L’intervento di Vincenzo Lobianco, esperto di comunicazioni elettroniche, su DigitEonomy.24, il report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School
Siamo di fronte a una seconda trasformazione tecnologica della televisione terrestre. La prima è avvenuta circa 10 anni fa, dal 2008 al 2012, con il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale terrestre (Dtt) in standard Dvb-t. La seconda trasformazione tecnologica comincerà nella seconda metà di quest’anno (in realtà si è già partiti) e terminerà il 30 giugno del 2022. La seconda trasformazione è necessaria per far fronte alla riduzione delle frequenze in banda Uhf riservate al Dtt per la cessione della banda 700 MHz, ossia i canali dal 49 al 60, alla telefonia mobile. Il cambio di destinazione avviene in accordo con una decisione Ue del 2017 che ha fissato a tale scopo la data del 30 giugno 2020, prevedendo tuttavia che, in presenza di particolari situazioni nazionali, il passaggio potesse avvenire entro il 30 giugno 2022.
Entro giugno 2022 frequenze in banda 700 agli operatori mobili
Entro tale ultima data, ormai molto vicina, le frequenze in banda 700 MHz, che – ricordiamo – sono state oggetto di un’asta onerosa svoltasi nel 2018 con un incasso di circa 2 miliardi di euro, saranno prese in gestione dagli operatori mobili. Con la cessione della banda 700 MHz, il Dtt si ritroverà con 12 canali in meno sui 40 attualmente in uso in banda Uhf. Le risorse in banda Uhf si riducono almeno del 30% ma in realtà, a causa dei vincoli imposti dal coordinamento internazionale delle frequenze, la riduzione è molto maggiore e corrisponde a circa il 65 per cento. La riduzione della risorsa frequenziale impatta in maniera significativa sul settore radiotelevisivo e, pertanto, per fronteggiare la minore disponibilità di frequenze è stato necessario modificare le leggi che regolano il settore e introdurre una nuova tecnologia digitale, il Dvb-T2, che consente di utilizzare le frequenze in maniera più efficiente trasmettendo un maggior numero di programmi, anche con migliore qualità, in un canale televisivo.
Necessità di aggiornare i televisori sostituendoli o acquistando un decoder
Ciò implica, però, che gli utenti del digitale terrestre dovranno aggiornare i ricevitori televisivi, sostituendoli o acquistando un decoder esterno (set-top box) abilitato alla ricezione in Dvb-T2, nel caso che gli apparecchi in casa siano stati acquistati prima del 2017 o non siano in grado di ricevere la nuova tecnologia di trasmissione. Bisogna, comunque, fare attenzione nell’acquisto perché, oltre alla tecnologia Dvb-T2, il ricevitore deve essere anche compatibile con la codifica Hevc, di più recente introduzione sul mercato che, rispetto alla codifica Mpeg-4 attualmente utilizzata per le trasmissioni in alta definizione (Hd), consente di trasportare un maggior numero di programmi (circa 40 in definizione standard o almeno 15 in Hd) su di un solo canale. Solo l’uso dell’Hevc consentirà di traghettare la quasi totalità delle emittenti e dei programmi dopo la riduzione dei canali.
La legge non sufficientemente chiara su adozione della codifica Hevc
La legge, tuttavia, non ha fatto sufficiente chiarezza sull’adozione obbligatoria della codifica Hevc parlando esclusivamente di utilizzo di codifiche o standard più avanzati.L’assenza di un obbligo esplicito di utilizzare l’Hevc, accompagnata anche al ritardo (2017) con cui è stato stabilito, in altri provvedimenti legislativi e successive deroghe, l’obbligo di mettere in vendita solo ricevitori e televisori Dvb-T2 potrebbe far insorgere criticità per gli utenti in quanto si prevede che alla data del refarming una significativa percentuale di utenti sarà ancora priva di un ricevitore Dvb-T2. I dati di riferimento più recenti (marzo 2020) pubblicati dal Mise indicano che al mese di febbraio 2020 solo il 42,4 % delle famiglie risulta essere dotato di un televisore DVB-T2 mentre le previsioni al settembre 2021 stimano che circa 6 milioni di famiglie, corrispondenti al 27,1% del totale, non avranno a disposizione un ricevitore Dvb-T2. Si ricorda che lo Stato, per agevolare il rinnovo del parco ricevitori, ha introdotto il Bonus-Tv, un’agevolazione in forma di sconto fino a 50 euro per l’acquisto di Tv o decoder Dvb-T2/Hevc riservato alle famiglie con Isee fino a 20.000 euro.
Rimasto poco tempo per dotarsi di ricevitore compatibile
È rimasto, però, poco tempo per dotarsi di un ricevitore compatibile. La roadmap di transizione prevede che lo spegnimento del digitale terrestre nella Banda 700 MHz inizi nel mese di settembre 2021 e continui progressivamente sul territorio nazionale, suddiviso a tal fine in 4 aree geografiche. Nei mesi settembre-dicembre 2021 i canali televisivi 49-60 verranno spenti nell’area 2 (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia tranne la provincia di Mantova e le province di Piacenza, Trento e Bolzano) e nell’area 3 (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna tranne la provincia di Piacenza e la provincia di Mantova). Nel primo trimestre 2022 toccherà all’area 1 (Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Sardegna) per poi completarsi nel secondo trimestre 2022 con l’area 4 (Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata; Abruzzo, Molise e Marche). In ciascuna area, dopo lo spegnimento della banda 700 MHz, gli operatori potranno attivare i canali direttamente in Dvb-T2/Hevc oppure mantenere il Dvb-T con l’obbligo però dell’Mpeg-4, sino al 30 giugno 2022, data dopo la quale dovranno obbligatoriamente passare al Dvb-T2.
Come capire se il proprio televisore o set-top siano compatibili con il Dvb-T2/Hevc
Infine, un suggerimento. Per verificare che il proprio televisore o set-top box siano compatibili lo standard Dvb-T2/Hevc basta sintonizzare con il telecomando i canali 100 o 200 (messi a disposizione rispettivamente da Rai e Mediaset). Se appare la scritta “Test HEVC Main10”, l’apparecchio è compatibile e non sarà necessario sostituirlo o acquistare un decoder. Se appare uno schermo nero è possibile che sia solo un problema di sintonizzazione dei canali o di numerazione. Se dopo una riprogrammazione della TV, lo schermo rimane nero, alloro l’apparecchio non è compatibile con il Dvb-T2/Hevc.
* Esperto di comunicazioni elettroniche, già consigliere per l’innovazione tecnologica Agcom e membro del Comitato scientifico del Corecom Lazio
30/4/2021