Artificial Intelligence | Generating Real Opportunities for Women
L’intelligenza artificiale sta ridisegnando il mondo del lavoro, trasformando competenze, processi e modelli organizzativi. Ma in questa rivoluzione digitale, il rischio è che non tutti avanzino allo stesso ritmo. I dati più recenti dell’OCSE parlano chiaro: solo il 29% delle donne utilizza strumenti di AI generativa nel contesto professionale, contro oltre il 41% degli uomini. Una disuguaglianza che non è solo tecnica, ma culturale, e che rischia di cristallizzare un divario di lungo periodo nell’accesso alle opportunità.
È in questo scenario che nasce AI GROW 2025, l’ultima edizione del progetto GROW – Generating Real Opportunities for Women della Luiss Business School, guidato da Irene Finocchi, Professoressa di Computer Science alla Luiss Guido Carli. Una sfida concreta per formare una nuova generazione di leader capaci di padroneggiare le tecnologie emergenti con consapevolezza, spirito critico e una visione inclusiva.
«Le nuove tecnologie hanno una grandissima potenzialità a supporto dell’ingegno umano nel momento in cui vengano usati con un’adeguata formazione, in modo consapevole e naturalmente in modo anche inclusivo.» sottolinea Irene Finocchi.
Nato con l’obiettivo di promuovere la crescita personale e professionale delle studentesse della Luiss Business School e favorire il loro accesso a posizioni di leadership, GROW è oggi un ecosistema di iniziative che integra alta formazione, mentorship, networking e confronti diretti con il mondo aziendale.
L’edizione 2025 si è concentrata sull’intelligenza artificiale generativa, ponendo una domanda centrale: come può l’AI diventare non solo uno strumento tecnico, ma una leva per costruire ambienti di lavoro più collaborativi, inclusivi e strategicamente orientati al futuro?
Per rispondere, AI GROW ha coinvolto team multidisciplinari di studenti e studentesse in una vera e propria sfida: sviluppare soluzioni innovative, supportate da AI, per rispondere a tre business case reali proposti da Amplifon, Intellera e Philip Morris.
L’AI come alleato
Nel confronto con le aziende partner, i team si sono trovati ad affrontare problemi complessi, legati al futuro del lavoro, alla gestione dei dati, alla collaborazione interna, fino all’uso dell’AI per migliorare la customer experience e il knowledge sharing.
«Spesso non è chiaro cosa significhi davvero ‘usare l’intelligenza artificiale’», racconta Carlo De Santis, studente del Master in Financial Management. «Con questa challenge l’abbiamo compresa sul campo, sviluppando anche un chatbot predittivo — Sal — capace di supportare il cliente con best practice, appuntamenti e lettura dei referti».
Per Flavia Thi Luu Trivoli e il suo team, l’intelligenza artificiale si è rivelata un alleato per l’efficienza e la pianificazione: «L’abbiamo usata per organizzare, strutturare e pianificare la challenge, così da dedicarci con più focus al contenuto. È stata una risorsa strategica».
Caterina Santi ha evidenziato l’importanza dell’AI nella gestione del lavoro di squadra: «Ci ha aiutati nella definizione della tabella di marcia, ottimizzando tempi e flussi», mentre Davide Graziani ha sottolineato come «l’AI offra un modo per prepararci a un mercato del lavoro che sarà tanto stimolante quanto complesso».
Roberto Di Bella, Master in Marketing Management, ha apprezzato in particolare la possibilità di «migliorare le dinamiche collaborative tra colleghi attraverso l’uso dell’AI come motore di condivisione della conoscenza», mentre Carla Lillirose Catania ha scelto di partecipare per l’orientamento umano del progetto: «Ho scelto questa challenge perché ha un focus sul cercare di aiutare le persone a lavorare in maniera più coesa possibile».
Il punto di vista delle aziende partner
A trarre valore da AI GROW non sono stati solo gli studenti. Le aziende coinvolte hanno riconosciuto l’efficacia dell’iniziativa come strumento di innovazione aperta e contaminazione positiva.
«La collaborazione con le università è fondamentale per abilitare attività di ricerca e introdurre profili specializzati in AI e data science, capaci di affrontare l’evoluzione del mercato», spiega Sonny Merla, Global Data Science & AI Manager di Amplifon. «AI GROW ci ha permesso di raccogliere nuovi punti di vista e idee applicabili al nostro dominio».
Melania Valleca, IT Manager di Philip Morris, ha sottolineato un aspetto cruciale: «Di fronte all’innovazione abbiamo tre possibilità: ignorarla, osservarla o assumere da subito un ruolo attivo. Noi crediamo sia fondamentale guidarla con consapevolezza, a partire proprio da un contesto così centrale come quello della diversity».
«Durante la challenge, sono emerse proposte originali e prospettive fresche, spesso libere da vincoli aziendali o schemi consolidati», spiega Giampaolo Termini. «si crea un vero rapporto win-win: da un lato gli studenti sperimentano sul campo, dall’altro le aziende possono raccogliere spunti inediti e idee brillanti».
«AI GROW si inserisce in un contesto sfidante», aggiunge Martina Zaccari, «l’intelligenza artificiale è chiamata oggi a sostenere la trasformazione digitale in tutti i settori, pubblici e privati. Ma l’innovazione, per essere davvero efficace, deve essere anche inclusiva».
«C’è ancora molta strada da fare, ma siamo sulla buona rotta. L’AI può diventare uno strumento potente non solo di progresso tecnologico, ma anche di crescita culturale e sociale».
AI GROW 2025
AI GROW 2025 non è stata solo una sperimentazione didattica, ma un modello di formazione avanzata che integra tecnologia, soft skill, lavoro in team e confronto con il mondo delle aziende. Un laboratorio per preparare professionisti e professioniste in grado di leggere la complessità del presente e contribuire alla costruzione di un futuro più equo.
Un progetto che dimostra come l’intelligenza artificiale, se ben utilizzata, possa amplificare talento, visione e collaborazione — e non sostituirli.