Il nuotatore di origini toscane, che nel 2021 si è aggiudicato l’argento agli Assoluti di nuoto di Riccione, è uno studente del master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione. Il suo obiettivo? Mettere la stessa motivazione nei teamwork aziendali
«Quando nuoti, sei solo tu, il blocchetto di partenza, il cronometro e l’acqua. Ma quando ti alleni non sei mai solo e la squadra può fare la differenza». Filippo Berlincioni, venticinquenne di origini fiorentine, ha conquistato la medaglia d’argento ai campionati assoluti di nuoto a Riccione. Al momento di ritirare il premio ha ringraziato la Luiss Business School perché gli aveva permesso di dare un esame e avere i tempi giusti per affrontare la gara. Oltre a sognare gli Europei di Roma 2022, Filippo è uno studente del master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione. Dalla corsia solitaria al lavoro di team la distanza non è così ampia come sembra.
Filippo Berlincioni, dopo aver vinto la medaglia d’argenti ai campionati assoluti di nuoto di Riccione, hai ringraziato Luiss Business School per “la serietà, organizzazione e professionalità nel gestire le lezioni e avermi dato la disponibilità di poter competere in questa manifestazione”. Come il rapporto con Luiss Business School ha influenzato la tua performance sportiva?
Il ringraziamento alla Luiss Business School è nato perché il giorno della gara avevo un esame. Ho chiesto al coordinatore, Lorenzo De Santis, di anticiparlo, in modo da poter iniziare il riscaldamento per la gara alle 14.30. L’esigenza è stata accolta senza alcun problema, cosa secondo me possibile solo in una struttura organizzata come la Luiss Business School. Venendo da un corso di laurea in un un’università pubblica, La Sapienza, questa esperienza sta andando al di là delle mie aspettative.
Ora stai conseguendo il Master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione: cosa ha guidato la tua scelta verso Luiss Business School?
Ad aprile scorso mi è stata suggerita l’idea di dare un’occhiata ai percorsi di alta formazione di Luiss Business School. Supportato anche da mia mamma, mi sono interessato a quello in gestione di risorse umane. C’erano materie che mi interessavano e, vedendo le persone che uscivano da quel master, le loro skill, sembrava proprio il corso adatto a me.
Quali skill di questo percorso senti tue?
Prima di tutto, la capacità di saper stare con gli altri. Lavorare nelle risorse umane richiede il sapersi interfacciare con tante persone: è un dono, ma anche una dote da allenare. Saper comunicare e farsi capire è un talento naturale ed è una caratteristica fondamentale del mio carattere.
C’è un filo conduttore tra la tua esperienza di nuotatore e il desiderio di lavorare nel campo delle risorse umane? Se sì, qual è?
Il nuoto è uno sport solitario, ci sei tu il blocchetto, e il cronometro e l’acqua. Ma al Circolo Canottieri Aniene ho vissuto l’esperienza di trovarmi in una famiglia sportiva, il mio gruppo di allenamento, che ti sprona e ti protegge. Ho incontrato dei ragazzi più grandi, che mi hanno trasmesso dei valori e una visione di questo sport. In quest’ultimo anno da nuotatore professionista so che non ho tempo da perdere e sono consapevole di voler trasmettere tutto questo anche ad altri. Infatti, quando mi alleno e vedo dei ragazzi non impegnarsi, mi piace riprenderli e spronarli. Vorrei portare questa capacità di spronare in un team work, dove poter lavorare con gente che si dà un obiettivo e vuole raggiungerlo.
Che ambiente hai trovato in Luiss Business School?
Meraviglioso. Ho scoperto un nuovo modo di fare lezione. C’è un’interazione molto proficua tra professori e alunni. Le relazioni con i compagni di corso sono stimolanti e interessanti. C’è voglia di integrazione e fare nuove conoscenze.
C’è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpito?
Il corso in Marketing del professor Mazzù mi ha aperto un mondo: mi ha fatto capire come passare dall’essere un consumatore passivo a diventare attivo.
Competitività, da sportivo è un fattore sicuramente fondamentale: come state allenando questa soft skill durante il percorso in Luiss Business School?
Faccio una premessa: odio perdere anche se bisogna saper perdere. Nel mio sport, la competitività c’è sempre, in gara e nella routine. Ma quando si perde, bisogna saper ascoltare chi è più bravo di te e chi in una gara ha dato di più. Bisogna saper accettare la sconfitta a testa alta. Nei project work ho applicato lo stesso atteggiamento: sono stato ad ascoltare, anche se ho dato il mio contributo con la scrittura.
Uno dei valori fondamentali durante un percorso formativo LBS è il network: come riesci ad armonizzare la naturale competizione connaturata al tuo essere uno sportivo al lavoro di squadra e al fare rete?
Quando si lavora in team il successo non è mai del singolo, cosa che accade anche in vasca, durante le staffette. Non vorrei emergere per prendermi i meriti di altri. Poi ci può essere il soggetto di spicco, ma quando c’è un lavoro di gruppo, come in una staffetta, si vince e si perde tutti insieme.
In Luiss Business School si lavora molto sulla leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader?
Oggi si tende a considerare il leader come quello più forte all’interno di un gruppo. Invece, secondo me, un leader oggi è colui che crea armonia e che fa emergere il meglio di tutti i componenti del gruppo.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Prima di tutto, voglio concludere al meglio il mio percorso in Luiss Business School. Un giorno mi piacerebbe diventare un HR Recruiter e poi lavorare nel management di una casa di moda. Al termine del 2021 capirò se iniziare questo percorso subito o se prendermi il tempo per tentare la qualificazione agli Europei di Roma 2022. La mia priorità resta il master, ma avendo un altro anno a disposizione da atleta professionista, mi piace coccolare l’idea di questa possibilità.
5/1/2022