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Dompé: «Prepariamoci alla rivoluzione del sistema sanitario. Servono nuovi modelli»
Dompé: «Prepariamoci alla rivoluzione del sistema sanitario. Servono nuovi modelli»
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L’impegno in prima linea nel progetto Exscalate4CoV per combattere il Covid. E il futuro del Sistema sanitario. Sergio Dompé, presidente della Dompé farmaceutici ne parla a SustainEconomy.24

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Nella pandemia da Covid-19 il mondo della scienza sta dimostrando capacità e generosità a vantaggio della collettività. Sergio Dompé, presidente della Dompé farmaceutici in un’intervista a SustainEconomy.24, report di Luiss Business School e Il Sole 24 Ore Radiocor racconta l’impegno in prima linea nel progetto Exscalate4CoV per trovare terapie per combattere il virus. E proprio in questi giorni, annuncia, si stanno arruolando i primi pazienti. Ma parla anche di un futuro che permetterà un approccio più preventivo e meno riparativo. Con la necessità anche di ripensare i Sistemi Sanitari. Nei prossimi 10 anni, avverte, «vivremo la più grande rivoluzione nell’ambito della salute» ma sarà necessario trovare nuovi modelli che consentano «sia l’accesso universalistico alle nuove soluzioni terapeutiche sia la sostenibilità economica». E la sfida per il Paese sarà quella di investire decisamente di più nella Scienza.

La pandemia sta richiedendo alle società farmaceutiche uno sforzo crescente, sia in termini di ricerca che di responsabilità sociale: qual è l’impegno della Dompé?

«La pandemia sta dimostrando come il mondo della scienza nel suo complesso – dalla ricerca nelle università e nelle aziende fino ai medici impegnati nelle corsie – sia capace di grande capacità e generosità a vantaggio della collettività. Mai come in questi mesi ci stiamo accorgendo del valore della ricerca di creare conoscenza e dare risposte concrete. In questo quadro, Dompé ha cercato di fare la propria parte, consapevole delle proprie qualità ma soprattutto dei propri limiti. Nel giro di poche settimane abbiamo consolidato un progetto europeo sviluppato nell’arco di molti anni di lavoro, insieme al Politecnico di Milano e il Cineca di Bologna. Si sono riuniti in un consorzio pubblico-privato paneuropeo oltre 30 realtà con alcuni tra i più qualificati Centri di Ricerca, università, realtà industriali e ospedali in grado di operare in sinergia dalla fase preclinica fino al paziente, con l’obiettivo di trovare una soluzione terapeutica, per contrastare il virus Sars-Cov-2, accessibile in breve tempo al più ampio numero possibile di persone. Proprio in questi giorni l’opzione terapeutica frutto di questo progetto sta arruolando i primi pazienti in Italia presso gli IRCSS Spallanzani di Roma e Humanitas di Milano per verificarne l’efficacia sulle persone, dopo aver superato la fase preclinica. Contemporaneamente abbiamo finalizzato un ulteriore lavoro clinico – ora in fase avanzata – per il trattamento di pazienti gravi Covid 19, il reparixin. Quest’ultimo è un inibitore di interleuchina 8: sviluppato per altri ambiti terapeutici possiede, però, un meccanismo d’azione che poteva dimostrarsi utile per contrastare la risposta immunitaria dei pazienti Covid. Proprio in questi giorni aspettiamo l’esito del primo ciclo del lavoro clinico sui pazienti. In questo quadro non bisogna dimenticarsi che le istituzioni Europee – la Commissione Europea ed Ema in primis – e nazionali – a partire dal Ministero della Salute e Aifa – non hanno mai fatto mancare il loro sostegno, rivelandosi particolarmente reattivi e attenti alle necessità scientifiche».

Ci può descrivere nel dettaglio il progetto europeo Exscalate4cov?

«Il progetto europeo Exscalate4CoV – supportato dalla Commissione Europea all’interno del progetto Horizon 2020, con un finanziamento di 3 milioni di euro – è basato sul supercalcolo, un approccio che sempre più sarà determinante per la scoperta di nuovi farmaci. In questo caso abbiamo unito la biblioteca molecolare Exscalate di Dompé e quella del Fraunhofer Institute dando vita alla più ampia libreria molecolare esistente: 10mila farmaci, 400mila prodotti naturali, 70mila nutraceutici, 100 milioni di oligopeptidi, 5 milioni di molecole già in commercio a fini di ricerca, e 72 miliardi di molecole de novo facilmente sintetizzabili. Tutte queste molecole sono state oggetto di uno screening virtuale compiuto con la più potente infrastruttura di supercalcolo mai riunitasi grazie al supporto di Cineca ed Eni che hanno messo a disposizione i propri supercalcolatori Marconi e HPC5. Ciò ha consentito di simulare 71,6 miliardi di molecole sui 15 siti attivi di interazione del virus Sars-Cov-2 per un totale di 1.074 miliardi di interazioni. La simulazione effettuata in 60 ore – con una capacità di 5 milioni di molecole simulate al secondo – ha prodotto oltre 65 TeraByte di dati totali. Si tratta della generazione di informazione più articolata relativa al virus Sars-Cov-2 che oggi è a disposizione dell’intera comunità scientifica internazionale. Riteniamo questo sforzo possa servire anche nella fase post emergenziale sia come modello replicabile sia come bagaglio di conoscenze utile a comprendere in modo completo il comportamento del virus, ancora per molti versi ignoto».

La Dompé è stata fra le prime società farmaceutiche a capire le potenzialità delle biotecnologie: qual è il futuro dei farmaci e il loro ruolo per lo sviluppo sostenibile del pianeta?

«La convergenza fra le competenze maturate all’interno delle life science e le tecnologie digitali come il supercalcolo consentiranno di avere soluzioni terapeutiche sempre più efficaci e personalizzate. Il futuro permetterà un approccio più preventivo e meno riparativo. In questo senso dovremo ripensare anche i Sistemi Sanitari, secondo logiche differenti rispetto ad oggi, dove l’aspetto di intervento nella fase acuta della malattia è ancora preponderante. Nei prossimi 10 anni vivremo la più grande rivoluzione nell’ambito della salute, con un impatto ancora più rilevante a quello avuto con l’ingresso dei vaccini nel secolo scorso. Perché sia un vero avanzamento però sarà necessario trovare nuovi modelli che consentano sia l’accesso universalistico a queste nuove soluzioni terapeutiche sia la sostenibilità economica, in un circuito virtuoso che sia in grado di continuare a generare nuova conoscenza. Si tratta di obiettivi ambiziosi ritenuti prioritari anche all’interno dei 17 obiettivi di sostenibilità dell’Onu».

Quali sono le sfide del settore in Italia, anche in ottica post-pandemica?

«La principale sfida per il Paese sarà quella di investire decisamente di più nella Scienza a partire dalle Scuole e dalle Università fino alle aziende tecnologiche in una logica strategica, si spera finalmente, di lungo periodo».

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10/12/2020

Data pubblicazione
10 Dicembre 2020
Tematiche
sostenibilità