lbs
Rossella Petrazzuoli: «Un master trasversale per cogliere le sfide della circular economy»
Rossella Petrazzuoli: «Un master trasversale per cogliere le sfide della circular economy»
lbs

L’alumna Luiss Business School ha arricchito il proprio profilo di ingegnere ambientale con il programma Executive Master in Circular Economy Management di Luiss Business School.

Nata nel 1986, Rossella Petrazzuoli lavora in una multinazionale del settore energetico da quasi nove anni. Dal 2021 ricopre la posizione di Sustainability & Circular Economy Specialist. A sostenerla in questo cambio di rotta, la scelta di seguire l’Executive Master in Circular Economy Management targato Luiss Business School. Il percorso prepara professionisti in grado di operare nei mercati della gestione dei prodotti a fine vita, dell’avvio a riciclo, delle materie prime seconde, del risparmio energetico, della mobilità sostenibile, nella realizzazione di progetti di simbiosi industriale. Ma per Rossella a fare la differenza non sono state le competenze tecniche trasferite da docenti di caratura nazionale e internazionale. La rivoluzione si è giocata soprattutto nel mettere mano alle soft skills.

Rossella, cosa ti ha spinto a scegliere l’Executive Master in Circular Economy Management di Luiss Business School?

Sono un ingegnere ambientale, curiosa e mai paga di ciò che so. Pochi mesi prima dell’avvio del master avevo iniziato ad occuparmi di economia circolare. Attraverso il percorso ho visto la possibilità di integrare i temi più forti della mia formazione in campo ambientale. Le tempistiche erano perfette. Il format executive, con lezioni di venerdì e sabato, anche: potevo formarmi e applicare ciò che apprendevo. La circular economy è un nuovo modello di business che rappresenta una grande potenzialità per le imprese per renderle più competitive. È un nuovo modello economico sostenibile più attento all’ambiente e all’utilizzo delle risorse naturali. Poter approfondire il tema in un master trasversale e non accademico, con docenti di grande rilevanza professionale, oltre ad interventi di enti pubblici e privati che lavorano sul tema, era un’occasione troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire.

Che ambiente hai trovato in Luiss Business School?

All’inizio ero un po’ spaventata dal percorso: ero uscita dal mondo universitario quasi dieci anni prima. Avevo paura che tornare a studiare sarebbe stato faticoso, oltre a dover sostenere esami e valutazioni. Ma l’ambiente Luiss Business School mi ha subito rasserenata. Il corso era composto da una ventina di persone: non ragazzini, ma professionisti. Le lezioni erano molto fluide. Si aprivano discussioni interessanti, arricchite dai diversi punti di vista concreti.

Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il master?

Attraverso laboratori specifici online, organizzati di sera, due o tre volte a settimana. Erano incontri in cui si incrociavano studenti di diversi master, un plus dell’esperienza. Sono stati corsi molto pratici, basati sull’esperienza dei docenti. Abbiamo preso parte a lavori di gruppo, simulazioni e sviluppato business case con problematiche applicabili nell’ambito lavorativo, pensati per sviluppare competenze trasversali. Ho scelto il pacchetto mindset entrepreneurship. Capire come parlare in pubblico ed esporre i miei temi è stato molto utile.

Tra i lab in curriculum ce n’è uno particolare: Megatrend. Cosa ti ha lasciato? Ti è stato utile nel tuo percorso lavorativo?

Ho scelto gli incontri sull’intelligenza artificiale, improntati sulle nuove competenze da sviluppare sul mercato e sull’applicazione nella transizione verso un modello di economia circolare. Si è parlato anche di Business Ethics, ovvero su come adottare nuovi modelli di business basati su regole di responsabilità sociale e sostenibilità ambientale, creando anche nuovi posti di lavoro. 

Competitività: come avete allenato questa soft skill durante il tuo percorso in Luiss Business School?

Siamo abituati a intendere questa parola con un’accezione negativa. Ma in Luiss Business School non ho mai percepito quella sensazione. Nel mio gruppo c’è stato sempre un confronto collettivo, non visto come competizione per arrivare primi rispetto agli altri. Volevamo capire le diverse visioni, un atteggiamento anche dovuto all’età e al fatto di essere tutti dei professionisti.

Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza?

Anche se il master è terminato da diversi mesi, sono ancora in contatto con diversi colleghi: un vero valore aggiunto del percorso. Si è creato un legame simile a quelli che si sperimentano all’università. Ci scambiamo opinioni, informazioni su eventi interessanti e abbiamo creato un gruppo su Linkedin per condividere idee sull’economia circolare.

In Luiss Business School si lavora molto sulla Leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader?

In dieci anni di carriera ho visto la trasformazione del mondo del lavoro e, con esso, quella dei leader. Oggi sono coscienti del loro ruolo, consapevoli di dover guidare, creando una cultura della fiducia, fondamentale per lavorare bene perché altrimenti non c’è armonia. Ma anche il lavoratore deve imparare a fidarsi. Il leader deve saper ascoltare quello che la sua squadra ha da dire e deve dare l’esempio. Obiettivo: tirare fuori il meglio di tutti. Durante il master i docenti hanno trasferito la loro passione sul tema, condividendo le loro esperienze e i loro errori.

Quali sono stati i momenti più significativi del percorso in Luiss Business School?

A parte le lezioni, tutte coinvolgenti, mi sono piaciute due cose. La prima: le testimonianze portate in aula. Il professor Filippo Bernocchi ci ha collegato con David Newman, per commentare gli sviluppi della COP26. È successo proprio all’inizio del master. La seconda: il programma di coaching. Non sapevo cos’era. Ho trovato persone molto professionali, con una conoscenza del mercato del lavoro che non tutti hanno. Mi hanno indirizzato, analizzando i punti di forza e quelli da migliorare.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti?

Venendo da un background tecnico ed essendo di natura una persona curiosa, mi piace mettermi alla prova con nuove sfide professionali. Anche in questo modo è possibile comprendere che il mondo del lavoro sta cambiando. Quindi è fondamentale essere sempre aggiornati, coltivando competenze allineate con il contesto in cui si opera, anche grazie a webinar specifici. La circular economy è il modello di sviluppo del futuro: c’è tanto da imparare.

Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School?

Per chi desidera iniziare o ha iniziato, consiglio di approcciarsi con serietà altrimenti si rischia di non comprendere fino in fondo tutto quello che si può conquistare tra i banchi. Un master Luiss Business School dà una formazione completa per entrare nel mondo del lavoro: ti  coinvolge a 360 gradi con i suoi corsi, laboratori, coaching, i team building e l’esperienza all’estero che io non ho fatto a causa delle restrizioni sui viaggi per il Covid-19. Le hard skill te le dà l’università, mentre dal master ti porti via tante soft skill. Bisogna essere parte attiva in aula perché hai a che fare con docenti che possono rispondere a tutti i tuoi dubbi.  È un percorso impegnativo e sfidante, che passa in fretta lasciando tantissimo.

30/10/2023