Su DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e Luiss Business School, l’intervista all’amministratore delegato della società di cybersecurity, Eugenio Santagata: «Il Covid si poteva prevedere, c’erano segnali negli ultimi 10 anni»
L’emergenza Covid, con gli attuali sistemi di intelligenza artificiale e software di analisi dei dati «si poteva prevedere» se si fossero messi a fattore i segnali presenti nel corso degli ultimi dieci anni; ora si sta lavorando, grazie ai sistemi di intelligenza predittiva, per anticipare altri simili eventi. Ad affermarlo è Eugenio Santagata, amministratore delegato di Cy4gate, società quotata in Borsa e controllata al 46% dal gruppo Elettronica, che opera nel mercato cyber a 360 gradi, principalmente con governo, forze armate, forze di polizia, agenzie di intelligence. Inoltre il gruppo, spiega Santagata a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) è all’opera per prevenire e monitorare, attraverso i social network, «l’insorgenza di fenomeni eversivi, disordini sociali, diffusione di idee propagandistiche che minacciano l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale». L’Italia, aggiunge l’amministratore delegato che è anche vicedirettore di Elettronica e conta 15 anni di carriera in vari ruoli operativi come ufficiale di comando in operazioni militari, «è in guerra, come tutti i Paesi del mondo» e se, sul fronte normativo e regolatorio abbiamo un contesto solido, d’altro canto bisogna procedere più velocemente possibile nella road map dell’attuazione della sicurezza cibernetica nazionale.
L’emergenza Covid, grazie all’analisi dei dati e ai sistemi di intelligenza artificiale esistenti, si poteva prevedere?
Andando indietro di 10 anni dei segnali c’erano, ma non sono stati messi a fattore.
State lavorando per prevenire altre emergenze simili?
La domanda attuale riguarda proprio che cosa succederà in futuro. C’è, infatti, una nuova frontiera che è quella dell’intelligenza predittiva sulla quale stiamo cercando di dare un contributo. Il governo italiano, ma anche le aziende, stanno cercando di attivarsi in questo campo, la tecnologia ci può essere d’aiuto. Vanno, infatti, presi in considerazione i cosiddetti segnali deboli, si tratta di una grande quantità di dati, segnali che non vengono captati, ma che possono essere spia di quello che avverrà. Cy4gate collabora con il Governo in vari progetti per la raccolta e l’analisi di dati aggregati ed eterogenei provenienti dalle fonti aperte (Osint) riguardanti trend pandemici e l’occorrenza di eventi fino a ieri considerati straordinari ad alto impatto sociale, al fine di testare algoritmi proprietari di intelligenza predittiva. Grazie al software e programmi informatici specifici che captano e analizzano i “segnali deboli” all’interno del mare magnum di dati di tutti i tipi, l’obiettivo è proprio predire il verificarsi di nuovi fenomeni “tipo” il Covid.
In quali altri campi state lavorando col governo?
Ad esempio Cy4gate, nell’ambito di uno dei suoi campi di operatività come la raccolta ed analisi dati, fornisce al Governo sistemi per la monitorizzazione attiva dei social network basati sull’apporto fondamentale della Intelligenza Artificiale, al fine di prevenire l’insorgenza di fenomeni eversivi, disordini sociali, diffusione di idee propagandistiche che minacciano l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale, o per quanto possibile gestirli ove la matrice di questi fenomeni utilizzino i social network come strumento di organizzazione, reclutamento e crescita.
Tornando all’attuale emergenza sanitaria, avete messo a punto dei prodotti di contact tracing?
Abbiamo registrato subito un’app per il tracciamento dei contatti che abbiamo venduto a varie aziende, anche alla nostra casa madre Elettronica. Viene utilizzata sul posto di lavoro su base consensuale. I dati raccolti vengono gestiti all’interno del perimetro aziendale solo per aumentare la sicurezza dei dipendenti.
Oggi l’Italia, con l’adozione del perimetro di sicurezza cibernetica, è promossa nel campo della cybersecurity?
Noi siamo in guerra, come tutti i Paesi del mondo, c’è in atto una guerra informatica sotterranea. Si tratta di attacchi su larga scala e i rischi saranno sempre più alti man mano che il 5G diventerà parte integrante della nostra vita e gli oggetti saranno sempre più connessi tra loro. Qualche anno fa l’Italia era più vulnerabile di oggi, il nuovo perimetro di sicurezza cibernetica rappresenta, infatti, un forte scudo di cui il nostro Paese si è dotato. Tuttavia l’Italia è sempre un soggetto esposto agli attacchi, occorre procedere sulla road map della sicurezza informatica nazionale in maniera più spedita. Di fronte al nemico invisibile, subdolo, cinico che diventa sempre più difficile identificare, si pone il problema della risposta. Sul fronte regolatorio e normativo, va comunque detto, abbiamo un contesto sufficientemente solido.
5/11/2020