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23 Marzo 2022

Andrea Cortellazzo: «Con il Master in Food and Wine Management ho fronteggiato anche la pandemia»

Durante i due anni di pandemia ha creato due locali, grazie anche alle competenze acquisite durante il Master in Food and Wine Management Luiss Business School. «Per essere leader serve dare l'esempio» «Nonostante avessi superato molti test d'ingresso in altre università, sin dal mio primo ingresso a Villa Blanc ho capito che è lì che avrei continuato la mia formazione». Un incontro quasi predestinato, quello tra Andrea Cortellazzo, ventisettenne, padovano, figlio di ristoratori e imprenditori agroalimentari, e la Luiss Business School. Lasciando il Veneto, ha scelto di venire a Roma per frequentare il Master in Food and Wine Management. Alle spalle, una laurea triennale in Scienze e Tecnologie Alimentari a Padova, uno stage di sei mesi alla Bonollo, un diploma da sommelier AIS e tante avventure nella ristorazione. Mentre frequentava il master, Andrea ha dato vita alla sua prima avventura imprenditoriale nel food, Mr. Maccaroni, un locale aperto dalla colazione al dopocena. Quando è arrivato il momento di affrontare il duro colpo della pandemia, ha fatto ricorso a tutto il bagaglio di competenze – hard e soft – acquisito durante il Master: «Ancora oggi, se sto per gettarmi in una nuova avventura imprenditoriale, prima di tutto riprendo in mano gli appunti dei corsi». Andrea Cortellazzo, cosa ti ha spinto a scegliere il master in Food and Wine Management di Luiss Business School? Terminata la triennale a Padova, una parte di me voleva continuare il percorso di tecnologo alimentare. L'altra voleva fare esperienza fuori, lasciando Padova. Ho provato diversi test d'ingresso. Poi, per caso, mi sono imbattuto nel master in Food and Wine Management di Luiss Business School. Sebbene il corso di tecnologo alimentare dia delle solide basi, mi mancava tutta la parte di gestione aziendale. Sin dal mio primo ingresso a Villa Blanc, ho capito che lì avrei continuato la mia formazione Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Ho conosciuto persone straordinarie. Il gruppo non era solo stimolante dal punto di vista umano, ma era affiatato e spingeva a dare il massimo anche in occasione delle prove previste dal master, come ad esempio per la challenge di fine percorso. Eravamo costantemente stimolati a dare il meglio. A quel tempo avevo già il mio progetto imprenditoriale in campo, quindi la mattina ascoltavo i professori a lezione e la sera mettevo ogni cosa in pratica nella mia attività. Mi è servito tutto. Qual è il corso che ha avuto un maggiore impatto sulla tua carriera? Quando devo valutare una nuova avventura imprenditoriale, riprendo in mano gli appunti del corso in Strategic Marketing, Recruiting & Planning. L'ho fatto anche quando ho aperto il mio secondo locale a Padova nel 2021, Come in Corte Aurora. In più, anche il corso in Risorse Umane mi ha dato le basi per creare un ambiente di lavoro sano e per gestire le situazioni più complesse. C'è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpito? Durante la challange con Urbani Tartufi, abbiamo incontrato Olga Urbani, la proprietaria a capo del gruppo Urbani. Mi hanno colpito il suo modo di porsi, l'organizzazione che ha dato nel tempo alla sua azienda e il suo modo di essere fonte di ispirazione per tutte le persone con cui lavorava. Mi ha dato l'impressione di essere una persona risoluta e, al tempo stesso, capace di comprendere le esigenze di chi avesse di fronte. In Luiss Business School si lavora molto sulla leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader nella ristorazione? Un buon leader non è la persona che dice agli altri cosa fare, ma è colui che, con il proprio esempio, stimola gli altri a fare meglio. Per farlo, bisogna conoscere tutti i dettagli dell'attività in cui si opera. C'è continuità tra questo messaggio e quello che si fa in aula? Sì. Oggi, quando arrivano i problemi, realizzi le tue vere mancanze e capisci che avere un occhio sull'organizzazione può aiutare a superare questi problemi. Se durante la pandemia non avessi avuto alcune basi di marketing, non avrei saputo come rilanciare il locale. Saper gestire l'emergenza è la skill più importante e per questo è indispensabile il set di conoscenze acquisite durante il master. Soft skill: come avete lavorato su questo ambito durante il master? Sono doti che da studente non tieni molto in considerazione: le comprendi davvero quando arrivi nel mondo del lavoro. Ho trovato utile questa attenzione da parte di Luiss Business School. Saper parlare in pubblico, sapersi relazionare nel modo giusto, avere una corretta empatia possono essere determinanti tanto per il successo di un colloquio di lavoro quanto di un appuntamento in banca per chiedere un prestito. Competitività: come avete allenato questa soft skill e quanto conta nella ristorazione? Jeff Bezos dice di non guardare la concorrenza: io sono totalmente in disaccordo. Considero la competitività fondamentale. Bisogna guardare ai competitor per trarne stimoli e propulsione personale: guardare gli altri aiuta a trovare la forza e l'impulso a far meglio. La competitività tira fuori il meglio di noi stessi. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza e i suoi effetti sulla tua vita lavorativa? Per il secondo locale Come in Corte Aurora, ho scelto di utilizzare i prodotti dell'azienda agricola di famiglia, riproducendo soprattutto a tavola il clima di benessere che si respira nell'agriturismo. Avevo bisogno di mettere a punto la cantina. Così ho chiamato Giulia, una mia ex compagna di corso, la cui famiglia è proprietaria di un'azienda molto grande a Milano, e le ho chiesto una mano. Grazie alla sua consulenza, ho avuto accesso a un network più grande. Poco prima della pandemia, avevi aperto già un primo ristorante, Mr. Maccaroni, un percorso nato in parallelo al master. Com'è nata questa idea? A gennaio 2019 il mio migliore amico Giammaria mi ha proposto di rilevare un locale in una zona di Padova in via di riqualificazione, sulla scia del progetto di nuovo polo universitario. Accettai di lavorare con lui a Mr. Maccaroni, un locale aperto dalle sette del mattino fino all'una di notte, specializzato in prodotti healthy a un prezzo competitivo. Il 14 ottobre 2019 abbiamo aperto. L'università aprì con noi. All'inizio c'erano gli studenti, ma a Padova si iniziò a parlare di Covid molto presto. L'università chiuse il 22 gennaio 2020 e noi riuscimmo a correre ai ripari un po' prima. Hai affrontato l'emergenza in pieno. Quanto la formazione in Luiss Business School ti ha aiutato? Da un punto di vista di gestione e aziendale, mi ha aiutato a contenere il danno dal punto di vista tecnico. Abbiamo subito ridotto i costi di magazzino e quelli di personale. Credo che nella gestione della pandemia a far la differenza non sia stata tanto la formazione tout court, quanto soprattutto le soft skill come la gestione dello stress e la capacità di reagire. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? Vorrei farlo. Dopo il percorso in Luiss Business School, ho accarezzato l'idea di continuare con una laurea magistrale. Ora sto pensando a un Master in Business Administration, anche se le mie attività richiedono la massima concentrazione. Di fatto, un ristorante è un'azienda come tutte le altre e bisogna avere le competenze giuste per saperlo gestire. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e attualmente in aula? Credo che sia fondamentale ascoltare tutto ciò che viene detto nelle aule. Ogni insegnamento, alla fine, torna utile: lo dico per esperienza personale. Il mio consiglio è di non accantonare certi corsi perché convinti che non siano nelle nostre corde. In momenti inaspettati, tutto può fare la differenza. 23/3/2022

25 Gennaio 2022

Monica Dellepiane: «L’MBA Luiss Business School mi ha trasformata in un manager di territorio»

Allieva della prima edizione del programma Part-Time lanciato a Milano, responsabile della promozione dell’Azienda speciale della Camera di Commercio di Genova – WTC, ha scoperto come l'alta formazione può cambiare il lavoro all'interno della Pubblica Amministrazione, soprattutto durante una pandemia mondiale Monica Dellepiane definisce la Camera di Commercio di Genova, luogo in cui lavora da diciotto anni, come «la più privata delle aziende della Pubblica Amministrazione». Ma un legame così lungo e solido con una realtà come questa non l'ha mai spinta a sedersi sugli allori. Due anni fa Monica ha iniziato a sentirsi un'azienda, da valorizzare e potenziare all'interno di una realtà più grande. Questo l'ha convinta a scegliere la formula part-time dell'MBA targato Luiss Business School, la prima edizione del percorso tenutasi presso l'hub Luiss di Milano. Durante i sedici mesi di formazione ha scoperto quanto l'alta formazione può rivoluzionare la Pubblica Amministrazione e far bene al territorio. Monica Dellepiane, cosa ti ha spinto a scegliere l'MBA Luiss Business School? Ho scelto l’MBA Luiss Business School perché ho sentito l’esigenza intrinseca di evolvermi professionalmente, per essere pronta a propormi alla mia azienda in modo altamente qualificato per affrontare nuove sfide e progetti in una pubblica amministrazione all’avanguardia e visionaria come Camera di Commercio di Genova. Già dall'Open Day a Villa Blanc, il 3 luglio 2019, ho potuto confrontare le varie proposte formative disponibili all'epoca. Ciò che mi colpì di più fu l'attenzione dell'education team. Si mostrarono attenti alle mie necessità. Poi ci fu una frase magica. Quale? Mi dissero: «Per lei, l’ideale è la formazione MBA. Provi il test di ammissione: visto il suo profilo, mi raccomando, è per lei». Sentendo quella frase, semplice e chiara, ebbi la risposta ai miei perché sulla Luiss Business School. Già il test fu una sfida gratificante, ma come una grande bella partita a tennis, con un match intenso e originale. Poi ho trovato in Luiss la risposta a quello che cercavo in termini di alta formazione ed efficacia nell’azione di accompagnamento formativo. Cosa ti ha colpita in particolare? Ho percepito la cura e l’attenzione alla “formazione personalizzata” con al centro la persona e le sue attitudini. La formazione proposta da Luiss Business School permette un potenziamento dei punti di forza personali e professionali nonché dà la possibilità di preparare la persona a superare i limiti della propria comfort zone. Cosa ha orientato la tua scelta verso la formula part-time? La possibilità di conciliare lavoro, studio e vita. Per 16 mesi ho riorganizzato il tempo per creare un equilibrio tra le tre dimensioni. All’inizio non è stato semplice, ma la chiave di svolta è stata la concentrazione di sfruttare al meglio il tempo libero nel rispetto dei valori personali e della famiglia. Ammetto che “il piacere dello studio verso la cultura manageriale” è un dono unico, e poterlo vivere è un onore. Ora posso dire che è stata una “grande impresa”, che sono fiera di avere vissuto e portato a compimento. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Riassumo l’ambiente Luiss Business School con l’acronimo reinterpretato in modo personalizzato di MBA. M di meravigliosa esperienza di crescita professionale, supportata da un team di professionisti che hanno curato “su misura” la nostra formazione manageriale. B di business, simulare l’esperienza del vero mondo del fare business, vivendo concretamente l’essenza del manager. A di amicizia in particolare un valore creatosi all’interno della rete dei colleghi e con lo staff dei coordinatori MBA. In questa ottica è stato anche molto importante il valore percepito dalle lezioni tenute da alcuni professori. Ce ne puoi fare un esempio? La lezione speciale, appositamente tenuta per la nostra classe dal Professor Petrucci su economia politica allo scoppio del Covid, è stata importante. Le sue parole profonde hanno motivato la classe a vivere il momento, restando concentrati sui nostri obiettivi, credere nell’esperienza formativa proseguendo nel percorso, perché noi eravamo e siamo la risposta positiva al futuro, sia per la scelta fatta che per le prospettive professionali dopo l’MBA. Sei referente di progetti di valorizzazione delle produzioni e servizi tipici a marchio di qualità rilasciati da Regione Liguria e Camera di Commercio di Genova. Quali corsi ed esperienze dell'MBA Luiss Business School ti hanno aiutato a focalizzarti meglio sul tuo ruolo? Il programma MBA è stato accuratamente strutturato con un ottimo bilanciamento tra materie tecniche e attività pratiche, con un focus particolare per la realizzazione di progetti in team, applicando a questa parte del percorso anche l’arte del project management. Per il mio lavoro sono stati determinanti i tre progetti sviluppati come smart project: il primo anno, dopo i primi tre term del programma, ci siamo dedicati al lancio sul mercato e al piano marketing dello Smart POS di Nexi; a seguire, nell’ambito del Focus Group - ICT da me scelto, ho lavorato alla creazione di una App tramite una startup; e infine il progetto di chiusura del percorso MBA, dedicato a Costa Crociere, in cui abbiamo ideato un nuovo servizio di crociera estesa per valorizzare anche il territorio limitrofo ai porti di partenza e sbarco. La simulazione pratica dei tre progetti è stata determinante per imparare a mettersi all’opera e poter applicare la teoria avvicinata dalle materie finance – come corporate finance e financial accounting – al marketing and sales e soprattutto per comprendere l’approccio degli strumenti digitali – dalla customer experience, digital transforming model, ai laboratori digitali, passando per il consumer insight, il percorso phygital e la gestione dei big data. Quali soft skill senti di aver allenato di più durante il tuo MBA? Ho apprezzato molto il percorso denominato “Personal Pantheon” proposto nei 16 mesi, che mi ha consentito una crescita guidata costante, in primis, schematizzata grazie all’individual coaching con il quale ho focalizzato la mia personale SWOT analysis. Dalla SWOT analysis, attraverso il Career Advisory, ho individuato i punti forza e le opportunità da sviluppare sulla mia persona e tradurle sia per me stessa sia verso gli altri, sia nel racconto del mio profilo sia nel modo di “esprimermi managerialmente”, potenziando il valore professionale personale. Infine, con il Mentoring ho concretizzato l’espressione delle mie potenzialità per aprire le ali ed iniziare a volare. In sinergia al Personal Pantheon ho appreso le opportunità scaturite dai laboratori sullo stile della leadership, public speaking, intelligenza emotiva e resilienza. Questi laboratori hanno consentito di coltivare attitudini personali ma anche capire quali sono le nostre “punte di diamante” da custodire e su cui lavorare. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? Ti è stato utile nel tuo lavoro? Il networking è sicuramente uno dei valori più importanti dell’esperienza MBA. Ho potuto sperimentare fin da subito il forte legame che si è creato con i team con cui ho lavorato. Dal primo team, con cui ho inaugurato l’esperienza MBA fino al gruppo dello smart project conclusivo, ho avuto la possibilità di consolidare fiducia e supporto emotivo con i membri delle mie squadre. Da questi legami sono nate idee e voglia di fare, in continuo fermento, grazie all’incontro tra intelletti, con mentalità aperte all’iterazione e all’innovazione, con tanti profili differenti, che insieme si confrontano per creare e produrre. Imprenditorialità e Pubblica Amministrazione: come l'alta formazione avvicina questi due mondi? L'alta formazione è una delle risposte per avvicinare reciprocamente la Pubblica Amministrazione al mondo del business e dell’imprenditorialità. È uno strumento per qualificare le abilità manageriali dell’imprenditore ma anche del dirigente. Con una formazione qualificata e personalizzata si possono allenare e accrescere le competenze, rafforzandole, e al contempo migliorare l’efficienza del nostro sistema e del territorio. Io ne sono un esempio pratico: l’esperienza MBA ha sviluppato l'essere “imprenditrice” di me stessa, la “mia impresa”, con una dimensione open minded, pronta all’innovazione, a implementare e supportare il nuovo concetto di sistema pubblico inteso come “buona amministrazione manageriale, digitalizzata ed efficiente”. Come si traduce tutto questo nell'attività pratica? Con un percorso di alta formazione “in casa” per un Pubblica Amministrazione è possibile mettere a disposizione del comparto economico del territorio (associazioni di categoria e imprese) le competenze scaturite. È possibile sviluppare opportunità e nuovi strumenti di potenziamento per il business, cogliendo l’occasione di attingere positivamente dalla transizione digitale e sostenibile in corso. Ma è anche una strategia per anticipare il mercato, le opportunità e i bisogni dei nostri imprenditori, come da sempre Camera di Commercio di Genova attua sul territorio con progetti pioneristici di successo anche poi estesi a livello regionale. Quali competenze acquisite nell'MBA sono più utile alla promozione e sviluppo del territorio locale? Pensi che si possa dire che l'MBA sia utile per creare dei veri e propri manager del territorio? Il percorso MBA è strutturato in modo da simulare la vita in azienda di un vero manager: quindi si impara a leggere un bilancio, valutare il net present value di un progetto e capire se investirci sopra, imparare ad applicare le soft skill per capire e gestire le persone ed essere assertivo, imparare a comunicare in pubblico, sia con le parole che con il proprio stile e movenze. Sono tutti strumenti fondamentali per accrescere i profili delle piccole e medie imprese del territorio, che hanno bisogno di rinnovarsi e creare una nuova immagine pronta alla transizione economica che stiamo vivendo nell’era Covid-19. Ritengo che personalizzare le competenze acquisite dall’MBA all’interno del mondo del commercio, industria, artigianato, agricoltura del nostro territorio, sia una risposta chiave per lo sviluppo economico delle attività produttive della nostra regione e di conseguenza sia un’onda da cavalcare. Pensi che si possa dire che l'MBA sia utile per creare dei veri e propri manager del territorio? Sì. Il mio obiettivo è essere un manager di alto profilo, a servizio del mio territorio, lavorando per la pubblica amministrazione innovativa, come Camera di Commercio di Genova, confluendo con le nuove skills nel territorio e creare un nuovo servizio su misura a disposizione delle imprese, secondo i loro bisogni ed anche pionieristicamente pronta ad anticipare le nuove esigenze dei settori d’impresa e del mondo associativo, anche in linea alle nuove frontiere della sostenibilità. In cosa ti ha cambiata l'esperienza in Luiss Business School? Mi ha portata verso una transizione autentica e naturale, passo dopo passo, progetto dopo progetto, facendo pratica verso una nuova prospettiva di efficacia e di consapevolezza di me stessa. Mi ha insegnato come mettere a disposizione il proprio profilo per la crescita non solo personale, ma anche della mission aziendale. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? In una frase, Stay Focused. Bisogna familiarizzare e apprezzare la sensazione di “essere in ballo”, l'essere soddisfatti di essere stati selezionati e scelti per questo percorso di evoluzione; credere nel concetto di “team”, con il quale, per molto tempo, sarete una “cosa sola”; credere nei valori che vi manterranno concentrati e pronti ad affrontare difficoltà e successi. In particolare, bisogna avere fiducia nel network tra le persone che conoscerete, fucina di opportunità e grande motivazione compensativa degli sforzi affrontati. 25/1/2022

05 Gennaio 2022

Filippo Berlincioni: «Il mio successo in acqua lo devo anche a Luiss Business School»

Il nuotatore di origini toscane, che nel 2021 si è aggiudicato l’argento agli Assoluti di nuoto di Riccione, è uno studente del master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione. Il suo obiettivo? Mettere la stessa motivazione nei teamwork aziendali «Quando nuoti, sei solo tu, il blocchetto di partenza, il cronometro e l'acqua. Ma quando ti alleni non sei mai solo e la squadra può fare la differenza». Filippo Berlincioni, venticinquenne di origini fiorentine, ha conquistato la medaglia d'argento ai campionati assoluti di nuoto a Riccione. Al momento di ritirare il premio ha ringraziato la Luiss Business School perché gli aveva permesso di dare un esame e avere i tempi giusti per affrontare la gara. Oltre a sognare gli Europei di Roma 2022, Filippo è uno studente del master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione. Dalla corsia solitaria al lavoro di team la distanza non è così ampia come sembra. Filippo Berlincioni, dopo aver vinto la medaglia d'argenti ai campionati assoluti di nuoto di Riccione, hai ringraziato Luiss Business School per "la serietà, organizzazione e professionalità nel gestire le lezioni e avermi dato la disponibilità di poter competere in questa manifestazione". Come il rapporto con la scuola ha influenzato la tua performance sportiva? Il ringraziamento alla Luiss Business School è nato perché il giorno della gara avevo un esame. Ho chiesto al coordinatore, Lorenzo De Santis, di anticiparlo, in modo da poter iniziare il riscaldamento per la gara alle 14.30. L'esigenza è stata accolta senza alcun problema, cosa secondo me possibile solo in una struttura organizzata come la Luiss Business School. Venendo da un corso di laurea in un un'università pubblica, La Sapienza, questa esperienza sta andando al di là delle mie aspettative. Ora stai conseguendo il Master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione: cosa ha guidato la tua scelta verso Luiss Business School? Ad aprile scorso mi è stata suggerita l'idea di dare un'occhiata ai percorsi di alta formazione di Luiss Business School. Supportato anche da mia mamma, mi sono interessato a quello in gestione di risorse umane. C'erano materie che mi interessavano e, vedendo le persone che uscivano da quel master, le loro skill, sembrava proprio il corso adatto a me. Quali skill di questo percorso senti tue? Prima di tutto, la capacità di saper stare con gli altri. Lavorare nelle risorse umane richiede il sapersi interfacciare con tante persone: è un dono, ma anche una dote da allenare. Saper comunicare e farsi capire è un talento naturale ed è una caratteristica fondamentale del mio carattere. C'è un filo conduttore tra la tua esperienza di nuotatore e il desiderio di lavorare nel campo delle risorse umane? Se sì, qual è? Il nuoto è uno sport solitario, ci sei tu il blocchetto, il cronometro e l'acqua. Ma al Circolo Canottieri Aniene ho vissuto l'esperienza di trovarmi in una famiglia sportiva, il mio gruppo di allenamento, che ti sprona e ti protegge. Ho incontrato dei ragazzi più grandi, che mi hanno trasmesso dei valori e una visione di questo sport. In quest'ultimo anno da nuotatore professionista so che non ho tempo da perdere e sono consapevole di voler trasmettere tutto questo anche ad altri. Infatti, quando mi alleno e vedo dei ragazzi non impegnarsi, mi piace riprenderli e spronarli. Vorrei portare questa capacità di spronare in un team work, dove poter lavorare con gente che si dà un obiettivo e vuole raggiungerlo. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Meraviglioso. Ho scoperto un nuovo modo di fare lezione. C'è un'interazione molto proficua tra professori e alunni. Le relazioni con i compagni di corso sono stimolanti e interessanti. C'è voglia di integrazione e fare nuove conoscenze. C'è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpito? Il corso in Marketing del professor Mazzù mi ha aperto un mondo: mi ha fatto capire come passare dall'essere un consumatore passivo a diventare attivo. Competitività, da sportivo è un fattore sicuramente fondamentale: come state allenando questa soft skill durante il percorso in Luiss Business School? Faccio una premessa: odio perdere anche se bisogna saper perdere. Nel mio sport, la competitività c'è sempre, in gara e nella routine. Ma quando si perde, bisogna saper ascoltare chi è più bravo di te e chi in una gara ha dato di più. Bisogna saper accettare la sconfitta a testa alta. Nei project work ho applicato lo stesso atteggiamento: sono stato ad ascoltare, anche se ho dato il mio contributo con la scrittura. Uno dei valori fondamentali durante un percorso formativo Luiss Business School è il network: come riesci ad armonizzare la naturale competizione connaturata al tuo essere uno sportivo al lavoro di squadra e al fare rete? Quando si lavora in team il successo non è mai del singolo, cosa che accade anche in vasca, durante le staffette. Non vorrei emergere per prendermi i meriti di altri. Poi ci può essere il soggetto di spicco, ma quando c'è un lavoro di gruppo, come in una staffetta, si vince e si perde tutti insieme. In Luiss Business School si lavora molto sulla leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader? Oggi si tende a considerare il leader come quello più forte all'interno di un gruppo. Invece, secondo me, un leader oggi è colui che crea armonia e che fa emergere il meglio di tutti i componenti del gruppo. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Prima di tutto, voglio concludere al meglio il mio percorso in Luiss Business School. Un giorno mi piacerebbe diventare un HR Recruiter e poi lavorare nel management di una casa di moda. Al termine del 2021 capirò se iniziare questo percorso subito o se prendermi il tempo per tentare la qualificazione agli Europei di Roma 2022. La mia priorità resta il master, ma avendo un altro anno a disposizione da atleta professionista, mi piace coccolare l'idea di questa possibilità. 5/1/2022

21 Dicembre 2021

Marcella Barlassina, da studentessa a imprenditrice grazie a Luiss Business School

Messinese, 30 anni, dopo aver frequentato il Master in Food & Wine Business ha avviato “Mozzica”, un progetto che porta fuori dalla Sicilia il suo meglio enogastronomico Marcella Barlassina ha sempre nutrito una profonda passione per il cibo, tanto da volerlo trasformare in un lavoro. Ma non ai fornelli, bensì guardando più lontano, pensando più in grande. Così, dopo una laurea specialistica in Economia Aziendale e un Master all'università di Messina, ha deciso di continuare la sua formazione con il Master in Food & Wine Business targato Luiss Business School. Per lei, abituata anche alle sfide in campo grazie a sei anni da giocatrice di basket professionista, è stato come mettere a segno un tiro da tre punti. Marcella Barlassina, cosa ti ha spinto a scegliere il Master in Food & Wine Business in Luiss Business School? La grandissima passione per il settore dell'enogastronomia. Durante il mio percorso universitario, sia per la triennale sia per la specialistica, ho svolto due tesi dedicate al settore food & wine. Una era sulle imprese vitivinicole siciliane. L'altra sulla certificazione halal degli alimenti. Dato che volevo creare qualcosa in questo settore, ho scelto di approfondire le mie conoscenze, tendendo verso l'alta formazione. Durante le mie ricerche ho capito che il percorso Luiss Business School era il più adatto alle mie esigenze. Come mai? Gli altri percorsi erano più orientati al marketing e alla comunicazione del cibo, mentre il Master Luiss Business School guardava sia alle aziende che operano nel settore food and beverage sia all'aspetto gestionale del mondo della ristorazione. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Oltre a una location bellissima come Villa Blanc, ho avuto l'opportunità di incontrare tanti professori e professionisti. A parte la teoria, che si fa un po' ovunque, è stato un master improntato sulla pratica. Infatti, dopo i primi mesi a Villa Blanc, le altre lezioni si sono svolte presso la sede di Gambero Rosso a Roma, dove abbiamo seguito lezioni con chef, abbiamo imparato a fare delle degustazioni di vino. C'è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpita? Dario Laurenzi, founder e CEO della Laurenzi Consulting, azienda specializzata in consulenze in ambito ristorativo. Prima del master non avevo idea che esistessero società capaci di indirizzare e consigliare le attività enogastronomiche. Quell'incontro mi ha fatto comprendere che la consulenza era una strada che avrei percorso volentieri. Ed è lì che ho puntato anche per il mio stage. Dove hai svolto lo stage? Presso Ginevra Consulting con Roberto Tomei, che è stato anche docente del master. Ho fatto un solo colloquio, quello con loro, ed è andato bene. Mi sono subito inserita, nonostante le difficoltà create dalla pandemia. Il master è finito a ottobre, a dicembre ho iniziato lo stage e due mesi dopo eravamo tutti in smart working. Ma questo non mi ha impedito di imparare tantissimo. In che modo? Anche in smart working non mi sono limitata a guardare o ad assistere: ho lavorato, imparando anche aspetti sconosciute di me stessa attraverso le diverse mansioni da svolgere. L'essere completamente sola davanti a ogni compito mi ha permesso di capire che, grazie al master, avevo tutti gli strumenti per fare bene il mio lavoro. Quali sono i corsi che ti hanno cambiata di più, aiutandoti a formare il tuo bagaglio di hard skill? La mia formazione economica mi ha avvantaggiata durante il master. Il percorso mi ha aiutata a declinare le mie conoscenze nel settore food & wine. Più che imparare concetti teorici, durante il master ne ho visto l'applicazione pratica, che mi ha proiettata nel mondo del lavoro. Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il master? Durante il master lavori un po' su tutto. C'è molta competitività e si lavora spesso in team. Si è spinti a migliorare e a tirare fuori il carattere. Tra le tue esperienze c'è una voce molto interessante: sei stata una giocatrice di basket professionista in serie A. Quanto di questa esperienza hai portato o ti ha aiutato durante il master? Durante il master abbiamo fatto tantissimi lavori di gruppo, sperimentando leadership e competizione. Esser stata una sportiva professionista mi ha aiutato perché sono cresciuta con delle regole. Se ho un obiettivo, cerco di fare di tutto per raggiungerlo. Aver giocato in una squadra mi ha aiutato a tirare fuori il massimo anche quando i compagni di gioco non erano in linea con le mie caratteristiche. Quali sono stati i momenti più significativi del percorso in Luiss Business School? Ce ne sono stati due. Il primo è avvenuto verso la fine del master, quando abbiamo visitato la Roaster Starbucks di Milano. Qui ci hanno spiegato come funziona lo store, le policy aziendali, la selezione del personale e delle materie prime. È stato fantastico! E il secondo? Durante un career day ho avuto l'opportunità per parlare con alcuni recruiter di Unilever, che mi hanno invitata per un open day in azienda. Oltre alle impressionanti dimensioni dell'azienda, l'aver potuto lavorare in team durante l'intera giornata mi ha permesso di imparare tantissimo, anche su di me. E questo, senza Luiss Business School, non sarebbe mai accaduto. Ora sei un'imprenditrice. Hai avviato Mozzica, sito di e-commerce dedicato a box di cibo siciliano pensato e pesato per realizzare una ricetta a casa. Com'è nata questa idea? Quanto il tuo percorso in Luiss Business School ha influenzato il progetto? Su Mozzica.it vendo meal kit, ovvero delle box che contengono degli ingredienti 100% siciliani che, messi insieme, concorrono alla preparazione di un piatto della tradizione dell’isola. Ci sono vari kit, tra cui 2 primi come la pasta Bronte e la pasta Norma. L'idea è nata dopo il master, durante il lockdown: prima non mi sarebbe mai venuta in mente. Grazie ai miei compagni di master, ho visto come venivano intesi e fruiti i prodotti siciliani al di fuori della Sicilia. In più, vivendo a Roma ho notato che non tutto era reperibile, nemmeno in una grande città. Così ho pensato di creare questi meal kit, andando a cercare artigiani, contadini e casari della mia terra che potessero offrire un'esperienza autentica della Sicilia a tavola. Il tutto racchiuso in una comoda scatola, perfetta anche come regalo natalizio. Pensa che in futuro continuerai a costruirti sul campo o pensi di tornare sui banchi per acquisire nuove competenze? Farei altri dieci master come quelli fatti in Luiss Business School! Ma ora ho voglia di fare esperienza sul campo, crescendo come imprenditrice. Un consiglio per chi deve iniziare. Il master va vissuto con convinzione, cercando di cogliere il meglio di ogni situazione e vivendolo a 360 gradi. 21/12/2021

12 Ottobre 2021

Gerardo Gagliardo: «Io, CFO a 30 anni grazie a Luiss Business School»

Dopo una vita passata a sognare di lavorare in Ferrari e aver raggiunto il risultato, Gagliardo ha scelto l'MBA Full Time per andare oltre le proprie stesse aspirazioni. L'occasione giusta è arrivata durante l’Exchange Programme a Shanghai «Think big to achieve big»: è questo il motto di Gerardo Gagliardo, oggi Chief Financial Officer di Exein SpA, cresciuto con il mito di Enzo Ferrari. Il suo obiettivo era lavorare a Maranello e, dopo averlo raggiunto, si è accorto che non bastava: aveva bisogno di andare ancora più in alto. Per farlo, ha scelto di continuare a formarsi. L'MBA Full-time targato Luiss Business School gli ha permesso di alzare l'asticella e di diventare il CFO di Exein, la prima società in Italia e la terza in Europa che si occupa della progettazione per la cybersecurity dei firmware dei dispositivi IoT. La società ha appena concluso un round di finanziamento da 6 Milioni di euro con investitori internazionali. Gerardo Gagliardo, cosa ti ha spinto verso il MBA Full Time di Luiss Business School? Mi sono laureato alla Luiss Guido Carli con una tesi su Ferrari: il mio sogno era arrivare a lavorare lì. Ho inviato il mio testo al CFO dell'azienda e qualche giorno dopo ho ricevuto una telefonata che mi invitava ad un colloquio a Maranello. Dopo una serie di colloqui molto approfonditi, il giorno dopo la mia laurea Il sogno era diventato realtà. Mi trovavo molto bene in Ferrari, ma superato il primo momento di entusiasmo ho percepito una certa irrequietezza, come se avessi bisogno di alzare l'asticella. Così ho lasciato Ferrari e ho scelto l'MBA Full Time di Luiss Business School. Avevo fatto il mio percorso di laurea a Villa Blanc: continuare lì mi sembrava naturale. Miravi a qualcosa in particolare? Sì, in quel periodo ero affascinato dal mondo delle startup e volevo avere gli strumenti giusti per avvicinarmi e giocare le mie carte. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? La principale differenza con Luiss Guido Carli è stata l'età delle persone che ho incontrato e il rapporto con i professori, più vicino, più confidenziale, grazie anche alle classi più piccole. Ho incontrato persone che hanno già avuto esperienze lavorative. Ho partecipato a delle conferenze per scambiare esperienze con i ragazzi più grandi dell'Executive, utilissimo anche per fare network. Qual è il corso che ha avuto un maggiore impatto sulla tua carriera? Sicuramente Corporate Finance con il professor Oriani: per me è stato un ripasso perché l'ho seguito anche alla specialistica, ma è stato incredibilmente utile. Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il master? Durante l'Adventure lab ho avuto la possibilità di familiarizzare con pitch e concetti legati al mondo startup, che poi mi hanno aiutato anche nel percorso in Exein. Anche il corso di people management mi ha aiutato a capire come creare un team e gestirlo nelle sue diverse sfaccettature. Competitività: senti di aver allenato questa soft skill durante il tuo percorso in Luiss Business School? La competitività è una soft skill che avevo già visto nelle mie esperienze lavorative in Ferrari: lì l’ambiente era davvero competitivo. Nell'Mba ho creato tante amicizie, c'era un bel clima. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? Dall'MBA mi porto dietro tante relazioni: il 50% delle persone che ho incontrato lì, me le sono portate dietro anche nella mia vita quotidiana. Il vero valore del network che sperimenti in Luiss Business School si misura con l'aiuto che puoi dare alle persone: mi sono ritrovato ad aiutare compagne di corso nella preparazione dell'esame di Corporate Finance. L'esperienza è stata molto dura, ma il network era una delle parti migliori, anche perché mi ha insegnato a lavorare in team, cosa che oggi vivo quotidianamente nel mio lavoro. Quali sono stati momenti più significativi che hai vissuto nel percorso in Luiss Business School? Sicuramente l'Exchange Programme a Shanghai, il Cass Symposium di Londra, che ha rappresentato una grande occasione di contaminazione internazionale, e la Bocconi Finance Competition, a cui ho partecipato rientrando tra i 5 studenti selezionati da Luiss Business School per l'occasione. Ora sei Chief Financial Officer di Exein SpA: in cosa consiste il tuo ruolo e come l'MBA LBS ti ha aiutato in questa fase professionale? Siamo la prima società in Italia e la terza in Europa che si occupa della progettazione per la cybersecurity dei firmware dei dispositivi IoT. Abbiamo appena concluso un round di finanziamento da 6 Milioni di euro con investitori totalmente internazionali ed utilizzeremo questi soldi per espanderci globalmente.Sono entrato in Exein mentre ero in Cina per l'Exchange Programme previsto dal percorso Luiss Business School. Dal Career Service giungevano diverse proposte, grazie all’ottimo lavoro svolto dal Carreer Servici per prepararci ad affrontare al meglio i colloqui, ma nessuna mi entusiasmava: lasciando Ferrari, mettevo sempre tutto il resto a confronto, per scegliere l'occasione che mi avrebbe permesso di fare di più. Finalmente è arrivato il contatto con Exein e mi sono ritrovato a diventarne il CFO a soli 30 anni. Ero inizialmente spaventato dalle difficoltà, ma il rischio fa parte della mia indole. Così ho accettato, lasciando il programma a due mesi dalla fine: cercavano qualcuno che avesse un'esperienza internazionale che io avevo maturato proprio grazie all'MBA in Cina. All'epoca era una società appena nata: oggi siamo in 15 e prevediamo di arrivare a 30 dipendenti in poco tempo. Pandemia, dalla protezione dei dati al modo di lavorare: hai notato dei cambiamenti nel team building e rispetto al prodotto? La pandemia ci ha portato molta più traction. Prima, stando in azienda, si aveva la sicurezza di lavorare in un ambiente protetto. Con lo smart working siamo diventati più vulnerabili agli attacchi, dato che i dispositivi domestici non sono pensati per proteggere questi dati. Come avete cambiato il modo di lavorare in Exein? Da maggio abbiamo adottato un modello ibrido, che pensiamo di mantenere. Il lunedì e il venerdì si resta a casa, gli altri tre giorni siamo in ufficio. Questo ha migliorato la qualità della produttività del lavoro. Il mio team si impegna e non devo stare lì a controllarli: ho deciso di dare una gestione del lavoro libera, orientata alle scadenze, che responsabilizza le persone. La leadership è stato un passaggio che ho mutuato da MBA Luiss Business School. Sono entrato come una persona brava nel finance e ne sono uscito come un CFO, capace di gestire persone, relazioni e conflitti, anche tra altri C-level. Non ne sarei capace senza l'acquisizione delle Negotiation skills, altro risultato raggiunto durante l'MBA. Ad oggi ti sei pentito di aver lasciato il tuo posto in Ferrari? Dopo due anni, posso dire di aver fatto una scelta vincente. I miei genitori mi dissero che ero pazzo a lasciare quella posizione e di dire addio al sogno che avevo sin da bambino. Ma in Silicon Valley si dice «Go big or go home»: io ho un po' riadattato questo motto alla mia carriera., trasformandolo in «Go big or go big» perché per me non c'è un'alternativa al pensare in grande se vuoi arrivare al successo. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? Continuo a formarmi costantemente. Credo fermamente nella conoscenza e nel sapere. Ho speso tanto tempo negli anni universitari. Ho un bagaglio di conoscenze che oggi non vedo nelle nuove generazioni. Quando valuto nuove persone, che possono vantare un cv valido, poi trovo a volte lacune incredibili. La verità è che non si studia più per sé stessi, ma solo per superare un esame. Invece bisogna impegnarsi per avere basi, competenze e conoscenze reali, che rimangono anche dopo il voto. Oltre alla formazione, pensi di navigare verso nuovi lidi? In futuro mi piacerebbe continuare in Exein Spa perché mi trovo bene. Ora puntiamo a un'exit attraverso una quotazione in borsa: per me sarebbe un bel traguardo. Poi mi piacerebbe dedicarmi ad altre attività, magari creando una nuova startup magari anche con risvolti sociali. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? Prima di tutto studiare, ma con interesse per sete di conoscenza e di sapere, e non per superare un esame. Il secondo consiglio è quello di rischiare e ricordarsi sempre “Go Big or Go Big”. Il terzo è quello di curare anche i più minimi dettagli, vista la competizione, chi cura i dettagli è colui che poi fa la differenza. 12/10/2021

05 Ottobre 2021

Bruna Giordano: «Soft skill, il vero valore aggiunto della formazione Luiss Business School»

Un background sempre più trasversale per le nuove professioni legali: Bruna Giordano, dopo la laurea in Giurisprudenza, ha scelto il corso di Alta Specializzazione in “Consulente Legale d’Impresa” della Luiss Business School e oggi è Risk & Compliance Analyst in Accenture Durante l'apprendistato in uno studio legale si possono capire tante cose sulla professione di avvocato e anche su sé stessi. È quello che è successo a Bruna Giordano quando, durante i mesi in Bouché & Partners, ha capito che la professione tradizionale non era più in sintonia con la sua curiosità e con il nostro tempo. Così ha scelto di attualizzare il bagaglio di conoscenze con il corso di Alta Specializzazione in “Consulente Legale d’Impresa” della Luiss Business School. Qui, oltre a familiarizzare con materie economiche, più orientate alla business transition aziendale ormai imprescindibile, ha scoperto che le soft skill sono l'arma più importante per fronteggiare le sfide del futuro. Hai iniziato il tuo percorso in “Consulente Legale d’Impresa” Luiss Business School durante l'apprendistato presso Bouché & Partners: cosa ti ha spinto verso questa scelta? La mia scelta è stata innescata dalla consapevolezza di non riuscire a ritrovarmi nella professione che stavo intraprendendo. Avevo studiato Giurisprudenza, cercando di laurearmi il prima possibile. Ma quando dalla teoria sono passata alla pratica, mi sono resa conto che ciò che facevo non mi dava la soddisfazione che ricercavo. Quindi mi sono guardata intorno e la figura del Consulente Legale d'Impresa ha attirato la mia attenzione. Come mai? Si tratta di una figura più moderna, con skill giuridiche, ma anche economiche. Queste caratteristiche mi hanno spinta a iscrivermi al percorso in “Consulente Legale d’Impresa" di Luiss Business School. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Un ambiente estremamente stimolante, soprattutto durante i primi mesi di induction, quando abbiamo potuto studiare materie economiche, quindi estranee al mio background. Corsi come Risorse Umane, Organizzazione Aziendale, Marketing mi hanno dato spunti interessanti. In più, ho trovato molto dinamismo anche nel confronto con persone provenienti da ambiti diversi dal mio. Ho sentito la mia mente aprirsi. Nel tuo curriculum citi molti corsi come pietre miliari del tuo percorso in Luiss Business School. Qual è quello che ha cambiato maggiormente il tuo modo di lavorare? Sicuramente il corso in Diritto Bancario: era una materia che non avevo mai affrontato durante gli studi universitari e che poi mi ha avviato alla mia attuale professione, quella di Risk & Compliance Analyst in Accenture. Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il percorso? Le soft skill sono state il vero valore aggiunto della formazione Luiss Business School: sul lungo termine mi hanno aiutato moltissimo nella pratica lavorativa. Abbiamo lavorato sulla gestione del tempo, delle scadenze, sull'atteggiamento proattivo e propositivo del lavoro individuale. Ma, più importante, ho capito cosa significasse lavorare in team prima ancora di entrare fisicamente in una squadra. Competitività, altra parola chiave nel mondo Luiss Business School. Senti di aver allenato questa soft skill durante il tuo percorso? Assolutamente sì, ho allenato la competitività in modo sano. Ho imparato che è fondamentale comprendere il valore di tutti gli elementi che fanno parte di un team, sottolineando allo stesso tempo le proprie caratteristiche e i propri valori. Ricordo sempre una frase che il professor Francesco Di Ciommo ci disse uno dei primi giorni: «È bene essere bravi, ma è fondamentale essere più bravi degli altri». Cosa ha significato per te questa frase? Che bisogna sempre investire su sé stessi, perfezionarsi e studiare sempre, non solo all'università o durante un master, ma anche sul lavoro. Il cosiddetto longlife learning innesca una competitività sana, che significa non il voler emergere sugli altri, ma il voler dimostrare e affermare il proprio valore. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? Tutte le persone e le personalità che ho conosciuto durante il programma ho continuato a sentirle anche dopo, anche solo per chieder loro un consiglio. Penso all'esperienza del progetto GROW, dove ho conosciuto Tiziana Mennuti, direttrice delle risorse umane e del legal in RDS, che tuttora sento e mi ha dato consigli preziosissimi. Quali sono stati momenti più significativi che hai vissuto nel percorso in Luiss Business School? Tra i momenti più importanti c'è sicuramente il Leader4Talent, incontri organizzati con cadenza regolare in cui potevamo incontrare personalità di spicco nel mondo accademico o nel panorama aziendale italiano. È stata un'occasione di crescita molto importante e preziosa. Nel 2019 sei entrata in Nike Consulting – Junior Analyst, poi in Accenture come Senior nella stessa posizione: come il corso di alta formazione ti ha aiutato in questo salto di carriera? Quando ho terminato il corco si alta formazione, tramite il Career Service ho ottenuto un colloquio in Nike Consulting, una società di consulenza che si occupava dell'analisi regolamentare normativa in ambito finanziario. Il settore mi interessava molto: così ho colto l'occasione al volo e ho iniziato questa esperienza che è durata un anno e mezzo. Poi cos'è successo? Nike Consulting è stata acquisita da Accenture, quindi ora facciamo parte di una multinazionale. La Luiss Business School mi ha permesso sia di avere il mio primo posto di lavoro, ma anche nel mio salto di carriera perché tutto quello che ho imparato durante il percorso l'ho messo in pratica sul lavoro. Cosa ti ha aiutato di più in questo passaggio? Lo spirito di sacrificio e l'umiltà all'inizio, che mi hanno permesso di confrontarmi con un'azienda più piccola, con un ambiente di lavoro più ristretto, cosa che a me ha fatto bene. Perché? In questo ambiente più ristretto ho potuto sviluppare e far emergere le mie potenzialità. Quando è stato il momento per la mia azienda di fare il salto, insieme a lei l'ho fatto anche io. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? È una cosa che non escludo. Il mondo del lavoro sta cambiando e le competenze vanno attualizzate soprattutto in ambito digital. Da due anni lavoro da casa e ho dovuto acquisire tante skill digitali: vorrei continuare a formarmi soprattutto da questo punto di vista, aumentando la rivendibilità futura della mia posizione professionale. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? Il mio primo consiglio è quello di fidarsi dei professori in aula e di tutto il team intorno al percorso. Poi bisogna sfruttare al massimo le possibilità di incontro e network, che sono il vero valore aggiunto di Luiss Business School. Si permette allo studente di confrontarsi con persone e personalità con quali in un altro ambiente si avrebbe più difficoltà a confrontarsi. In più, non ultimo e non meno importante, consiglio di essere molto ambiziosi, attitudine che ripaga sempre. ---- Lo Studio Legale Lener, Morrone & Partners mette a disposizione una borsa di studio per l'edizione 2021/2022 del programma, volta ad offrire un sostegno finanziario per favorire la partecipazione. Per maggiori informazioni è possibile scrivere a: master@luissbusinessschool.it o recruitmentluissbs@luiss.it SCARICA LA BROCHURE 5/10/2021

28 Settembre 2021

Domenico Crescenzo: «Io, servant leader grazie all’MBA Luiss Business School»

Un percorso poliedrico e la voglia di mettersi alla prova al di fuori del proprio settore di competenza, l'ingegneria, hanno spinto il giovane startupper verso l'alta formazione Luiss Business School. Il risultato? Una nuova avventura e tante nuove frecce al proprio arco Domenico Crescenzo non è il classico ingegnere, certo solo delle sue conoscenze. Ma per comprendere questa personalità che in molti definirebbero “multipotenziale”, bisogna raccontare la sua storia dall'inizio. Domenico è prima di tutto un leader naturale. Il primo ruolo arriva prestissimo, durante gli anni della scuola militare aeronautica Giulio Douhet di Firenze, frequentata dai 16 ai 19 anni. Qui è stato capo corso di 40 cadetti: insieme alla fatica degli studi liceali, aveva anche la responsabilità dei coetanei del suo corso. Poi è arrivato il percorso accademico in ingegneria energetica (percorso Aspri, Alta scuola politecnica ricerca e innovazione) presso il Politecnico di Milano. Terminati gli studi, è stato il momento di un'esperienza all'estero, per la precisione a Stoccolma presso il Royal Institute of Technology (KTH), dove ha seguito un percorso di ingegneria della progettazione, specializzandosi nella branca legata alla combustione e motori a combustione interna. L'approdo in Scania, azienda leader nella produzione di veicoli industriali, sembra quasi scontato. In questa esperienza Domenico porta a compimento anche un brevetto legato a un algoritmo capace di misurare l'efficienza di iniezione del combustibile. Ma qualcosa non funziona nell'equazione della sua vita lavorativa: Domenico sente che la sua vera realizzazione è nel mondo imprenditoriale. Lancia la sua prima startup, ma le cose non vanno come dovrebbero: lui, giovanissimo, entra in un team fatto da amici, che però non condividono la stessa visione. Così inizia a frequentare il mondo imprenditoriale italiano, prima di approdare a Janssen, la divisione farmaceutica di Johnson & Johnson. Questo è stato l'inizio di continui contatti con tante realtà innovative, tra cui Keethings, startup in cui ha esplorato tutti i ruoli che è possibile ricoprire in un'azienda di questo tipo. Questa esperienza lo ha portato a capire che consolidare le conoscenze manageriali e imprenditoriali non era più una scelta, ma un imperativo. Da lì, la decisione di iscriversi all'MBA di Luiss Business School. Grazie all'ambiente fertile e stimolante, Domenico si è rimesso in gioco e ha consolidato le sue conoscenze. Durante il percorso, in piena pandemia, ha anche fatto nascere la sua seconda startup, Screevo, l'espressione finora più compiuta della sua voglia di essere imprenditore. Domenico Crescenzo, cosa ti ha spinto a scegliere l'MBA Luiss Business School in formula part-time? Mi piaceva molto il mio lavoro in Keethings e non volevo lasciarlo. Qui stavo lavorando su settori che non avevo mai toccato prima. Sono sempre stato un ingegnere, un tecnico, ma con una forte spinta verso l'imprenditorialità. Volendo portare le due cose in parallelo: studiare e mettere in pratica, la formula part-time, benché impegnativa, era adatta alla missione. Perché la Luiss Business School? Perché è uno dei programmi, se non il programma più importante d'Italia. Essendo a Roma, mi permetteva di costruire e fortificare la rete che già avevo in quest'area geografica. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? L'aggettivo che meglio esprime la mia esperienza in Luiss Business School è “diverso”. Prima di tutto, la mia classe era costituita da tantissimi profili diversi, un vero e proprio valore aggiunto: dal profilo corporate all'imprenditore, c'erano diversi tipi di persone. L'ambiente è informale, molto interessante, cosa che mi ha permesso di avvicinarmi e parlare facilmente con chiunque volessi. Sei il Co-Founder e CEO della startup Screevo. Quali competenze – hard e soft – acquisite durante l'MBA ti hanno aiutato e ti aiutano a svolgere questo ruolo importante? Sicuramente quelle legate alla parte economico finanziaria, come il budgeting e la capacità di sedersi e cercare di pianificare tutte le attività nel breve, medio e lungo termine. Abbiamo seguito corsi di imprenditorialità in cui ci hanno spiegato come fare una presentazione per gli investitori, come capire e cogliere gli aspetti principali di un mercato, oltre ad alcuni corsi di marketing in cui ci hanno insegnato a notare alcune cose. Sono corsi e materie così ampie che ti spingono ad approfondire le cose che contano di più per ogni singola persona. Per quanto riguarda le competenze soft, penso che quando si entra in un MBA, dopo aver seguito le lezioni, non si esce come delle persone completamente diverse. Accade solo se ti metti davvero in gioco durante il percorso. La serie di corsi sulla leadership, ad esempio, affiancati al coaching, vanno poi applicati affinché avvenga una vera trasformazione. Io avevo in mente una sfida. Quale? Quando parti con una startup e sei poco più di un ragazzo, con poche risorse, e chiedi a persone più senior di lavorare gratis per te, per seguire un sogno, in tempo di pandemia, senza vedersi mai, richiede una leadership importante. Dipende da me, ma anche dalla visione e da ciò che comunico alle persone che stanno davanti a me. L'obiettivo che avevo in mente era far sì che anche gli altri riuscissero a vedere ciò che vedevo io. Quindi la mia bravura doveva stare nella capacità di comunicare quel sogno e sento che l'MBA mi ha aiutato ad affinare gli strumenti per farlo. Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il master? Nel corso di leadership mi ha colpito molto una frase detta in classe: «It's not about you. It's about the others». La servant leadership, il mettersi a disposizione, l'essere il primo a prendersi gli schiaffi, creano quello spirito di trust che spinge tutto il team a mettersi in gioco. Davanti a grandi investitori ho preso molti schiaffi e il mio team mi ha ringraziato per questo! Sul coaching ho dovuto mettermi in gioco a 360 gradi: qui ho esplorato i miei limiti di persona e poi di professionista. In che senso? Nella mia esperienza, posso dire che i limiti del professionista sono strettamente legati a quelli della persona. Sono sempre stato un buon comunicatore, ma emotivamente piuttosto chiuso: in alcuni casi può diventare un problema anche sul lavoro. Quando non riesci a esprimere ciò che senti, in positivo e in negativo, possono nascere incomprensioni. Questo mio limite è stato un punto di attenzione, che mi ha costretto ad allenare questa caratteristica. L'MBA non è una serie di corsi, che puoi acquisire leggendo dei libri: richiede un rimettersi in discussione per ripartire da una base più solida. Nella tua posizione la leadership è una qualità fondamentale: cosa ci vuole per essere veri leader? Servire, ascoltare, affrontare. Per alcune persone affrontare discussioni difficili è molto complicato. Invece va fatto in modo repentino e chiaro. Bisogna essere trasparenti nei confronti di sé stessi e degli altri. Di conseguenza, bisogna affrontare ogni giorno questi temi per creare un clima di fiducia, che non va tradita. Un buon leader è una persona di cui i dipendenti e gli impiegati si fidano, per cui sono pronti a fare l'extra mile. Il tuo curriculum è molto ricco: in quale delle tue esperienze pensi che l'MBA Luiss Business School avrebbe potuto cambiare le tue performance? Credo che questo tipo di formazione avrebbe fatto la differenza in molti momenti. Nel mio percorso di ingegneria non sono mai stato esposto a questioni di business. Sono entrato all'università con l'idea di finire il prima possibile, ma al termine ho scoperto che ciò che avevo studiato non mi piaceva del tutto. Competitività: senti di aver allenato questa soft skill durante il tuo percorso in Luiss Business School? Sono estremamente competitivo per natura, ma non verso gli altri. Nell'MBA non c'è competitività interna, ma si avverte la volontà di andare avanti uniti come un blocco. Le varie sfaccettature di ognuno concorrono a creare un corpo unico. Si ha la possibilità di cogliere il meglio di ogni componente della classe. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? Sono ancora nel pieno del programma, mancano sei mesi alla fine. Ho avuto contatti con persone interessate alla mia startup Screevo. Ho lanciato un'iniziativa, Startup Group, in cui abbiamo organizzato una call: si sono presentati 60 ex alumni con idee innovative. Pandemia e corso: come hai vissuto la didattica a distanza? La didattica a distanza ha i suoi limiti. Ma è la prima volta per tutti. L'esperienza di networking ne ha risentito, ma sono sicuro che ci saranno occasioni per colmare questo gap. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? Il futuro sarà su Screevo. Poi non lo so: coltivo il sogno di alimentare la mia passione per la didattica. Raccontaci cos'è Screevo. Si tratta di un assistente vocale per l'industria 4.0. Il settore manifatturiero è stato travolto da un'onda di digitalizzazione. Operatori e tecnici, che sanno lavorare con le mani, spendevano più tempo davanti al computer per inserire dei dati che sul campo per risolvere i problemi. Infatti, dopo aver aggiustato una macchina, va compilato un report. L'idea è che le mani di operatori e tecnici debbano tornare a essere libere di generare valore. Per questo il nostro pay off è “Free From Typing”. Con Screevo si può parlare mentre si lavora: quello che si dice viene trascritto in maniera automatica nei campi software del cliente. Screevo rimappa quello che viene detto e inserisce ogni risposta nei campi specifici previsti dal software. Screevo può aiutarci anche a prenotare un viaggio sul sito di Trenitalia. Posso prenotare un treno sul sito di Trenitalia utilizzando Screevo: lui sa quali campi compilare con le risposte che gli diamo. La startup ha vinto la competizione Boost your ideas, lanciata da Regione Lazio e ci è valsa l'ammissione all'incubatore della Luiss. Verso la seconda settimana del Luiss & Labs siamo stati contattati da un programma di accelerazione in California e ora stiamo per aprire una seconda sede lì. Open innovation e Millennial: quale ricetta per creare engagement? È importante che le corporate responsabilizzino i giovani a loro rischio e pericolo. Dentro J&J sono stato responsabilizzato e, nonostante la paura, mi sono sentito coinvolto. Un ragazzo laureato, con le sue ambizioni, che pensa di spaccare il mondo, ed entra a fare lavoro d'ufficio, dove vede poco valore aggiunto, dove non sente la pressione della responsabilità, si disingaggia velocemente. Si scappa o dalla pressione o dalla noia. È lì che bisogna lavorare: comunicare la visione per farli sentire parte di qualcosa. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? La chiave del successo – e parlo da chi sta affrontando questo percorso in prima persona – è il coraggio di prendersi dei rischi. E non è qualcosa che si fa solo da imprenditori. Si ha successo quando si spinge per cambiare, cosa che richiede coraggio, energie e rischio. Uno studente MBA che vuole cogliere le opportunità del percorso deve poter innovare perché è necessario per crescere, per cambiare il sistema, ma anche il Paese. Per innovare serve coraggio. Non lo si può fare solo seguendo le regole. A volte è necessario sapendosi muovere tra le regole, e questo comporta una parte di rischio. Il Messaggero, Screevo - Un fondo americato co-investe nella start-up di Luiss Enlabs, 17 settembre 2021 28/9/2021

17 Settembre 2021

Chi sono i leader del futuro: la lezione del Graduation Day in Luiss Business School

Nella cornice di Villa Blanc gli studenti dei master 2018/2019 hanno celebrato la fine del proprio percorso formativo. «Né un punto di arrivo, né di partenza, bensì la tappa di un lungo viaggio», ha spiegato il Presidente Luiss Business School Luigi Abete, dettando gli ingredienti necessari per essere leader del futuro «La formazione è qualcosa di più del semplice apprendimento: è crearsi un proprio modo di essere, di pensare, sia da un punto di vista progettuale sia critico, per arrivare ad agire come leader». Con queste parole Luigi Abete, Presidente Luiss Business School, ha aperto i Graduation Day dedicati agli studenti del master dell’edizione 2018/2019. Torna finalmente la cerimonia in presenza, che ospita inoltre gli speech degli studenti. I leader del futuro «Leadership significa avere un orizzonte più che una visione – ha spiegato Abete – Quest'ultima può essere anche un'utopia, mentre l'orizzonte è quel punto distante da noi, ma che riusciamo a vedere e a fotografare. È un punto che più gli camminiamo incontro, più si allontana, e che quindi non raggiungeremo mai. Ma è proprio questo il modo di essere leader: svolgere una professione, avendo progetti e programmi, sostenuti da quell'orizzonte, da tradurre in realtà». Nel salutare studenti e famiglie, ma anche coordinatori, professori e operatori, il presidente Luiss Business School ha sottolineato anche che «leader non significa avere il consenso di molti, ma avere idee e progetti da perseguire. Non ha paura del nuovo, del cambiamento, dell'andare in minoranza con le proprie idee perché sa che potranno realizzarsi portando cose positive per tutti. Il leader è un soggetto che ha la responsabilità – intesa come coscienza e conoscenza – come centro della propria modalità di agire». «I veri leader oggi non sono degli uomini solitari – ha concluso Abete – la leadership di un Paese moderno va costruita in modo collettivo. La storia è fatta da tante persone, in tempi moderni e meno moderni, in contesti talvolta difficili, ma la volontà degli uomini positivi, se riescono a fare un fronte comune, naturale, allora diventa leadership. La capacità di ciascuno di noi si vede nell'essere leader insieme agli altri». Essere testimoni attivi Terminato il proprio percorso di studio, gli studenti di Luiss Business School si trasformano in testimoni attivi che, attraverso la propria professionalità assicurano la prosecuzione della storia di formazione che ogni giorno si svolge a Villa Blanc, a Roma, e nelle altre sedi nazionali e internazionali della Scuola. Come ha spiegato Luca Pirolo, Direttore Area Master Luiss Business School, «se c'è una qualche battaglia che dovete combattere nel mondo del lavoro, dovete farlo essendo certi di avere tutti gli strumenti che avete acquisito durante questi mesi all'interno delle nostre aule. Ci piace pensare che quello che ogni studente attraversa nelle nostre aule non è un percorso di formazione, ma di trasformazione. Si cresce dal punto di vista personale, professionale e caratteriale perché il nostro percorso formativo si basa sullo sviluppo di hard e soft skill». A testimonianza di ciò l’Alumna, Francesca De Rosa, che ha frequentato il Major in Sustainability and Energy Industry del Master Master in International Management nell’hub di Milano alla sua prima edizione, ha raccontato la fatica, ma anche i traguardi raggiunti insieme al gruppo. «Quella valigia per Milano ci ha cambiato la vita – ha spiegato De Rosa – L'esserci spinti oltre la comfort zone e aver avuto il coraggio di raggiungere il risultato ci ha resi non solo più capaci e coesi tra noi, ma ha cambiato i nostri caratteri e le competenze di partenza, che si sono intrecciati in modo da poterli esprimere al meglio anche nell'aiuto ai propri compagni di avventure. Non ci serviva avere tutte le risposte all'inizio, ma l'importante era farsi le giuste domande nel percorso». «Se dovessi definire con una sola parola il percorso di formazione in Luiss Business School, quella parola sarebbe "unbelievable" – ha esordito Antonietta Costanzo, studentessa del master in Diritto Tributario. Ricordando le tappe e i successi del percorso ha raccontato i quattro ingredienti per una carriera di successo emersi durante l’incontro di Job Shadowing con Patrizia Rutigliano, Executive Vice President Institutional Affairs, ESG, Communication & Marketing di Snam, nell’ambito del progetto GROW-Generating Real Opportunities for Women: «Non precludersi mai un'occasione lavorativa, quella che a volte si considera la meno adatta si può rivelare la vostra migliore scelta; mettersi in gioco in primo piano, nessuno ti dà gratificazioni solo perché sei bravo; non crearsi mai problemi di mobilità; curare il network è bello, fare squadra». «Un’esperienza che non solo permette di acquisire gli strumenti necessari per trasformare un'idea in un progetto reale – ha precisato Carlotta De Simone, studentessa di Gestione della produzione cinematografica e televisiva – ma che ti forma come professionista, consentendo di acquisire consapevolezza dei tuoi punti di forza, e ti arricchisce grazie alla possibilità di confronto e dialogo, con colleghi ed esperti di settore». A questi, il presidente Abete ha aggiunto: «Ambizione e senso del limite sono due facce della stessa medaglia: l'ambizione è legittima se hai un progetto, mentre il senso del limite dà all'ambizione il senso della realtà». Nel concludere le cerimonie, il professor Pirolo ha augurato agli Alumni di non fermare mai la «sensazione di positività che state vivendo, continuate a guardare il futuro, abbiate fiducia in quello che avete appreso e andate avanti come persone e come lavoratori». 17/9/2021

15 Luglio 2021

Riccardo Angelini Rota: «Executive MBA, una boccata d’aria fresca che può cambiarti la vita»

Anima da nerd e curiosità da grande ricercatore: sono queste due soft skill che hanno permesso a Riccardo Angelini Rota, ex MIT di Boston, di cambiare pelle, svestire i panni dello studioso e indossare con grande soddisfazione quelli di responsabile della Struttura Sustainability Planning and Projects di Leonardo S.p.A. dopo  aver lavorato per un lungo periodo nella gestione del patrimonio immobiliare dell'azienda. Nel mezzo, la scelta di andare a più a fondo, come da sua abitudine, sulle competenze. Per farlo, ha scelto un Executive MBA di Luiss Business School. Riccardo Angelini Rota, perché hai scelto un master Executive MBA targato Luiss Business School? Avevo voglia di ampliare le conoscenze manageriali sempre più richieste nel mondo del lavoro. Sono un ingegnere, anche un po' nerd, ho fatto un dottorato sui temi della fluidodinamica e dei modelli di intelligenza artificiale. Ho trascorso quasi due anni all’MIT di Boston e ho lavorato in diverse università. La mia passione per la ricerca, unita alla conoscenza del mondo aziendale, mi ha aiutato a capire che a un certo punto della mia crescita professionale, con l'aumentare delle responsabilità e delle interazioni tra le funzioni aziendali, avere conoscenze trasversali può fare la differenza, lasciando l'ambito tecnologico verso quello manageriale. In che modo? L'interazione tra le business unit sostanziata dalle conoscenze che l'EMBA ti dà, ti fa sentire più strutturato, sicuro di te. Quindi a spingermi verso la scelta in Luiss Business School sono state l'eccessiva conoscenza tecnica e la voglia di avere una visione più eterogenea di come funziona un'azienda, affrontando temi che da ingegnere nerd non avevo mai studiato, come il marketing  e la parte di analisi economica finanziaria. L'EMBA mi ha permesso di colmare questi gap e di acquisire nuove fondamentali competenze.  Che ricordi hai del percorso in aula? Divertimento, affiatamento. Mi sono portato a casa tutti gli approfondimenti professionali che la condivisione con altri membri del gruppo hanno reso possibile nella preparazione degli esami. Durante l'EMBA si creano rapporti molto strutturati: ti appoggi e ti confronti con varie persone, alle loro competenze e ai loro percorsi di carriera con l’obiettivo di imparare e di crescere. Quello che si è creato è un legame forte, una seconda famiglia, perché il tempo che gli si dedica è molto, tra condivisione, esami e lavoro di gruppo.  Come avete lavorato sulle soft skill e come le hai applicate nel tuo campo? Riscrivendo il mio curriculum, ho notato che molte delle mie soft skill sono cresciute dopo l'EMBA: autonomia e leadership; curiosità, stimolata da tutto ciò che il percorso ti mette davanti; capacità relazionali, perché è una classe di 30, 40 persone, di esperienze e profili eterogenei, con cui ti trovi a confrontarti; problem solving, esercitato nelle decisioni prese per tutto ciò che riguarda il corso; capacità comunicativa, implementata in diversi contesti; team work, ne abbiamo fatto tantissimo; resistenza allo stress, perché fare gli esami mentre lavori non è facilissimo; la capacità di organizzare; la gestione delle informazioni e criticità; infine, il conseguire gli obiettivi. Questo è solo un elenco, ma ripercorrendo le singole voci, ho ricordato tutto ciò che avevamo fatto per ognuna di queste soft skill, facendo un'analisi - positiva - su quello che avevamo vissuto. Durante il master avete creato dei progetti: qual è il tuo ricordo di questa esperienza? Mi sono occupato di un progetto che non è stato confezionato negli ultimi mesi, ma che è nato poco dopo l’inizio della pandemia da Covid-19. Eravamo in lockdown da un mese: tutti stavamo vivendo questa nuova esperienza. Noi l'abbiamo vissuta in modo intenso, anche attraverso il percorso EMBA. Il legame forte che si era creato con le persone, con i luoghi, con le aule della bellissima Villa Blancè stato rallentato. Siccome la resilienza è una delle parole cardini dell'EMBA, abbiamo iniziato a pensare a uno strumento che possa garantire un'unione fisica e digitale, e che possa accelerare – per chi fa parte di questi percorsi – le possibilità di networking anche stando a casa. Così abbiamo creato un progetto che prenda i dati e le biografie delle persone appartenenti alla community della business school e riesca a fare un'analisi semantica dei testi estrapolando le particolarità e le peculiarità di queste persone, le loro professioni ma anche i loro hobby e far sì che la scintilla professionale scocchi grazie alla regia dell'intelligenza artificiale. Luiss Business School ha sostenuto il vostro progetto? Sì, la scuola ci ha creduto moltissimo, dato che ha dovuto affrontare questa nuova condizione alla quale la pandemia ci ha esposto. Ora stiamo andando nelle classi di tutti i percorsi MBA per raccontare questo progetto, alimentare la community e trasferire anche la nostra esperienza. Siamo in fase di raccolta dei dati: abbiamo diverse centinaia di biografie, stiamo avviando la parte di machine learning per poi tirar fuori una soluzione strutturata. Per noi l'interesse è poter garantire che il match, la conoscenza reciproca e le possibilità di interconnessione avvenga. L'idea è accelerare tutta la community Luiss Business School attraverso questo progetto. Luiss Business School mira a formare leader che abbiano un impatto nel mondo, non solo nel proprio percorso professionale, ma anche lasciando un'impronta nel mondo. Com'è stata trattata questa tematica durante il corso? Uno dei corsi dell'EMBA è stato di fondamentale importanza nel cambio di ruolo in azienda. Seguendo infatti il modulo di Corporate social responsability, a novembre, ho acquisito gli strumenti che, insieme al mio passato nella ricerca, hanno contribuito a far si che l’ex capo dell’Innovazione e della Sostenibilità di Leonardo, l'attuale ministro Cingolani, mi volesse nel suo team. Sicuramente una parte di questo successo è da attribuire alle conoscenze che il l’intero percorso EMBA mi ha fornito. In tutte le materie c'è una parte formale e una di rappresentanza manageriale e aziendale, incontri che ampliano il bagaglio di conoscenze e la tua visione sulla specifica materia in maniera estremamente utile. Il tuo consiglio a chi vuole intraprendere questo percorso. Bisogna affrontare questo percorso con passione, positività, voglia di cambiare: questo approccio ti fa vivere il percorso in maniera positiva. Si riceve un'apertura, una boccata d'aria fresca, che può cambiarti la vita. Incide in maniera positiva, ti dà tanto scambio con le persone e questo ti arricchisce in maniera irreversibile. Riccardo Angelini è stato inserito da Fortune Italia nella selezione dei 40 Manager under 40 per il 2021. 15/7/2021

15 Giugno 2021

Luigi Caldarola: «Cambiare lavoro è più facile grazie a Luiss Business School»

Dopo cinque anni in Nike, l’ex studente si è lanciato in una nuova avventura, con un settore tutto da costruire a sua immagine. A coprirgli le spalle, le competenze e tanta curiosità. La storia di Luigi Caldarola dopo il Major in Corporate Finance, per la serie #MyLuissBusiness Lasciare un lavoro che era stato il sogno di una vita in Nike, per un salto nell'inesplorato: Luigi Caldarola ha scelto di provarci, senza paura. A dargli l'energia e la fiducia nelle proprie capacità è stato il suo percorso universitario in Luiss. Oggi, che ha 30 anni, si prepara a diventare il Senior Financial Analyst europeo di StockX, azienda legata al mercato del reselling di prodotti in edizione limitata. Il coraggio di ricominciare con competenze solide e tanta curiosità deriva anche dal Major in Corporate Finance del Master in Financial Management frequentato in Luiss Business School. Luigi Caldarola, perché hai scelto il Major in Corporate Finance di Luiss Business School? Ho conseguito la laurea triennale in Economics and Management - Administration, Finance and Company Control alla Luiss Guido Carli. Dopo un'esperienza molto formativa sia a livello personale che professionale a Londra, ho capito cosa non volessi fare nella vita. Cosa è successo? In quella prima esperienza avevo a che fare con fondi di investimenti basati sul cambiamento climatico. Successivamente ho capito che avrei voluto avvicinarmi maggiormente al mondo del Corporate Finance. Poi, essendo molto attaccato alle mie radici e alla mia famiglia, ho deciso di tornare a Roma e di proseguire la mia formazione con il Major in Corporate Finance (Macofin) di Luiss Business School. Come mai hai scelto un master e non di proseguire con una laurea magistrale? Quello del master è un titolo che ha maggior peso all'estero. Il mondo del lavoro è molto competitivo, soprattutto a livello internazionale: volevo provare ad accelerare l'intero processo. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Un ambiente splendido, sereno, dal respiro internazionale, che mi ha permesso di fare tante amicizie durante l'intero percorso. Ho trovato un gruppo di persone pazzesco, con cui siamo ancora in contatto: non siamo mai stati solo colleghi, ma veri e propri amici, che studiavano e uscivano insieme. Il rapporto con i professori è stato splendido, la didattica eccellente. Le classi hanno un numero limitato di persone, fattore che ha permesso ai docenti di dare ad ognuno un mindset specifico, orientato su di noi. All'inizio non pensavo sarebbe stato così. Il Macofin è interamente in inglese: questo è stato un problema o un'opportunità per te? Partivo con una buona base di inglese e lo avevo già esercitato, ma è molto importante essere a contatto con la lingua ogni giorno: parlarlo, capirlo, leggerlo ed esprimersi. Anche tra noi studenti cercavamo di parlarlo il più possibile. Il master lo ha sicuramente potenziato, grazie anche al focus completamente concentrato sul linguaggio del Corporate Finance, un ambito per me completamente nuovo. Soft skill: come avete lavorato su questo ambito durante il master? La comunicazione è tutto: cercavamo di comunicare tra di noi il più possibile. Il fatto di sapersi relazionare anche con small talk è fondamentale, fattore che mi ha aiutato sia nel passato che nel mio presente lavorativo. Poi è stato stimolato il saper lavorare in gruppo e cambiare gruppo per avere rapporti con chiunque. Il master ci ha dato un mindset specifico anche su come approcciare determinate tematiche nell'ambito lavorativo futuro. Quali sono stati momenti più significativi del percorso? Non c'è stato un vero e proprio momento fondamentale: tutto il percorso è stato meraviglioso. L'iniziare un capitolo nuovo della propria vita con persone con cui ti trovi bene è sicuramente un plus. Il momento più brutto c'è stato proprio alla fine, quando sentivamo che il percorso stava finendo e che ci stavamo lasciando. Didattica e insegnamenti: cosa ha fatto la differenza? Chi più, chi meno i professori – tra cui c'erano anche nomi di spicco – avevano alle spalle esperienze lavorative importanti. Si arrivava in classe felici, sapendo che c'erano dei docenti importanti da ascoltare. Oltre ad essere lezioni didattiche, erano lezioni di vita. Dalla Luiss Business School a Nike: come ci sei arrivato? Per me lavorare in Nike era il sogno della vita e ci sono arrivato quasi per caso. Ero in Croazia e ho pensato di mandare una mail alle risorse umane per capire se ci fosse quale posizione aperta. Non mi aspettavo una risposta e invece mi è arrivata la notizia di una posizione disponibile e che avrei potuto fare il colloquio immediatamente. Avevo un'altra offerta che proveniva dalla British American Tobacco, ma Nike era il mio sogno. Così mi sono detto “Vediamo come va”. Quanto ha contato la provenienza dal mondo Luiss? Molto, perché come dicevo prima è un ambiente internazionale. L'approccio con l'inglese è stato importante, oltre all'esperienza didattica. E nel tuo passaggio in StockX? L'esperienza in Luiss ha fatto la differenza? La Luiss è stata la base, il fulcro. Quando mi presento parto sempre dalle basi, dal mio percorso universitario e quindi sottolineo la mia provenienza universitaria. Durante le application che facevo, nei menu a tendina la voce Luiss era tra le prime. È molto richiesta, soprattutto all'estero. Qual sarà la tua posizione in StockX? Sarò Senior Financial Analyst a livello europeo. StockX è una grande struttura nata in America e pronta a sbarcare nel Vecchio Continente. Ha duecento dipendenti solo a Londra e nel reparto finance ora non c'è nessuno: sono la prima e l'unica risorsa del settore. Si tratta di una posizione molto dinamica, in cui bisognerà dare una struttura a tutto il settore in cui andrò a operare. Il business è nuovo, sta crescendo e questo richiederà moltissime analisi. Riporterò direttamente alla sede centrale, negli Stati Uniti, anche se lavorerò per lo più in smart working, viaggiando tra Olanda, Londra e America. Come sarà la tua vita in azienda? Si dice che chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova. So che è vero per quanto riguarda Nike: la vita nel campus è stata incredibilmente bella. Ma ora la routine aziendale sarà diversa per tutti. StockX mi permette lo smart working, non andrò in ufficio ogni giorno e so che a livello umano sarà diverso. Per questo ho chiesto di poter avere incontri live con gli altri in azienda: ritengo importante conoscersi fisicamente. Cosa ti porti da Nike? Proverò a portarmi tutta l'esperienza multietnica che ho fatto, l'essere molto più aperto rispetto a quando ho iniziato, cercando di essere un miglior business partner. In più, mi porto la struttura di Nike e le conoscenze tecniche, che ho coltivato anche in Luiss. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? Considero la mia carriera all'inizio. Non pianificavo di cambiare lavoro, ma è successo: potrebbe accadere lo stesso con gli studi. Oggi è molto difficile cambiare e trovare qualcosa di nuovo, anche se è possibile. La competizione è enorme. Quando sentirò di poter conciliare le due cose, vorrei provarci per allargare le mie conoscenze, una delle motivazioni che mi ha spinto a cambiare lavoro. C'è stato un allenamento alla competitività nella formazione in Luiss Business School? Sì, ma ciò che ho trovato è una “bella”concezione di competitività tra i colleghi. Quali sono i tuoi suggerimenti agli studenti futuri e in aula, su come cogliere pienamente le opportunità del percorso? Innanzitutto, di crederci sempre: vengo da un percorso liceale non facilissimo. Ma ho sempre avuto degli obiettivi specifici su cui focalizzavo la mia attenzione, e non mi sono mai arreso. La vita devi mangiartela, che è una cosa che la Luiss mi ha insegnato. Un altro aspetto fondamentale è viversi il momento: gli anni in Luiss sono stati tosti, ma anche bellissimi. A quale tipo di creatività si può fare appello, dato che gli studenti di questo ultimo anno non hanno potuto vivere ciò che hai vissuto tu, in presenza? Come si può compensare? L'aspetto umano è fondamentale, l'ho visto anche sul lavoro. L'ultimo anno in smart working mi ha permesso di tornare a casa, ma credo che un giusto mix tra ufficio e schermo sia l'ideale. Stai per affrontare un importante switch di carriera: quanto ti ha aiutato il percorso fatto in Luiss Business School in questo passaggio? Sì. In Luiss ho imparato ad ampliare la mia visione. Prima pensavo che avrei lavorato in Italia, ma durante il mio percorso in Business School, avendo a che fare con tante culture, ho imparato a lasciarmi andare. Da lì è nata la voglia di provarci con Nike, in Olanda. Da quel momento non ho avuto più paura. Voglio ringraziare la mia famiglia che mi è sempre stata accanto e mi ha supportato in ogni scelta. Ringrazio chi mi è stato vicino durante questo percorso, una persona in particolare. Ringrazio inoltre chi ha contribuito a rendere questa esperienza indimenticabile. Dopo la prima esperienza all'estero, dopo molti momenti difficili, non temi più nulla e ti dici: «perché non provarci anche con una realtà più piccola per farla diventare più grande?». Ma c'è anche un'altra domanda a cui sento che prima o poi darò una risposta. Quale? Si parla spesso di fughe di cervelli qui in Italia. Io penso che abbiamo l'obbligo morale di riportare a casa le nostre esperienze e penso che un giorno metterò insieme tutto quello che ho fatto e coltivato per riportarlo qui e far diventare più grande anche casa nostra. 15/6/2021