La posizione dell’associazione dei provider indipendenti italiani che chiede di essere ascoltata dal nuovo Governo
Sul tema dei voucher e su altre questioni inerenti alla copertura dell’Italia in banda ultra-larga Assoprovider chiede un confronto con i ministri Vittorio Colao (Transizione digitale) e Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico). Varie le questioni sul tavolo, spiega Dino Bortolotto, presidente dell’associazione di provider indipendenti italiani, a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School). Tra i nodi da risolvere la distinzione, al momento dell’assegnazione, tra contributo per il device e contributo per l’accesso oppure il criterio scelto per l’assegnazione dei voucher che dovrebbe avvenire non attraverso bandi a monte, come successo per le scuole, ma direttamente ai beneficiari. E i nuovi voucher? «Sarei d’accordo su voucher legati solo alle reti ad altissima velocità, ma senza nessuna discriminazione a livello tecnologico, garantendo cioè la neutralità tecnologica oltre alla reale velocità, non quella cosiddetta commerciale».
Qual è il suo giudizio sulla prima fase di assegnazione dei voucher?
Bisogna distinguere tra le varie tipologie: quanto ai voucher per le famiglie con un Isee sotto i 20mila euro, è stato scisso il contributo per il device dal contributo per l’accesso a Internet, scelta sulla quale noi restiamo perplessi. Tuttavia la risposta dei piccoli operatori, molti dei quali sono nostri associati, è stata positiva, hanno partecipato in numero significativo.
E riguardo ai voucher per le scuole?
Questo è un altro aspetto che ci lascia perplessi. Si è voluto procedere col meccanismo di un bando che ha portato alla vittoria di pochi operatori mentre era preferibile assegnare i voucher direttamente alle scuole e non a un solo operatore vincente. Mi aspetto dei problemi su questo fronte. Riteniamo che, anche per le prossime assegnazioni, il criterio da seguire sia quello di consegnare agli utenti finali i voucher, altrimenti corriamo il rischio di avere una distorsione che continua ad andare a vantaggio degli stessi soggetti che non sono riusciti a risolvere il problema dell’infrastrutturazione nelle zone con bassissimi tassi di densità abitativa.
Questo criterio dunque va adottato secondo voi anche per i voucher destinati alle famiglie sopra 20mila euro di Isee?
Sì, certamente. Inoltre, per questo tipo di voucher che non sono ancora in fase di erogazione bisogna fare attenzione. Ho sentito parlare di reti che garantiscono velocità commerciale e non velocità reale, per noi la velocità da garantire dev’essere quella reale, uguale o superiore a 30 megabit al secondo.
Siete stati consultati dal governo relativamente ai piani futuri per la connettività?
A tutt’oggi noi, come anche Aiip e Cfwa, non siamo stati minimamente interpellati dal nuovo esecutivo. Complessivamente rappresentiamo una quota di almeno il 10% del mercato. Il Governo dovrebbe tenere in considerazione che i nostri sono gli unici progetti che stanno crescendo nei territori a bassissima densità abitativa. Nei prossimi giorni scriverò ai ministri Colao e Giorgetti chiedendo un incontro. Tra le altre cose è importante che il nostro Paese recepisca quanto prima la direttiva sul nuovo codice europeo per le comunicazioni elettroniche in modo, ad esempio, da risolvere la questione delle frequenze licenziate punto-punto. Un elemento determinante per servire zone a bassissima attività abitativa.
Qual è la criticità da superare?
Una licenza punto-punto a noi costa seimila euro l’anno, nel resto d’Europa costa 700 euro, agli operatori italiani più grossi costa 1.500. Noi diremo al Governo che non può esistere ancora una discriminazione simile, non si può fare uno sconto-quantità su un bene collettivo, tutti devono pagare allo stesso modo. Abbiamo potenzialmente 5milioni di utilizzi e ne realizziamo solo 100mila, potremmo invece servire tutte le aree a bassa densità abitativa. Usando una metafora abbiamo il grano ma non facciamo il pane, lasciando che la gente muoia di fame. Peraltro, la modifica normativa è nella disponibilità del ministero dello Sviluppo economico che potrebbe agire con decreto. Da cinque anni chiediamo di modificare questa norma.
E per la prossima fase di voucher su cui sta lavorando il Governo?
Sarei d’accordo su voucher legati solo alle reti ad altissima velocità, ma senza nessuna discriminazione a livello tecnologico, garantendo cioè la neutralità tecnologica oltre alla reale velocità, non quella cosiddetta commerciale.
15/4/2021