Il punto con il Managing Director per l’Italia del gruppo USA, Emmanuel Becker
Equinix guarda con interesse al progetto di cloud di Stato presentato dal ministro dell’Innovazione, Vittorio Colao, a inizio settembre. Un piano per cui il gruppo USA dei data center può fornire supporto alle aziende che hanno già avanzato le loro offerte, e nell’interazione tra le Pa. Tuttavia, avverte Emmanuel Becker, Managing Director per l’Italia, occorre garantire anche lo scambio di dati con l’estero, pena la riuscita del piano.
«Facciamo già parte indirettamente del progetto nazionale»
«Siamo – dice Becker – molto interessati al progetto, anche se in realtà vi facciamo parte già indirettamente. Ci sono infatti diverse cordate che si sono proposte, all’interno delle quali si notano grandi attori nazionali o internazionali. Attori che sono anche nostri partner, clienti, società con cui già lavoriamo. La piattaforma di Equinix dà, infatti, accesso al mondo dei service provider e, qualunque sia il service provider, qualunque sia il cliente, coloro che vi interagiscono possono darsi accesso l’uno l’altro. Indirettamente, dunque, Equinix fa parte di questi progetti. Ci dovranno essere, infatti, dei meccanismi che garantiscono questi scambi, nel perimetro del cloud nazionale». Hanno annunciato di aver presentato la loro proposta al ministero dell’Innovazione le cordate Tim-Cdp -Sogei-Leonardo e Almaviva-Aruba.
«Occorre garantire l’interconnessione tra le Pa»
Ma c’è di più. Equinix si candida a un ruolo attivo nel progetto di cloud nazionale non solo dal lato della necessità della piattaforma, ma anche sul versante dell’uso di questi dati. «Le Pa, infatti, avranno la possibilità di interagire e di avere del computing legato al cloud nazionale. Significa garantire l’interconnessione, in un contesto di pubbliche amministrazioni che dialogano tra di loro al fine di fluidificare i processi, attualmente un po’ lenti. Ed Equinix è un attore molto importante nelle interconnessioni in Italia, permette a molti attori locali di scambiarsi più velocemente flussi di dati».
«Il collegamento dei dati sia anche a livello internazionale»
In terzo luogo, avverte Becker, «il cloud nazionale non può restare legato solo ai confini dello Stato. L’ Italia, infatti, è un Paese molto importante nel mondo, ha ad esempio ambasciate che sono all’estero, oppure aziende statali o parastatali che hanno sistemi globali, rapporti con la Commissione europea. Occorre, dunque, avere un collegamento dei dati anche a livello internazionale. Se infatti il cloud nazionale non consentirà questa prerogativa, il progetto non avrà successo e non permetterà alle aziende, alle ambasciate, o altri enti di lavorare bene a livello globale. Attori come Equinix possono consentire tutto ciò, dando garanzia sui flussi di dati». Questo tipo di lavoro è già svolto dalla società con clienti presenti in Italia, Cina, Giappone che hanno bisogno di avere i propri dati collegati tra loro. Becker avverte, infine, sui rischi di un cloud che non preveda anche uno scambio internazionale. «Il cloud nazionale dovrà dare aperture prima poi al resto del mondo. Un progetto solo a livello locale avrà i suoi limiti, e molto rapidamente gli utenti trovano una maniera di andare oltre. Meglio, dunque, prevedere questa apertura già nel disegno originario del progetto, piuttosto che rendersi conto – conclude il manager – solo successivamente di questo bisogno».
8/10/2021