L’ad di Ericsson in Italia, Emanuele Iannetti a SustainEconomy.24 parla delle potenzialità del 5G con benefici per l’Italia di oltre 14,2 miliardi entro il 2025
La sostenibilità è al centro della missione di Ericsson perché essere realmente sostenibili e fare business in modo etico e responsabile crea valore aziendale. Di fronte ad una bolletta energetica mondiale per le reti mobili destinata ad aumentare notevolmente è responsabilità delle aziende di tlc agire con soluzioni e reti 5G a minore impatto. L’amministratore delegato di Ericsson Italia, Emanuele Iannetti, traccia a SustainEconomy.24, report di Radiocor e Luiss Business School anche le ricadute del 5G in Italia con benefici attesi ad oltre 14,2 miliardi al 2025. Ma nel nostro Paese occorre ancora lavorare sulla copertura, sulla modernizzazione della Pa e colmare il gap sulle competenze digitali.
Ericsson è stata di recente nominata tra le aziende più sostenibili al mondo. Come possono digitalizzazione, reti e banda larga contribuire alle sfide globali?
«La sostenibilità è al centro della missione di Ericsson, “Contribuire a dare vita a un mondo intelligente, sostenibile e connesso”, ed è integrata nella nostra strategia aziendale. Per più di un secolo le tecnologie di Ericsson hanno trasformato interi settori della società, e oggi ogni nostro prodotto, soluzione o progetto fornisce un contributo al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. Estendere i benefici della digitalizzazione a un numero crescente di persone, significa ad esempio migliorare l’accesso all’istruzione e alle cure sanitarie, garantire maggiore inclusione finanziaria e sociale, superare le sfide ambientali globali».
Quanto è importante mettere la sostenibilità al centro dell’agenda per un’azienda di telecomunicazioni? Qual è l’impatto sul business?
«Essere realmente sostenibili e fare business in modo etico e responsabile sono oggi due elementi chiave per la creazione di valore aziendale. Abbiamo rilevato che la bolletta energetica per le reti mobili a livello globale è di circa 25 miliardi di dollari e prevediamo che questa cifra sia destinata ad aumentare poiché il traffico dati da dispositivi mobili crescerà di 4-5 volte fino al 2025.È responsabilità dell’intera industria delle telecomunicazioni agire per contenere questo aumento del consumo energetico e costruire soluzioni e reti 5G con un minore impatto ambientale. A supporto dei nostri clienti abbiamo sviluppato un modello denominato “Breaking the energy curve”, che prevede una strategia olistica composta da quattro elementi: preparare le reti modernizzandole, attivare software per il risparmio energetico, far leva sulle nuove tecnologie per ridurre la necessità di hardware, e gestire l’infrastruttura introducendo ove possibile l’intelligenza artificiale. Questo approccio ha l’obiettivo di migliorare le prestazioni lungo tutta la catena del valore e differenziare Ericsson dai suoi concorrenti. Oltre a far cambiare direzione alla curva del consumo energetico, consentendo ai nostri clienti di ridurre le emissioni di CO2. Il settore ICT, che costituisce l’1,4% di tutte le emissioni globali di CO2, potrà contribuire a ridurre del 50% le emissioni di gas serra entro il 2030. Inoltre, secondo il report Exponential Climate Roadmap Action di Ericsson, la digitalizzazione può consentire la riduzione del 15% delle emissioni globali anche in altri settori quali energetico, utilities, trasporto e logistica, costruzioni, manifatturiero e agricoltura. Ericsson stessa ha ridotto le emissioni del 50% tra il 2012 e il 2016 e del 24% fino al 2019. Ora ci siamo posti l’ambizioso obiettivo di essere carbon neutral entro il 2030».
Il 5G che ruolo può avere in un futuro sostenibile?
«Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030 la tecnologia 5G, il cloud e l’intelligenza artificiale ricopriranno un ruolo fondamentale. Mentre in passato ogni nuova generazione di reti mobili ha aumentato il consumo di energia e le emissioni di CO2, il 5G si presenta dal punto di vista energetico come lo standard più efficiente mai sviluppato, e contribuirà a spezzare questo trend. Le tecnologie emergenti – abilitate dal 5G – saranno fondamentali per consentire a industrie e città di ridurre la loro carbon footprint. Grazie al 5G molte realtà potranno migliorare la loro efficienza attraverso l’ottimizzazione delle risorse, il controllo remoto dei processi industriali e l’analisi dei dati relativi all’energia consumata».
Parliamo dell’Italia. Ericsson è nel nostro Paese da oltre 100 anni. Quali sono le potenzialità e le carenze del Paese?
«Ericsson è presente in Italia da 102 anni e ha contribuito a rendere le telecomunicazioni alla portata di tutti, grazie a importanti innovazioni tecnologiche. Attualmente, l’Italia sta vivendo un momento di importante trasformazione grazie allo sviluppo dell’infrastruttura 5G, che porterà considerevoli vantaggi a tutto il Paese. In chiave economica si parla di un beneficio pari a oltre 14,2 miliardi di euro entro il 2025 a fronte di 6,6 miliardi di euro di costi per l’implementazione delle reti. Questa tecnologia ha la potenzialità di colmare il digital divide raggiungendo zone dove è difficile portare la fibra, e può dare un forte impulso alla trasformazione digitale delle nostre industrie. Perché questo si avveri, occorre però lavorare per eliminare ogni barriera ed incertezza che impedisce agli operatori di poter investire massivamente ed in tempi rapidi sulle reti 5G, quali ad esempio le complesse procedure per l’ottenimento dei permessi e gli stringenti limiti elettromagnetici, di gran lunga inferiori rispetto alle soglie stabilite dall’Unione Europea. Il successo del 5G si misurerà dall’impatto che l’adozione di questa tecnologia avrà in termini di benefici per persone e imprese, di ricadute positive sulla ripresa economica e sulla trasformazione digitale del paese e sull’ambiente».
Non possiamo non parlare dell’esperienza della pandemia che ha messo in risalto il ruolo e l’importanza delle nuove tecnologie. Cosa ha insegnato agli operatori del settore e su cosa bisogna lavorare?
«Con milioni di persone a casa, c’è stato un forte aumento di traffico sulle infrastrutture di rete. Basti pensare che ad inizio pandemia in Italia la fruizione di Internet tramite connessione fissa è aumentata di 3 ore al giorno, mentre la connessione da mobile è aumentata di oltre 1 ora al giorno. Non solo le reti hanno tenuto, ma è cambiata anche la percezione dell’opinione pubblica sulle loro rilevanza strategica. Sono tre i pilastri su cui occorre lavorare in modo integrato. In primis, occorre portare connettività nelle aree non coperte, negli istituti scolastici, ospedali, borghi e nelle zone periferiche delle città. In secondo luogo, occorre offrire più servizi digitali ai cittadini, per cui è necessario un grande lavoro di modernizzazione della pubblica amministrazione. Infine, e forse questo è il punto più rilevante, è fondamentale colmare il gap sulle competenze digitali, per formare le nuove generazioni, gli amministratori pubblici, gli imprenditori e i manager del futuro».
26/11/2020