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Chi è e cosa fa il Mobility Manager
Chi è e cosa fa il Mobility Manager
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Resa obbligatoria dal decreto del 12 maggio 2021, questa figura offre sbocchi importanti sul mercato del lavoro. Grazie anche ai fondi di Next Generation EU, è tempo di investire in formazione

In Italia ci sono poco più di 300 Mobility Manager attivi a Roma, 180 a Milano, 40 a Bologna. Sono questi i Mobility Manager attivi in Italia al momento. Numeri molto piccoli, come ha messo in evidenza l’indagine condotta per Wired da Salvatore Di Dio, Ilaria Marino ed Emilia Pardi su una delle figure su cui le istituzioni italiane hanno puntato maggiormente, anche in tempi recentissimi col decreto rilancio. Il responsabile della mobilità è un ruolo attivato attraverso il decreto entrato in vigore il 27 maggio 2021, che prevede la presenza di questa figura in aziende e istituti pubblici, come ad esempio le scuole. L’obiettivo è progettare una mobilità sostenibile, che aiuti la popolazione a contenere l’inquinamento ma anche il contagio.

Chi è il Mobility Manager

Prima di tutto, è necessario puntualizzare che la figura del Mobility Manager non è una novità connessa alla pandemia. Questa figura è stata istituita dall’ex ministro Edo Ronchi attraverso D.M. del 27 marzo 1998, riguardante la “Mobilità sostenibile nelle aree urbane”. All’epoca c’era un importante emergenza “smog” da affrontare. Il testo del 1998 definisce il Mobility Manager come il responsabile della mobilità aziendale di medie e grandi dimensioni. Il decreto del 1998 elenca due sotto-figure: il Mobility Manager aziendale e quello di Area. Nel 2015 il Mobility Manager è diventato obbligatorio anche nelle scuole.

Il Mobility Manager aziendale è una figura specializzata nella governance della domanda di mobilità e nella scelta e promozione di opzioni legate alla sostenibilità per gli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente.
Il Mobility Manger di Area è di supporto nella gestione comunale del trasporto. Viene nominato dall’amministrazione comunale ed è responsabile dell’implementazione di politiche di mobilità sostenibile e dello svolgimento di attività di raccordo tra i Mobility Manager aziendali.

Cosa fa il Mobility Manager aziendale

Il compito principale del Mobility Manager aziendale è mettere a punto piani di mobilità, raccogliendo le abitudini e le esigenze di studenti e lavoratori, per poi trasmetterli al Mobility Manager d’area del Comune. Secondo il decreto deve redigere entro il 31 Dicembre di ogni anno il cosiddetto Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) per tutti i lavoratori. L’obiettivo è quello di gestire gli spostamenti delle persone interessate, riducendo l’impatto ambientale derivante anche e soprattutto dall’uso del mezzo di trasporto privato.

Il Mobility Manager deve avere competenze analitiche, ma non solo. È necessario anche un approccio multidisciplinare, che prenda in considerazione aspetti comunicativi e di marketing, molto importanti per creare una cultura della mobilità sostenibile. Inoltre, deve essere in grado di comprendere e applicare la normativa vigente in materia di mobilità e sicurezza, nonché un’analisi dei dati relativi alla logistica.

Chi è obbligato ad avere il Mobility Manager

Il 26 maggio 2021 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo del 12 maggio 2021 del ministero della Transazione Ecologica relativo alle disposizioni sul Mobility Manager. Nel testo si legge che la figura del Mobility Manager è obbligatoria per tutte le imprese e le pubbliche amministrazioni con più di 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Regione, in una città metropolitana, in un capoluogo di Provincia ovvero in un Comune con popolazione superiore a 50.000.

Tuttavia, come ha rivelato l’inchiesta di Wired, dall’entrata in vigore del D.M. sono 12.848 gli enti pubblici in Italia che avrebbero dovuto dotarsi di un Piano spostamenti casa-lavoro (Pscl) per gli oltre 2.845.039 dipendenti. Ma i documenti prodotti fino a oggi sono molto pochi.

Perché investire nel ruolo di Mobility Manager aziendale

Investire nel ruolo di Mobility Manager è obbligatorio per le aziende. Con l’entrata in vigore del Decreto, il 27 maggio 2021, le imprese dovranno dotarsi del Piano Spostamenti entro 180 giorni, cioè entro il 23 novembre 2021.

Il Governo ha stanziato 35 milioni di euro per le attività private e tutte le pubbliche amministrazioni che già si sono dotate di questa figura, predisponendo entro la fine dell’estate 2021 il PSCL per il personale.

Le politiche pubbliche servono: i fondi del Next Generation EU saranno un incentivo importante, ma non bastano. Occorre lavorare sulla consapevolezza del singolo cittadino ed è su questo che il Mobility Manager dovrà lavorare con le giuste competenze e un’adeguata formazione.

Come si diventa Mobility Manager

Per diventare Mobility Manager è necessario essere in possesso di una certificazione accreditata che possa garantire le sue competenze. Questo attestato rende il professionista più competitivo su un mercato in continua crescita, che offre interessanti opportunità lavorative per queste figure professionali.

Su queste premesse si fonda il primo Master con specializzazione in Sustainable Mobility, ideato da KINTO Italia, la nuova società del gruppo Toyota di servizi di mobilità, in partnership con Luiss Business School, Scuola di alta formazione dell’Università Luiss Guido Carli.

Il Master è rivolto a manager e professionisti ed è organizzato secondo la formula part-time (formula weekend). Al termine del percorso formativo è previsto il rilascio di un diploma di Master di II° livello riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur).

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5/8/2021

Data pubblicazione
5 Agosto 2021
Categorie
News & Eventi