Lo chiede il presidente dell’associazione a DigitEconomy.24 di Luiss Business School e Il Sole 24 Ore Radiocor, Marco Bussone: «ci sono zone dove telefonare o mandare un sms è impossibile»
Nei comuni montani non c’è solo un problema di connessione fissa, ma anche di connessione mobile, con zone dove «già considerando il 4G, telefonare o mandare un sms è impossibile». A dirlo è Marco Bussone, presidente di Uncem, l’associazione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani, sottolineando come la soluzione potrebbe oggi essere rappresentata dall’utilizzo di risorse pubbliche, anche quelle europee provenienti dal Recovery Fund, al fine di costruire le infrastrutture necessarie. «In futuro – spiega Bussone a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School – la teleassistenza e la telemedicina, e altri servizi che si possono abilitare con il 5G, saranno sempre più imprescindibili nei territori montani dove c’è una larga fascia di popolazione over65».
Con pandemia più evidenti gap nelle aree interne e montane
La pandemia, ricorda Bussone, ha reso più evidenti diseguaglianze sociali e sperequazioni. «Non c’è solo un gap, in termini di punti di prodotto interno lordo, tra Meridione e Settentrione, c’è anche un problema nelle aree interne e montane che riguarda tutta l’Italia, in termini di digitalizzazione e penetrazione della banda ultra larga e in un’ottica futura, del 5G». Per le zone dove non è conveniente investire, dunque, come nelle aree bianche e bianchissime (non appetibili per il mercato), continua il presidente di Uncem, abbiamo definito «con la ministra Pisano un percorso, avviando un tavolo concreto di lavoro. Uno degli effetti è stato rappresentato dalla decisione di Open Fiber di anticipare il suo piano, portando la connessione nei comuni ‘senza internet’ con l’Fwa; parallelamente Eolo sta operando in alcuni comuni assumendosi il rischio dell’investimento»
«In questo scenario Inwit è il principale partner»
Uno strumento per superare il digital divide, dunque, è rappresentato dall’investimento di risorse pubbliche, regionali, nazionali o europee, per le infrastrutture necessarie. Non solo in ambito di Recovery Fund e del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche di risorse Fesr (il Fondo europeo di sviluppo regionale). «L’ Emilia Romagna – racconta Bussone -, ad esempio, sta investendo di intesa con Uncem delle risorse sulle infrastrutture. Noi abbiamo ancora aree scoperte, si pensi ad esempio alle valli alpine, dove non arriva neanche il 4G e dove le compagnie non investono. Sul fronte della telefonia mobile e del 5G, se le infrastrutture vengono realizzate con risorse pubbliche, si può poi trovare un consorzio di operatori che insieme coprano queste aree, visto che da soli hanno difficoltà a sostenere l’investimento». In questo scenario Inwit, conclude Bussone, «è il principale partner, in linea con le stesse richieste che noi facciamo da sempre, ovvero un investimento di risorse statali, regionali, pubbliche dove non può arrivare il privato, e un minor carico burocratico, individuando soluzioni in questo senso».
3/12/2020