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Scrivere il futuro attraverso il restauro: un libro racconta la storia di Villa Blanc
Scrivere il futuro attraverso il restauro: un libro racconta la storia di Villa Blanc
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Presentato il volume “Villa Blanc. Rinascita di un monumento tra eclettismo e modernità”, oggi sede di Luiss Business School

Villa Blanc non è solo la sede di Luiss Business School, ma un interessante progetto di restauro conservativo, che ha ridato nuova vita a uno degli esempi di eclettismo più alti presenti a Roma. L’impresa è raccontata nel volume “Villa Blanc. Rinascita di un monumento tra eclettismo e modernità”, a cura degli architetti Giovanni Carbonara, teorico del restauro e capofila della “scuola romana”, recentemente scomparso, e Massimo Picciotto, responsabile del progetto di recupero della Villa. Il libro racconta il percorso, non sempre agevole, avviato nel 2010 e portato avanti in questi anni dalla Luiss Guido Carli, al fine di preservare e valorizzare un complesso architettonico finito in uno stato di completo abbandono e decadenza. L’audacia e la perseveranza si sono dimostrate essere qualità essenziali per raggiungere questo obiettivo, restituendo a Villa Blanc il suo pregevole valore e una rinnovata bellezza.

«Oggi Villa Blanc è la sede di Luiss Business School, una realtà viva, attiva – ha dichiarato Luigi Abete, Presidente Luiss Business School – Luiss Guido Carli aveva bisogno di una sede per economia e commercio. Così abbiamo fatto un investimento. Oggi Villa Blanc si è trasformata da bene privato individuale in bene privato collettivo. Ci sono voluti vent’anni per ottenere tutte le autorizzazioni per riportare in vita la struttura, creare il parco e dare un ettaro di questo spazio in comodato gratuito alle scuole di zona. L’esperienza di Villa Blanc ci ha insegnato che per fare le cose belle, bisogna vedere l’orizzonte. Se non si ha fiducia nel futuro, soprattutto con la complessità italiana, non le si fa. Noi siamo stati resilienti e abbiamo saputo apprezzare i risultati ottenuti. Il libro “Villa Blanc. Rinascita di un monumento tra eclettismo e modernità” in qualche modo testimonia tutto questo».

Villa Blanc: dal suo primo restauro alla nuova vita

Villa Blanc nasce nel segno della trasformazione. Nel 1893 il barone Alberto Blanc acquista il sito della vigna di proprietà dalla Marchesa Violante Fiorelli, nel territorio circostante la Basilica di Sant’Agnese fuori le mura. Il complesso è un possedimento rustico fuori porta. Sarà il barone, dopo aver svolto il suo ruolo di Ministro degli Affari Esteri del terzo governo Crispi, a trasformarla in una residenza adeguata al prestigioso incarico. L’opera di costruzione della villa segue un progetto di tipo sperimentale, guidato dal progettista Francesco Mora e dall’archeologo Giacomo Boni. Insieme, combinano operazioni di tipo archeologico, raffinate decorazioni e tecniche avanzate negli impianti e nell’architettura. Gli apparati decorativi della villa si devono ad Alessandro Morani e Adolfo De Carolis, e raggiungeranno livelli di eclettismo mai visti prima in Italia, in particolare nelle opere di terracotta invetriata che troviamo all’esterno, nelle facciate che avvolgono il giardino d’inverno e nel fumoir. La sala degli specchi è la più antica della villa. Qui il barone aveva raccolto ed esposto una preziosa collezione di arazzi fiamminghi del Settecento, ora conservate ad Amsterdam. Nella sala da pranzo, al centro tra la Sala degli Specchi, il Giardino d’inverno e il fumoir spicca il camino monumentale quattrocentesco realizzato in marmo bianco. Tre archi incorniciano la prospettiva sul Giardino d’Inverno, che insieme alla Sala da Ballo è uno degli ambienti aggiunti da Giacomo Boni al corpo centrale. È considerato il giardino d’inverno più grande d’Europa. Per il suo allestimento, furono fatti giungere dalla città olandese di Arlens 10 mila bulbi di tulipano, rose, lillà e azalee. Sotto la Sala da Pranzo si trova lo Spazio Ipogeo. Si trattava forse di un luogo per riti e riunioni esoteriche. La Sala da Ballo, realizzata verso la fine del 1896, con un intervento di ampliamento della villa, raggiunge livelli di eclettismo altissimi grazie alle strutture metalliche e al soffitto di ispirazione mediorientale. Le pareti vetrate e la vista integrale sul parco rafforzano l’idea di massima integrazione tra la natura e l’opera dell’uomo, altamente ricercato da tutta la cultura dell’Ottocento. Anche il giardino si caratterizza per un analogo accostamento di stili, temi e suggestioni, in cui non mancano elementi antiquari ed elementi esotici come la collezione di palme.

Alla morte del barone Blanc, avvenuta a Torino nel maggio 1904, la villa passa alla moglie Natalia e poi ai tre figli. Il parco si arricchisce di altri sette edifici minori. Dopo anni di abbandono, nel 1997 la Luiss Guido Carli acquista tramite asta pubblica il complesso. Dopo un lungo e accurato lavoro di ricerca, progettazione, restauro e valorizzazione, trasforma Villa Blanc nella sede della Luiss Business School.

Dialogo sul restauro di Villa Blanc

Un emozionato Giovanni Lo Storto, Direttore Generale, Luiss, ha guidato una tavola rotonda in cui gli architetti Federica Galloni e Massimo Picciotto hanno dialogato con lui sul restauro conservativo di Villa Blanc, sintetizzabile in tre parole: bellezza, coraggio e passione.

Nel 2009 bisognava aprirsi la strada nella foresta di Alianti, definito come parco storico: c’è voluta una squadra di 30 professionisti e più di oltre 100 operai, diretti da Massimo Picciotto, architetto e curatore del restauro di Villa Blanc. Gli elementi fondamentali del restauro conservativo sono stati: minimo intervento, compatibilità dello stesso con la parte strutturale e una funzione compatibile con ciò che il complesso poteva offrire. «Quando si restaura un bene come Villa Blanc bisogna dargli la giusta funzione, per dargli una vita perenne. Luiss Business School aveva tutte le caratteristiche per raggiungere l’obiettivo e questo è stato lo spirito che ci ha guidati», ha dichiarato Picciotto.

«Il public management è inteso come una sovrabbondanza di norme, spesso inutili e farraginose – ha spiegato Federica Galloni, Architetto – Villa Blanc è uno degli interventi di valorizzazione che rientra in una consapevolezza. Per non consegnare questo enorme patrimonio di beni culturali a un degrado certo, bisognava attribuirgli delle nuove funzioni, compatibili con le strutture, per far rivivere eccellenze come quella in cui siamo ora. L’intervento su Villa Blanc resta un fiore all’occhiello per questa città».

«Questa è la storia di un restauro conservativo e di un recupero di memoria. Perdere quella di una comunità significa perderne il futuro – ha dichiarato Vincenzo Boccia, Presidente, Luiss – Questo è un libro della memoria che ci ricorda cosa è accaduto e che ci insegna che le cose belle si conquistano non sempre in maniera facile. Villa Blanc è una storia di caparbietà. I valori fondamentali della visione che ha preso corpo qui parte dall’avanguardia culturale di Confindustria, di cui dobbiamo avere memoria. Villa Blanc è un gioiello che si innesta in valori formativi in cui la bellezza diventa un elemento integrante della formazione».  

Gli interventi sono stati raccolti durante la presentazione del libro “Villa Blanc. Rinascita di un monumento tra eclettismo e modernità”, tenutasi giovedì 14 settembre alle 17.30, in via Nomentana 216, a Roma. Hanno partecipato: Luigi Abete, Presidente, Luiss Business School; Federica Galloni, Architetto; Massimo Picciotto, Architetto e curatore del restauro di Villa Blanc; Giovanni Lo Storto, Direttore Generale, Luiss; Vincenzo Boccia, Presidente, Luiss.

16/10/2023

Data pubblicazione
16 Ottobre 2023
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Villa Blanc