Il Consorzio seguirà anche la strada di preparare un’offerta alternativa a quella del Polo nazionale del cloud
I punti chiave
Fastweb, che è in cordata con Engineering, e il Consorzio Italia Cloud andranno avanti nella gara per la “Nuvola di Stato”, nonostante la scelta da parte del governo per il modello presentato da Tim, Cdp, Sogei e Leonardo. «Dopo l’espressione di gradimento per la soluzione tecnologica di Tim, adesso – ha detto l’amministratore delegato di Fastweb, Alberto Calcagno, in occasione della conferenza stampa per aggiornare i target del gruppo – sarà costruito un bando e di nuovo ci sarà la possibilità per tutti, compresa Fastweb, di poter presentare un’offerta. Noi eravamo molto sicuri e abbiamo lavorato molto sulla nostra proposta. Daremo il massimo per portare a casa la gara». Avanti nella selezione anche il Consorzio Italia Cloud che aveva presentato manifestazione di interesse, ma non aveva poi partecipato alla seconda fase con un’offerta, come invece fatto dalla cordata di Tim, da Fastweb-Engineering e da Almaviva-Aruba. Il Consorzio, annuncia Antonio Baldassarra a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School), resta comunque interessato alla gara che partirà una volta pubblicato il bando.
«Consorzio Italia Cloud: Lavoriamo in ottica federata pubblico-privata»
«Abbiamo deciso nei mesi scorsi – precisa Baldassarra – di non presentare per il polo strategico nazionale una nostra proposta specifica, ma resta l’obiettivo di partecipare alla gara che sarà fatta sul capitolato messo a punto dalla cordata con Tim, stiamo lavorando in un’ottica federata pubblico-privata». Allo stesso tempo il Consorzio Italia Cloud, composto da sei aziende più Insiel, la in house che progetta, realizza e gestisce servizi informatici per conto della Regione Friuli-Venezia-Giulia, «lavora a un diverso scenario. Parteciperemo alla gara, ma ci candidiamo allo stesso tempo a essere un fornitore alternativo completamente compliant con le linee guida della cybersecurity dettate dall’Agenzia nazionale».
L’adesione al cloud nazionale da parte delle Pa non è obbligatoria
A far decidere il Consorzio verso questa doppia scelta, spiega Baldassarra, ha contribuito anche la constatazione che l’adesione al polo nazionale strategico del cloud per le Pa non è obbligatoria. Come spiegato in un convegno del Garr di qualche settimana fa da Paolo De Rosa, Cto del dipartimento per la Trasformazione digitale, «il cloud nazionale non è un ‘trattamento sanitario obbligatorio’ per nessuna Pubblica amministrazione».
In arrivo altri due enti pubblici nel Consorzio
Il Consorzio Italia Cloud, ad oggi formato oltre che da Insiel e Seeweb, da Sourcesense, Infordata, Babylon Cloud, Eht e NetaliaIl, è, inoltre, alle battute finali per chiudere le trattative con altri due enti pubblici. «Siamo in fase avanzata, forse le chiuderemo a fine mese. Inoltre, valutiamo l’ingresso nel nostro consorzio di altri tre soggetti privati», aggiunge il ceo di Seeweb. Riguardo alle linee guida richieste dall’Agenzia per cybersicurezza nazionale, elemento necessario per un’offerta di cloud alternativa al Polo, «Insiel si era già adeguata, alcuni data center di soggetti privati compreso il nostro hanno fatto la stessa cosa, ora – conclude Baldassarra – si tratterà di mettere a punto un’offerta che rispetti in maniera precisa i dettati dell’agenzia».
14/1/2022