L’annuncio che Sky Italia debutterà nella banda ultra-larga “entro il primo semestre 2020” da parte dell’AD Maximo Ibarra, la ricerca “Roma 5G: veloce, sicura, pulita” di Luiss Business School e Unindustria, l’alleanza per il 5G tra Luiss Business School e Ptsclas, l’intervento di Elisabetta Ripa, AD Open Fiber. Sfoglia il report
Sky Italia debutterà nella banda ultra-larga “entro il primo semestre 2020”: l’annuncio dell’AD Maximo Ibarra su DigitEconomy24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 Ore
Dopo la sfilza di rumor delle ultime settimane, a confermarlo è l’AD Maximo Ibarra in un’intervista con DigitEconomy.24. Una scelta, quella dello sbarco nella banda ultra-larga, che è «la naturale evoluzione del business di un’azienda che ha sempre puntato sulla qualità dei contenuti e sull’innovazione tecnologica». Riguardo al dibattito sull’ipotesi di una rete unica in fibra, Sky Italia si dice neutrale: «Ciò che è importante è che continui lo sviluppo e la diffusione sul territorio dell’ftth, infrastruttura fondamentale per il sistema economico italiano ed europeo».
Quali sono le motivazioni della convergenza tra telco e contenuti?
«La convergenza tra connettività e fruizione di contenuti video è ormai una realtà nella vita di ogni giorno, non più solo una tendenza del mercato. Ben due terzi del traffico internet è oggi generato dallo streaming di video e sempre più consumatori vedono con favore un’unica offerta che integri tutto quello di cui hanno bisogno per comunicare e intrattenersi. La differenza la farà sempre di più la qualità dei contenuti, le performance effettive che la connessione sono in grado di garantire un’interfaccia utente davvero semplice e intuitiva. Sky, anche grazie alla capacità di SkyQ, punta così ad aggregare offerte diverse, a diventare il luogo dove trovare i contenuti che si desiderano: un vero e proprio hub nelle case e nelle famiglie italiane».
In questo scenario che ruolo ha lo sviluppo di reti e servizi 5G?
«Il 5G potrebbe avere un ruolo fondamentale per il sistema Paese, come oggi lo sta avendo la fibra. Dallo sviluppo di queste infrastrutture dipende non solo “l’internet of things” la nascita delle smart cities, ma anche un fattore chiave per lo sviluppo della società dell’informazione. Un’opportunità quindi straordinaria, se pensata al servizio delle persone e delle comunità. Nel caso del 5G, ad esempio, non possiamo trascurare gli importanti temi legati alla sicurezza e alla privacy, che richiedono una riflessione seria anche su come aggiornare le regole a tutela di tutti e su cui chi fa informazione può svolgere un ruolo di fondamentale importanza».
Come si può arginare il fenomeno preoccupante della pirateria?
«La pirateria è un fenomeno complesso, che ha radici soprattutto culturali. Per questo, non si può pensare di combatterla da soli, o con un unico strumento. Innanzitutto sono fondamentali le attività di tipo educativo. Far conoscere lo straordinario e complesso lavoro e l’incredibile professionalità che sta dietro alla realizzazione di un prodotto creativo consente di dare il giusto peso agli effetti negativi che derivano dal fenomeno della pirateria, che andrebbero valutati al pari della contraffazione. Ma ci sono segnali molto incoraggianti. La consapevolezza sta crescendo nell’opinione pubblica, le istituzioni hanno compreso la rilevanza degli impatti sull’economia e le forze di polizia, guardia di finanza e polizia postale, stanno raggiungendo importanti risultati sul piano repressivo».
Quando prevedete il lancio dell’offerta in fibra?
«L’ingresso di Sky nella telefonia fissa e nel broadband avverrà entro i primi sei mesi del 2020. Questa scelta rappresenta la naturale evoluzione del business di un’azienda che ha sempre puntato sulla qualità dei contenuti e sull’innovazione tecnologica fin dalla sua nascita. Grazie all’accordo wholesale siglato con Open Fiber avremo accesso alla migliore rete in fibra disponibile nel nostro Paese. Questo ci permetterà di supportare nel migliore dei modi le esigenze di connessione dei nostri abbonati, abituati da tempo a un uso intensivo della rete per lo streaming di contenuti, la visione on demand e quella di contenuti in 4K. Daremo così un contributo anche alla diffusione della banda larga in questo Paese».
Che cosa ne pensate della possibilità di creare una rete unica in fibra?
Come operatore che acquista in wholesale l’accesso alla rete, abbiamo una posizione neutrale riguardo al tema della rete unica. Ciò che è importante è che continui lo sviluppo e la diffusione sul territorio dell’ftth, infrastruttura fondamentale per il sistema economico italiano ed europeo. Non a caso l’Agenda digitale europea, tra gli obiettivi per la crescita e l’occupa-zione in Europa, ha posto l’accesso per tutte le famiglie a connessioni internet di almeno 100 Mbps entro il 2025. Considerato che in Italia, nel 2019, solo un terzo degli accessi raggiungeva una velocità maggiore di 100 Mbps è di fondamentale importanza che il percorso di diffusione della fibra proceda spedito.
Dal 5G spinta al PIL di Roma: 30 miliardi in 5 anni. A dirlo è la ricerca “Roma 5G: veloce, sicura, pulita”
Trenta miliardi di euro nei prossimi cinque anni: a tanto può ammontare l’aumento del prodotto interno lordo romano grazie all’impiego di tecnologie 5G nel territorio della Capitale. A dirlo è la ricerca intitolata “Roma 5G: veloce, sicura, pulita” realizzata da Luiss Business School e Unindustria sugli effetti dell’avvento della nuova tecnologia. D’altro canto, lo studio evidenzia anche diverse criticità, come quella dei vincoli normativi esistenti, che potrebbero frenare lo sviluppo e tagliare drasticamente le ricadute positive sul PIL. A causa dei ritardi l’impatto positivo potrebbe ridursi di ben 22,3 miliardi.
Anche a livello nazionale sono state riscontrate delle criticità come il mancato allineamento della disciplina italiana a quella europea sulle emissioni elettromagnetiche: il limite massimo in Italia è infatti di 6 volt per metro, a fronte di una media europea che è fra i 41 e i 58 v/m e un limite negli Stati Uniti fissato a 61 v/m. Tra le problematicità che riguardano specificamente il territorio romano si contano la sovrapposizione tra diverse normative e la mancata pre-individuazione dei siti visto che, nel caso della Capitale, i limiti nazionali all’elettromagnetismo si incrociano con vincoli monumentali particolarmente gravosi, determinando “seri rischi di paralisi per l’implementazione di tecnologie 5G“. Pesano inoltre la mancata individuazione dei siti sensibili vista l’assenza di una dettagliata lista ad hoc, le carenze nella ricognizione del patrimonio immobiliare del Comune, i deficit nel processo di comunicazione e coordinamento tra gli enti coinvolti, il mancato ricorso al Suap, cioè lo Sportello unico attività produttive. Relativamente a quest’ultimo punto, l’Antitrust ha considerato positive, invece, le esperienze di Comuni che si sono dotati di un Suap, in modo da riunire le amministrazioni interessate nel procedimento e garantire tempi certi.
Tra le criticità maggiori di Roma spiccano in particolare il divieto di installare impianti a meno di 100 metri da siti sensibili, il fatto che circa il 50-60% delle infrastrutture esistenti non potrebbe essere aggiornato alle nuove tecnologie, la difficoltà nell’individuazione di nuovi siti o quella legata alla riconfigurazione degli impianti esistenti che mette a serio rischio la possibilità da parte degli operatori di telefonia mobile di realizzare una rete omogenea e pienamente efficace.
I benefici del 5G avere sul pil di Roma
Il rapporto Gsma 2019 conferma che, a livello europeo, il contributo atteso per il pil dall’impiego nell’economia delle tecnologie 5G è stimato pari al 4,6%, in crescita nei prossimi 5 anni al 4,8 per cento. Secondo Asstel, il contributo al Pil italiano è stimabile in circa 90 miliardi (oltre il 5% del pil). Riportando questi dati sul-la scala del territorio romano e mantenendo come fattore di proporzione l’incidenza del pil romano su quello nazionale (circa il 9%) otteniamo che la possibilità di crescita derivante dall’impiego di tecnologie 5G su Roma per i prossimi 5 anni è di circa 30 miliardi di euro.
Il caso di Roma Capitale si confronta con alcuni esempi di best practice. A Milano emergono, ad esempio, l’esistenza di un project financing per la realizzazione di un piano di investimento nella tecnologia 5G attraverso un raggruppamento temporaneo di imprese, la co-individuazione di siti di proprietà pubblica sui quali realizzare i tralicci per le stazioni radio base da cui diffondere servizi wireless in modalità 5G, il procedimento autorizzatorio relativo all’installazione delle antenne gestito dal Suap nel rispetto delle tempistiche previste dalla normativa nazionale. Dallo studio emerge come sia, in ultima analisi, indispensabile considerare l’aspetto strategico di conservare il vantaggio temporale nella diffusione del 5G accumulato dall’Italia rispetto agli altri Paesi europei riconosciuto in primo luogo dalla Commissione Europea. L’indice Desi di giugno 2019 posiziona il nostro Paese al 24° posto in Europa per digitalizzazione dell’economia e della società, ma al secondo posto in relazione allo stato di avanzamento della diffusione del 5G, “5G readiness”, con il 60% dello spettro assegnato grazie principalmente alla maxi asta da 6,5 miliardi di euro. È evidente che ritardi o addirittura un insuccesso nella completa copertura della rete dovuta ai vincoli normativi porterebbe alla perdita di questa grossa opportunità di crescita. Aprendo il capitolo ritardi, basti pensare ai tempi di rilascio delle autorizzazioni riscontrati per Roma. A causa dei vincoli esistenti (paesaggistici, monumentali, parchi, etc..) i tempi medi di attraversamento delle pratiche sono sempre più lunghi risentendo dell’inerzia degli Enti preposti alla tutela del vincolo (Regione Lazio per la parte paesaggistica e Soprintendenza Nazionale, Soprintendenza Capitolina). In alcuni casi si sono superati gli otto mesi dalla richiesta e in totale, spesso, si oltrepassa l’anno per ottenere l’autorizzazione (fonte: operatori mobili). Attualmente nel Comune di Roma i tempi medi per ottenere l’autorizzazione risultano essere lunghi più del doppio che in altre realtà territoriali.
Occorre dunque agire in fretta. Dalle criticità riscontrate nascono le proposte, al fine agganciare il vola-no dello sviluppo: la creazione di un tavolo di lavoro congiunto per comunicazione e scambio di informa-zioni con gli operatori e la pubblica amministrazione, la redazione di un documento di “Buone pratiche nel settore della telefonia mobile”, l’individuazione con-divisa di aree per il deployment dell’infrastruttura di rete, l’integrazione regolamentare volta a specificare natura e caratteristiche dei siti sensibili, la semplificazione dei procedimenti autorizzatori.
Il Sole 24 Ore, 5G: al via l’alleanza Luiss BS-Ptsclas. Una struttura permanente e una piattaforma informativa per monitorare gli sviluppi della quinta generazione dei sistemi radiomobili, di Simona Rossitto
Il Sole 24 Ore, “Il 5G è un’opportunità unica, l’Italia fa da apripista” L’intervento su DigitEconomy.24 di Laura Di Raimondo (Asstel)
Il Sole 24 Ore, “Rete pubblica in fibra è orgoglio dell’Italia” di Elisabetta Ripa, AD Open Fiber
13/02/2020