Il co-fondatore e ceo della pmi attiva in optomeccanica parla di New Space Economy a SustainEconomy.24, report di Luiss Business School e Il Sole 24 Ore Radiocor
Il nome Officina Stellare, un logo rappresentato da due stelle delle Pleiadi, disegnate da Galileo Galilei e una missione: fornire alle persone strumenti sempre più avanzati con cui espandere la loro conoscenza dello Spazio e dell’Universo. Giovanni Dal Lago, co-fondatore e ceo dell’innovativa azienda di piccole-medie dimensioni, quotata su Aim, attiva nella progettazione e produzione di strumentazione di sistemi optomeccanici innovativi per telescopi terrestri e applicazioni spaziali, racconta a SustainEconomy.24, report di Luiss Business School e Il Sole 24 Ore Radiocor il percorso verso la democratizzazione dello spazio e l’idea della prima Space Factory italiana.
A partire dalla New Space Economy e delle opportunità che può offrire anche in un futuro più sostenibile. «Con New Space Economy s’intende una serie di opportunità commerciali che si renderanno disponibili nel prossimo futuro grazie alla cosiddetta ‘democratizzazione dello spazio’, ovvero la crescente accessibilità all’ambito spaziale concessa agli operatori commerciali (e non più solo agli enti più importanti). Lo spazio – spiega – non sarà più un luogo nel quale grandi player istituzionali conseguono risultati di nicchia o di ricerca, ma diverrà un luogo nel quale saranno possibili applicazioni con importanti vantaggi legati alla quotidianità. La New Space Economy è un mercato totalmente nuovo con un panorama competitivo caratterizzato dalla presenza di pochi player, fattore che consente ad Officina Stellare un vantaggio competitivo unico».
Ma la ‘democratizzazione dello spazio’, assicura, «porterà benefici in più ambiti della nostra quotidianità; i più grandi progetti che guidano la nuova conquista dello spazio sono legati – semplificando – alla maggiore diffusione di internet, alla creazione di infrastrutture tecniche orbitali che garantiranno maggiore sicurezza (monitoraggio e prevenzione dei disastri ambientali, ad esempio o la guida automatica), un mondo più green (agricoltura intelligente)».
Parlando della società e dei risultati raggiunti nell’ultimo anno, Dal Lago sottolinea come «l’effetto Covid-19 ha inevitabilmente generato ripercussioni sui risultati. Sebbene l’azienda non abbia mai smesso di operare, ha comunque subito ritardi sugli approvvigionamenti dai fornitori, difficoltà logistiche (quasi assenza dei voli cargo) e impossibilità di effettuare accettazioni e collaudi internazionali che hanno portato ad un rallentamento della produzione. Le offerte e le trattative in corso hanno subito alcuni slittamenti, ma nessun ordine acquisito è stato annullato. Anzi, nel 2020 sono stati firmati dei contratti in Usa ed in Asia estremamente importanti».
E i progetti per il futuro?
«Il 2021 sarà un anno cruciale e vedrà il completamento di uno dei nostri progetti più ambiziosi: la realizzazione della prima Space Factory italiana completa di tutte le tecnologie necessarie riconosciuta a livello internazionale, un luogo espressamente dedicato allo sviluppo delle tecnologie applicate all’Aerospazio. Il nostro quartier generale è cresciuto di oltre tre volte e si sta arricchendo con asset produttivi unici in Italia. Ma il 2021, prosegue, «sarà anche l’anno nel quale vedranno la luce molti dei progetti innovativi sui quali abbiamo tanto lavorato. La nostra volontà è di fungere anche da incubatore di nuove idee e aiutare giovani aziende a crescere ed acquisire nuove capacità tecniche. E aumenteremo le nostre collaborazioni con le Università, ad esempio grazie a dottorati industriali, che ospiteremo. I nostri focus principali, parlando di New Space Economy, saranno tre: l’Osservazione della Terra, ambito nel quale siamo operativi già da qualche anno con payload ottici ad alta e altissima risoluzione, lo Space Situation Awareness, ovvero quella sorta di «controllo del traffico» orbitale ed infine la Laser Communications, grazie alla quale si potrà garantire copertura globale della banda larga, accesso a internet e alla informazione e attivazione di ulteriori applicazioni (guida automatica, ecc) e garantire scambio di informazioni sicure per le applicazioni più sensibili (quantum)».
La quotazione ha aiutato?
«La quotazione in Borsa è stata un grande successo ed è stata d’aiuto nella realizzazione di molti dei nostri progetti, questo grazie anche agli investitori hanno creduto in noi, dopo oltre dieci anni di sviluppi ed investimenti propri. Inoltre il percorso che ci ha portato alla quotazione ci ha obbligato a “maturare” ed a strutturarci. E la visibilità che l’azienda ha ottenuto in fase di Ipo e ci ha consentito rafforzare la nostra presenza sul mercato nazionale, dove eravamo quasi sconosciuti, a causa della nostra vocazione che fin dalla nostra nascita ci aveva visto presenti solo sui mercati esteri».
12/3/2021