03 Agosto 2015
Lo scenario economico degli ultimi anni espone sempre di più le organizzazioni aziendali ad una prova estremamente impegnativa: da un lato assicurare prestazioni e servizi tempestivi e di qualità, dall’altro contenere i costi e ottimizzare le procedure. Se l’unica risposta a tale condizione di crisi è mantenere/recuperare il proprio vantaggio competitivo, la soluzione per farlo è, indubbiamente, ripensare al proprio modello di business nella dimensione strategica ed in quella operativa, coniugando innovazione di prodotto ed innovazione organizzativa. Al riguardo è noto, e crescente, il successo riscosso da specifici modelli di management, tra i quali il Lean Thinking, in grado garantire risultati eccellenti in termini di qualità, efficienza e produttività. Il Lean Thinking rappresenta una filosofia organizzativo-gestionale orientata a massimizzare il valore creato per il cliente cercando di minimizzare ogni forma possibile di spreco. Sebbene la genesi del Lean Thinking sia riconducibile al mondo produttivo-manifatturiero, principi, strumenti ed applicazioni operative hanno dimostrato la loro efficacia trasversale ed intersettoriale, tanto da imporsi all’attenzione del mondo “service” e da trovare applicazioni concrete e di successo in numerose aziende di servizi (Sanità, Banche, Servizi turistici, Assicurazioni, Servizi Pubblici, Pubblica Amministrazione, ecc). L’applicazione operativa di tale approccio, inteso come combinazione e integrazione di principi, metodi e strumenti, ha dimostrato, infatti, che è possibile al contempo preservare il livello di qualità nell’erogazione del servizio, agendo sulla complessità dei processi, favorendone la semplificazione, eliminando gli sprechi (e dunque, i relativi costi) e migliorare l'esperienza complessiva dell’ cliente nonché la qualità (e dunque, il livello di soddisfazione) del lavoro di tutti gli attori coinvolti. L’applicazione della filosofia Lean al mondo dei servizi deve, ovviamente, passare per un processo di personalizzazione e necessaria contestualizzazione; non si può, difatti, prescindere dalle sue peculiarità: l’intangibilità dei servizi, la contestualità della produzione con il consumo e la difficoltà a standardizzare molti processi, rappresentano solo alcuni degli aspetti su cui porre attenzione nel momento in cui si voglia intraprendere un processo volto all’applicazione dei principi e degli strumenti Lean. Il Lean Thinking è qualcosa di più di un metodo per il miglioramento dei processi, è un nuovo modo di ragionare che investe l’organizzazione nella sua totalità che si propone di aggredire gli sprechi lungo tutta la catena del valore facendo partecipare direttamente il personale alla ricerca delle soluzioni. L’adozione dell’approccio Lean porta continuamente a domandarsi non solo qual è il valore che il cliente (interno ed esterno all’organizzazione) si aspetta dai nostri prodotti e servizi, ma anche come sarebbe possibile aumentarlo costantemente andando ad eliminare tutte quelle attività che non sono considerate a valore aggiunto. Ci troviamo quindi di fronte ad una differente visione gestionale, un sistema di valori e comportamenti che vanno ben oltre l’ applicazione di tecniche e strumenti e che, una volta interiorizzati, costituiranno il nucleo portante di una rinnovata cultura aziendale. Alessandro Bacci Partner Telos Consulting Lean System programme Scientific Coordinator
31 Luglio 2015
Il vivace fermento che negli ultimi decenni si è generato intorno alla disciplina del project management deve essere ricondotto ad alcuni elementi essenziali: contesto competitivo dinamico e globale strutture organizzative mobili, flessibili e reattive modelli organizzativi basati sull’autonomia e la leadership orientamento al risultato carenza di risorse e di tempo La capacità di gestire questi elementi emerge come un fattore essenziale per la sopravvivenza e il successo dell’organizzazione e il progetto diventa risposta a queste esigenze. A loro volta unicità e temporaneità, che contraddistinguono i progetti dalle attività di routine, determinano la necessità di un approccio di gestione specifica – una metodologia - che preveda il ricorso ad una elaborazione progressiva attraverso continui cicli di pianificazione, attuazione e controllo. La ricerca di modalità di gestione dei progetti sempre più efficaci ed efficienti ha portato nel tempo allo sviluppo di metodi, strumenti e tecniche che oggi costituiscono la disciplina del project management. Indipendentemente dagli standard presi a riferimento, il project management fa riferimento ad una serie di principi generali che possono essere così riassunti: assicurare la coerenza tra gli obiettivi parziali e generali di progetto, tra obiettivi e prodotti e mantenere la giustificazione commerciale del progetto monitorare la realizzazione del progetto durante tutto il ciclo di vita evidenziare e prevedere possibili situazioni critiche e ripianificare tempestivamente definire e attribuire correttamente ruoli e responsabilità La disciplina del project management si è evoluta e affinata nel tempo. Esaminando la letteratura abbondante e autorevole sul tema, si riscontra una progressiva e accentuata focalizzazione su temi specifici. Principalmente, la crescente attenzione che è stata riservata nel tempo a tutto quanto è preparatorio al progetto vero e proprio, che ha portato ad approfondire via via sempre più i processi della fase di avvio o addirittura ad includere una fase pre-progettuale, in cui reperire informazioni e lesson learned e sviluppare analisi di natura economica. Il focus è fermamente puntato sulla definizione e declinazione chiara di tutti gli obiettivi attesi dal progetto, che devono essere legati indissolubilmente ai concetti di fattibilità, sostenibilità e soddisfazione del cliente. Tra gli elementi che attualmente contribuiscono a delineare il trend evolutivo del project management, possiamo inoltre riconoscere: l’attenzione riservata agli stakeholder: come attori del progetto che devono essere adeguatamente coinvolti sin dall’inizio dello stesso e costantemente nelle principali decisioni e attività, per assicurare l’effettiva e continua rispondenza del progetto ai suoi requisiti. Nella V edizione del PMBOK è stata introdotta la relativa area di conoscenza. l’attenzione riservata al processo di “lesson learned”: il cui obiettivo è valutare il progetto e raccogliere esperienze che siano di beneficio per il progetto attuale e i progetti futuri. In ISO 21500 troviamo appunto un processo aggiuntivo denominato ‘Collect lessons learned’. l’attenzione rivolta alla coerenza tra gli obiettivi strategici dell’organizzazione e quelli propri del progetto nonché alla collocazione organizzativa del progetto stesso: testimoniata dal fiorire di modelli di maturità e standard incentrati su questo aspetto (OPM3, PgMP, PfMP, ecc.) Un trend significativo e in un certo senso “stabile”, in quanto da molti anni in azione, è il totale affrancamento della disciplina dall’ambito strettamente tecnico, insieme alla sempre crescente consapevolezza che proprio settori come quello della sanità, dell’educazione, dei trasporti, del tempo libero e del terziario avanzato beneficiano in maniera più significativa dell’incremento di efficacia e competitività promosso dal project management. Da ultimo, vale la pena sottolineare che la veloce internazionalizzazione di molte industrie ha favorito lo sviluppo di un linguaggio specifico internazionale di project management, assieme a dei principi e pratiche largamente accettati, concretizzati poi nei numerosi standard, norme e metodi internazionali. Da quanto detto risulta anche facile comprendere il contributo fornito dalla ISO 21500, come norma che si propone principalmente l’obiettivo di superare le differenze degli standard internazionali attualmente in uso. L’adozione della norma, che accoglie tutti gli standard più significativi, dovrebbe consentire di eliminare le differenze terminologiche e comunicative tra organizzazioni che si riferiscono a standard differenti, facilitando lo sviluppo di progetti di respiro internazionale. Maria Elena Nenni Master in Project Management Scientific Coordinator
30 Luglio 2015
We were rewarded with a trip to the Expo Milano 2015. As we took in the buzz and energy of the 110 hectare large exposition site and walked to meet our Accenture Strategy hosts, I felt as if we had stepped into a sci-fi movie. The Expo is a magnificent experience; it was fascinating to see how hundreds of exhibiting countries and companies managed to find a common ground around the same topic: food. Every step I took at the Expo, Accenture’s clever play on words – sustainability to innovability – lingered in my mind. This phrase might seem as an oxymoron but it holds deep and true meaning: there is no innovation without sustainability. Businesses cannot keep afloat and succeed if they do not innovate and at the same time, sustain their success. We share the same planet and limited natural resources and now more than ever ‘sustainability’ plays a key role in ensuring that what we have today can be enjoyed by future generations. We all need to find a way to keep blossoming, developing and – well, let’s be honest, we all want it – being successful without harming the environment. Sustainability is not something that only environmental researchers and tree-huggers should be worried about; it is a cornerstone of any smart business. Environmental accounting should go hand in hand with reporting on a company’s financial results. Accenture Strategy, a global firm that puts strategy at the heart of its operations, invited me and my part-time MBA colleagues to visit their ultra-modern Expo lounge and see sustainability through their eyes. There we met Aldo Pozzoli who – after treating us to refreshments – talked about his unique task of helping Accenture deliver customized sustainability strategies to clients around the world. Some of the issues that Aldo mentioned, for example, depleting natural resources and the immense toll that their transformation into finished goods takes on our planet and environment, were not new to me but what touched me the most was his explanation of a circular economy. He explained that in a circular economy growth is decoupled from the use of limited resources through disruptive technology and business models based on longevity, renewability, reuse, repair, upgrade, refurbishment, capacity sharing and dematerialization. I was surprised of how logical this sounded and shocked that I hadn’t heard about it before. This approach is essential for any sustainability goal to succeed; it leads to companies gaining a ‘circular advantage’ – driving both resource efficiency and customer value. Accenture’s presentation and warm welcome to the Expo inspired me to wear sustainability and ‘innovability’ on my sleeve, both as I continue my studies at LUISS and as I decide what my next professional objective is going to be. Marta Millere LUISS BS part-time MBA
28 Luglio 2015
Il corso offerto dalla LUISS Business School fornisce gli strumenti e le competenze necessarie a cogliere al meglio le opportunità offerte dalla nuova programmazione 2014-2020. I fondi europei rappresentano per il nostro paese un’opportunità unica. Tra il 2014 e il 2020 l’Italia gestirà infatti complessivamente 44 miliardi di euro tra fondi strutturali e di investimento europei. Ad essi si aggiunge la quota di cofinanziamento nazionale pari a circa 20 miliardi di euro. Questi i dati chiave dell’attuale ciclo di programmazione orientato ad una crescita inclusiva, intelligente e sostenibile come previsto dagli obiettivi di Europa 2020. Tuttavia la scorsa programmazione, relativa al settennato 2007-2013, ha chiaramente evidenziato come l’Italia sia carente di professionalità in grado di rispondere efficacemente e tempestivamente alle opportunità offerte dall’ingente quantità di fondi a disposizione. I numerosi bandi comunali e regionali – significativi quelli della Regione Marche e la nuova programmazione della Regione Lazio – finalizzati al sostegno tanto dell’amministrazione quanto delle PMI (piccole e medie imprese) nell’individuazione di euro-progettisti qualificati e competenti, testimoniano in modo evidente la necessità di professionalità esperte in tale ambito. Intraprendere o rivoluzionare la propria carriera grazie ad una specializzazione nell’ambito dell’euro-progettazione può rappresentare certamente una formidabile occasione di crescita professionale. Sotto questo profilo il Corso in Management e Controllo dei Fondi Comunitari – Euro-progettazione 2014-2020 offerto dalla LUISS Business School presenta un’offerta formativa completa specificatamente volta alla formazione di figure professionali, tra le più richieste dal mercato del lavoro, esperte tanto nella progettazione e nella gestione quanto nel controllo di programmi cofinanziati dall’UE. L’approccio didattico laboratoriale del Corso, grazie alla costante presenza di verifiche e simulazioni, si muove in questo senso focalizzandosi sugli aspetti di gestione dei progetti europei. Il programma del corso, coerentemente con tale impostazione, prevede 4 mesi d’aula che, attraverso 5 moduli formativi, permettono l’approfondimento di tutte le principali tematiche inerenti l’euro-progettazione e sono accompagnati da minimo 3 mesi di esperienza sul campo (field-project). Il corso affianca tuttavia al pur fondamentale programma didattico un ruolo centrale di partner qualificati e di livello internazionale distinguendosi altresì per la natura spiccatamente professionalizzante che mira all’inserimento qualificato in diversi possibili ambiti: dalle imprese private e PMI alle società di consulenza fino a enti pubblici, università, centri di ricerca, associazioni di categoria e fondazioni passando per gli studi professionali specializzati. Fondamentale in quest’ambito risulta l’acquisizione di know-how ed expertise sugli strumenti di finanziamento per le PMI, straordinario motore europeo di crescita e sviluppo, caratterizzate da una sempre maggiore sensibilità e attenzione verso le opportunità offerte dai fondi europei. Tra i partner coinvolti nello svolgimento del corso spiccano in particolare Deloitte, Agenzia di euro-progettazione ES-COM ed Eurizon Solutions Lab. La stretta collaborazione con tali attori di primo livello caratterizza il corso, oltre che per l’apertura alle imprese, come sede privilegiata di confronto con una rete di esperti in grado di fornire non solo una formazione di alto profilo e l’accesso ad un network di portata europea ma altresì, grazie al coinvolgimento di Deloitte, l’acquisizione del know-how e dell’expertise nell’audit sui fondi strutturali, direttamente da un’azienda leader nel settore. Il contesto formativo del corso si completa infine grazie ai tirocini che seguono al corso; un prezioso ponte tra percorso formativo e mondo professionale con la possibilità, inoltre, di dare un ulteriore respiro internazionale alla propria esperienza presso la LUISS Business School. Alcuni tirocini attivabili (opzionali) permettono infatti di godere di un’esperienza in enti pre-selezionati a Bruxelles o presso Ministeri di Paesi Membri o Candidati. Le prospettive lavorative nell’ambito dell’euro-progettazione non sono infatti limitate al piano nazionale poiché il carattere transnazionale dei fondi comunitari apre ampie prospettive di lavoro nell’ambito di tutta l’Unione. Quella fornita dal corso «Management e Controllo dei Fondi Comunitari – Euro-progettazione 2014-2020» si profila dunque come un’offerta formativa a 360 gradi che fornisce le conoscenze e gli strumenti per sviluppare le competenze necessarie a lanciarsi in un settore in grande espansione. Un settore caratterizzato da forte un respiro internazionale così come da un ampio spettro di possibili destinazioni di inserimento lavorativo che lo rendono ambito privilegiato tanto per intraprendere la propria carriera post universitaria quanto per rivoluzionare la propria attuale esperienza professionale.
Barbara Del Neri, Southern Europe Corporate Marketing Director di Procter & Gamble incontra i giovani in LUISS BS. Nuovo appuntamento, il 24 settembre 2015, con l’evento di presentazione dei Master Specialistici LUISS BS. In apertura, alle ore 17, si terrà un incontro con Barbara Del Neri sui temi di maggiore attualità del post-laurea. Barbara Del Neri testimonierà la sua esperienza manageriale ai giovani laureati che interverranno, fornendo loro spunti e suggerimenti sull’importanza della formazione, racconterà gli insegnamenti acquisiti durante la sua carriera nel colosso dei beni di consumo e la rilevanza di lavorare in un’ottica internazionale. L’evento sarà moderato da Maria Cristina Origlia Coordinatrice editoriale de L'Impresa - Gruppo 24 ORE e sarà aperto al pubblico. I giovani al termine dell’intervento potranno porre le domande. A seguire, come di consueto, saranno allestiti spazi informativi per colloqui con i direttori e i coordinatori dei singoli programmi per fornire informazioni sull’organizzazione didattica, le modalità di ammissione e i servizi offerti. La Procter & Gamble possiede uno dei piu' importanti portafogli di marchi di qualita' al mondo tra i quali 24 fatturano oltre 1 miliardo di dollari l’anno ciascuno. Tra i marchi principali: Dash, Lenor, Pantene, Gillette, Oral B, Pampers e molti altri. I prodotti P&G sono utlizzati da quasi 5 miliardi di persone al mondo ed ogni anno l’azienda investe circa 2 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo dialogando con milioni di consumatori e shoppers in tutto il mondo. P&G opera in 70 paesi nel mondo ed in Italia è presente dal 1956. Maggiori informazioni
23 Luglio 2015
Recently, LUISS Business School and Accenture Strategy offered us, MBA part time programme students, the opportunity to visit the 2015 Expo in Milan and to take part in a seminar held by Accenture on the sustainability. It was an exceptional experience. The venue had a relevant role in making this experience unique. Moreover, my MBA classmates and I had the chance to spend quality time together, far from project works or exams preparation on a beautiful (and very hot) summer day, at the EXPO and we really appreciated. Finally yet importantly, we were guests within Accenture Strategy, a quite remarkable landlord to be hosted by. Accenture Strategy kindly opened the doors of their prestigious lounge and took us through a very interesting journey on sustainability and innovation. Sustainability is often an abused word, but Accenture Strategy helped us understand and translate this sometimes-intangible concept into something very practical. They had rigorously showed how sustainability is strictly related to firms’ competitive advantage, and explained effectively how sustainability is going to eventually be one of the strongest driver of innovation in business. The discussion was very engaging. Conducted by Accenture’s experts we had an overview on how major companies (for example Enel), as well as small firms, are redesigning their organizational structure in order to be more effective in managing the environmental impact of production and in order to meet investors’ requirements about risk mitigation. We were shown how new models of sharing among companies could provide expensive but strategic equipment to more firms of a business cluster, firms that individually could not afford them (for example 3D printers). Clearly not being able to access such advance resources or accessing in delay may affect or even prevent the growth. We were guided through how top companies are transforming their processes with the aim of decoupling growth from resources usages. They explained how many different ways can make a business sustainable when switching from the old-fashioned linear growth model to the new concept of a circular economy models, where products are designed since the beginning to be sustainable (for instance choosing material on the basis of the potential reuse). Where industrial waste is turned into a resource, structures and equipment are refurbished and end-of-life products are disassembles and single components reused (e.g. Renault cars). As MBA students, we were not only given a deeply valuable tool to understand the fast changing world in front of us. We were also proved that sustainability is a key aspect to improve our business of today as well as something crucial we need to think about when preparing, training and developing ourselves to be future leaders of innovation. I think this is basically what inspired all of us. Pierluca Arietti LUISS BS part-time MBA
La MBA Cup è un torneo di calcio internazionale per Alumni e Allievi delle principali Business School europee, nato nel 2001 dall’intraprendenza di alcuni allievi MBA LUISS, tra cui l’attuale capitano e professore di Real Estate Finance alla LUISS Business School, Alessandro Belli. Hanno partecipato le più illustri Business School Italiane: LUISS BS, Bocconi, Politecnico di Milano, Bologna, CUOA Altavilla Vicentina, ma il torneo sta assumendo un profilo sempre più internazionale e chissà se un giorno non diventi la Champions League delle grandi Business School Europee, non a caso Insead Fointanbleau, IESE Barcellona, Rotterdam SM, Atene, London University non hanno tardato a partecipare al torneo. Un evento MBA unico nel suo genere in Europa, giocato su palcoscenici calcistici prestigiosi come lo Stadio Flaminio di Roma e il Centro Federale di Coverciano, sede della Nazionale Italiana di calcio. Ma la MBA Cup è stata pensata anche come un importante momento di incontro del mondo MBA, una grande opportunità per creare e consolidare il network. All'evento sportivo sono sempre state associate conferenze sul team building e sul management applicato allo sport, oltre ad eventi aggregativi come la fantastica MBA Cup party a Firenze in occasione del decennale del torneo. Inoltre Testimonial prestigiosi come il “Golden Boy” Gianni Rivera, idolo della nazionale Italiana anni 70’, o l'arbitro internazionale Pierluigi Collina hanno contribuito in passato a porre il torneo sotto i riflettori. Nel mese di Giugno si è tenuta proprio l’edizione 2015 del torneo. La nostra LUISS BS non era riuscita nelle precedenti edizioni a riportare la coppa nella capitale e questo non poteva che fungere da ulteriore stimolo per i nostri ragazzi. La squadra parte bene vincendo per 1-0 contro MIP e 2-0 contro CUOA. Ma la conferma definitiva arriva contro il MIB, sconfitto con un abbondante 4-0. Infatti l’ultima partita sul piano psicologico e tutta in discesa: i ragazzi di capitan Belli sono carichi, il gruppo è solido e ci crede davvero. La finale si tiene Domenica 21 giugno, lo stadio di Perugia è il classico palcoscenico delle grandi occasioni, l’avversario “Bologna Business School” è una squadra con un elevato tasso tecnico e con uno stile di gioco improntato all’attacco. La partita è da cardiopalma con occasioni sia da una parte che dall’altra, il team LBS si trova agli ultimi minuti a dover difendere sul 3-2 dopo una partita dominata ma Bologna proprio allo scadere segna il gol del 3-3 che li porta a supplementari. Nemmeno i supplementari hanno decretato il vincitore, ma proprio nei momenti più difficili emerge lo spirito “LUISS Business School” ed i ragazzi di mister Mele non sbagliano neanche un rigore mentre BBS ne ha già sbagliato uno. Siamo all’ultimo tiro dal dischetto, quello decisivo; se il numero 1 di LUISS BS para il rigore la coppa torna nella città dove il torneo è sorto. Un silenzio innaturale cala sul campo e sugli spalti, il portiere è piegato sulle gambe, concentrato, consapevole dell’enorme responsabilità che porta sulle spalle ma anche del supporto morale dei compagni. Un boato e i giocatori della LUISS BS corrono urlando a festeggiare il loro eroe. È fatta! Dopo tanti anni la coppa torna meritatamente a Roma, la LUISS BS è campione MBA! È una festa incredibile, tutti i giocatori esultano, i veterani e i giovani, chi ha giocato meno e chi è stato determinante con i goal, chi non ha mai mollato e chi si è infortunato ma non ha esitato nemmeno un momento per correre a festeggiare con i compagni. Una grandissima impresa, una bellissima esperienza che sia vinti che vincitori si porteranno dietro come bagaglio di vita. Un ringraziamento a tutti i giocatori e alla LUISS BS e Assomaster che hanno sempre supportato con entusiasmo l'organizzazione e la partecipazione del team. E ora appuntamento al 2016!
“Abbastanza grande per vincere, abbastanza piccolo per agire rapidamente e con decisione”: ecco la mission di un’azienda che ha segnato la storia italiana e che ora punta a segnare quella mondiale; ecco l’autoconsapevolezza di un’industria di successo che umilmente riconosce l’importanza di mettersi sempre in discussione e fare meglio e velocemente; questo l’esempio di cultura imprenditoriale portata e rappresentata in aula MBA il 13 luglio 2015 da Luca Garavoglia, Chairman del Gruppo Campari. La testimonianza ha toccato due concetti molto importanti per i nostri studenti, l’imprenditorialità e l’internazionalità, definiti fattori chiave per il successo. Il primo punto fa riferimento all’approccio “Tutti possono diventare CEO”, come detto dal Dott. Garavoglia stesso, ovvero all’attitudine di prevedere e far accadere le cose, all’essere proattivi, alla capacità di porsi un obiettivo ed alla determinazione nel raggiungerlo, al saper scegliere i propri collaboratori, al saper valorizzare le persone. Il secondo punto invece si riferisce a come tradurre quell’approccio nei fatti, ovvero all’essere aperti mentalmente, sia a nuove idee, a nuovi modi di pensare, sia alla multiculturalità. Oggi è impossibile ragionare localmente ed individualmente se si vuole “conquistare” il mercato economico mondiale. Dal punto di vista del Career Service, che tende a trasmettere il valore dell’essere imprenditori di se stessi, credendo nelle proprie capacità e mettendosi sempre in discussione, l’incontro con il Dott. Garavoglia è stato estremamente interessante. Gli allievi hanno potuto vedere nel concreto il ritorno positivo che imprenditorialità e internazionalità possono creare. Hanno conosciuto un esempio di realtà nata localmente che oggi è riuscita a collocarsi tra i maggiori player a livello globale nel settore del beverage; una azienda inizialmente monobrand, che ora vanta un portafoglio di più di 50 marchi ed una presenza in 190 paesi con posizioni di primo piano in Europa ed America. E tutto questo grazie all’approccio ed alle persone. “Le persone sono l’elemento principale per il successo” (Luca Garavoglia)
20 Luglio 2015
“Tell me and I forget; Teach me and I remember; Involve me and I learn” (Benjamin Franklin) Nessun nome più illustre poteva esprimere meglio l’obiettivo che il Career Service persegue nell’organizzare periodicamente seminari e company presentation. Non si tratta solamente di trasferire conoscenze e facilitare la creazione di network ma di vivere una esperienza di apprendimento a 360 gradi, condividendo storie di professionisti e situazioni aziendali reali, imparando mediante esempi di vita concreta. Questo è accaduto nell’aula MBA lo scorso 1 luglio 2015. Luisa Todini, Chairwoman di Poste Italiane e Membro del Parlamento Europeo, ha preso parte alla lezione di Corporate Governance. Il coinvolgimento dell’audience totale. La Dott.ssa Todini ha esordito raccontando di sé, del suo percorso professionale che l’ha condotta a gestire un gruppo delle dimensioni di Poste Italiane. Esempio di donna determinata, competente ma soprattutto ancora entusiasta del suo lavoro. Una testimonianza utile e interessante per i nostri ragazzi, che ha dimostrato come la passione per il proprio lavoro possa condurre un individuo a portare avanti una azienda mantenendo la propria autenticità. L’incontro poi è proseguito affrontando tematiche strettamente connesse alla lezione di Corporate Governance, in cui la Todini ha fornito un esempio di applicazione delle nozioni teoriche alla realtà di Poste Italiane.
16 Luglio 2015
La crescita professionale di figure chiave come project manager, portfolio manager, program manager e project risk manager, è in costante evoluzione e per questa sua natura emerge l’esigenza di integrare le competenze tecnico-specialistiche di settore con l’esercizio della leadership e più in generale delle cosiddette "soft skill". La capacità di essere stakeholder primari e interpreti dei piani strategici delle Organizzazioni e dei relativi obiettivi a lungo termine e di business/benefit, conferma questa necessità. Per rispondere nel migliore dei modi alla crescita di queste figure e all’evoluzione dello standard di riferimento globale, il Project Management Institute ha deciso di adottare un nuovo modello definito come PMI Talent Triangle™, teso ad affermare un mix di tre competenze chiave per l’esercizio corretto e completo della professione del Project Manager: Technical Project Management, Leadership, Strategic and Business Management[1]. Nel contempo, il Project Management Institute (PMI)® ha valutato e deciso di rivedere l'intero processo di mantenimento delle credenziali stabilendo nuovi criteri di conferimento delle PDU che entreranno in vigore a partire da Dicembre 2015. LUISS Business School attenta all’innovazione, alla ricerca e all’aggiornamento sui principali temi di management, intende fornire una gamma ampia di programmi, seminari e workshop per l’acquisizione o il mantenimento delle credenziali internazionali di Project Management in linea con le novità introdotte dal PMI®. [1] http://www.pmi.org/certification/ccr-updates.aspx (The PMI Talent Triangle is a registered marks of the Project Management Institute, Inc.)
Il Dipartimento di Impresa e Management della LUISS Guido Carli ha bandito cinque selezioni pubbliche per il conferimento di 5 assegni di ricerca nell’area scientifica Economics - Management Studies. Maggiori informazioni
Il 26 giugno 2015 alle ore 12.30, la LUISS Business School apre le porte agli employers. Quindici multinazionali appartenenti a diversi settori aziendali (pharma, consulenza, beni di largo consumo, energia, fashion, aviation, telecomunicazioni, tabacco) hanno presenziato all’evento “MBA Inside 2015”. Un light lunch iniziale ha dato il via ad un pomeriggio denso di opportunità per i nostri studenti. Non una job fair ma una vera e propria occasione di conoscenza ed approfondimento, da parte degli employers, dei profili dei nostri allievi attraverso colloqui di selezione di 30 minuti ciascuno, svolti direttamente on campus. Alle ore 14 infatti è iniziata la “maratona” di interviste destinata a concludersi non prima delle ore 19. Qualche numero in sintesi: 15 aziende coinvolte, 16 desk allestiti per le interviste, 24 intervistatori presenti, 42 studenti coinvolti per un totale di 136 colloqui in un unico pomeriggio. Un successo importante se si considera il vero significato che il Career Service vuole attribuire ad una esperienza come questa. Sempre nell’ottica di sviluppare le potenzialità individuali ed esercitare il talento personale, l’MBA inside è visto come un valido strumento a disposizione degli allievi per mettere in pratica, imparando, i suggerimenti raccolti durante l’anno: sapere cosa si vuole, capire come raggiungerlo, procurarsi gli strumenti per realizzarlo, metterci tutta la passione e la determinazione possibili. Mediante diversi colloqui, i ragazzi si allenano a parlare di se stessi e delle loro aspettative, respirano l’atmosfera di diversi settori aziendali e si costruiscono un personale network. Imparano inoltre a gestire la propria emotività senza perdere spontaneità e ottengono in diversi casi interessanti offerte lavorative. “Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendo. (Aristotele)”
15 Luglio 2015
Thanks to the PT MBA partner Accenture, we are glad to offer to the Part Time MBA students an exclusive and exciting opportunity to explore and experience the EXPO 2015 in Milan, welcomed in the prestigious Accenture Strategy Lounge. MBA students will be hosted by Accenture managers and guided through the Sustainability itinerary that will expose the tourers to the most innovative technologies in a wide range of topics such as smart city, connected homes, digital agricultures and more. This will be an incredible opportunity to redesign a career from a sustainability perspective. Thanks to a “digital safari” and through Accenture digital companies clients, they will also have the possibility to meet employers, managers and C-level professionals.
06 Luglio 2015
Sono oltre 15 aziende ad aver partecipato al Corporate Advisory Board del Master Universitario in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione, svoltosi venerdì 19 giugno alla LUISS Business School. In questo contesto, gli HR Manager si sono riuniti con i referenti del Master per confrontarsi sulle competenze e caratteristiche più richieste per lavorare nell’ambito delle risorse umane e dare un contributo concreto alla progettazione del Master. Il Master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione risponde in questo modo alle esigenze delle aziende, fornendo le competenze più ricercate e favorendo l’employability degli allievi. Guarda i video Emiliano Cappuccitti, HR Director Birra Peroni SABMiller, ha evidenziato l’importanza del “cross culture”, ovvero l’attenzione nel gestire differenze culturali e modalità di lavoro specifiche: “Le negoziazioni sono spesso complicate dalle distanze culturali che nascono dai diversi schemi comportamentali radicati nelle pratiche di business. Pertanto, le imprese hanno bisogno di acquisire specifiche conoscenze in relazione ai differenti background culturali dei partner: la consapevolezza della distanza culturale può rivelarsi un’importante vantaggio competitivo per l’impresa, che favorisce la riduzione dei tempi e delle incomprensioni”. Cristiana Morena, HR Talent Manager & HR Business Partner Area Adriatica s e Direzione Risorse Umane Cofely Gdf Suez, ha sottolineato l’importanza di assumere l'utilizzo delle metriche HR per lo sviluppo dei sistemi di Business Intelligence: “Per rispondere alle nuove esigenze delle aziende e dei lavoratori, e cogliere l'opportunità di assumere un ruolo ancora più strategico e centrale nell'organizzazione, le direzioni HR devono saper ripensare i modelli in funzione dell'obiettivo e trasformarli in agenti di innovazione a supporto del business. Le aziende sono progressivamente più dipendenti dai dati e delle analisi relative alle risorse umane per prendere decisioni strategiche. Conseguentemente la direzione HR deve disporre di funzionalità per lo studio e la valutazione dei risultati per poter distribuire in modo automatico e personalizzabile le informazioni al top management. In questo modo si tradurrebbero in numeri i risultati delle molteplici attività HR”. Paola Giampaolo, Responsabile Academy Formazione manageriale e sviluppo della leadership Corporate University Poste Italiane, ha affermato come l’organizzazione abbia bisogno di leader, a conferma della necessità e dell’urgenza di capacità d’ascolto interna ed esterna, di condivisione e di empatia che la gestione di persone comporta: “Al fine di essere vincenti nella comunicazione e nelle trattative in ogni campo senza compromettere le relazioni interpersonali, occorre assimilare e sviluppare adeguate capacità di ascolto attivo ed empatico mediante un esercizio costante ed utilizzando le tecniche più adatte”. Alessandro Bernardini Direttore Risorse Umane e Servizi Generali del GSE S.p.A, pone l’accento sulla differente performance di chi svolge il proprio lavoro come una missione e di chi lo percepisce come un mestiere: “Molti HR Director ed HR Manager sono un punto di riferimento valido e rispondono concretamente alle sempre nuove esigenze aziendali e della Direzione del Personale, portando innovazione, efficacia, azioni produttive e realmente utili”. Michele Tripaldi, Presidente AIDP Gruppo Lazio e Vice Presidente Nazionale, elogia l’importanza del no profit. “L’80% della nostra economia rappresenta la domanda di lavoro delle PMI che molto spesso non possiedono la figura HR. La tecnologia può giocare un ruolo determinante per aiutare le PMI e conferirgli un'altra voce: è una delle grandi sfide per la funzione risorse umane”. Mauro Boreggio, Cementir Holding Spa Chief Human Resources Officer, considerare le risorse umane come una avariabile strategica ha due implicazioni: la prima è che si deve avere una chiara comprensione su come operare sulle risorse umane al fine di favorire l’attuazione degli obiettivi strategici di impresa; la seconda è che si possano individuare indicatori, mediante i quali sia possibile effettuare le misurazioni sulle variabili inerenti le persone. “Una gestione strategica delle risorse umane deve mettere a punto dei procedimenti per rinnovare valori e competenze con lo scopo di ottimizzare la performance economica. È importante affiancare persone esperte in project management per implementare i processi aziendali focalizzandosi sulla collaborazione e sulla leadership”. Luciano Sale Direttore HR di Wind Telecomunicazioni e Tiziana Mennuti Direttore delle Risorse Umane e degli Affari Legali RDS, hanno illustrato come in Italia e nel resto d’Europa sia importante essere preparati alla Digital Transformation che rappresenta oggi uno dei driver di crescita fondamentali per la maggior parte delle aziende di grandi e medie dimensioni. A loro avviso Social Network, smartphone, e-commerce e il digital marketing hanno rivoluzionato il modo di comunicare e vendere ai propri clienti. Guidare la trasformazione digitale in una struttura multinazionale, che ha per anni gestito attività di comunicazione e vendita in modo tradizionale, pone delle sfide cruciali al team HR nel concepire una struttura organizzativa in grado di rispondere alle peculiari necessità delle dinamiche digitali e nel formare team digital professional, in grado di comprendere e sfruttare a pieno i “digital tool” offerti dalla rete. “È un momento storico importante riflettere sulle profonde trasformazioni generate dalla digital technology nelle strutture organizzative aziendali e nei diversi modelli di business”. Si ringraziano per la partecipazione: Paolo Baggioni, DHR, MoneyGram International Alessandro Bernardini, GSE -Direttore Risorse Umane e Servizi Generali del GSE S.p.A Mauro Boreggio, Cementir Holding Spa Chief Human Resources Officer Emiliano Cappuccitti, HR Director Birra Peroni SABMiller Ornella Chinotti, CEB Managing Director Paola Giampaolo, Poste Italiane Responsabile Academy “Formazione manageriale e sviluppo della leadership” Corporate University Tiziana Mennuti, DHR RDS Cristiana Morena, COFELY Gdf Suez HR Talent Manager & HR Business Partner Area Adriatica Sud Olga Ragucci, Unilever HR BP - Sales & Marketing IH Paolo Rozera, Unicef Executive Director Luciano Sale, Wind Telecomunicazioni DHR Michele Tripaldi, Presidente AIDP Gruppo Lazio e Vice Presidente Nazionale
Paolo Boccardelli, Dean LUISS Business School, illustra i risultati della ricerca “Gli Italiani e la Società Connessa”. Il 19 e 20 giugno 2015, Ericsson, leader mondiale nella fornitura di tecnologie e servizi di comunicazione, ha ospitato in Franciacorta la XVI edizione del suo Evento Annuale We are All Change Makers, uno dei più autorevoli momenti di confronto e dibattito in Italia tra esponenti del mondo delle telecomunicazioni e delle industrie, giovani talenti e rappresentanti istituzionali. Il tema centrale dell’evento è la profonda trasformazione che l’ICT – Information and Communication Technology – ha apportato alla vita dei cittadini, delle imprese e alla società nel suo insieme. È stato questo un momento in cui i rappresentanti del mondo delle telecomunicazioni, dell’industria e delle istituzioni, opinion leader e start-up, hanno discusso di come l’innovazione può essere al fianco dello sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese e di come ognuno di noi possa essere autore di questo cambiamento. Durante l’evento, Paolo Boccardelli, Dean LUISS Business School, ha illustrato i risultati dello studio “Gli italiani e la Società Connessa,” condotto da Ericsson in collaborazione con la LUISS Business School, con lo scopo di evidenziare il punto di vista dei cittadini italiani sul ruolo che la Società Connessa può avere nel favorire la crescita dell'economia e migliorare la vita di tutti i giorni e portare quindi in luce la percezione che gli Italiani hanno dei benefici che la trasformazione digitale può apportare alle persone, alle imprese e all’ambiente (VIDEO). In merito alla ricerca il Dean afferma “La straordinaria operazione di modernizzazione della nostra società, nota come trasformazione digitale, si fonda sulla possibilità di digitalizzare completamente l’esperienza di consumo con e dentro le organizzazioni stesse. I fruitori, siano essi i consumatori di beni o utilizzatori di un servizio, si aspettano di vivere, se pure nel mondo digitale, vere e proprie esperienze di consumo e di usufruire di servizi personalizzati”. "La ricerca che abbiamo condotto insieme alla LUISSBS mostra come gli Italiani credano fermamente nella trasformazione digitale" ha spiegato Clara Pelaez, Head of Strategy, Marketing and Communication Regione Mediterranea di Ericsson “Compito di tutti noi è soddisfare questa domanda e guidare il cambiamento attraverso una collaborazione sinergica che sostenga l'innovazione e la crescita dell'intero sistema Paese”. La trasformazione è già in corso, guidata da mobilità, banda larga e cloud, e porterà alla piena realizzazione di quella che Ericsson chiama Networked Society, la Società Connessa, dove tutto ciò che potrà beneficiare di una connessione sarà connesso generando benefici per la società, le imprese e l’ambiente e consentendo alle persone di realizzare il loro pieno potenziale e di creare un futuro più sostenibile[1]. Jeremy Rifkin, economista statunitense e presidente della Foundation on Economic Trends, ha parlato di una terza rivoluzione industriale durante l’intervento dal titolo “A smart green digital Europe”. “Abbiamo parlato a lungo dell’arrivo della Società Connessa, in cui la connettività avrebbe cambiato la vita di ognuno di noi. Ora che la mobilità, la banda larga e il cloud si stanno rapidamente diffondendo in tutto il mondo, siamo di fronte ad un momento di profonda trasformazione” mette in luce Nunzio Mirtillo, Amministratore Delegato di Ericsson in Italia e Presidente della Regione Mediterranea, Ericsson. “L’ICT sta contribuendo in modo significativo a questo processo evolutivo rispetto al quale noi tutti possiamo avere un ruolo centrale. Il cambiamento generato da questa trasformazione è infatti nelle mani di tutti e per questo motivo riteniamo fondamentale continuare a collaborare con operatori, industrie, istituzioni e giovani innovatori per guidare lo sviluppo e accelerare il processo di digitalizzazione del nostro Paese”[2]. Guarda l’evento su Storify. [1] Comunicato stampa Ericsson, 20 giugno 2015 [2] Comunicato stampa Ericsson, 20 giugno 2015
03 Luglio 2015
LUISS Business School ospiterà a settembre l’evento s@lute, il primo Forum della Sanità Digitale ideato con lo scopo di favorire il confronto sul tema cruciale della Salute in chiave digitale. Un evento di alto profilo, scandito da appuntamenti tematici, tavole rotonde e workshop, che propone un approccio nuovo al tema della Sanità del futuro. Un approccio pragmatico, in linea con quello del Ministero della salute e con gli obiettivi dell’agenda digitale, che coinvolgerà più interlocutori tra i quali: media, istituzioni ed enti pubblici, mondo accademico e scientifico, ospedali e cliniche, imprese, mondo associativo e cittadini. Info e programma