Dall’intelligenza emotiva alla creazione di nuove culture aziendali: così le aziende e chi le guida stanno cambiando per rimanere competitive.
La leadership è in evoluzione e il mondo aziendale dibatte sulla direzione da prendere per guidare con sicurezza persone e obiettivi di business. Questo tema è stato il fulcro dell’Executive Talk “Leadership integrata: tra ESG, cultura e governance”, organizzato da Luiss Business School a Villa Blanc. L’incontro è stato moderato da Marco Francesco Mazzù, Professor of Practice in Marketing, Luiss Business School.
La trasformazione della leadership
Un leader è chiamato a influenzare e dare un tono diverso alle azioni della propria azienda nell’ambiente in cui opera, con un ritorno di valore per gli azionisti e gli stakeholder di riferimento. Ciò è possibile grazie all’evoluzione dei modelli di leadership, più integrati nelle aziende e nel rapporto con le persone.
Tra i nuovi valori di cui i leader devono armarsi c’è l’attesa. “Per chi ha un modello di leadership decisionale, saper aspettare è prezioso, ma difficile da imparare. In certi momenti, quando le cose cambiano, bisogna aspettare per osservare il nuovo stato”, ha sottolineato Isabella Falautano, Group Chief Sustainability Officer, Angelini Industries, raccontando il proprio percorso professionale.
“Inoltre, per essere un buon leader, bisogna trovare i giusti compagni di percorso. In un mondo sempre più digitale, con meno prossimità fisica, l’intelligenza emotiva è importante, insieme all’essere autentici e veri. Bisogna dire quello che si fa e fare ciò che si dice: il CEO dovrà sempre di più avere caratteristiche di un Chief Emotional Officer.”
Secondo Camillo Greco, Chief Financial Officer di Poste Italiane, esistono due forme di leadership: quella individuale e quella aziendale. La prima si è profondamente evoluta nel tempo, includendo oggi anche la capacità di garantire l’equilibrio tra vita privata e professionale del proprio team, elemento fondamentale per preservarne la motivazione e la produttività. “Ma per essere buoni leader anche l’azienda in cui si lavora deve esserlo nel proprio settore, dotata di persone con cui si è in sintonia.”
“Le cose stanno ancora cambiando”, ha sottolineato Sara Panza, Founder di Yolo Mindfulness e Business Coach Speex.
“Inoltre, il leader più senior non è più il massimo esperto della materia. Ciò porta al fatto che deve trovare la capacità di guidare pur non conoscendo i contenuti del proprio business. A volte i più giovani sono più preparati su tematiche specifiche, ma il leader deve dare la visione e saper leggere le persone. Quindi la capacità più importante resta questa: fare un piano, ma anche saperlo modificare in base alle contingenze.”
L’etica nei processi decisionali
Etica, strategia e valutazione della performance: sono queste tre sfaccettature sempre più discusse all’interno del macro-tema della leadership. L’integrazione di questi temi è ormai uno standard atteso da mercato e investitori, interpretati come leve di crescita.
“In questo contesto – secondo Greco – leadership significa anche fare scelte coraggiose, fuori dal coro. Applicare i criteri ESG vuol dire adottare una visione più ampia, che tenga conto non solo dei risultati economici, ma anche del benessere della comunità.”
Allo stesso modo, l’equilibrio fra etica e business è un tema caldo soprattutto tra le generazioni più giovani. “Le persone che si affacciano in un’azienda vogliono autenticità,” ha sottolineato Panza, osservando la realizzazione della sostenibilità anche all’interno delle organizzazioni. A guidare la scelta dell’azienda in cui lavorare è un interrogativo: “Cos’è davvero importante per me?”
“Quando si lavora in un’azienda bisogna capire il senso della propria attività”, le ha fatto eco Falautano, “cosa che anche l’organizzazione è chiamata a restituire. La sostenibilità deve essere legata alla ragion d’essere dell’azienda, il famoso purpose. Poi c’è la compliance: la sostenibilità è vista come un adempimento alle normative che la prevedono. Infine, c’è il tema competitivo: le banche assegnano finanziamenti in base alle valutazioni di come viene fatto business in base ai criteri ESG. La Gen Z è pronta a boicottare aziende che offrono prodotti non rispettose dell’ambiente o dei valori sociali, sono disposte a pagare di più per progetti più etici e sostenibili. Questi sono i consumatori – ma anche i dipendenti – del futuro e ci chiedono coerenza nella gestione della sostenibilità nel business”.
Leadership e cultura organizzativa: l’infrastruttura invisibile
È la prima volta nella storia dell’economia mondiale che le aziende si trovano ad affrontare i temi di longevity economy. Le generazioni che convivono all’interno di un’azienda aumentano, arrivando a volte anche fino a cinque. Ciò propone un tema di armonizzazione, che solo una leadership integrata con una cultura organizzativa condivisa può mettere insieme.
“I leader giocano un ruolo fondamentale nella creazione della cultura aziendale. Ci vogliono anni per costruirla e attimi per distruggerla. Inoltre, è qualcosa di difficile da definire – ha spiegato Panza – però è fondamentale per raggiungere i propri obiettivi. I leader devono essere aperti all’ascolto per cambiare la cultura aziendale e tornare a essere rilevanti.”
“Bisogna esser sempre attenti a creare zone di sicurezza psicologica nei team, in cui sentirsi accolti anche con opinioni divergenti”, ha dichiarato Falautano. “Ciò dipende dai manager e dai leader, capaci di accogliere zone di confronto franche. Bisogna anche essere capaci di dire di no.”
“Per destreggiarsi in un ambiente complesso bisogna saper ascoltare in maniera sistematica e complessiva, formale e informale, in modo da creare una cultura positiva, che renda piacevole il luogo in cui si va a lavorare”, ha concluso Greco.