Tre voucher su 4, sottolinea la società, sono appannaggio dello stesso operatore
WindTre mette le mani avanti in vista della fase 2 dei voucher per lo sviluppo della banda ultra-larga chiedendo di evitare l’effetto distorsivo del mercato che l’azienda ha riscontrato nella prima fase degli incentivi alla domanda. «I rischi di distorsione della concorrenza – spiega Roberto Basso, direttore External affairs & sustainability, a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) – erano stati chiaramente segnalati prima del lancio della fase 1, adesso apprendiamo dal ministro Colao che tre voucher su quattro sono stati appannaggio di un solo operatore, e che altri 94 operatori hanno dovuto dividersi le briciole. Un effetto distorsivo così forte sulla fase 2 sarebbe devastante per il mercato». Colao non ha fatto il nome del primo operatore che, secondo il mercato, è Tim.
«Qualcosa non ha funzionato nella gestione della prima fase dei voucher»
Più in generale, riguardo alla politica di sostegno alla domanda, WindTre ritiene che bisognerebbe avere «un obiettivo chiaro quanto alle tecnologie da promuovere. Dopo il dibattito del passato, oggi il Governo sta mettendo mano a una nuova strategia sulle reti ad alta capacità. Forse sarebbe meglio aspettare la consultazione su questa strategia e soprattutto che l’offerta sia effettivamente disponibile in tutto il Paese, prima di lanciare i nuovi voucher».L’operatore guidato da Jeffrey Hedberg lamenta criticità anche nella gestione della fase 1 dei voucher che, a cinque mesi dall’avvio della misura, ha visto risorse impegnate, come dichiarato dallo stesso Colao, pari a circa il 37% dei fondi disponibili. «È giusto – prosegue Basso – dare un sostegno economico alle famiglie fragili per promuovere la connettività. Eppure qualcosa non ha funzionato, perché dopo cinque mesi le domande sono ferme a un terzo delle risorse stanziate. In questi casi servono modalità di accesso al beneficio molto semplici e il supporto di una campagna di comunicazione».
Preferibile una gara per le aree grigie con lotti piccoli
Oltre alle politiche di sostegno alla domanda, uno dei nodi cruciali è quello dello stimolo degli investimenti, e dunque dell’offerta, nelle aree ancora non coperte da connettività, come quelle grigie, a forte vocazione industriale. WindTre, su questo fronte, è in linea con quanto di recente dichiarato dall’amministratore delegato di Vodafone Italia, Aldo Bisio, favorevole a nuove gare con lotti medio-piccoli e con i recenti annunci di Colao. «Dalle dichiarazioni pubbliche del ministro – prosegue Basso – sembra di capire che il Governo abbia sviluppato un approccio molto pragmatico. L’idea di fissare obiettivi legati alla prestazione delle reti e non alle tecnologie consentirà di usare meglio i contributi pubblici e di fare emergere le scelte più efficienti. Una gara per le aree grigie con lotti piccoli consente di mettere a confronto soluzioni diverse ed evita che un errore, sempre possibile, condizioni lo sviluppo di una vasta area del Paese».
Rivedere limiti elettromagnetici per lo sviluppo del 5G
Last but not least, c’è la questione dello sviluppo del 5G, con l’obiettivo di eliminare quei colli di bottiglia che frenano l’implementazione degli investimenti e delle reti. «In questi giorni – conclude Basso – si gioca una partita decisiva per il futuro e la competitività del Paese: la riforma dei limiti elettromagnetici potrebbe entrare nel Pnrr. Le nostre imprese manifatturiere e tutti i servizi che possono beneficiare del 5G si troveranno con il freno a mano tirato se non rivediamo limiti, oggi pari a un decimo di quelli in vigore in Francia o in Germania. Questo intervento radicale è indispensabile e per metterlo in atto serve che i partiti abbiano il coraggio di dire ai cittadini la verità, sulla scorta di trent’anni di diffusione crescente di servizi di telefonia mobile basati su radiofrequenze».
15/4/2021