Dopo il closing del passaggio di quote il 14 giugno scorso, l’ad Tullio Pirovano delinea le prospettive, dalla nuova sede alle acquisizioni mirate
Un piano di aumento dei ricavi fino a un miliardo di euro nel 2024, una nuova sede a settembre, e un occhio alla Borsa, che sarà valutata «tra tre-quattro anni». Sono le prospettive di Lutech, gruppo di servizi IT che dà lavoro a oltre 2600 persone e fattura circa 440 milioni di euro. A raccontarle a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore e della Luiss Business School) è l’amministratore delegato Tullio Pirovano, a valle del closing il 14 giugno scorso per il passaggio del 100% delle quote dal fondo One Equity Partners al fondo Apax. Ora l’obiettivo, con l’arrivo del nuovo socio e dopo la sfilza di 15 acquisizioni degli ultimi anni, è crescere a livello organico e completare l’offerta con altre operazioni mirate.
Come avete chiuso il 2020, avete risentito dell’effetto pandemia?
Abbiamo chiuso il 2020 con un leggero calo dei ricavi a 433 milioni, l’1,6% circa in meno rispetto al 2019. E’ stato comunque un calo inferiore a quello del mercato, grazie alla diversificazione dell’offerta. La riduzione riscontrata nei servizi digital è stata controbilanciata dall’andamento della parte infrastrutturale. Lutech ha quindi dimostrato una forte resilienza, e nel 2020 abbiamo approfittato per continuare il nostro processo di integrazione portando avanti diverse operazioni di fusione infragruppo. Nel 2020, inoltre, abbiamo iniziato il processo di uscita di One Equity Partner. Questo ci ha permesso di arrivare a marzo alla firma del contratto per il passaggio delle quote ad Apax mentre il closing è avvenuto qualche giorno fa, il 14 di giugno. Da allora Lutech è in mano per il 100% al fondo di private equity che è un fondo primario, ha circa 60 miliardi di dollari investiti in aziende e ha un posizionamento importante nell’Information technology. Inoltre conosce molto bene l’It italiano, visto che è stato socio di Engineering. Apax si appresta a supportare l’azienda nel prossimo periodo, confermando il piano dell’azienda, la struttura organizzativa e il management team.
Come sta andando il 2021 e che prospettive avete?
Siamo molto positivi, per noi il 2021 è un anno straordinario; iniziamo con nuovo socio, vediamo un’uscita da questo periodo drammatico e per facilitare e mantenere una parte dei benefici dello smart working cambieremo sede. A settembre ci sposteremo, infatti, da Cologno Monzese a Cinisello Balsamo nella nuova sede completamente ristrutturata e progettata per un nuovo modo di lavorare. Dal punto di vista dei conti, il 2021 sta andando bene, abbiamo avuto un trimestre in crescita. C’è ancora attenzione, si procede con piedi di piombo, ma anche molta voglia di ripartire con gli investimenti, ci aspettiamo nella seconda metà di cominciare a vedere anche qualche effetto del Recovery. Per l’esercizio in corso l’obiettivo è recuperare quanto perso nel 2020, portandoci un po’ sopra i valori raggiunti l’anno scorso e recuperando molto di più sui servizi digital, tendenza che stiamo già riscontrando. L’obiettivo, al netto del Recovery, è di crescere di circa il 3-4 per cento.
E per il piano al 2024?
Da qui al 2024 abbiamo un target duplice: da un lato puntiamo sulla crescita organica, realizzata con le nostre forze, con l’obiettivo di arrivare a 580 milioni di fatturato. Dall’altro lato prevediamo di continuare, anche se in maniera un po’ meno massiccia, le operazioni di acquisizione, visto che il mercato italiano ha un potenziale di consolidamento. L’obiettivo, conteggiato anche l’apporto delle acquisizioni, è di avvicinarsi il più possibile al miliardo di euro di ricavi, posizionando l’azienda tra la prime tre italiane, con Engineering e Reply.
Avete anche pensato all’ipotesi di quotazione?
Sarà una delle possibili opzioni, la valuteremo in base alla recettività del mercato dei capitali, anche se per il momento il problema non si pone. Il fondo Apax è appena entrato, ne riparleremo tra tre o quattro anni.
Sul fronte acquisizioni che settori guardate in particolare?
Attualmente siamo presenti in sei settori: servizi finanziari, public sector, telco e media, energy e utilities, area manufacturing e parte fashion e retail. Le operazioni di M&A non andranno ad aggiungere nuovi settori, ma a rafforzare l’azienda in quelli dov’è presente. Ad esempio siamo fortemente interessati a cloud trasformation, cybersecurity, salesforce.com, big data e vogliamo rafforzare la nostra presenza nell’ambito del manufacturing. Stiamo inoltre guardando con molta attenzione ad aziende che possano completare il nostro posizionamento nell’ambito del credit management.
Al piano di crescita del fatturato accompagnerete anche un incremento dell’occupazione?
Aziende come Lutech si basano tanto su nuove tecnologie e prodotti, ma anche su capitale umano. Siamo alla ricerca di talenti e stiamo assumendo costantemente. Sulla piazza di Milano, ma anche in quella di Roma, ci contendiamo i giovani talenti con i principali attori del settore. Dopo l’acquisizione fatta a Cagliari, abbiamo l’obiettivo di far diventare il capoluogo sardo una sede importante che crescerà significativamente. Faremo un discorso analogo nel Sud Italia, guardiamo con interesse la Puglia, e continueremo ad assumere anche a Milano.
28/06/2021