Formazione
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24 Ottobre 2023

Valore PA 2023: i corsi Luiss Business School per i dipendenti della Pubblica Amministrazione

Di seguito, sono elencati i corsi proposti nell'ambito del bando Valore PA '23, previsti per l'anno 2024. Si precisa che la pubblicazione dei calendari e l'erogazione di tali corsi è soggetta all'approvazione da parte dell'INPS. Seguiranno aggiornamenti a partire dai primi mesi del 2024 e varranno pubblicati in questa pagina. I corsi in presenza si svolgeranno presso le sedi della Luiss Guido Carli e della Luiss Business School. Non è prevista un’opzione di erogazione ibrida, ogni corso sarà erogato esclusivamente in modalità online o in presenza. CORSI I LIVELLO Comunicazione efficace: utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione pubblica con i cittadini attraverso un approccio innovativo. Regole e strumenti per comunicare attraverso i social - ascolto efficace, organizzazione delle informazioni 50 ore – modalità: esclusivamente in presenza I siti web delle amministrazioni pubbliche: organizzazione delle pagine web e dei contenuti.  Ottimizzazione dei contenuti per una navigazione più accessibile e fluida da parte dell’utenza e bilanciamento tra le esigenze di pubblicazione con quelle di riservatezza 40 ore - modalità: esclusivamente online Lavoro in gruppo e sviluppo delle capacità di comunicare e utilizzare gli strumenti digitali che favoriscano la condivisione del lavoro anche a distanza - gestione delle relazioni e dei conflitti 50 ore - modalità: esclusivamente in presenza Personale, organizzazione e riforma della pubblica amministrazione - pianificazione, misurazione e valutazione della performance 50 ore – modalità: esclusivamente in presenza CORSI II LIVELLO Produzione, gestione e conservazione dei documenti digitali e/o digitalizzati - sviluppo delle banche dati di interesse nazionale - sistemi di autenticazione in rete - big data management 60 ore - modalità: esclusivamente online Progettazione di modelli di servizio, innovazione, analisi e revisione dei processi di lavoro per il miglioramento dei servizi all'utenza - qualità del servizio pubblico 60 ore - modalità: esclusivamente online Progettazione e gestione dei fondi europei - tecniche per realizzare iniziative innovative e di successo a supporto dello sviluppo - sviluppo sostenibile e transizione ecologica 60 ore - modalità: esclusivamente in presenza Gestione della contabilità pubblica servizi fiscali e finanziari. Il controllo e la valutazione delle spese pubbliche 80 ore - modalità: esclusivamente in presenza

02 Agosto 2023

Leadership collettiva, smart working, identità: gli strumenti per trovare un nuovo senso al lavoro

Luiss Business School ha ospitato la XXI giornata della formazione manageriale Asfor focalizzata su “Senso del lavoro e formazione manageriale. Nuova appartenenza, coesione sociale e competitività” https://www.flickr.com/photos/luissbusiness/albums/72177720310171801 La pandemia ha rivoluzionato l'approccio dei dipendenti alle aziende, ponendo l'accento sul desiderio di costruire un miglior work-life balance e di lavorare in un'organizzazione con cui potersi identificare. Lo smart working, prezioso durante il lockdown, è oggi uno strumento con cui le aziende possono ingaggiare i dipendenti, ma che va usato con equilibrio. Trovare un nuovo senso al lavoro è la missione dei manager, che devono formarsi anche per ricreare appartenenza, coesione sociale e competitività aziendale. A questo tema è stata dedicata la XXI giornata della formazione manageriale Asfor, ospitata a Villa Blanc da Luiss Business School. Calo di fiducia nel lavoro: le ragioni di un fenomeno Il significato che il lavoro ha per le persone è il tema al centro della XXI giornata della formazione manageriale Asfor. Ma, contrariamente a quanto si possa credere, il target della riflessione non è solo quello dei giovani. Marco Vergeat, Presidente Asfor Associazione Italiana per la Formazione Manageriale, spiega che «questa riflessione vuole attraversare tutte le generazioni. Vuole discutere del valore, del grado di centralità che il lavoro ha nella vita delle persone e di come e quanto questa percezione e l'importanza che il lavoro ha nella scala dei valori personali influenza l'identificazione organizzativa, il senso di appartenenza, e quindi i legami e la coesione sociale nelle organizzazioni del lavoro e nella società, e in ultima analisi della competitività collegata a questi aspetti del capitale umano». L'economia post pandemica dopo un forte rimbalzo, continua a crescere con tassi contenuti, ma superiori rispetto alla media europea. Anche il mercato del lavoro registra un certo dinamismo, tanto da far parlare di difficoltà nel coprire i fabbisogni e del mismatch fra domanda e offerta. «Eppure, in molti casi le imprese faticano a trattenere e soprattutto a motivare e a generare positivo engagement nelle persone impiegate. Disagio, insoddisfazione strisciante, senso di stanchezza, quando non disengagement dichiarato e dimissioni inaspettate, anche se questo fenomeno in Italia è di modesta entità: non è solo letteratura, ma anche argomento di dialoghi tra imprenditori, senior manager e responsabili risorse umane». La perdita di potere di acquisto delle retribuzioni negli ultimi 10 anni è pari a circa lo 0,3% (dati: Censis), aggravato dall'inflazione cresciuta nell'ultimo anno, gli ascensori sociali deboli se non fermi del tutto salvo per ristrette élite professionali e manageriali. «Sono fattori che spiegano in parte un calo di fiducia e di speranza nel futuro. Fattori che fiaccano la voglia di impegnarsi e dare il massimo, ma non spiegano tutto. C'è dell'altro, che dobbiamo comprendere. C'è la difficoltà a sostare in qualcosa, rinunciando a essere sempre altrove. Il lavoro che si fa ha minore forza identitaria, posta a confronto con mille altre forme di identificazione di facile consumo. Vogliamo riflettere insieme, condizione necessaria per cercare risposte non facili». L'importanza della leadership collettiva «Più il mondo cambia più c'è bisogno di un adeguamento della formazione manageriale, in linea con i tempi veloci. Come Luiss Business School, pensiamo che nel mondo in cui il tempo di lavoro e il tempo di vita si integrano in modo sempre più atipico e soggettivo, avere la capacità di saper governare l'organizzazione dal punto di vista manageriale, richiede anche esperienze di natura diversa, multidisciplinare – ha spiegato Luigi Abete, Presidente Luiss Business School – Le leadership della società moderna, delle autonomie, delle libertà individuali, del tempo libero e di lavoro, o è collettiva o non è leadership. Nessuno riesce a orientare e interpretare il senso della storia da solo. Se c'è una collettività coesa, che ha principi comuni e condivisi, con comportamenti coerenti, distribuita in modo opportuno nei gangli dell'essere organizzata sia essa società, impresa o famiglia, si ottengono risultati all'altezza delle aspettative e dei bisogni. Questo è il più grande investimento da fare come collettività. Il primo livello di professionalizzazione è passare dall'io al noi, non nella comunicazione, ma nella percezione e nel modo di ragionare. Se la società è inclusiva e solidale, allora si sviluppa. Altrimenti, anche con la buona volontà dei singoli, mancherà la possibilità di comprendere le potenzialità e l'apporto dei singoli, e di crescere attraverso il confronto». Smart working: alla ricerca dell’equilibrio Uno dei temi prioritari per le aziende e i lavoratori riguarda il work-life balance. Si tratta di un fenomeno sempre più rilevante, che riflette una diversa percezione della vita attuale. Durante la pandemia lo smart working è stato uno strumento "subito", ma che ha permesso alle organizzazioni di garantire la continuità dei servizi. «Oggi siamo consapevoli di dover trovare un equilibrio corretto anche nell'utilizzo di questo strumento, che non può essere più l'unica modalità lavorativa, ma non può nemmeno essere completamente archiviato – ha spiegato Raffaele Oriani, Dean Luiss Business School e Professore Ordinario di Finanza Aziendale durante il dialogo con Ilaria Catalano, Ad Poste Welfare – Lo smart working ha portato una serie di vantaggi evidenti ai lavoratori: flessibilità, capacità di gestire gli impegni familiari e maggiore equilibrio. Nel dibattito contemporaneo sono entrate due domande. La prima: "Lo smart working può ridurre la produttività dei dipendenti?". La seconda riguarda il tema della comunità e l'azienda come una comunità in cui vivere, un tema più problematico da gestire. Va cercato un nuovo equilibrio». L'evento Senso del lavoro e formazione manageriale. Nuova appartenenza, coesione sociale e competitività si è tenuto il 20 giugno 2023 presso Villa Blanc, sede di Luiss Business School, Roma. Hanno partecipato: Luigi Abete, Presidente, Luiss Business School; Marco Vergeat, Presidente, ASFOR Associazione Italiana per la Formazione Manageriale; Sebastiano Maffettone, Professore ordinario di Filosofia Politica, LUISS Guido Carli e Direttore Center for Ethics and Global Politics; Silvano Petrosino, Filosofo e Professore ordinario di Filosofia teoretica, Università Cattolica del Sacro Cuore; Ilaria Catalano, Ad, Poste Welfare; Raffaele Oriani, Dean, Luiss Business School e Professore Ordinario di Finanza Aziendale; Sabrina Dubbini, Responsabile Area Didattica dell’Istituto Adriano Olivetti, ISTAO; Emanuela Salati, Direttore formazione, selezione, welfare&diversity ATM, Vice Presidente AIDP; Giorgio Colombo, Vice Presidente Vicario, ASFOR; Roberto Ciceri, Presidente e Amministratore Delegato, Gruppo Beta. 2/08/2023

29 Novembre 2022

InnCREA, un anno dopo: i risultati del progetto

Sviluppare le soft skill necessarie a ridurre il gap tra le capacità richieste dal mercato del lavoro e quelle offerte in formazione. Ora il progetto debutta con nuovi tool a disposizione di studenti, università e imprese. Se è sempre possibile acquisire hard skill lungo un percorso formativo è necessario, oggi più che mai, disporre di soft skill utili a integrare le persone provenienti da percorsi di studio di alto profilo. Il progetto innCREA nasce con l’obiettivo di trasferire agli studenti universitari, ricercatori, docenti, imprese e addetti delle organizzazioni dell’economia sociale, concetti organizzativi e metodi di sviluppo di business, potenziati da creatività e capacità di innovare. Finanziato dalla Commissione Europea e sviluppato nell’ambito del programma Erasmus+, il progetto europeo di ricerca e formazione innCREA è stato sviluppato nell'area Applied research, guidata dal professor Matteo Giuliano Caroli, Associate Dean per l’internazionalizzazione, Direttore BU Applied Research e Osservatori Luiss Business School, con il professor Nunzio Casalino come referente scientifico Luiss. Gli obiettivi e i partner di innCREA Il progetto innCREA è stato portato avanti da dicembre 2020 a novembre 2022. L'obiettivo perseguito è stato quello di implementare la creatività e la capacità innovativa, di cui la Luiss Business School si è sempre fatta promotrice, attraverso l'insegnamento e lo sviluppo di soft skill necessarie alle imprese. Colmare questo divario significa rispondere alla richiesta di diminuzione del divario tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle offerte dai corsi universitari. Gli stakeholder coinvolti spaziano dagli studenti alle università, dai docenti al personale accademico, senza dimenticare aziende, organizzazioni dell'economia sociale, autorità, associazioni e organizzazioni europee del settore della formazione. Il progetto InnCREA ha coinvolto cinque stati europei – Polonia, Bulgaria, Finlandia, Grecia e Italia - per un totale di sei partner – V-Systems (Polonia) (Coordinatore), WSA Wyzsza Szkola Agrobiznesu w Lomzy (Polonia) - Università; Luiss BS (Italia) - Università; ECQ European Center for Quality (Bulgaria); VAMK Vaasan Ammattikorkeakoulu (Finlandia) - Università of applied sciences; EkPa EKPEDEFTIKI PAREMVASI S.A. (Grecia). Anche per questo gli output realizzati a valle del progetto sono stati sviluppati e messi a disposizione in versione multilingue. I risultati del progetto innCREA Al termine della fase sperimentale del progetto innCREA è stato creato un percorso formativo, che si avvale di tre strumenti complementari allo sviluppo e miglioramento delle competenze di base degli studenti e dei laureati dell'istruzione superiore. Prima di tutto, il livello di creatività è stato diviso in quattro sfere: individuale, leadership, organizzativo o team. Poi si è creato un punto di incontro tra mondo dell'istruzione e imprese attraverso l'innCREA Creativity and Pioneering Audit Tool, uno strumento pensato per testare la creatività degli studenti. Al termine del test, si assegna un punteggio e da ogni sfera scaturisce un esercizio, fino a un massimo di cinque. Alla fine, si ritesta il proprio livello di creatività. In secondo luogo, entrambi i settori - business e istruzione universitaria - sono stati dotati di conoscenze e linee guida pratiche (innCREA Guideline) su come contribuire alla generazione di queste competenze negli studenti per creare i dipendenti del futuro. Infine, si è lavorato per migliorare le qualifiche e le conoscenze degli insegnanti sulla rilevanza di queste competenze nel mercato del lavoro contemporaneo e dotarli di metodi pratici per svilupparle negli studenti. Lo si è fatto attraverso l'innCREA Creativity and Pioneering Training Programme Package, disponibile online entro novembre 2022. Come spiega il professor Casalino, «se aumenta la qualificazione e la consapevolezza del personale accademico e degli studenti, è possibile promuovere soft skill utili alle organizzazioni produttive e arricchire notevolmente i programmi universitari, fornendo percorsi formativi con competenze trasversali, di cui le aziende hanno un grande bisogno». 29/11/2022

12 Luglio 2022

Formazione, competenze trasversali per un impatto a 360 gradi sulle imprese

Presentati i risultati dell'analisi degli interventi formativi finanziati da Fondimpresa nel 2020, realizzata da Luiss Business School, Fondazione ADAPT, EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali e Fondazione Giuseppe Di Vittorio La pandemia ha aggiunto complessità a un mondo del lavoro impegnato nel confronto con le transizioni energetica e digitale. In questo contesto, la formazione e i Fondi Paritetici Interprofessionali giocano un ruolo importantissimo nel creare valore attraverso l'upskilling e reskilling delle risorse umane di un'azienda. A Villa Blanc, sede di Luiss Business School a Roma, si è tenuta la presentazione dei risultati dell’analisi degli interventi formativi finanziati da Fondimpresa nel 2020, realizzata da Luiss Business School, Fondazione ADAPT, EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali e Fondazione Giuseppe Di Vittorio. Un importante momento di riflessione sul ruolo chiave che la formazione assume per rispondere ai bisogni di competenze che con la pandemia sono divenute strategiche per affrontare la ripresa in un’economia fortemente globalizzata e digitale. Competenze trasversali Nel rivolgere il proprio saluto iniziale, Raffaele Oriani, Dean, Luiss Business School, ha rimarcato l'importanza della formazione d'impatto. «Si tratta di un percorso in cui istituzioni come Luiss Business School accompagnano le imprese nei processi di trasformazione, con effetti sulla crescita di lungo termine quanto sulla realtà operativa. Non si rimane nell'ambito delle sole conoscenze teoriche, ma impattano sulle competenze organizzative delle persone. Per questo, sono necessarie competenze trasversali, che permettano di avere un impatto più rotondo sulle imprese». Formare per far ripartire l'Italia Negli ultimi anni Fondimpresa ha investito oltre 5 miliardi di euro nella formazione: una risposta alla complessità che Aurelio Regina, Presidente, Fondimpresa, ha specificato come necessaria per rispondere al fenomeno di accelerazione contemporanea. «Un anno dei prossimi equivarrà a quattro anni del passato. Si va sempre più veloce, verso impellenti trasformazioni. A queste sfide importanti si è aggiunta una grande complessità, portata dalla pandemia. In un contesto come questo, a quella digitale si affiancherà un'altra grande trasformazione, quella ecologica ed energetica, di cui ancora non decifriamo la complessità, ma che sarà accelerata dal conflitto russo-ucraino. In questo scenario di incertezza e trasformazione economica, investire nella formazione è necessario e indispensabile per far ripartire il Paese in un'economia che sarà fortemente digitalizzata e tecnologica». Parlando dell'offerta di Fondimpresa, Regina ha sottolineato: «i nostri fondi professionali sono la perfetta sintesi tra l'interpretazione delle necessità delle imprese e la gestione complessa di chi deve amministrare denaro pubblico. In futuro, dovremo avere un ruolo più proattivo verso le imprese». Come incrementare il valore delle risorse umane «La necessità di valorizzare i propri dipendenti diventa ancora più pressante in questo momento storico, in cui le imprese hanno grandi difficoltà nel reperire le figure professionali che cercano», ha esordito Rossella Accoto, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. «Il valore delle risorse umane non è immutabile, ma può crescere con la formazione continua». In questo contesto i fondi di formazione professionale svolgono un ruolo dirimente. Queste istituzioni sono spesso state chiamate a contrastare situazioni di crisi nella più recente storia economica e sociale, come durante la crisi del 2009, in cui fu allargato l'ambito d'intervento anche a chi aveva perso il lavoro. Nel più ampio scenario della Next Generation EU sono previsti investimenti importanti, inseriti in un quadro pluriennale, finalizzati al progresso della società dell'apprendimento. Nel contesto del Pnrr, l'upskilling e il reskilling avranno un ruolo strategico. «In questa logica, la formazione diviene la principale leva strategica – ha aggiunto Accoto – sia per rispondere alle necessità di nuove competenze per le transizioni, soprattutto digitali ed ecologiche, sia per arginare gli effetti della crisi sull'occupabilità delle persone. In questo quadro, tutti gli attori vengono chiamati a rafforzare la capacità di collaborare, unendo gli sforzi in un'ottica di complementarità e non sovrapposizione». All'interno del piano si inseriscono tre programmi guida. Ci sono il programma di riforma a garanzia dell'occupabilità dei lavoratori, il cosiddetto programma Goal, rivolto ai non occupati; il fondo Nuove Competenze e il programma di investimento Sistema Duale. «L'innovazione è un processo complesso, che può declinarsi in molti modi. Ma la sua implementazione necessita di processi formativi. Anche la più rilevante tra le innovazioni non avrebbe alcun impatto se non vi fossero lavoratori in grado di assorbire le potenzialità e le funzionalità, implementando tutta la catena del valore dell'impresa. In questo contesto, va tenuto in conto il ruolo strategico dei fondi paritetici interprofessionali». Uno studio per disegnare il futuro della formazione Nell'introdurre la presentazione dei dati dell’analisi degli interventi formativi finanziati da Fondimpresa nel 2020, Matteo Giuliano Caroli, Direttore della ricerca, Associate Dean per l’Internazionalizzazione, Direttore BU Applied Research and Consulting, Luiss Business School, ha esplicitato: «l'obiettivo dello studio è duplice: da un lato, rendicontare i risultati all'attività del 2020 di Fondimpresa; dall'altro, sulla base dei numeri, tracciare traiettorie per l'evoluzione futura». Nel 2020, Fondimpresa ha mobilitato una notevole mole di risorse a favore della formazione delle imprese aderenti, pari a 308,5 milioni di euro. Le imprese aderenti al Fondo sono in aumento, per un totale di 209mila aziende coinvolte, con una presenza nettamente prevalente di quelle di dimensione minori. È proporzionalmente molto significativo il peso delle imprese localizzate nelle regioni meridionali (comprese le isole) e nel manifatturiero. L'indice di attrattività del Fondo, riferito alle imprese è pari al 12,5%, in aumento rispetto al 2019. Ci sono anche imprese, dette silenti, che pur avendo aderito al Fondo, non hanno mai svolto attività formativa. Alla fine del 2020 erano pari al 55%, erano distribuite per lo più al Sud e rispondevano ai criteri di micro e piccole dimensioni. La formazione d'impatto richiede una massa critica: se si fanno due ore di formazione, difficilmente si avrà un impatto formativo importante. Per questo le aziende ricorrenti (che partecipano a più di un’attività formativa nell’anno) sono molto importanti per Fondimpresa: equivalgono al 30% della totalità delle beneficiarie. Sono per lo più micro e piccole imprese, legate al manifatturiero, distribuite per lo più al Nord. La maggior parte dei beneficiari sono uomini (67,9%, 2021, rispetto al 32,1% delle donne), non giovani, operanti nel settore manifatturiero e nelle regioni settentrionali. Ciò dipende dalla composizione della popolazione aziendale e non dai criteri di accesso di Fondimpresa. L'upskilling e reskillng riguarda persone con più di 45 anni. Prevalgono persone con Diploma di scuola superiore (47,9%), nonostante sia in crescita l’insieme dei beneficiari con Laurea o specializzazione. I Piani Formativi finanziati attraverso il Conto formazione sono prevalentemente di breve durata e per piccoli gruppi di persone o individuali; più di due terzi dei lavoratori sono coinvolti su piani «base». Questa scelta rimette a fuoco la criticità della durata dei programmi, ancora troppo brevi perché siano davvero impattanti ed efficaci. Le tematiche formative riguardano la sicurezza sul luogo del lavoro e delle abilità personali, insieme a temi di gestione dell'azienda. La missione di Fondimpresa è particolarmente sfidante, in considerazione della notevole eterogeneità del sistema delle imprese e quindi delle persone cui indirizza il suo supporto alla formazione. «Rivolgersi a target molto differenziati è una sfida enorme. C'è la necessità di differenziare l'azione in più possibile, con elementi normativi istituzionali indispensabili», ha concluso Caroli. «Le grandi imprese svolgono un ruolo di capofiliera, alla guida di sistemi di fornitori. L'obiettivo oggi è farli crescere sia nel proprio interesse, ma anche nel segno della sostenibilità. Questi soggetti devono fungere da motore di sviluppo condiviso, Crediamo che si possa lavorare su questo tema, con meccanismi di stimolo che coinvolgano le grandi imprese nell'attivare l'azione formativa per le medio piccole e piccole realtà. Uno strumento utile sono le reti di impresa, ormai consolidate, che favoriscono la collaborazione». «Il ruolo di Fondimpresa, consolidato, che emerge dallo studio è quello di raggiungere e coinvolgere un'ampia platea delle imprese. Tutto starà nel trasformare questa capacità in un'azione più chirurgica, tenendo conto che il sistema delle imprese è molto eterogeneo. Pur con i limiti istituzionali, deve essere trattato in modo differenziato. Poi bisogna stimolare collaborazione e interazione tra le diverse tipologie di impresa sullo sviluppo delle competenze». All'evento “VI RAPPORTO NAZIONALE FONDIMPRESA, Anno 2020. La formazione come leva strategica per l’innovazione e la sostenibilità”, tenutosi il 12 luglio a Villa Blanc, Roma, sono intervenuti: Raffaele Oriani, Dean, Luiss Business School; Aurelio Regina, Presidente, Fondimpresa; Matteo Giuliano Caroli, Direttore della ricerca, Associate Dean per l’Internazionalizzazione, Direttore BU Applied Research and Consulting, Luiss Business School; Giorgio Alleva, Direttore, Dipartimento di Metodi e modelli per l’economia, il territorio e la finanza, Università Sapienza di Roma; Nadio Delai, Sociologo; Lucia Valente, Professore Ordinario di Diritto del Lavoro, Avvocato giuslavorista; Rossella Accoto, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali; Annamaria Trovò, Vicepresidente, Fondimpresa. Claudio Tucci, giornalista, Il Sole 24 Ore, ha moderato la tavola rotonda. 12/07/2022

10 Giugno 2022

Competenze trasversali per fare la differenza

Presentati i risultati del programma Con la Scuola, progetto di formazione promosso da Snam, ELIS e Luiss Business School Con oltre 250 ore di formazione dispensate a 500 docenti, per un impatto medio su 2000 studenti italiani, Con la Scuola ha concluso con successo un nuovo percorso formativo. Al centro di tutto, gli istituti formativi come organizzazione, e i docenti ed i dirigenti scolastici come i protagonisti del cambiamento. Il team di docenti di Con la scuola li ha affiancati nella progettazione e realizzazione del loro modello di scuola/comunità “apprendente”. Con la scuola è promosso da SNAM e realizzato da Luiss Business School, che ha sposato in pieno la missione di questo percorso. Come spiega Raffaele Oriani, Associate Dean for Faculty e Direttore Business Unit Custom & Consulting, Luiss Business School, «la nostra missione è avere un impatto sulla nostra comunità di riferimento. Un sistema formativo più efficace va a vantaggio di tutto il sistema Paese. Lavorare sulle competenze trasversali dei docenti e consigli di classe è in linea con il nostro approccio formativo. Infatti, miriamo a lavorare sulla capacità di gestire persone e situazioni complesse, innovare e gestire in modo creativo i problemi, fattori validi in ogni contesto». Con la scuola: qualche numero L'edizione 2021/2022 di Con la Scuola ha prodotto alcuni numeri interessanti. Ha dispensato oltre 250 ore di formazione a distanza e in presenza, per oltre 500 docenti con un impatto stimato su circa 2000 studenti, 60 consigli di classe, 26 dirigenti di 24 scuole coinvolte. «Quelli di Con la Scuola sono risultati incredibili – ha sottolineato Marta Luca, Head of Human Capital Development Diversity and Inclusion, Snam – In questi anni, abbiamo toccato con mano quanto i docenti siano il cuore della scuola. Questo è il punto di partenza e di realizzazione di una società più inclusiva e di un mondo migliore. Dobbiamo continuare a investire nella formazione del personale docente, per allineare e far evolvere l'offerta formativa e la leadership nelle scuole, per rispondere alle domande e alle esigenze sempre più complesse delle nuove generazioni. La scuola è il fulcro del territorio, primo ambiente di lavoro di Snam, ed è lì che bisogna investire, creando un ambiente sostenibile. Se vogliamo migliorare la leadership formativa, dobbiamo migliorare la qualità delle risorse umane». Le scuole sono state anche avamposto e presidio formativo durante la pandemia, garantendo ai ragazzi la possibilità di mantenere forte l'attenzione sulla crescita, nel voler formarsi a tutti i costi per il proprio futuro, per il proprio Paese. Secondo Giovanni Brugnoli, Vicepresidente per il capitale umano, Confindustria, «abbiamo una responsabilità comune nell'orientare gli studenti in base alle proprie specifiche caratteristiche. Il buon orientamento scolastico può produrre un ottimo grado di occupabilità. Il Pnrr dà nei confronti del mondo scolastico una partita finanziaria notevole. Dobbiamo sfruttare questa occasione per avere una scuola più inclusiva, aperta al mondo dell'impresa». Con la scuola, il modello che crea competenze Durante i colloqui, le aziende cercano nei candidati preparazione rispetto all'azienda, motivazione, voglia di lasciare un segno, di mettersi in gioco. Ma, ribaltando la domanda sul personale scolastico, tra dirigenti e formatori, emerge che ancora non è del tutto chiaro il concetto stesso di competenza. Il 57% dei docenti intervistati per il progetto Con la scuola ha dichiarato che la competenza si acquisisce studiando e facendo pratica. Il 41% pensa che si sviluppi con l'allenamento, mentre il 2% crede che si possegga dalla nascita e non muti. «Lavorando sul gruppo, siamo riusciti ad attivare un cambiamento – sottolinea Francesca Traclò, coordinatrice scientifica del progetto “Con la Scuola”, Luiss Business School – La competenza riporta al centro lo scopo educativo, che significa lavorare relazionandosi con i ragazzi. Lavorare con i docenti sull'osservazione è il modo per uscire dal giudizio, per aprire una vera relazione educativa. Dal percorso fatto nell'ultimo anno, abbiamo portato a casa la necessità per i docenti di avere più collaborazione e condivisione. In più, i docenti hanno bisogno di sperimentare il successo e lo abbiamo visto quando la relazione con gli studenti è diventata generativa». Il questionario compilato al termine del programma Con la scuola ha messo in evidenza che bisogna passare dalla formazione al singolo a quella rivolta all'organizzazione, al consiglio di classe e ai dipartimenti. È necessario passare dal (pre)giudizio all'osservazione, creando un linguaggio e uno scopo educativo comuni e imparando a lavorare insieme. “La scuola come sistema complesso” Dopo un secolo di didattica trasmissiva, è tempo di cambiare. Come evidenzia Antonello Giannelli, Presidente, ANP, «è necessario operare un profondo rinnovamento nella scuola, soprattutto sulla prassi didattica». I dati che arrivano dai test Invalsi ci dicono che ogni anno perdiamo un quinto degli alunni italiani. «Da un lato, contribuiamo alla povertà educativa, rendiamo le persone poco soddisfatte di sé. Gli abbiamo fatto provare insuccesso e frustrazione, trasformandoli in potenziali disoccupati, con potenziali impatti sociali negativi. Dall'altra parte, abbiamo demotivato delle persone che, se stimolate nel modo giusto, avrebbero potuto diventare dei lavoratori di successo, contribuendo al benessere di tutti. Questi temi dovrebbero essere di dibattito pubblico. Per questo è necessario passare a modelli didattici innovativi e fare uno sforzo di motivazione verso i ragazzi». 10/6/2022

20 Aprile 2022

Elis Ceo Meeting, Paolo Boccardelli: «Occorre investire per cambiare la formazione»

In apertura dell'evento tenutosi a Villa Blanc, il Direttore Luiss Business School ha delineato il nuovo approccio necessario alla creazione di competenze e all'apprendimento L'alleanza tra aziende, istituzioni e scuole è il punto di partenza per affrontare le sfide che il mondo e la società del prossimo futuro porranno. Per vincere, sarà necessario indirizzare le competenze e la formazione per pianificare e favorire l'orientamento delle vocazioni professionali delle nuove generazioni. Questi i temi al centro del Ceo Meeting, svoltosi il 14 aprile 2022, per dare il via al nuovo Semestre di Presidenza del Consorzio di aziende ELIS. Per l'Italia è stato nominato ufficialmente Roberto Tomasi, Amministratore Delegato di Autostrade per l'Italia. L’evento si è svolto nella sede di Luiss Business School, a Villa Blanc, a Roma. Un nuovo approccio alla formazione L'European Skill Index, redatto dal Cedefop nel 2020, vedeva l'Italia al 23esimo posto per la formazione delle competenze, mentre per la skill activaction (trasferimento di competenze dal mondo della formazione a quello del lavoro) era all'ultimo posto. In questa fase di grande complessità, le domande da porsi secondo Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School, sono due: quali abilità sono necessarie e come vanno formate. «Abbiamo bisogno di passare da un approccio culturale a uno legato alla creazione di nuove competenze. Mixare le due prospettive in un problem based learning è la sfida del momento. Mettere al centro gli studenti significa mettere al centro l'apprendimento e non l'istruzione, spiegando i domini della complessità, ma anche il modo in cui i problemi vanno risolti». «L'Italia sta affrontando un momento molto difficile perché è un Paese che deve ritrovare sé stesso - ha dichiarato Patrizio Bianchi, Ministro dell'istruzione della Repubblica Italiana - Ognuno di noi deve ritrovare la propria missione, dagli insegnanti alle imprese. Bisogna recuperare la capacità di essere presenti nel nostro momento, per essere un punto di riferimento per i ragazzi. Il ruolo delle scuole e la presenza all'interno del territorio anche da parte delle imprese è sempre più fondamentale. Pensare una scuola in cui anche i muri, non solo le porte siano aperte, ripensando una presenza responsabile delle persone. Se dobbiamo fare futuro, dobbiamo fare istruzione». Gli obiettivi del nuovo Semestre Elis I prossimi sei mesi del Consorzio Elis vedranno al timone ecosostenibile Roberto Tomasi, Amministratore Delegato di Autostrade per l'Italia e nuovo Presidente del Consorzio Elis. «Bisogna fare scuola per costruire futuro», ha esordito il neo-eletto, passando ad articolare gli obiettivi del suo semestre. Tomasi ha messo in luce la necessità di connettere industria, capacità e competenze, necessari per poter rispondere a tutte le sfide della complessità contemporanea, da quella energetica a quella umana. I servizi implementati saranno sempre più digitali, attraverso lo sviluppo di dispositivi, multicanalità e infrastrutture di supporto. Le sfide da affrontare sono diverse. La prima: chiudere il gap di competenze di cui abbiamo bisogno oggi, creando un network con scuole e atenei per incontrare la domanda e l'offerta di lavoro, potenziando anche l'offerta formativa degli ITS. Nei prossimi 5-10 anni, bisognerà indirizzare il corpo docenti e i giovani verso le competenze prioritarie già da oggi e imprescindibili in futuro. Nel lungo periodo, sarà necessario innescare un nuovo meccanismo di pianificazione integrata, attraverso una cabina di regia stabile con presidio dei principali comparti industriali per favorire l'orientamento. «Le aziende devono fare uno sforzo per immaginare il futuro. Se non si fa questo sforzo, creiamo futuro non resiliente. Dobbiamo immaginare, disegnando con visioni strategiche. Il sapere è centrale in tutto questo». Liceo TRED, obbiettivo raggiunto Il Consorzio raccoglie intorno all'ente non profit ELIS oltre 100 aziende, di cui 30 quotate in borsa, in un rapporto stabile di collaborazione che si prefigge due obiettivi: realizzare percorsi efficaci di formazione e inserimento professionale per i giovani, e impegnarsi in progetti d'innovazione e sviluppo ad alto impatto sociale. Tra questi, i molti Progetti di Semestre sviluppati negli anni sotto la presidenza a turno delle aziende del Consorzio. Con il nuovo Semestre di Presidenza a guida Autostrade, l'impegno del Consorzio continua per favorire il dialogo tra imprese, scuole e istituzioni. L'ultimo obiettivo raggiunto, in ordine di tempo, è il Liceo TRED (Liceo quadriennale sulla Transizione Ecologica e Digitale), che a partire dal prossimo anno scolastico vedrà protagonisti 27 istituti scolastici e 23 aziende distribuite su tutto il territorio nazionale. Progetto promosso dal Presidente uscente, Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, il nuovo liceo offrirà un percorso di formazione teso a integrare i programmi didattici del tradizionale liceo italiano con maggiore attenzione alle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). In questo liceo dell'innovazione e dell'inclusione, il 40% dei 500 iscritti al nuovo liceo sono ragazze. «Inclusione e innovazione sono da percepire in modo congiunto. Riprendendo le parole del Presidente Draghi, la sfida del tempo futuro va vinta tutti insieme o è già persa in partenza - ha sottolineato Elena Bonetti, Ministra per le pari opportunità e la famiglia - Oggi un percorso inclusivo non può che essere un percorso di contribuzione collettiva. Le disuguaglianze – territoriali, sociali, di genere – sono un ostacolo allo sviluppo di tutti. La sfida di questo liceo va in questa direzione: costruire un sistema Paese. Le donne hanno bisogno delle scienze, ma le nuove frontiere della scienza avranno bisogno dei processi logici che la neuroscienza ha riconosciuto nel cervello femminile: quella connettività multipla e multitasking, capaci di mettere insieme aspetti umani delle questioni. Le ragazze devono essere incluse da subito, costruendo una leadership femminile partendo dal liceo». 20/4/2022

03 Febbraio 2022

ENAC e Università Luiss insieme per il futuro dell’aviazione civile

Alla Business School dell’Ateneo la guida delle iniziative di formazione e di ricerca per la crescita di un settore strategico per l’economia del Paese Sinergia e collaborazione tra Istituzioni e Università come strategia nazionale di crescita: è il concetto alla base della Convenzione quadro siglata tra l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) e la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali per sviluppare iniziative nella formazione, studio e analisi di settore. L’accordo è stato sottoscritto oggi, giovedì 3 febbraio, a Villa Blanc, nell’ambito di un incontro tra il Presidente dell’ENAC, Pierluigi Di Palma, il Direttore Generale della Luiss, Giovanni Lo Storto e il Direttore della Luiss Business School, Paolo Boccardelli. L’intesa, di durata triennale, intende creare opportunità concrete di collaborazione tra l’Autorità dell’aviazionecivile e l’Università intitolata a Guido Carli, al fine di favorire l’integrazione tra istituzioni e operatori del settore, in un modello formativo che abbia solide basi accademiche. Quello dell’aviazione civile è, infatti, un settore nevralgico per lo sviluppo economico del Paese che deve poter investire su professionalità di alto livello. Tra i temi oggetto della convenzione: l’organizzazione e la gestione di percorsi di alta formazione per il personale ENAC, ma anche attività di ricerca, studi di fattibilità e l’attivazione di tirocini curriculari. Le iniziative previste dalla convenzione saranno guidate dalla Luiss Business School che metterà a disposizione del settore aeronautico l’expertise e la competenza della propria faculty e dei propri centri di ricerca. “La convenzione firmata oggi – ha dichiarato il Presidente Pierluigi Di Palma – rappresenta l’avvio di una significativa sinergia tra l’Autorità del settore aeronautico e Università per costruire, da protagonisti, il futuro del Paese. Mettendo in comune le competenze reciproche, l’esperienza e il patrimonio professionale dei propri docenti e dei propri esperti,possiamo imprimere un nuovo impulso alla sicurezza e alla ricerca aeronautica e contribuire a creare un ecosistema per il rilancio del trasporto aereo e per il passaggio generazionalenecessario per affrontare le sfide che attendono il comparto”. Il Direttore Generale della Luiss, Giovanni Lo Storto ha affermato: “Costruire opportunità di alta formazione che rispondano alle esigenze occupazionali di aziende ed istituzioni costituisce uno dei principali obiettivi della nostra Università. La partnership con ENAC vaproprio in questa direzione. Sviluppare e rafforzare nuove skills è oggi, infatti, imprescindibile per fronteggiare con consapevolezza le due grandi sfide del nostro tempo: la trasformazione digitale e la transizione ecologica. Per questo, anche in settori strategici come quello dell’aviazione, è fondamentale ampliare un know-how consolidato e investire sulle persone, per generare valore e dare nuovo impulso ai processi di innovazione” Il Direttore Luiss Business School, Paolo Boccardelli ha aggiunto: “In un momento storico caratterizzato da profondi mutamenti, grandi stimoli e altrettante insidie, è necessario che gli asset fondamentali di un Paese si dotino degli strumenti necessari per essere protagonisti del cambiamento e affacciarsi con convinzione al nuovo panorama che si sta delineando. Èil caso del comparto aeronautico con il quale oggi diamo vita ad un percorso che immaginiamo prolifico per il futuro del settore e dell’Italia. La ricerca e la formazione sono elementi imprescindibili per lo sviluppo economico, per questo Luiss Business School è onorata di affiancare l’ENAC con le competenze e le conoscenze della propria faculty e disupportarla in un momento tanto delicato quanto importante”. RASSEGNA STAMPA Il Messaggero, Accordo a tutto campo Enac-Luiss per il futuro dell'aviazione civileAgenzie di stampa, Firma accordo Enac-Luiss 03/02/2022

25 Ottobre 2021

Intesa Sanpaolo e Luiss Business School insieme per la formazione 2.0 delle imprese

Focus su innovazione e sostenibilità a supporto di imprenditori e manager Intesa Sanpaolo Formazione, la società di formazione del Gruppo Intesa Sanpaolo, e Luiss Business School hanno siglato una partnership per offrire alle imprese italiane percorsi di alta formazione focalizzati su temi di gestione d’impresa, innovazione e sostenibilità. L’Executive Programme in gestione e innovazione d’impresa, progettato e realizzato da Intesa Sanpaolo, Intesa Sanpaolo Formazione e Luiss Business School si rivolge a imprenditori, manager e responsabili di funzioni aziendali che desiderano rafforzare le proprie competenze per una gestione innovativa e sostenibile dell’azienda. Le prime edizioni partiranno rispettivamente il 23, 24 e 25 novembre in Lazio e Abruzzo, Veneto e Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche. L’Executive Programme in gestione e innovazione d’impresa è il nuovo percorso offerto dall’Academy per le Imprese, il programma di Intesa Sanpaolo nato per offrire alle aziende italiane corsi di alta formazione per aggiornare competenze di imprenditori e manager, a fronte di uno scenario di mercato completamente trasformato dalla pandemia. L’obiettivo è sostenere le PMI anche attraverso una formazione costante e continua nell’adottare nuovi modelli organizzativi ed economici e approcci innovativi per rendere sostenibile il proprio business. Il programma offre un percorso formativo in distance learning di 5 mesi, al termine dei quali è previsto un evento di networking in presenza: 10 moduli saranno dedicati a general management e orientamento strategico, per mostrare come ambiti classici di economia aziendale debbano essere oggi reinterpretati alla luce della pandemia, altri 4 invece si focalizzeranno su temi di innovazione, dall’open innovation all’industria 4.0 e intelligenza artificiale, dalla trasformazione digitale alla circular economy e ESG. Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo: “La necessità di nuove competenze, per affrontare il mercato e la concorrenza, è diventato un fattore strategico per le imprese. In Italia, rispetto agli altri Paesi industrializzati, la formazione è spesso sottovalutata ed è in genere più richiesta e presente in grandi aziende rispetto a realtà più piccole. Ma per mantenere un alto livello di competizione, il tessuto industriale ha bisogno di tenersi aggiornato, pronto a conoscere nuove opportunità e cercare nuove frontiere di business. Come Gruppo Intesa Sanpaolo, siamo convinti che gli investimenti in formazione siano un importante motore di crescita e questo percorso che offriremo alle piccole e medie aziende insieme alla Luiss Business School nasce dalla convinzione che, anche grazie alle risorse messe in campo dal PNRR, abbiamo una grande opportunità di riposizionamento e rilancio dell’economia del Paese.” Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School: “Il tema della creazione di competenze è cruciale in questo momento storico per permettere e sostenere una ripresa ed una crescita strutturale del Paese, dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia da Covid–19 e a fronte di un passato non particolarmente florido sotto questo punto di vista. Come istituzione preposta alla formazione dei leader di oggi e di domani, dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione, facendo leva sugli interventi europei e nazionali di Next Generation EU e PNRR e sfruttando gli assist di grandi partner, quale è Intesa Sanpaolo, per portare a casa il risultato: un Paese rinnovato con una crescita finalmente sostenibile.” RASSEGNA STAMPA Il Sole 24 Ore, Intesa Sanpaolo e Luiss Business School insieme per la formazione 2.0 delle impreseCorriere della Sera, Intesa e Luiss accordo per l'alta formazioneIl Messaggero, Intesa Sanpaolo. Formazione 2.0 con la LuissGazzetta di Parma, Da Novembre Luiss e Intesa Sanpaolo insieme per la formazioneMilano e Finanza, Intesa e Luiss accordo per l'alta formazioneIl Tempo, Intesa Sanpaolo, accordo con Luiss per la formazioneLibero, Intesa e Luiss sulla formazioneNuova Venezia, Mattino di Padova, Tribuna di Treviso, La formazione delle PMI parte dal Veneto 25/10/2021

05 Agosto 2021

Chi è e cosa fa il Mobility Manager

Resa obbligatoria dal decreto del 12 maggio 2021, questa figura offre sbocchi importanti sul mercato del lavoro. Grazie anche ai fondi di Next Generation EU, è tempo di investire in formazione In Italia ci sono poco più di 300 Mobility Manager attivi a Roma, 180 a Milano, 40 a Bologna. Sono questi i Mobility Manager attivi in Italia al momento. Numeri molto piccoli, come ha messo in evidenza l’indagine condotta per Wired da Salvatore Di Dio, Ilaria Marino ed Emilia Pardi su una delle figure su cui le istituzioni italiane hanno puntato maggiormente, anche in tempi recentissimi col decreto rilancio. Il responsabile della mobilità è un ruolo attivato attraverso il decreto entrato in vigore il 27 maggio 2021, che prevede la presenza di questa figura in aziende e istituti pubblici, come ad esempio le scuole. L'obiettivo è progettare una mobilità sostenibile, che aiuti la popolazione a contenere l’inquinamento ma anche il contagio. Chi è il Mobility Manager Prima di tutto, è necessario puntualizzare che la figura del Mobility Manager non è una novità connessa alla pandemia. Questa figura è stata istituita dall’ex ministro Edo Ronchi attraverso D.M. del 27 marzo 1998, riguardante la “Mobilità sostenibile nelle aree urbane". All'epoca c'era un importante emergenza "smog" da affrontare. Il testo del 1998 definisce il Mobility Manager come il responsabile della mobilità aziendale di medie e grandi dimensioni. Il decreto del 1998 elenca due sotto-figure: il Mobility Manager aziendale e quello di Area. Nel 2015 il Mobility Manager è diventato obbligatorio anche nelle scuole. Il Mobility Manager aziendale è una figura specializzata nella governance della domanda di mobilità e nella scelta e promozione di opzioni legate alla sostenibilità per gli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente. Il Mobility Manger di Area è di supporto nella gestione comunale del trasporto. Viene nominato dall'amministrazione comunale ed è responsabile dell'implementazione di politiche di mobilità sostenibile e dello svolgimento di attività di raccordo tra i Mobility Manager aziendali. Cosa fa il Mobility Manager aziendale Il compito principale del Mobility Manager aziendale è mettere a punto piani di mobilità, raccogliendo le abitudini e le esigenze di studenti e lavoratori, per poi trasmetterli al Mobility Manager d’area del Comune. Secondo il decreto deve redigere entro il 31 Dicembre di ogni anno il cosiddetto Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) per tutti i lavoratori. L'obiettivo è quello di gestire gli spostamenti delle persone interessate, riducendo l’impatto ambientale derivante anche e soprattutto dall’uso del mezzo di trasporto privato. Il Mobility Manager deve avere competenze analitiche, ma non solo. È necessario anche un approccio multidisciplinare, che prenda in considerazione aspetti comunicativi e di marketing, molto importanti per creare una cultura della mobilità sostenibile. Inoltre, deve essere in grado di comprendere e applicare la normativa vigente in materia di mobilità e sicurezza, nonché un'analisi dei dati relativi alla logistica. Chi è obbligato ad avere il Mobility Manager Il 26 maggio 2021 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo del 12 maggio 2021 del ministero della Transazione Ecologica relativo alle disposizioni sul Mobility Manager. Nel testo si legge che la figura del Mobility Manager è obbligatoria per tutte le imprese e le pubbliche amministrazioni con più di 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Regione, in una città metropolitana, in un capoluogo di Provincia ovvero in un Comune con popolazione superiore a 50.000. Tuttavia, come ha rivelato l'inchiesta di Wired, dall'entrata in vigore del D.M. sono 12.848 gli enti pubblici in Italia che avrebbero dovuto dotarsi di un Piano spostamenti casa-lavoro (Pscl) per gli oltre 2.845.039 dipendenti. Ma i documenti prodotti fino a oggi sono molto pochi. Perché investire nel ruolo di Mobility Manager aziendale Investire nel ruolo di Mobility Manager è obbligatorio per le aziende. Con l’entrata in vigore del Decreto, il 27 maggio 2021, le imprese dovranno dotarsi del Piano Spostamenti entro 180 giorni, cioè entro il 23 novembre 2021. Il Governo ha stanziato 35 milioni di euro per le attività private e tutte le pubbliche amministrazioni che già si sono dotate di questa figura, predisponendo entro la fine dell'estate 2021 il PSCL per il personale. Le politiche pubbliche servono: i fondi del Next Generation EU saranno un incentivo importante, ma non bastano. Occorre lavorare sulla consapevolezza del singolo cittadino ed è su questo che il Mobility Manager dovrà lavorare con le giuste competenze e un'adeguata formazione. Come si diventa Mobility Manager Per diventare Mobility Manager è necessario essere in possesso di una certificazione accreditata che possa garantire le sue competenze. Questo attestato rende il professionista più competitivo su un mercato in continua crescita, che offre interessanti opportunità lavorative per queste figure professionali. Su queste premesse si fonda il primo Master con specializzazione in Sustainable Mobility, ideato da KINTO Italia, la nuova società del gruppo Toyota di servizi di mobilità, in partnership con Luiss Business School, Scuola di alta formazione dell’Università Luiss Guido Carli. Il Master è rivolto a manager e professionisti ed è organizzato secondo la formula part-time (formula weekend). Al termine del percorso formativo è previsto il rilascio di un diploma di Master di II° livello riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur). SCOPRI IL PROGRAMMA 5/8/2021

04 Agosto 2021

Alla scoperta di Villa Blanc

Villa Blanc, la sede della Luiss Business School, è un gioiello dell’eclettismo, riportato in vita e rinnovato per diventare il cuore pulsante della formazione manageriale, una fucina di talento e innovazione che mette in connessione giovani, imprese e istituzioni, in una cornice unica al mondo. Villa Blanc nasce nel segno della trasformazione: nel 1893 il barone Alberto Blanc acquista il sito della vigna di proprietà della famiglia Lezzani, nel territorio circostante la Basilica di Sant’Agnese Fuori Le Mura. Il complesso è un possedimento rustico «fuori porta»: sarà il barone, nel suo ruolo di Ministro degli Affari Esteri del terzo Governo Crispi, a trasformarlo in una residenza adeguata al prestigioso incarico. L’opera di costruzione della Villa segue un progetto di tipo sperimentale, guidato dal progettista Francesco Mora e dall’archeologo Giacomo Boni, che combina operazioni di tipo archeologico, raffinate decorazioni e tecniche avanzate negli impianti e nell’architettura. Gli apparati decorativi della Villa si devono ad Alessandro Morani e Adolfo De Carolis e raggiungeranno livelli di eclettismo mai visti prima in Italia, in particolare, nelle opere in terracotta invetriata che ritroviamo all’esterno, nelle facciate che avvolgono il giardino d’inverno e nel fumoir. La Sala degli Specchi è l’ambiente più antico della Villa: qui il barone aveva raccolto ed esposto una preziosa collezione di arazzi fiamminghi del ‘700, oggi conservati ad Amsterdam. Nella Sala da Pranzo, al centro tra la Sala degli Specchi, il giardino d’inverno e il fumoir, spicca il camino monumentale quattrocentesco in marmo bianco. Tre archi incorniciano la prospettiva sul giardino di inverno, che insieme alla Sala da Ballo, è uno degli ambienti aggiunti da Giacomo Boni al corpo centrale. È considerato il giardino d’inverno più grande d’Europa: per il suo allestimento furono fatti giungere dalla città olandese di Haarlem 10.000 bulbi di tulipano, lillà, rose e azalee. Sotto la sala da pranzo si trova lo spazio ipogeo: si trattava, forse, di un luogo per riti e riunioni esoteriche. La Sala da Ballo, realizzata verso la fine del 1896 con un intervento di ampiamento della villa, raggiunge livelli di eclettismo altissimi, grazie alle strutture metalliche e il soffitto di ispirazione mediorientale: le pareti vetrate e la vista integrale sul parco rafforzano l’idea di massima integrazione tra la natura e l’opera dell’uomo, altamente ricercato da tutta la cultura dell’Ottocento. Anche il giardino si caratterizza per un analogo accostamento di stili, temi e suggestioni, in cui non mancano elementi antiquari e specie vegetali esotiche, come la collezione di palme. Alla morte del barone Blanc (avvenuta a Torino nel maggio 1904), la Villa passa alla moglie Natalia e, poi, ai tre figli. Il parco si arricchisce di altri 7 edifici minori. Dopo anni di abbandono, nel 1997, la Luiss Guido Carli acquista, tramite un’asta pubblica, il complesso e, dopo un lungo e accurato lavoro di ricerca, progettazione, restauro e valorizzazione, trasforma Villa Blanc nella sede della Luiss Business School. 4/8/2021