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Consulenza: l’acceleratore di valore per la PA
Consulenza: l’acceleratore di valore per la PA
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Presentato lo studio “Evoluzione della PA: il valore aggiunto della Consulenza”, l’indagine realizzata dalla Luiss Business School e promossa da Assoconsult

La trasformazione della Pubblica Amministrazione italiana passa sempre più attraverso il contributo strategico della Consulenza. Lo studio, realizzato dalla Luiss Business School e promosso da Assoconsult, analizza il ruolo crescente dei consulenti nel generare valore pubblico, innovazione e impatto sociale. Presentata a Roma con il patrocinio del Dipartimento della Funzione Pubblica, l’indagine mette in luce come la collaborazione tra PA e Consulenza sia fondamentale per affrontare le sfide del futuro, promuovere il ricambio generazionale e attrarre nuovi talenti.

“Questa iniziativa segna un nuovo passo nella collaborazione tra PA e Consulenza, con l’obiettivo di generare valore pubblico, innovazione e impatto sociale, promuovendo ricambio generazionale e attrazione di nuovi talenti nel settore”, ha dichiarato Cristiano Busco, Head of BU Consulting and Global Engagement, Luiss Business School. “La presentazione vuole essere l’avvio di un percorso comune, che possa generare dialogo tra gli attori privati e pubblici, generando valore per i cittadini, le imprese e i territori.”

Con questa indagine, l’ascolto e la proposta del manifesto, il 2025 passerà alla storia come l’anno in cui la PA si avvicina alla Consulenza”, ha spiegato Luigi Riva, Presidente Assoconsult. “Il nuovo paradigma che abbiamo inserito nel manifesto, value for society, non deve rimanere un’intenzione di Assoconsult, ma deve innestarsi nella PA per creare valore nella società.”

Generare cambiamento reale: i risultati dello studio

Lo studio si inserisce nelle attività di ricerca che Luiss Business School porta avanti a supporto della PA, mettendo a disposizione il proprio know-how per generare valore pubblico, innovazione e impatto sociale, e promuovere al tempo stesso il ricambio generazionale e l’attrazione di giovani talenti nel settore pubblico.

La ricerca ha avuto lo scopo di valutare l’impatto della Consulenza nella PA, evidenziando gli ambiti in cui questa collaborazione genera maggiore valore per la società e per i cittadini, ossia: qualità dei servizi, integrazione tra amministrazioni, innovazione e digitalizzazione, equilibrio tra risultati economici e bisogni dell’amministrazione. 

Il progetto si è strutturato attorno a una prima fase, in cui sono state somministrate delle interviste qualitative a dirigenti della PA per identificare trend e criticità. Nella seconda fase è stata condotta una survey quantitativa su un campione pilota, abbinata a workshop tematici per approfondire i risultati e formulare proposte operative. I risultati ottenuti hanno fotografato la Consulenza come un motore di cambiamento reale per la PA. 

Criticità e fronti di miglioramento

Se da un lato la Consulenza ha portato metodo, cultura tecnologica e aggiornamento, dall’altro il turn over dei consulenti e la fine del PNRR rappresentano aspetti di criticità ed incertezza. Sulla scorta di questa considerazione, lo studio ha individuato alcune aree di intervento su cui agire per migliorare il rapporto PA-Consulenza. Obiettivo: ricercare il “valore collettivo”.

“La Consulenza insegna ciò che fa – ha spiegato Giulio Carè, Docente Luiss Business School, nel suo intervento di presentazione dei risultati della ricerca – preferendo quella abilitante, è necessario dotarsi di un gruppo misto, insegnamento e scambio di esperienze,”

Dal canto della PA, è necessario operare un rinnovamento culturale e di mindset, andando a rafforzare le competenze di Project management, affinché comprendano responsabilità di esecuzione del progetto e formazione delle risorse. Inoltre, è necessario individuare in modo chiaro e preciso i fabbisogni della PA e aumentare l’impegno nei progetti di medio-lungo termine, al fine di delineare il perimetro dell’azione in cui la Consulenza va ad agire.

Identikit del consulente

Lo studio ha messo in evidenza alcune richieste rivolte ai consulenti. Si chiede che portino competenze verticali più solide, adottando una metodologia di lavoro condivisa con la PA, insieme con una maggiore condivisione dei bisogni e della visione dei progetti a monte del lavoro.

È necessario un kit essenziale di competenze per apportare valore: capacità di leggere il contesto, metodologie di Project management, tecnologie, processi e capacità di cambiamento. Tra le capacità consulenziali più richieste c’è la risoluzione dei problemi, analisi e sintesi, concretezza e approccio pratico. “Si cerca un consulente che sappia e sappia fare”, ha sintetizzato Carè. Sul fronte comportamenti, si richiede ascolto, approccio partecipativo, innovazione e flessibilità: “il messaggio resta uno solo: stare e innovare insieme.”

“Combinando questi fattori insieme, emerge il ritratto di una sorta di supereroe: difficile da trovare, ma utile a cui tendere per disegnare un mestiere di reale aiuto ai propri committenti, alla società e ai cittadini. Tendere a questo modello richiede anche la creazione di un’academy della Consulenza, in cui i consulenti possano circoscrivere meglio la propria professione», ha concluso.

Un manifesto per creare valore

Le evidenze emerse dall’indagine hanno rappresentato la base per l’elaborazione del Manifesto “Consulenza e PA: linee guida per la creazione di valore”, creato e presentato da Assoconsult nel corso dell’incontro. Il manifesto propone un’idea di leadership autentica, basata su visione condivisa, responsabilità reciproca e orientamento all’impatto, strumenti necessari per trasformare il rapporto tra Consulenza e PA in un vero acceleratore di valore per il settore, i cittadini e il territorio.

Anticipare il futuro

Nell’ottica di creazione del valore, la digitalizzazione della PA non dovrebbe essere un fine, ma uno strumento, e si deve passare dal misurare la spesa al misurare il valore pubblico generato, centrale nel ragionamento attorno al progresso del settore

“Dovremmo chiederci perché e che tipo di valore stiamo creando per i cittadini di oggi e quelli di domani“, ha sottolineato Michele Petrocelli, Dirigente generale del Dipartimento del Tesoro, Responsabile dei progetti di digitalizzazione e innovazione, Ministero dell’Economia e delle Finanze. “Ai consulenti, dunque, andrebbe trasferito il cosa vogliamo fare, perché, come e chi può aiutarci nel farlo. Per creare valore si lavora con i dati, che incorporano il passato. Ma immaginare e lavorare per il futuro significa porsi temi che saranno nel futuro e anticiparli, creare policy innovative, ma soprattutto mettere a prova di futuro i nostri progetti. Quindi, per creare – anzi, co-creare – il valore bisogna lavorare con la ricerca, la Consulenza e anche i cittadini.”

Per farlo si sta pensando di creare modelli di collaborazione tra PA e Consulenza in cui anche quest’ultima condivida rischi e risultati. Per rafforzare la partnership tra PA e Consulenza bisogna tenere presente che lo scenario è cambiato. Con la fine del PNRR ci saranno meno soldi, più complessità, più personalizzazione, il che significa che per creare valore dobbiamo condividere il processo. “Non abbiamo bisogno di supereroi – ha concluso Petrocelli – ma di qualcuno che sa fare benissimo quello che fa, lavorando sulle proprie aree di forza, collaborando e condividendo.”

”I temi su cui progredire sono tanti“, ha messo in evidenza Angelo Camilli, Vice Presidente Confindustria per il Credito la Finanza e il Fisco, nel suo intervento conclusivo. “Bisogna fare un grande investimento sulle competenze degli organici – perché le persone continueranno a servire – per chi gestisce le procedure delle gare d’appalto su servizi e lavori, che valgono due terzi della spesa complessiva di Stato che vale 200 miliardi.”

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