Systems - Polonia, Luiss Guido Carli - Business School - Italia, ECQ - Bulgaria, emcra GmbH - Germania, A.I.A.M. - Portogallo, WSA University - Polonia). Mira a sviluppare un programma formativo completo, volto a incrementare le competenze trasversali degli studenti universitari e, allo stesso tempo, contribuire a ridurre il divario tra le competenze richieste nel mercato del lavoro e le competenze offerte dai corsi di universitari, promuovere un programma di attività di esplorazione dei nuovi percorsi lavorativi e supportare in modo permanente gli Enti e le Istituzioni che operano nel mondo dell’istruzione universitaria, i datori di lavoro, gli studenti, le autorità locali/regionali ed europee. Il progetto si è svolto dal 1° novembre 2019 al 31 ottobre 2022. BEGIN - Boosting the Soft Skills of Higher Education Students and Graduates è stato realizzato nell'ambito del programma Erasmus+ Key Action 2 – Cooperation for innovation and the exchange of good practices: Strategic partnerships for Vocational Education and Training – Development of Innovation. La ricerca è stata sviluppata nell'area Applied Research, guidata dal professor Matteo Giuliano Caroli, Associate Dean per l’internazionalizzazione, Direttore BU Applied Research e Osservatori, Luiss Business School, con il professor Nunzio Casalino, ordinario di Organizzazione Aziendale, come referente scientifico Luiss. Valorizzare e trasferire le soft skill più adatte alle aziende «Abbiamo realizzato diversi incontri e diverse interviste con una serie di soggetti accademici e aziendali per capire le soft skill più importanti – ha spiegato il professor Casalino – e ci siamo accorti che le statistiche disponibili sui vari portali della Commissione Europea o di altri enti di riferimento in tale ambito non sono aggiornati. Che le soft skill richiedevano aggiornamenti anche nell'elenco delle stesse. Due di queste? Il problem solving e il team working, assolutamente non valorizzate, ma sempre più necessarie nei contesti lavorativi. Le interviste hanno rivelato che sono richieste e spesso non individuate anche la flessibilità di pensiero, la capacità di negoziazione, la predisposizione al cambiamento, la gestione dello stress sul lavoro, il critical thinking e il digital thinking. Cos'è la Toolbox di BEGIN La Toolbox di BEGIN è una risorsa interattiva online che raccoglie le attività specifiche di “esplorazione delle carriere”, validate dalle università partner e include l’esperienza di studenti, datori di lavoro e personale accademico durante la loro pianificazione, esecuzione e follow-up. Contiene testimonianze testuali e video prodotti dai partner accademici del progetto, l’analisi dei punti di forza e di debolezza dei processi di acquisizione delle soft-skills, nonché le linee guida per una corretta implementazione basata sull’esperienza reale delle università, degli studenti e delle imprese coinvolte. A chi si rivolge la Toolbox di BEGIN La Toolbox di BEGIN offre i seguenti vantaggi a coloro che la utilizzeranno: Gli studenti possono incontrare in modo più efficace i datori di lavoro e trovare più rapidamente un lavoro/tirocinio. Inoltre, possono acquisire conoscenze sulla domanda di competenze sul mercato del lavoro e identificare le aree sulle quali dovrebbero migliorare. Possono apprendere dove reperire informazioni sul reale ambiente aziendale e sviluppare le proprie competenze trasversali. Infine, possono avere l’opportunità di applicare le conoscenze e le competenze tecniche apprese nei loro corsi universitari. I datori di lavoro possono usare la Toolbox per incontrare potenziali dipendenti, ottenere nuove idee e soluzioni creative a problemi di organizzazione del lavoro reali, nonché stabilire connessioni con le università e stabilire con loro sinergie e collaborazioni. Dal canto loro le università possono ottenere feedback preziosi sia sulle reali esigenze degli studenti che di quelle dei datori di lavoro, al fine di poter aggiornare l’offerta formativa includendo queste nuove competenze per immettere sul mercato del lavoro una forza lavoro molto più competitiva. La Metodologia di BEGIN La Metodologia di BEGIN è stata sviluppata per la gestione di iniziative congiunte tra il mondo dell’istruzione e quello delle imprese. Essa è uno strumento disponibile per tutti sul web e include specifiche risorse educative per imprenditori, dirigenti e funzionari pubblici e altro personale tecnico. Le considerazioni e i suggerimenti disponibili nascono a valle di alcune interviste a degli esperti di selezione del personale di vari paesi europei. L'analisi ha permesso di creare inoltre un piano di tutoraggio per trasmettere le conoscenze più efficaci alle esigenze delle aziende. Il Corso di Formazione nato da BEGIN Il corso di formazione in modalità e-learning di BEGIN è il terzo importante intellectual output del progetto. È gratuito e open access, pensato per formare, docenti, dipendenti, imprenditori. Si articola in sei moduli formativi: cosa sono le soft skill; perché sono importanti per i datori di lavoro; quali sono le soft skill attualmente più richieste; in che modo gli insegnanti di istruzione superiore e altro personale possono sensibilizzare gli studenti sull'importanza di sviluppare le loro competenze trasversali; esempi di come sono state avviate le seguenti competenze trasversali con il supporto di insegnanti e altro personale dell'istituto di istruzione superiore; quali sono le competenze per il futuro del mercato del lavoro. I benefici del progetto di ricerca e formazione BEGIN  per le università A valle del progetto BEGIN è stato possibile determinare i vantaggi dell'applicazione degli strumenti e della metodologia all'interno delle università. Infatti, l’obiettivo è incrementare la qualificazione del personale accademico, oltre a rafforzare le competenze trasversali degli studenti. Inoltre, è fondamentale promuovere nelle università, in modo proattivo, le competenze trasversali degli studenti, che saranno ormai sempre più richieste nel futuro mercato del lavoro. Infine, questi strumenti possono contribuire concretamente a ridurre il divario tra il portafoglio di competenze dei laureati e quello richiesto da un mercato del lavoro sempre più esigente. «Questo progetto è e sarà importante nel futuro, perché ci ha permesso di acquisire un know how ampio e, al tempo stesso specifico, sulla tematica delle soft skill – ha aggiunto il professor Casalino. In tutte le università italiane finora è mancata la consapevolezza e la capacità di saper trasferire le competenze trasversali ai propri studenti. Moltissimi corsi non prevedono ancora degli innesti comportamentali, applicativi o operativi di azioni replicabili sul luogo di lavoro e che possano rendere uno studente più ambito per le aziende. Le università devono sì sfornare esperti con solide hard skill, ma nello stesso tempo devono formare persone “sociali” che riescano a integrarsi in contesti lavorativi e in team diversi, arrivando a sviluppare e saper proporre idee innovative. La Luiss, in tutti i suoi percorsi di laurea e post-laurea, da questo punto di vista, potrà ulteriormente completare la sua offerta promuovendo e potenziando anche questi aspetti». 28/10/2022

01 Aprile 2022

Win-With-U ed EpilepsyPOWER: la ricerca Luiss Business School per l’inclusione

In occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza dell'Autismo (WAAD, World Autism Awareness Day) del 2 aprile, la Luiss Business School è fiera di gestire, in qualità di soggetto ideatore e coordinatore, due ambiziosi progetti finanziati dalla Commissione Europea e finalizzati all’inclusione lavorativa e alla sensibilizzazione di imprenditori e manager sul tema Win-With-U - Workplace Inclusion and employmeNt opportunities for youth WITH aUtism (durata: 36 mesi - EU ID: 2020-1-IT02-KA204-079826). Progetto di ricerca e formazione finalizzato all’inclusione lavorativa di giovani con autismo e lavoratori, coordinato dalla Luiss Business School e a cui prendono parte l’Unità di Neurologia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Autism Europe (Belgio), European Center for Quality Ltd (Bulgaria) e Specialisterne Foundation (Danimarca). Un consorzio di partner composto da soggetti specializzati sia nell’ambito del management delle imprese, quanto nel settore dei disturbi dello spettro autistico e delle correlate politiche per il miglioramento dell’inclusione lavorativa. Sono tre le fasi del progetto chesi sta svolgendo. La prima si è svolta nel fare il punto sullo stato dell’arte dei sistemi di inclusione nei diversi Paesi europei, nonché in un’analisi delle specifiche caratteristiche di apprendimento e dei bisogni, tramite una survey svolta in 5 nazioni; tali attività con l’obiettivo di progettare e costruire una innovativa piattaforma collaborativa (seconda fase) per l’accesso al materiale formativo, alle linee guida prodotte e al materiale di supporto, da parte dei partner e di tutti gli stakeholders di progetto. La terza e ultima fase del progetto riguarderà i due percorsi di apprendimento individuale: un percorso volto a formare i lavoratori con autismo, affinché possano migliorare le competenze necessarie per la propria posizione occupazionale; l’altro percorso per formare gli imprenditori al fine di comprendere le potenzialità dei lavoratori con autismo e rendere il luogo di lavoro un ambiente accogliente e confortevole. EpilepsyPOWER - Epilepsy People inclusion Overcoming Workplaces European maRginalization (durata: 36 mesi - EU ID:2021-1-IT02-KA220-ADU-000028349). Progetto di ricerca e formazione rivolto a formare il personale delle Università sul tema, al fine di orientare la formazione universitaria e post-laurea e inoltre di migliorare le opportunità di inclusione nel mercato del lavoro di persone (PwE) affette da uno dei più diffusi disturbi neurologici come l’epilessia, considerando che una persona autistica su tre è un soggetto epilettico. Questo nuovo progetto, coordinato dalla Luiss Business School, coinvolge come partner ben tre Università (l’Unità di Neurologia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e il Dipartimento di Management dell’Università di Grenoble (Francia), unitamente alla Camera di Commercio e dell’Industria di Vratsa (Bulgaria), ad un’organizzazione in ambito VET emcra GmbH (Germania) e alla fondazione Epilepsy Alliance Europe (Irlanda). Tra gli obiettivi: migliorare i curricula di apprendimento e i servizi formativi delle Università, promuoverne la consapevolezza nelle organizzazioni pubbliche e private, favorire ambienti di lavoro consapevoli e sicuri, migliorare il supporto all’occupazione e le prassi lavorative attraverso approcci di gestione delle risorse umane positivi. “Alle Università – spiega il Prof. Nunzio Casalino, coordinatore scientifico di entrambi i progetti – spetta il compito preliminare di formare i partner sugli aspetti manageriali e clinici della patologia in modo che possano essi stessi formare a loro volta le imprese e le realtà pubbliche in Europa, su come integrare e supportare queste persone all’interno degli ambienti universitari e lavorativi. A compimento delle attività di ricerca congiunte già in corso, sarà fondamentale procedere alla condivisione delle conoscenze e alla creazione di iniziative specifiche di apprendimento attraverso lezioni, tutorial, eventi orientati allo studio di best practice, lavori di gruppo interattivi, interviste con esperti, oltre a pubblicazioni sia di carattere divulgativo che scientifico. Fondamentali diventano infine lo stimolo e la promozione di una più attenta etica aziendale per una reale inclusione che favorisca un cambiamento innovativo e radicale della cultura organizzativa”. Per concludere, la Luiss Business School, grazie alle attività di ricerca svolte nell’ambito dell’Area Applied Research e Osservatori diretta dal Prof. Matteo Caroli, sta ricoprendo un ruolo sempre più importante nella creazione di conoscenza sul tema, studiando, identificando e mettendo a disposizione metodologie volte a migliorare concretamente l’inclusione lavorativa sia di studenti in procinto di trovare un lavoro che di lavoratori. La sfida è quella di sviluppare la capacità delle imprese e delle pubbliche amministrazioni europee di inserire e gestire correttamente sul posto di lavoro queste persone e, allo stesso tempo, favorire iniziative di Corporate Social Responsibility facilitando la collocabilità lavorativa, la creazione di percorsi di autonomia personale e, in generale, l’inclusione e la responsabilità sociale di impresa. 01/04/2022

04 Maggio 2021

Digital Learning: Luiss Business School unica italiana nell’alleanza FOME

Future of Management Education: la più importante rete internazionale di Business School unite per costruire il futuro dell’alta formazione manageriale Nuovo traguardo internazionale per Luiss Business School, da oggi membro dell’Alleanza Future of Management Education –FOME, che comprende altre dieci fra le migliori business school a livello globale: BI (Norvegia); ESMT (Germania); EDHEC (Francia); Hong Kong University of Science and Technology (Hong Kong); IE (Spagna); Imperial College Business School (UK); Ivey Business School (Canada); Johns Hopkins Carey Business School(USA); SMU (Singapore) and The University of Melbourne (Australia), cui si aggiunge il partner tecnologico insendi. Unica italiana, dopo un articolato processo di selezione Luiss Business School siede in uno dei board più rappresentativi nel campo dell’alta formazione manageriale, focalizzata sullo sviluppo di nuovi programmi, strumenti e modalità di apprendimento digitale. Grazie ad una profonda vicinanza nelle rispettive vision e all’alto grado di specializzazione dei partner, FOME rappresenta un centro nevralgico in cui convergono risorse, conoscenze e competenze: il network mette in connessione fra loro docenti, dirigenti senior, project manager Edtech, learning designer di ciascuna scuola per co-creare le migliori esperienze di digital learning, e formare una classe dirigente capace di lasciare una significativa impronta nel proprio mercato di riferimento. “Siamo profondamente orgogliosi per questo che è per noi insieme un traguardo e un riconoscimento del valore della nostra offerta – afferma Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School – e abbiamo già iniziato a lavorare assieme ai nostri omologhi delle dieci nazioni rappresentate nel board dell’Alleanza. Punto di forza di questa partnership, il grande impegno che ci vede proiettati lungo il cammino della Trasformazione Digitale, avviato in Luiss Business School già da tempo. La digitalizzazione rappresenta infatti una dimensione chiave per la nostra scuola, sia abilitando l'innovatività dei metodi di insegnamento adottati sia rafforzando l'esperienza di apprendimento di i nostri studenti”. La collaborazione, chiave di volta sui cui poggia FOME, è un pilastro dell'esperienza Luiss Business School, rappresentata dalla grande attenzione strategica alla contaminazione tra mondo accademico e mondo dell'impresa, che consente alla Scuola di generare processi di trasformazione. Dal lavoro congiunto fra i partner, e grazie anche all’utilizzo della piattaforma Insendi, gli scenari che si aprono per il futuro offrono un ampio ventaglio di possibilità. Fra queste, ad esempio, lo sviluppo di programmi a titolo congiunto con i partner dell'alleanza. “Essere l’unica Business School italiana in questo network – prosegue Boccardelli – ci investe di una grande responsabilità. Il Digital Learning rappresenta uno dei principali trend tecnologici in fase di grande accelerazione, nei confronti del quale la nostra Scuola non si è fatta trovare impreparata: il nostro apporto in FOME, dove dialoghiamo con realtà top-level operanti in mercati molto diversi fra loro, sarà decisivo, e contribuirà a formare nuovi leader pronti a cogliere le sfide che verranno”. 04/05/2021

22 Aprile 2021

LIFE WineGrover, un progetto per innovare la viticoltura

Mentre gli agricoltori cercano di proteggere l'uva dal freddo fuori stagione che ha già causato molti danni, Luiss Business School presenta un progetto che mira a fondere sostenibilità ambientale e digitalizzazione L'agricoltura contemporanea sta affrontando sfide sempre più impegnative. Tra queste ci sono gli eventi climatici avversi, che hanno costretto i viticoltori francesi e italiani ad accendere fuochi tra le vigne per proteggere i germogli e limitare i danni. Dalla necessità di individuare soluzioni strategiche per la gestione agronomica e colturale della produzione viti-vinicola, dalla partnership tra Luiss Business School e altri partner europei nasce il progetto LIFE WineGrover (Precision Agriculture System to limit the impact on the environment, on health and on air quality of grape production). Lo scopo è mostrare ai produttori di vino in Europa che anche in campo un'altra strada – precisa, efficiente ed economica – è possibile. Parole chiave, anche in campo: tecnologie IoT e sostenibilità. Vino e coltivazioni: i dati a cui fare attenzione Secondo le statistiche dell’OIV (Organizzazione internazionale della vigna e del vino) l’Europa è il maggiore produttore ed esportatore di vino (soprattutto l’area mediterranea) e possiede l’area di vitigni (38%) più estesa al mondo, in cui è impiegato il 20% dei lavoratori agricoli (perlopiù piccoli produttori). L’impatto ambientale critico di questa produzione deriva da diversi fattori, fra cui l’uso di pesticidi e fertilizzanti e quello di fonti di energia non rinnovabili nei macchinari agricoli. La zona mediterranea è fortemente colpita dal cambiamento climatico, al punto che si prevede che entro il 2050 la viticoltura dovrà intensificare l’uso di sostanze chimiche per contrastarne l’impatto. Ma già oggi la Politica Agricola Comune europea sottolinea la necessità di ridurre l’utilizzo dei pesticidi. In più, i consumatori sono sempre più consapevoli dell’impatto negativo che la viticoltura tradizionale può avere sull’ambiente e sulla salute. Per questo motivo si sta diffondendo l’utilizzo dell’agricoltura di precisione (Precision Agriculture), una strategia di gestione delle coltivazioni che punta a creare un sistema di monitoraggio digitalizzato, volto a integrare efficienza, produttività e qualità. Un terreno ancora tutto da esplorare in Europa, poiché molti vigneti sono ancora gestiti in modo tradizionale e mancano di sistemi di tecnologia utili a ottimizzare il processo di produzione. LIFE WineGrover: obiettivi e strategie Il progetto LIFE WineGrover nasce da un consorzio di 6 partner transnazionali da 3 differenti paesi europei, coordinati dall'Università degli Studi della Tuscia in partnership con Luiss Business School (con il professor Matteo Caroli come referente scientifico), CREA-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, Inova+ - Innovation Services (Portogallo), Smart City Cluster-Asociacion Empresarial Multisectorial Innovadora para las Ciudades Inteligentes (Spagna), SETEL Servizi Tecnici Logistici Srl (Italia), Wellness Telecom S.L. (Spagna). È rivolto ad autorità regionali, nazionali ed europee; associazioni di settore; istituti di ricerca; viticoltori e agricoltori in generale; cooperative; consulenti; industrie per macchinari agricoli. L'obiettivo è trovare soluzioni nuove, strategiche per l'intero comparto vitivinicolo, grazie all'impiego di tecnologie innovative IoT (Internet of things) volte ad attivare una viticoltura di precisione. Gli effetti? Una produzione più sana sia a livello ambientale che di prodotto. Il progetto, figlio della Precision Farming, punta a realizzare un sistema integrato terra-aria basato sull’acquisizione, integrazione ed elaborazione di dati provenienti da due prototipi di drone, uno aereo UAV (Unmanned Aerial Vehicle) e un rover terrestre UGV (Unmanned Ground Vehicle), e dai dati real-time provenienti da nano-sensori posti in vigna al fine di migliorare il monitoraggio continuo e puntuale che sarà la base di informazione (more knowledge per hectare) per piani agronomici e colturali mirati ad interventi sito-specifici. LIFE WineGrover si propone inoltre di promuovere una forte interazione tra istituti di ricerca e aziende private, coinvolgendo anche l’utente finale, sviluppando soluzioni e gestioni innovative che garantiranno un impatto significativo sulle problematiche ecologico-ambientali legate alla intensificazione della viticoltura nello scenario delle prossime emergenze ambientali. Ma c'è un obiettivo a lungo termine, in cui Luiss Business School in particolare ha deciso impegnarsi: quello di replicare e trasferire i risultati di progetto ad altri vigneti in Europa. Infine, il progetto attua il Codice quadro dell'UNECE relativo a buone pratiche agricole per ridurre le emissioni di ammoniaca del 2014. Contribuisce anche all’implementazione della Direttiva europea sull’uso sostenibile di pesticidi (2009/128/EC), al regolamento UE 1981/2018 relativo alla limitazione dell'uso di prodotti fitosanitari contenenti composti di rame, il regolamento UE 2031/2016 relativo alle misure di protezione contro gli organismi nocivi per le piante e ovviamente al Green Deal europeo del 2020. Dai droni al business plan: le tappe di LIFE WineGrover Il progetto LIFE WineGrover è iniziato il 1° settembre 2020 e durerà fino al 31 ottobre 2023. Il percorso è iniziato con la costruzione di due droni autonomi e collegati a un sistema di monitoraggio, a un software e a una piattaforma multisensoriale. L'obiettivo è monitorare l'intero ciclo vegetativo dei vitigni e di intervenire nelle diverse fasi di coltivazione solo quando è necessario e solo laddove c'è bisogno. La fase di testing sta impegnando il primo anno del percorso, legando la sua attività a un vigneto italiano, al fine di misurare i parametri tecnico-ambientali e permettere la standardizzazione della metodologia. Seguirà una fase di implementazione in un vigneto in Spagna. Alla fine del progetto si passerà allo sviluppo di una strategia di commercializzazione e di internazionalizzazione degli strumenti tecnologici attraverso il design di un business model e di una strategia di marketing. L’obiettivo a lungo termine è implementare i risultati derivati dal progetto LIFE WineGrover in diversi paesi e regioni in Europa. I dati ottenuti saranno rielaborati in un piano di replicazione atto a trasferire i risultati di progetto ad altri vigneti in Europa, con tanto di exploitation plan e un business plan per la successiva commercializzazione. Sostenibilità ambientale e digitalizzazione sono le chiavi per cambiare anche le sorti anche dell'agricoltura: è dunque essenziale saperle usare. 22/4/2021

09 Aprile 2021

innCREA, creatività e innovazione per cambiare il mondo del lavoro

Creatività e capacità di innovare: sono questi gli obiettivi che Luiss Business School vuole raggiungere con il progetto innCREA - Standards for implementing programmes aimed at discovering and developing creativity, pioneering in pursuit of innovation Finanziato dalla Commissione Europea e sviluppato nell'Erasmus+ Programme, questo percorso formativo europeo, di cui il professor Nunzio Casalino è il referente scientifico Luiss, nasce con l'obiettivo di trasferire agli studenti universitari, ricercatori, docenti, imprese e organizzazioni dell'economia sociale concetti organizzativi e metodi di sviluppo di business, potenziati da creatività e capacità di innovare. L'intero percorso formativo è supportato da materiali didattici e metodologie innovative di apprendimento, volti a scardinare vecchi modi di pensare le governance aziendale e implementare la creazione di nuovi modelli di business. Europa e disoccupazione giovanile: i dati Secondo i dati Eurostat a gennaio 2020 il tasso di disoccupazione giovanile nei paesi dei partner del progetto innCREA è ancora molto alto: in Italia 29,3%, in Finlandia 17,4%, in Grecia 16,5%, inBulgaria 9,7% e in Polonia 7,8% (dati: EUROSTAT). Le cause sono da ricercare in criticità e disomogeneità che interessano tutta l'Unione Europea. In primo luogo, le università tendono a creare laureati che spesso non trovano facilmente impiego nel proprio ambito di studi e molto spesso i loro programmi formativi non sono allineati ai reali bisogni del mercato del lavoro. In secondo luogo, l’offerta di corsi rimane limitata a causa delle incompatibilità o incongruenze degli standard sulle qualifiche professionali e spesso delle modalità di erogazione e valutazione. Infine, le modalità adottate dalle aziende per la pianificazione e lo sviluppo delle carriere del proprio personale non sono sempre efficaci. Per tutti questi problemi la creatività e capacità di innovare possono fare la differenza. Come funziona innCREA L’obiettivo principale del progetto è quello di fornire al mondo universitario una guida pratica e un approccio sistematico alla creatività, al pioneering e all’innovazione per contrastare il mismatch fra le skill dei laureati e i reali bisogni del mercato del lavoro. Per fare questo sono state messe a punto tre attività principali: innCREA Audit Tool, una risorsa aperta di ricerca e analisi di buone pratiche; innCREA Guideline, linee guida per creare una metodologia formativa basata su nuove tecniche, creatività e bisogni degli stakeholder; innCREA Creativity & Pioneering Training Programme Package, un percorso formativo sulle soft skill innovative in modalità e-learning. Gli obiettivi di innCREA InnCREA mira a implementare, adattare e trasferire un programma formativo integrato (materiali e metodologie) per il potenziamento di specifiche soft skill, volte a favorire la creatività e ad attuare azioni specifiche per favorire l’innovazione. Il fine è quello di sviluppare le soft skill degli studenti universitari e, allo stesso tempo, contribuire alla diminuzione del gap fra le capacità richieste dal mercato del lavoro e quelle offerte dai corsi universitari. Per far ciò si coinvolgeranno i docenti universitari che, grazie agli strumenti forniti dal progetto, svilupperanno la capacità di integrare l’offerta formativa dei propri Atenei e rafforzare le capacità e profili personali dei propri studenti. Un altro punto di forza di questo progetto è la volontà di ridurre il divario tra le competenze richieste nel mondo del lavoro e quelle offerte dai corsi universitari in modo concreto. Come in una palestra, innCREA punta a rafforzare le capacità manageriali di studenti e giovani imprenditori, allargando la visione di questi ultimi alle comunità imprenditoriali europee. Il progetto si svolgerà da gennaio 2021 a dicembre 2022. 9/4/2021

02 Aprile 2021

WIN-WITH-U, così lo spettro autistico diventa una risorsa per il mondo del lavoro

Le persone con disturbi dello spettro autistico possono diventare un valore aggiunto per il mondo del lavoro: ci crede fermamente Luiss Business School, che attorno a questa convinzione ha costruito il progetto WIN-WITH-U. L'obiettivo principale è trasformare le caratteristiche specifiche delle persone con disturbi dello spettro autistico in skill adatte al mercato del lavoro, che possano anche rappresentare un vantaggio competitivo per le imprese. Mondo del lavoro e autismo: i dati Secondo recenti indagini almeno il 50% dei giovani con disturbi dello spettro autistico abbandona il percorso scolastico senza ottenere una qualifica e meno del 40% continua gli studi dopo la scuola secondaria. Il tasso di disoccupazione a livello europeo per queste persone si attesta fra il 76% e il 90%, e la percentuale di occupati tendenzialmente è impiegata in lavori sottopagati rispetto al loro livello di qualifiche. Diversi studi attualmente in corso evidenziano che per le persone con disturbi dello spettro autistico sarebbe fondamentale pianificare una più efficace transizione dal percorso di istruzione a quello lavorativo. Ciò avrebbe impatti significativi per gli individui, le istituzioni formative e le organizzazioni in cui potranno essere coinvolti attivamente. Ed è su questo risultato che Luiss Business School ha costruito l'offerta formativa del progetto WIN-WITH-U. Come funziona WIN-WITH-U WIN-WITH-U è un progetto ambizioso di innovazione sociale, ideato e coordinato da Luiss Business School, che coinvolge partner di diverso tipo (Università, Enti di formazione specializzati, Associazioni di settore, Istituzioni che operano a livello locale, regionale ed europeo) e provenienti da 4 Stati europei (Italia, Belgio, Danimarca e Bulgaria). Finanziato dalla Commissione Europea e sviluppato nell'Erasmus+ Programme, ha già nel suo sottotitolo – Workplace Inclusion and employmeNt opportunities for youth WITH aUtism – l'intera forza del piano. Creare maggiori inclusione e opportunità nel mondo del lavoro per i giovani affetti da autismo passa prima di tutto dalla formazione di chi cerca un impiego e di chi lo offre. Ideato e coordinato da Luiss Business School, con il professor Nunzio Casalino come referente scientifico, questo progetto chiede a manager, dirigenti e imprenditori di mettersi in discussione per aumentare le capacità di gestione di persone con ASD (Autistic Spectrum Disorders), facilitando la costruzione di una carriera professionale. WIN-WITH-U si basa sullo studio dei fabbisogni specifici e l’identificazione di un’adeguata metodologia didattica funzionale alla successiva progettazione di due percorsi di apprendimento specifici per i target group coinvolti. Tutta l'offerta formativa viene erogata attraverso una piattaforma di e-learning e prevede due percorsi: il primo, specifico per i giovani con disturbi dello spettro autistico, mirato alla valorizzazione delle soft skill; il secondo, dedicato agli imprenditori e manager, per trasferire le capacità di gestione e valorizzazione di queste risorse in contesti aziendali. Gli obiettivi del progetto Nello specifico, l’obiettivo di WIN-WITH-U è migliorare l’inclusione lavorativa della fascia giovanile aumentando la capacità delle imprese di inserire e gestire sul posto di lavoro queste persone e, allo stesso tempo, contribuire a facilitare per queste ultime la collocabilità lavorativa, la creazione di percorsi di autonomia personale e in generale l’inclusione sociale. Un altro aspetto è anche soddisfare il bisogno di personale qualificato da parte delle aziende e migliorare la loro performance nell’ambito della Responsabilità sociale di impresa. Infine, il progetto mira all’obiettivo ambizioso di fornire uno strumento di apprendimento completo per l’inclusione lavorativa in Europa delle persone con disturbi dello spettro autistico e di istituire una prassi all’interno delle iniziative di Corporate Social Responsibility nelle imprese. Il principio di base in WIN-WITH-U è di trasformare le caratteristiche speciali di persone con ASD in risorse. Questo ribaltamento di prospettiva può diventare un asset importante per le aziende. Non si tratta di permettere alle persone affette da autismo di trovare un lavoro, ma di metterle al posto giusto per esprimersi al meglio. In WIN WITH-U le forze in gioco saranno tantissime: quattro Stati Europei coinvolti (Italia, Belgio, Danimarca e Bulgaria) università, enti di formazione specializzati, associazioni di settore, istituzioni che operano a livello locale, regionale ed europeo. Il progetto è in corso e si concluderà a ottobre 2023. 2/4/2021