Il fondatore e amministratore delegato di illimity racconta l’approccio alla sostenibilità della banca, oggi su SustainEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 Ore – Radiocor
«Come banca abbiamo scelto di fare un’attività imprenditoriale orientata non solo all’utile, ma anche ad essere utili». Corrado Passera, fondatore e amministratore delegato di illimity racconta a SustainEconomy.24, il report di Luiss Business School e Radiocor Il Sole 24 Ore, la sua visione di sostenibilità nel settore finanziario e l’approccio alla sostenibilità di illimity Bank. Un modello di banca, un nuovo paradigma, ancora più utile in questo periodo di ripartenza.
Nell’epoca odierna dove nei Paesi il malessere sociale aumenta, la crescita e il lavoro sono insufficienti, le diseguaglianze diventano insostenibili il capitalismo è da buttare o da correggere?
«Da fare evolvere. Ormai è chiaro che va superata l’interpretazione superficiale del pensiero di Adam Smith secondo cui la somma degli interessi, se non addirittura degli egoismi individuali porta automaticamente al bene comune. Il bene comune si raggiunge con una responsabilità condivisa dell’intera comunità, ovvero degli individui, delle imprese, della politica. Dallo sforzo delle singole persone, alla grande attività di volontariato e del terzo settore, fino ad arrivare al ruolo centrale che hanno le imprese nel disegnare strategie e processi che siano sempre più attenti alla sostenibilità».
Quanto è importante per il settore bancario concentrarsi sulle tematiche di sostenibilità e quali sono le risposte concrete che sta dando rispetto alle tematiche ambientali, sociali e di governance?
«Molte banche – e illimity certamente è tra queste – stanno ponendo sempre maggiore attenzione alla sostenibilità nella loro strategia. In questo senso la spinta data dal decreto sull’obbligo di rendicontazione non finanziaria ha giocato certamente un ruolo, ma è facile distinguere chi ne parla solo per semplice compliance o addirittura per pura strategia di marketing. L’Agenda 2030 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite chiamano in generale tutto il settore privato all’azione e anche il settore finanziario a fare la loro parte. E finalmente ci sono prese di posizione forti da parte di alcuni grandi gruppi a impegnarsi concretamente. Sul fronte ambientale l’impronta ecologica diretta del settore bancario è sicuramente meno marcata rispetto a molti comparti industriali. Gli impatti indiretti possono però essere rilevanti, ad esempio attraverso l’integrazione degli ESG nella valutazione del merito creditizio o un approccio rigenerativo nella gestione dei cosiddetti non performing loans».
Come integrare la sostenibilità con il business e come ciò può tradursi in strategie e servizi al cliente e alla comunità?
«Nel caso di illimity la sostenibilità fa parte del nostro impegno a comportarci da azienda responsabile che significa essere impresa che fa utili facendo cose utili. Abbiamo scelto di specializzarci in attività di credito e investimento in attività tipicamente poco servite dalle banche tradizionali: credito di sviluppo e di ristrutturazione alle Pmi e corporate distressed credits. Si tratta di mondi enormi il cui andamento può fare la differenza nella crescita e nell’occupazione del nostro Paese. A queste attività si aggiunge un fortissimo impegno a diffondere i più innovativi servizi di digital banking che, a loro volta, possono contribuire alla modernizzazione del sistema Italia.
Quali sono i principali punti della strategia Esg di illimity?
Il primo anno ci ha visto subito impegnati nella costruzione delle fondamenta della nostra strategia di sostenibilità. Il non avere “legacy” ci ha permesso di disegnare il nostro approccio ai temi Esg adottando le migliori pratiche, e ideandone di nuove, grazie al coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali. Abbiamo scelto infatti di integrare le tematiche di sostenibilità all’interno delle varie policy e delle varie procedure aziendali anziché aggiungerne di parallele. Per identificare le priorità abbiamo coinvolto oltre 700 stakeholder interni ed esterni. Sin dal primo anno è stato costituito il Comitato endoconsiliare di Sostenibilità con l’obiettivo di dare supporto propositivo e consultivo al Consiglio di Amministrazione. Il tutto si è tradotto nella pubblicazione del nostro primo Profilo di Sostenibilità attraverso il quale abbiamo voluto raccontare con i fatti il nostro impegno di essere banca di nuovo paradigma anche da questo punto di vista. Guardando al futuro, ci guida la volontà di integrare la sostenibilità in tutti i processi e le attività del Gruppo bancario come presupposto strategico per una crescita responsabile di tutte le nostre Divisioni. Per questo abbiamo anche avviato l’integrazione dei fattori Esg nella valutazione del merito creditizio e iniziative concrete di diversity & inclusion che riguardano tutti i nostri 550 collaboratori.
L’emergenza Covid-19 ha determinato una situazione di profonda incertezza che porta con sé conseguenze non solo sanitarie ma anche sociali ed economiche. Come sta reagendo illimity all’attuale momento storico?
«Da un punto di vista operativo l’essere totalmente digitali e sul cloud ci ha permesso di garantire continuità operativa pur essendo passati tutti in smart working. Dal punto di vista dell’impatto esterno, il modello illimity si sta dimostrando ancora più utile alla luce dell’attuale situazione. Una banca che di mestiere fa finanziamenti alle aziende che vogliono crescere, finanziamenti alle aziende che si vogliono ristrutturare, finanziamenti e acquisti di crediti di aziende che hanno avuto difficoltà ma hanno ancora del potenziale da sfruttare se era utile prima dell’emergenza Covid-19, lo è ancora di più da ora in avanti.
17/9/2020