lbs
Thales Alenia Space: «Lo spazio è centrale per costruire una Terra più sostenibile»
Thales Alenia Space: «Lo spazio è centrale per costruire una Terra più sostenibile»
lbs

Le attività spaziali rappresentano un ecosistema vitale nel nostro Paese e «noi siamo i portabandiera» racconta a SustainEconomy.24, report di Radiocor e Luiss Business School, l’AD di Thales Alenia Space Italia, Massimo Comparini, forte dei nuovi successi

Lo spazio oggi è centrale per costruire una Terra più sostenibile, grazie ai contributi per le temperature delle acque o per la misurazione della C02 o il monitoraggio delle foreste. E le attività spaziali rappresentano un ecosistema vitale nel nostro Paese. Massimo Comparini, l’amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, la joint venture tra Leonardo e Thales, che firmerà il viaggio dell’Italia nelle missioni Artemis verso la Luna, ne parla in un un’intervista a SustainEconomy.24, report di Radiocor e Luiss Business School. E, forte dei contratti degli ultimi mesi, guarda a nuovi successi, dai satelliti alle tlc.

Lo spazio non è solo esplorazione ma anche innovazione, digitalizzazione e comunicazioni satellitari. Quanta importanza rivestono nella nostra vita e quanta ne avranno per un futuro sostenibile?

L’esplorazione nel nostro immaginifico è sempre un richiamo importante, lo spazio per conoscere i mondi lontani, la Luna, Marte; ma lo spazio oggi è moltissimo per la Terra. Oggi le tecnologie spaziali e le infrastrutture spaziali per l’osservazione della Terra, per il posizionamento e la navigazione sono fondamentali per la sostenibilità. Ad esempio, attraverso lo spazio possiamo lavorare su una agricoltura più produttiva e sostenibile, possiamo ottimizzare rotte di navigazione – il che significa molte meno emissioni per le grandi navi o anche nel trasporto aereo – attraverso lo spazio possiamo gestire fenomeni dovuti all’evoluzione globale oppure conoscere eventi di impatto globale come la pandemia. Lo spazio oggi è centrale per costruire un pianeta più sostenibile. Attraverso l’evoluzione di un programma importante della Commissione Ue, Copernicus, costruiremo nuovi sensori per comprendere la temperatura di acque, oceani e poli, sensori per la misurazione della CO2, nuovi sensori radar per monitorare foreste e andamenti come deforestazione e colture illegali. Lo spazio contribuirà molto ed è anche il motivo per cui all’interno di Parlamento e Commissione Ue si è scelta una strada di forte supporto alle attività spaziali».

Le attività spaziali possono avere effetti anche sulla ripartenza?

«Assolutamente. La filiera spaziale ha mostrato una maggiore resilienza anche in un anno molto complicato e certamente le attività spaziali, sia per l’infrastruttura che per la componente servizi, spero facciano parte – lo sono già ma vediamo il lavoro delle prossime settimane – anche del nostro Recovery Plan, in linea con una chiara identificazione delle attività spaziali come strategiche sviluppata dalle nostre istituzioni negli ultimi anni».

Proprio perché lo spazio si è dimostrato un settore vitale dell’industria italiana, quindi vi aspettate una conferma di questo riconoscimento anche nelle prossime scelte da parte delle istituzioni?

L’impatto delle tecnologie spaziali per la conoscenza, l’esplorazione, ma anche per la sostenibilità del pianeta, credo sia un dato di consapevolezza che vede le nostre istituzioni convintamente decise a supportare questo comparto anche perché è sempre più viva la riflessione su come far crescere accanto ai campioni nazionali europei anche una filiera di pmi ad alto tasso di innovazione di cui abbiamo bisogno. Lo spazio è un’attività in cui l’Italia è un Paese guida a livello europeo ed ha punte di leadership a livello globale: aumentare la consapevolezza delle nuove generazioni è importante. E’ il risultato anche di un una importante collaborazione con i grandi atenei italiani perché lo spazio è un ecosistema di innovazione che dai centri di ricerca e università, attraverso startup e pmi innovative, vede in noi la punta dell’iceberg di questo movimento che chiamiamo space economy dove per massa critica, dimensioni e storia rappresentiamo il portabandiera».

Parliamo allora di Thales Alenia Space. ll vostro lavoro è stato premiato dalla firma di accordi importanti e solo pochi giorni fa siete stati scelti da Esa per la seconda generazione di satelliti destinati alla costellazione Galileo. Quali sono le ambizioni future?

«Questi ultimi mesi ci hanno visto protagonisti in tutti i domini del comparto spaziale: osservazione, esplorazione e navigazione. Ho citato prima Copernicus e abbiamo portato in Italia due delle sei nuove missioni dell’evoluzione del programma. Abbiamo avuto successi importanti nel campo dell’esplorazione sia nell’ambito dell’Esa : ricordo che come Thales Alenia Space costruiremo due moduli pressurizzati di nuova generazione della stazione lunare Gateway, I-HAB ed ESPRIT, con cui puntiamo a costruire il primo modulo di superficie sulla Luna. In ambito bilaterale Italia-Usa, siamo inoltre coinvolti nello studio del cosiddetto lander lunare, la capsula che dalla stazione spaziale porterà sulla Luna e viceversa gli astronauti e speriamo di essere selezionati – siamo gli unici europei in competizione negli Usa in team con Dynetics – dalla Nasa per lo sviluppo del primo modulo di volo del nuovo lander lunare. E, poi, con i prime contractor statunitensi costruiamo l’infrastruttura di un altro modulo logistico del Gateway che si chiama Halo. Il contratto che abbiamo annunciato una settimana fa per il ritorno dello sviluppo dei satelliti Galileo di seconda generazione è il completamento su tutti i domini. E’ un traguardo storico non solo per noi ma per tutta l’industria spaziale italiana perché riportiamo nel nostro Paese la costruzione del segmento spaziale di nuova generazione. Il contratto è per i primi sei satelliti ma puntiamo, come minimo, a costruire metà dei satelliti di nuova generazione che dovrebbero essere una trentina. Ultimo elemento siamo attivi nel dominio delle telecomunicazioni dove c’è molto fermento. Thales Alenia Space ha annunciato un importante accordo con Telesat per la costruzione di una megacostellazione di 298 satelliti per connettività globale a bassa latenza. Molte tecnologie qualificate saranno costruite nei nostri stabilimenti italiani e anche qui l’Europa sta traguardando un nuovo flagship program che ci vedrà coinvolti in prima fila. Thales Alenia Space Italia nell’ultimo anno ha messo nel paniere progetti di grande importanza per i prossimi anni».

Parliamo anche del percorso di sostenibilità dell’azienda, dall’efficientamento energetico al codice etico. Avete messo a punto una serie di piani?

«La sostenibilità non è solo un approfondimento sui grandi temi e trend ma è parte dei piani di lavoro e degli obiettivi aziendali, peraltro ispirati dai nostri azionisti (Leonardo e Thales). Si lavora sulla riduzione delle emissioni di C02, ad esempio, dando impulso al fotovoltaico e alla mobilità elettrica. Abbiamo messo a punto una serie di indicatori in tutti gli stabilimenti e laboratori in modo da monitorare i risultati in termini riduzione delle emissioni o utilizzo delle plastiche. Siamo particolarmente attenti al lavoro anche sulla sostenibilità quotidiana e che oggi comincia a far parte di un bilancio di sostenibilità sia a livello aziendale che di corporate. In questa ottica, dal 5 al 9 ottobre lanceremo una settimana sullo sviluppo sostenibile proprio per aumentare la consapevolezza dei nostri dipendenti sul tema».

SFOGLIA IL REPORT COMPLETO

12/3/2021

Data pubblicazione
12 Marzo 2021
Categorie
SustainEconomy.24
Tematiche
sostenibilità