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07 Ottobre 2023

Micol Silvestrelli: «In Luiss Business School ho scoperto la mia strada e il mio valore»

Dopo aver frequentato il Corso di Alta Formazione in Consulenza Legale d’Impresa, Micol ha compreso che frequentare un master a Villa Blanc significa partire già dal gradino più alto del podio Nel 2017 Micol Silvestrelli era alle prese con gli ultimi scampoli di un corso di laurea in giurisprudenza. Poca convinzione e una sola certezza: non avrebbe fatto l’avvocato. Complice il fratello, laureato in Economia e Commercio presso la Luiss Guido Carli, ha scoperto che c’era un’altra strada, che avrebbe portato le sue competenze direttamente al mondo del lavoro, con un approccio pratico, già orientato al futuro. Così ha scelto il Corso di Alta Formazione in Consulenza legale d’Impresa di Luiss Business School, che ha modellato le sue conoscenze del diritto in un modo inaspettato. Micol oggi ha 36 anni e lavora in Fandango, dove si occupa di tutto ciò che ruota attorno al diritto d’autore. In più, grazie ai laboratori dedicati alle soft skill, ha scoperto che in Luiss Business School ognuno può scoprire il proprio valore e mostrarlo al mondo, senza più esser schiavi della timidezza. Cosa ti ha spinto a scegliere il Corso di Alta Formazione in Consulenza legale d’impresa di Luiss Business School? Tutto è nato da una fase di stallo. Frequentavo giurisprudenza senza grande convinzione, certa di non voler fare l’avvocato. Grazie a mio fratello, studente Luiss di Economia e Commercio, ho scoperto i master Luiss Business School. Sapevo che l’approccio allo studio era diverso, pratico, orientato al mondo del lavoro. Così mi sono iscritta al Corso di Alta Formazione in Consulenza legale d’impresa in formula Executive. Dopo il test di ammissione ho capito che lì avrei trovato la mia strada, che quel percorso mi avrebbe portato direttamente nel mondo del lavoro, facendo quello che poteva piacermi con concretezza. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Il primo impatto è con la sede dedicata ai master. L’ambiente curato di Villa Blanc, in cui si dedica attenzione fino al minimo filo d’erba, fa la differenza. Ognuno ha il proprio posto, è tutto organizzato nei minimi dettagli, senza considerare la semplicità di avere qualunque tipo di informazione necessaria nel più breve tempo possibile inviando una semplice mail. In più, ho subito percepito il dinamismo dell’ambiente, aperto al futuro, in cui si parla sempre di quello che sarà, di quello che succederà dopo aver studiato e aver finito il master. Sono rinata. Qual è il corso che ha avuto un maggiore impatto sulla tua carriera? Quello di diritto del lavoro. Le tematiche che ho studiato in quel corso sono state il mio pane quotidiano durante la mia esperienza in Rds, in cui l’ufficio legale era accorpato all’area di risorse umane. Quindi si lavorava su tante tematiche, che toccavano i dipendenti e richiedevano conoscenze di diritto del lavoro. C'è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpito? Tutti i professori del corso sono, ovviamente, molto preparati, ma sono fortemente legata al professor Francesco Di Ciommo. È quello che definisco “il diritto fatto persona”, l’essenza della giurisprudenza. Anche la professoressa Mary Moramarco mi ha stupito con la sua grinta fuori dal comune. Soft skill. Nel percorso formativo ci sono diversi Lab per allenare queste competenze sempre più necessarie nei contesti aziendali. Qual è quello che ti ha cambiata di più? Ero una persona molto timida e introversa. Parlare in pubblico per me era impossibile non solo da fare, ma anche solo da immaginare. Il laboratorio di public speaking mi ha aiutato a gestire una conversazione, un colloquio di lavoro, un’interazione. In Luiss Business School capiscono dove puoi arrivare e ti mettono in condizione di arrivarci. Come? Una ragazza del Career Service ha simulato con me un colloquio di lavoro e mi ha dato feedback sul mio modo di fare. Per me è stato importantissimo perché mi ha aiutata a comprendere le mie difficoltà. Mi ha fatto capire che non sono perfetta, ma che, con le giuste accortezze, posso superare i miei limiti e sfruttare le mie possibilità. In Luiss Business School ti portano a capire che ognuno ha il suo valore, che possiamo portarlo all’esterno, che ce la possiamo fare. Una cosa che mi mancava completamente. Oggi riesco a relazionarmi con un dirigente e durante il mio percorso sono stata la referente di alcuni gruppi.  Competitività: come avete allenato questa soft skill durante il tuo percorso in Luiss Business School? C’erano spesso delle challenge alla fine di ogni modulo, che ci spronava ad essere competitivi ma in modo positivo, per arrivare a un risultato. Sentivamo di dover impegnarci fino in fondo perché anche altre persone nel gruppo avrebbero fatto la loro parte. Era una gara con delle regole, vissuta con una competitività leale e quindi vissuta con serenità. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? Non conoscevo il senso profondo della parola networking prima di entrare in Luiss Business School. È molto raro che si crei nelle università pubbliche. Anche perché va in due direzioni. C’è sia il network creato con la scuola e le aziende, e poi c’è quello con i compagni di corso. Sono in contatto con la maggior parte delle persone del master e il mio attuale lavoro l’ho ottenuto proprio grazie a uno di loro. Ero in Rds ma volevo cambiare lavoro. Così posso dire di essere diventata il risultato vivente di cosa fa un buon networking. In Luiss Business School si lavora molto sulla Leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader? Quando si parla di leader si pensa sempre a figure autoritarie. Ma credo che un buon leader sia in grado di guidare con l’esempio e non attraverso l’imposizione. Credo che alcuni abbiano la capacità innata di farlo e che altri l’affinino con tempo ed esperienza. Essere un leader significa anche riuscire a cogliere le sfumature di tutti e poi costruire un team cogliendo ciò che ogni persona può dare. Field Project: cosa porti a casa di questa esperienza? Il Field Project è durato un’intera giornata, il che ha rappresentato un impegno importante anche dal punto di vista fisico. Ma è stata un’esperienza irripetibile. Avere la possibilità di parlare con i responsabili di un’azienda e capire come si lavora per elaborare un progetto che verrà valutato, è un modo concreto per rivoluzionare ciò che si sa del mondo del lavoro. Per la prima volta si comprende appieno cosa c’è dopo il master. Oggi sei legal presso la società di produzione cinematografica Fandango S.p.A.: provenire da un percorso Luiss Business School ha fatto la differenza? Se sì, come? Oggi mi occupo di diritti d’autore in Fandango. Ciò significa che mi occupo di tutto ciò su cui questa legge ha riflesso: dalle liberatorie per l’utilizzo di immagini ai contratti per la regia, la coproduzione o la distribuzione, andando a toccare anche gli ambiti musicali ed editoriali. Il master è stato notato sia nell’esperienza in Rds, ottenuta tramite il Career Service, sia nel mio percorso in Fandango. La ragione è semplice. È noto che chi ha seguito un percorso di studi in Luiss Business School sarà preparato a livello teorico, ma anche pratico. Sa gestirsi e gestire. Cosa fa un Consulente Legale d’Impresa? È una figura fondamentale in un’azienda perché ha in mano le redini di tante cose. Non si occupa solo della normativa, della sua applicazione, dei contratti, ma è anche colui che segnala all’impresa le opportuni e i rischi di alcune scelte. Si analizzano scelte legate alla giurisprudenza, collegando le ricadute sull’azienda e i suoi processi. Tutte le funzioni organizzative hanno come riferimento il consulente legale per capire cosa si può fare e come. È, quindi, il consulente aziendale che dice se qualcosa è possibile, dettando le linee guida da rispettare. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? Occhi e orecchie sempre aperti. Ciò che si vede e si sente, le possibilità che è possibile cogliere in Luiss Business School non sono ovunque. Se si hanno l’intelligenza e la furbizia nel guardare quello che accade, si potrà essere più agevolati a trovare la strada verso il lavoro. Significa vivere un contesto privilegiato, in cui avere un quadro di come sarà il futuro nel mondo del lavoro. È come partire dal gradino più alto di un podio per spiccare un salto ancora più grande verso nuove opportunità. 07/10/2023

26 Agosto 2022

Biagio Capece: «È dal networking che nascono grandi opportunità»

Dopo il Master in Digital Export Management di Luiss Business School, lo studente pugliese è oggi Temporary Export Manager per Makeitaly Trasformare un marchio in un'impresa: è questa l'avventura che Biagio Capece, 29 anni, originario della provincia di Lecce, sta vivendo dopo aver concluso il Master in Digital Export Management di Luiss Business School. Del resto, non basta una laurea in legge quando il pallino per gli affari spinge lo sguardo oltre i confini nazionali. Grazie alle competenze acquisite durante il master, oggi Biagio è Temporary Export Manager per Makeitaly. Il suo obiettivo? Continuare ad imparare, cogliendo le opportunità del networking. Cosa ti ha spinto a scegliere il master in Digital Export Management di Luiss Business School? Durante i miei studi di giurisprudenza ho sempre scelto esami a vocazione internazionale. Ho dedicato la mia tesi di laurea agli strumenti di pagamento utilizzati nel commercio internazionale. Volevo specializzarmi nell'export e due anni fa non c'era molta offerta post-laurea sull'argomento. Navigando sul sito di Ice, dove avevo seguito diversi corsi, ho scoperto il master Luiss Business School: era perfetto per ciò che volevo fare, l'export manager. Avendo studiato giurisprudenza mi mancavano dei tasselli, che questo master ha finalmente aggiunto. A spingermi verso il percorso è stata anche la notorietà di Luiss Business School e Ice. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? A causa della pandemia, ho potuto frequentare Villa Blanc solo negli ultimi mesi. Durante il Covid eravamo lì solo una volta al mese. Ho trovato un bellissimo ambiente. Persone con cui ho subito stretto amicizia, creando un ambiente favorevole alla crescita personale e di gruppo. Eravamo tutti motivati dal punto di vista professionale, amichevoli ma giustamente competitivi. Ottimo rapporto sin da subito anche con il coordinatore del master. Qual è il corso che ha avuto un maggiore impatto sulla tua carriera? In generale, ho apprezzato il non soffermarsi solo sulla parte teorica, ma anche su quella pratica. Tra i corsi ce ne sono stati due che mi sono stati molto utili. Il primo? Quello di contrattualistica e pagamenti internazionali, tenuto dal professor Domenico Del Sorbo. La materia mi appassionava, in questo modulo ho potuto approfondire l'approccio pratico. E il secondo? Strategie di selezione e ingresso nei mercati internazionali con il professor Federico Tunzio. Oltre ad essere interessante, il corso ha permesso l'applicazione concreta di tutto ciò che avevamo studiato in precedenza attraverso un esame finale molto importante. In cosa consisteva? Abbiamo simulato una consulenza per l’espansione all’estero di un'azienda scelta da noi. Ci è stato chiesto di analizzare l’azienda, effettuare un’analisi di mercato, individuare un paese target per il prodotto dell'azienda e poi stilare una strategia d'ingresso fisica e digitale in quella nazione. Quello che faccio ora è molto simile a ciò che abbiamo fatto durante l'esame. In più, successivamente a quella prova, si è creato un ottimo rapporto con Tunzio, con cui è nata una collaborazione che va avanti ancora oggi. C'è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpito? Tutti i relatori del format Leader 4 Talent sono stati di grande stimolo. Mi hanno dato una visione su quello che voglio fare insieme alla carica per andare avanti. Tra le fonti di ispirazione, c'è stato l'incontro con l'export manager di Banfi, cantina vitivinicola, ci ha parlato di come è riuscito a far apprezzare i propri vini nei mercati internazionali. Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il master? Abbiamo allenato il team working grazie ai tanti progetti di gruppo, aiutandoci a collaborare in maniera attiva e proficua. Poi abbiamo fatto un corso specifico sulla negoziazione, molto importante per cercare di capire come riuscire a coinvolgere l'altra parte, facendo capire il valore della propria proposta e convincendola ad accettare una soluzione che sia win-win. Competitività: come avete allenato questa soft skill durante il tuo percorso in Luiss Business School? Più che allenarla, è nata spontaneamente. Frequentare un master come questo è un investimento. Tutti noi eravamo interessati a capire cosa sarebbe successo dopo il master. Questa sana competitività si è espressa al massimo durante la challenge finale, lanciata da Sace. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? È un concetto su cui si insiste molto, sia durante il percorso, sia durante i laboratori e gli incontri Leader 4 Talent. Dopo la fine del master, sono riuscito a rimanere in contatto con Tunzio, ma anche con altri professori e compagni di corso. Ho visto in prima persona quanto il networking possa dare in termini di opportunità. È fondamentale avere un vasto network per fare business, altrimenti si rischia di chiudersi in sé stessi, spegnendo lo sguardo verso l'estero. In Luiss Business School ho visto tanta voglia di collaborare, di fare network e condividere opportunità, considerandosi partner. La collaborazione resta un grande valore aggiunto di questa esperienza. In Luiss Business School si lavora molto sulla Leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader? Essere dei veri leader significa avere un'idea che alcuni considerano folle, troppo grande, ma che può attirare altre persone all'interno di un determinato progetto per raggiungere un determinato obiettivo. Oggi lavori come Temporary Export Manager in Makeitaly: provenire da un percorso Luiss Business School ha fatto la differenza? Se sì, come? In realtà Makeitaly era un progetto di famiglia. Mio padre ha creato il marchio qualche anno fa, ma la società non era mai diventata operativa. Una volta terminato il master, l'ho riorganizzata per offrire consulenze a quelle aziende italiane che vogliono internazionalizzarsi. Siamo andati online a dicembre 2021. Ora siamo impegnati nella costruzione di un vasto network di professionisti, che operano in vari Paesi target per dare maggiori opportunità alle aziende che seguiamo. Tutti i tasselli messi insieme durante il mio percorso di studi – quello giuridico, il marketing, la contabilità, la capacità di effettuare una accurata analisi di mercato e identificare i mercati esteri prioritari, la protezione della proprietà intellettuale, l’elaborazione di una strategia di export e la sua attuazione a livello operativo – mi hanno permesso avere un quadro completo delle diverse competenze necessarie per effettuare la professione dell’export manager. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? Continuerò a studiare. Lo faccio ogni giorno, leggendo libri, seguendo webinar e corsi di formazione perché l'export è una materia che cambia di giorno in giorno. Rimanere aggiornati e formati è dunque fondamentale. È impossibile pensare che, con una formazione magari vecchia anche di qualche anno, si possa smettere di studiare. Anche solo in materia di finanziamenti a supporto delle aziende per l'internazionalizzazione, ci sono aggiornamenti quotidiani. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? Fare network, perché è dal networking che nascono grandi opportunità. Uno dei valori che ho percepito è quello legato ai professori, professionisti che lavorano nel nostro stesso ambito di interesse tutti i giorni. Quindi è importante stringere e mantenere rapporti con professionisti affermati e futuri tali, oggi nostri “semplici” compagni di corso. 26/08/2022

25 Agosto 2022

Domenico Matrone, solide basi per vincere le sfide del recruitment

Peso del brand, network e competenze: così l'ex studente e oggi recruiter di Kraken spiega quanto un master Luiss Business School possa fare la differenza per un salto internazionale Il Covid ha cambiato tutto, soprattutto il mondo del lavoro. Le risposte che un recruiter si trova a dover fornire a un candidato si sono evolute di conseguenza. Lo sa bene Domenico Matrone, 31 anni, originario di Latina, oggi recruiter presso Kraken Digital Asset Exchange. Alle sue spalle, le solide basi del master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione di Luiss Business School, che gli ha permesso di fare un salto di carriera al di fuori dei confini nazionali. Oggi, parlando da Amsterdam, riconosce i tratti di un vero leader e spiega come la sua formazione lo stia aiutando a riconoscere e vincere le sfide del suo settore. Domenico Matrone, cosa ti ha spinto a scegliere il master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione di Luiss Business School? In primo luogo, il peso del marchio, riconosciuto a livello nazionale e internazionale. Sapendo di voler intraprendere una carriera all'estero, è stato il primo fattore che ha guidato la mia scelta. Successivamente, mi hanno colpito anche le tante storie di successo di ex studenti e il nome del direttore del corso. Gabriele Gabrielli non è un professore come gli altri: la sua esperienza nell'ambito corporate, in Trenitalia e in WINDTRE come direttore delle risorse umane. In più, il formato del corso era differente dalla classica università italiana, troppo concentrati sulla parte teorica. Qui c'è sia la parte in aula che l'internship pratico. Infine, c'è il network Luiss Business School, un valore preziosissimo. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Friendly ma professionale. Durante il mio percorso universitario ho vissuto un'esperienza completamente diversa, in cui mi sono spesso sentito abbandonato a me stesso. Invece in Luiss Business School ho sempre ricevuto supporto per ogni necessità. Inoltre, si è creato subito un bel clima anche con i miei compagni di corso. Qual è il corso che ha avuto un maggiore impatto sulla tua carriera? Uno dei corsi che mi ha più ispirato è stato quello con Gabrielli sulla Compensation. Poi, c'è stato anche il modulo guidato da Mario Baglietto su selezione e recruitment. Adesso che sono un recruiter, mi è tornato molto utile anche nella pratica. Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il master? Abbiamo seguito un corso che ci ha accompagnato tutto l'anno, in cui abbiamo lavorato su fattori fondamentali come le modalità di presentazione come young professional. Competitività: come avete allenato questa soft skill durante il tuo percorso in Luiss Business School? Non lo abbiamo fatto in maniera conscia. È stata una cosa molto spontanea, vissuta tra noi studenti, curiosi di conoscere le ambizioni post-master dei colleghi. Questo atteggiamento non ha impedito, ma anzi ha favorito la formazione di un gruppo sano. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? A distanza di anni, sono ancora in contatto con diverse persone del mio corso. Un paio di colleghi sono diventati recruiter. Altri si sono fermati nella parte Hr. È bello interfacciarsi e scoprire le varie scelte fatte. Sono l'unico andato all'estero del mio anno. Quando sono uscito da Rds e sono venuto ad Amsterdam per Nike, un mio collega mi ha chiesto un riscontro sull'azienda che lasciavo e ho potuto metterli in contatto. Ora lui è ancora lì. Quindi mi sento di dire che il network nato durante il percorso Luiss Business School funziona. In Luiss Business School si lavora molto sulla Leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader? Soprattutto tanta umiltà. Bisogna essere consapevoli che, anche se si ricopre un ruolo importante, bisogna riuscire a comunicare in modo efficace con le persone con cui si lavora, con umiltà appunto, sapendo che i propri compiti vanno al di là del proprio ruolo e della propria responsabilità. Inoltre, non meno importante, ci vuole la capacità di gestire task complessi. Oggi sei un recruiter: provenire da un percorso Luiss Business School ha fatto la differenza nel tuo ingresso in queste aziende? Se sì, come? Sì, perché la fama internazionale del marchio mi ha permesso di aumentare le aspettative sul mio cv. Inoltre, ad Amsterdam, la Luiss Business School è molto conosciuta. Quali sono oggi le sfide da fronteggiare nell'ambito del recruiting? Il mercato è quello che è, difficile. A causa degli effetti prodotti dalla pandemia Covid-19, le aziende faticano a pensare sul lungo termine. In più, i candidati hanno cambiato i propri valori. Tra i deal-breaker, c'è la richiesta di tornare in ufficio: in molti non sono più disposti ad accettarlo. Si sta molto attenti alla job security, ma anche e soprattutto alla missione e ai valori delle aziende. Solo i profili più senior tendono a ritenere questi aspetti meno importanti. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? Cercherò di continuare a crescere attraverso il mio lavoro di recruiter. Cambiare nazione mi ha formato parecchio come persona: non escludo di fare qualche altro “salto” più avanti. La formazione continua in parallelo: mi sono iscritto a un corso in Data management in recruitment e forse più in là proverò un MBA. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? Ascoltare i docenti. Sono professori che portano in aula tantissima esperienza aziendale, concreta. In più, i corsi hanno moltissime relazioni con il mondo dell'impresa e sanno tradurre in formazione le richieste delle aziende. Infine, consiglio di essere pazienti e determinati. 26/08/2022

20 Luglio 2022

La Cina è più vicina con un master: la storia di Aurora Monti

La Junior Product Manager di China-Wi racconta quanto il Master in Marketing Management di Luiss Business School sia stato necessario per la sua carriera Una solida competenza linguistica ha bisogno di competenze tecniche per permettere a uno studente di diventare un professionista qualificato. Questa consapevolezza ha spinto Aurora Monti a frequentare il Master in Marketing Management, con major in Digital Export, di Luiss Business School in collaborazione con ITA. Conoscere una lingua, anche se difficile come il cinese, non crea in automatico un esperto di import-export. Tra lettere di credito e trasporti internazionali, è tra i banchi di Villa Blanc che Aurora Monti, Junior Product Manager di China-Wi, ha scoperto il fascino del commercio internazionale e le competenze che richiede. Aurora, cosa ti ha spinto a scegliere il Master in Marketing Management, con major in Digital Export, targato Luiss Business School? Ho scelto di proseguire i miei studi perché, dopo la pandemia, avevo voglia di dare una svolta alla mia carriera. Così ho ripreso a studiare per entrare nel commercio internazionale. Puntavo alla Cina, Paese in cui ho investito durante la mia formazione. In più, il mondo dell’import-export mi ha sempre affascinata. Ma avevo bisogno di competenze specifiche. Così, informandomi online, ho scoperto il master in Marketing Management, con major in Digital Export. Dato il prestigio accademico e professionale che la Luiss Business School gode, ho scelto di iscrivermi. Tre parole per definire l’ambiente che hai trovato in Luiss Business School. Professionale, perché ho sempre avuto l’impressione di confrontarmi con dei professionisti. Affidabile, perché ho scelto di entrare in contatto con una realtà storica e longeva. Internazionale, perché la Luiss Business School ha molte certificazioni e accordi con realtà estere e accoglie studenti internazionali. Tra i corsi del tuo master, c’è qualche relatore che ha lasciato il segno? I corsi che mi hanno segnata maggiormente sono quelli che mi hanno fatto entrare in contatto con la realtà dell’import-export in cui lavoro ora: marketing digitale ed export. Ci hanno dato le basi su tutte le realtà necessarie per fare questo lavoro: dalle dogane ai trasporti, affrontando tematiche di cui oggi mi occupo ogni giorno. Soft skill: come avete lavorato su questo ambito durante il master? Accanto ai corsi tradizionali, la Luiss Business School ci ha offerto la possibilità di partecipare a laboratori di vario tipo, per allenare soft skill come il Public speaking o How to present. Sono capacità molto importanti da allenare per una vita professionale vincente. Quali sono stati i momenti più significativi del percorso in Luiss Business School? Uno fra tutti, la challenge finale con Sace. Ci ha permesso di confrontarci con un’istituzione che supporta le imprese italiane che si affacciano al commercio internazionale, proponendo nuove idee per fornire strumenti innovativi per le aziende italiane. Questa sfida ci ha permesso di metterci alla prova anche nel lavoro di gruppo. Hai svolto anche attività di supporto organizzativo relative ai corsi come tutor d’aula in Luiss Business School: cosa ti ha dato questa esperienza? Ho sentito un senso di responsabilità verso la scuola e i miei colleghi. Di fatto ero un tramite che doveva fare da raccordo. Mi ha dato l’opportunità di capire come traghettare le informazioni tra due interlocutori, collegando l’alto con il basso. Nella tua formazione antecedente al master, si legge un forte legame con la Cina. Hai studiato cinese in Italia e all’estero. Come hai iniziato? Dopo il liceo ho scelto di approfondire lo studio delle lingue, in cui mi sono sempre sentita portata. Oltre l’inglese, volevo mettermi alla prova con una lingua che mi portasse a superare i miei limiti. E quindi mi sono buttata su un idioma tanto affascinante quanto complicato come il cinese. Con tanto impegno e dedizione, sono riuscita a superare questa sfida. Come funziona il tuo ruolo in China-Wi? Ho attivato uno stage curricolare con China Wi, proponendo questa realtà al career service Luiss Business School. A gennaio sono entrata in questa azienda, una trading company che si occupa di compravendita internazionale. Personalmente, seguo lo sviluppo del prodotto, fungendo sia da R&D che da ufficio acquisti per il cliente. Il mio ruolo, un po’ come durante il tutoraggio in aula, è far in modo che l’acquisto sia semplice per il cliente italiano. Vado a verificare cosa ci viene richiesto, studiando il prodotto, i requisiti tecnici, le certificazioni. Non ultimo, analizzo l’offerta già presente sul mercato, per poi cercare fornitori in Cina che producano il manufatto per conto del cliente. Raccolgo i preventivi e poi restituisco il prodotto richiesto – dotato però anche di un valore aggiunto– a chi usufruisce del servizio. Insomma, anche qui faccio da raccordo! In che modo il master ti ha supportato in questo percorso? Ho acquisito delle basi che prima non avevo. Nel mio ruolo è importante avere nozioni di commercio internazionale, sapere cos’è una lettera di credito o una bolla doganale, oltre cosa vuol dire spedire le merci con un container. Rispetto alla tua esperienza, quali opportunità offre il mercato cinese per chi vuole lavorare nel mercato dell’export e quali competenze è utile sviluppare in questo campo? In questo momento, a causa della pandemia, i rapporti fisici sono un po’ difficoltosi. L’online resta uno strumento fondamentale per i rapporti Italia-Cina. Il mercato cinese ha tanto da dare a chi vuole fare commercio internazionale. Ma c’è bisogno di tanta competenza tecnica per poter avere a che fare con questo mercato. In più, è necessario un presidio fisico sul posto, per svolgere il controllo qualità. Pensi che in futuro continuerai a costruirti sul campo o pensi di tornare sui banchi per acquisire nuove competenze? In questo momento ho scelto di continuare ad acquisire competenze sul campo: solo mettendosi in gioco tutti i giorni si può acquisire una solida professionalità. Ma un domani non escludo la scelta di un master executive. Sono una persona ambiziosa, che vuole arrivare sempre più in alto, diventando una professionista sempre più qualificata. Un consiglio per chi deve iniziare. Godersi appieno la vita del campus. Noi non abbiamo potuto farlo perché vivevamo ancora una situazione ibrida, tra live e online. È molto importante sfruttare tutte le occasioni di confronto reale con professionisti dell’ambito del proprio master, come avviene durante gli incontri Leader 4 Talent. L’obiettivo deve rimanere quello di cercare il confronto con chi ne sa più di noi. 20/07/2022

28 Giugno 2022

Adriano Romani, dalle vittorie in aula a quelle sul campo

Il ventiseienne romano ha completato il master Luiss Business School in Corporate Event: “un vero leader è colui che pensa al bene del gruppo” Adriano Romani è un allenatore di flag football americano. Ama questo sport, che sarà presente anche alle prossime olimpiadi. Con i suoi Grizzlies Roma è diventato campione d’Italia Fidaf. Ma il ventiseienne romano è sempre stato affamato di sfide. Appassionato di fotografia, ha frequentato un master e il 18 giugno inaugurerà la sua prima mostra. Non contento, ha scelto di seguire il master in Corporate Event di Luiss Business School per mettersi alla prova. Ha scoperto che una challenge resta sempre una challenge e che la differenza la fanno le soft skills e la propria visione di leadership. Adriano, recentemente sei diventato campione d’Italia FIDAF, regolarmente presente tra gli sport nazionali inseriti dal CONI e a breve sarà anche alle prossime olimpiadi. Un grande obiettivo raggiunto. Quali sono le caratteristiche principali per vincere sfide sportive e no? Prima di tutto, non porsi limiti. Poi, cercare di fare gruppo con i propri compagni di squadra e raggiungere un obiettivo. Queste sono consapevolezze e capacità sviluppate durante il percorso in Luiss Business School, attraverso i lavori di gruppo. Dopo un anno di studi, ho osservato alcune differenze nel mio modo di pormi con la squadra e anche con coach più grandi. Quali sono le skills che hai allenato in Luiss Business School e che ti sono servite nelle sfide sportive? Il conflict management è stato determinante all’interno delle challenge, ma anche nel contesto sportivo, quando si ha a che fare con età e personalità diverse. Poi c’è il problem solving. Vengo da studi classici e ho scelto un master di economia, ma la difficoltà del percorso di studi, fatto con serietà, mi ha permesso di sviluppare l’attitudine alla ricerca di soluzioni anche impensate a problemi da risolvere. Un atteggiamento determinante nel mio lavoro sul campo. La tua performance sportiva è stata influenzata dal tuo percorso in Luiss Business School? In realtà, ha influenzato tutta la mia vita. È stata l’esperienza più formativa e intensa che io abbia mai fatto. Questa realtà sfidante a livello pratico e teorico mi ha permesso di mettermi alla prova, sentendomi orgoglioso di essere parte di un gruppo di lavoro, di una squadra, ma anche di una comunità, quella di Luiss Business School. Il successo sportivo maturato quest’anno è arrivato anche grazie alla maturità sviluppata in questo percorso molto duro e formativo. A breve sarai protagonista di una mostra legata a un libro fotografico. Come sei riuscito a conciliare sport e amore per la fotografia con un percorso impegnativo come quello di un master in Corporate Event? Faccio una vita molto diversa da quella dei miei coetanei. L’impegno del master e quello sportivo mi hanno portato a scegliere di sacrificare uscite serali e altri svaghi. Ma senza rimpianti: mi piace confrontarmi con realtà sfidanti. Da dislessico, sono stato abituato sin da piccolo a studiare e ad applicarmi più degli altri. Ora sto vivendo la gioia di due grandi successi: quello sportivo e quello artistico. Il 18 giugno, al museo Pigorini di Roma, i miei scatti dedicati al Festival del Cinema potranno essere visibili a tutti. C’è un filo conduttore tra la tua esperienza nel coaching staff di una squadra di football e il desiderio di lavorare nel campo dei corporate event? Se sì, qual è? Il porsi degli obiettivi sfidanti, che portino a superare i propri limiti. La caratteristica che guida tutto è l’adrenalina. C’è qualche relatore che ti ha influenzato durante il tuo percorso in Lbs? Abbiamo avuto diversi relatori stimolanti, ma l’esperienza di Paola Aruta, docente di Epr e media relations, mi ha colpito. Ha studiato ad Harward e, per me che ho paura di prendere l’aereo, è stata illuminante la sua determinazione. Ho capito che, per seguire un sogno, bisogna sacrificarsi. Dopo quel corso, ho ricevuto una telefonata proprio dagli Stati Uniti: una squadra mi ha chiamato per andare ad allenare lì. In quel momento ho pensato a lei. Partirò tra 10 giorni, una decisione che ho potuto prendere anche grazie a quella testimonianza. Il network è uno dei valori fondanti in Luiss Business School: come riesci a tenere insieme la naturale competizione connaturata al tuo essere uno sportivo al fare rete? Sono sempre stato in sfida con me stesso, ma non con gli altri. Per questo è facile per me avere rapporti con il mio team e con gli avversari. Per me la challenge è come un gioco: ci sfidiamo e poi andiamo a mangiare insieme dopo il match. La mia idea di competizione è sana. Il network funziona e, grazie alle soft skills sviluppate, mi sono sentito pronto a interagire con persone più grandi, con background diversi e più complessi del mio. In più, lavorare in gruppo mi ha aiutato ad allenare il concetto di leadership condivisa. C’è il momento in cui si è chiamati a guidare e quello in cui si deve condividere il comando. In Luiss Business School si lavora molto sulla Leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader? Umiltà. Il vero leader è colui che riesce ad usare le sue caratteristiche, sviluppate nel tempo, per tirar fuori il meglio dagli altri, fungendo da vero a proprio collante nell’ingranaggio. In uno sport come il mio, dove ci sono molti coach e c’è un’organizzazione molto orizzontale, un vero leader è colui che pensa al bene del gruppo. Conquistare la fiducia di persone più grandi di te, rimanendo umile e mostrando i propri valori non è facile, ma è proprio questa una delle eredità migliori che mi porto dalla Luiss Business School. Progetti per il futuro: tra football, fotografia e formazione avrai molte direttrici aperte… Sportivamente, la mia idea è di continuare ad allenare. Dopo questo anno in America, penserò a cosa fare. Invece, sul fronte formazione, terminato il master, vorrei trovare uno stage sfidante almeno quanto i corsi seguiti presso la Business School. Ho voglia di misurarmi e crescere. Essendo un appassionato di fotografia e di costruzione dell’immagine, mi piacerebbe lavorare in realtà collegate alla costruzione dell’immagine. 28/6/2022

31 Maggio 2022

Mario Mazzuoccolo: «Il Master in Luiss Business School, un’occasione unica di essere “visti”»

L’alumnus del Master International Management è oggi Account Director Enterprise per LinkedIn Marketing Solutions: un traguardo raggiunto grazie ad ambizione e network Una laurea in legge alla Federico II di Napoli e tanta voglia di fare business: comincia così il percorso che ha portato Mario Mazzuoccolo dai tomi di giurisprudenza ai banchi del master in International Management di Luiss Business School. In questa storia la parola chiave è proprio questa, “international”. Perché se c'è una cosa che è sempre stata chiara a Mario è che voleva lavorare all'estero. Per farlo, aveva bisogno di un boost: lo ha trovato tra le aule di Villa Blanc, a Roma Mario Mazzuoccolo, cosa ti ha spinto a scegliere il master in International Management di Luiss Business School? Dopo la laurea in legge, ho capito che l'ambito in cui avrei voluto lavorare non era il legal, bensì il business. Sono state proprio le risposte che ricevevo alle mie candidature per queste posizioni a farmi capire che avevo bisogno di investire nella mia formazione per fare quel salto. Quindi ho iniziato a fare delle ricerche e ho visto che il nome Luiss Business School tornava spesso. Avendo sempre avuto voglia di lavorare all'estero, ho scelto il master International Management, che era in linea con le mie ambizioni. I due Erasmus e le esperienze internazionali vissute durante gli anni di università a Napoli erano una naturale premessa alla scelta. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Ambizioso. Tutti i miei compagni di corso hanno fatto strada. Ho trovato persone che come me volevano avere successo dal punto di vista professionale. Con alcuni di loro oggi siamo molto amici. Qual è il corso che ha avuto un maggiore impatto sulla tua carriera? Un progetto di mentorship con Elena Ghigo, all'epoca direttrice HR di Johnson & Johnson Italia, oggi libera professionista del coaching. C'è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpito? Roberto Marinucci, manager di Procter & Gamble, incontrato durante il corso di International Business Development. La sua storia mi aveva impressionato, così come il suo approccio pratico alla materia, che andava a completare le mie basi solidissime, ma pur sempre teoriche. A distanza di tempo, lo chiamai anche per un consiglio e fu di grande aiuto. Soft skill: come avete lavorato su questo ambito durante il master? Ricordo un incontro con un manager della Fox. I suoi insegnamenti, proprio all'inizio del corso, ancora oggi mi guidano nel lavoro quotidiano. Il primo: «Voi non dovete creare problemi, dovete risolvere problemi», il secondo: «Imparate Excel». Sono sempre stato appassionato alle tecnologie, ma, da questo punto di vista, la mia formazione in legge non mi ha aiutato quanto il corso per imparare il programma di calcolo. In più, anche il corso di Public Speaking con Alberto Castelvecchi è stato fondamentale. Competitività: come avete allenato questa soft skill durante il percorso in Luiss Business School? La competitività era sempre presente, ma sottotraccia: eravamo diventati subito molto amici, ma tutti avevamo la stessa voglia di fare bene e – perché no? – anche attirare l'attenzione dei professori, tutti molto rilevanti. Lo stesso cambiare compagni di progetto ha costituito una spinta a dare continuamente il meglio. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si crea in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? È un elemento fondamentale e, lavorando in LinkedIn, posso testimoniarlo con convinzione. Conoscere qualcuno che ha fatto strada in determinate aziende facilita anche il mio lavoro, perché so che all'interno di un organigramma conosco qualcuno con cui stabilire un contatto immediato. Mario Vitale, Direttore Business Development alla Luiss Business School, fu molto energico nel puntualizzare la centralità di questo valore durante il master. Cioè? Ci disse che interagire con un docente o un ospite significava arricchirsi dal confronto diretto con gli stessi protagonisti delle carriere di successo. Ci invitò anche a coltivare i legami con i nostri colleghi, perché un domani sarebbero diventati futuri manager e leader, ognuno per l’altro fonte di crescita per le reciproche carriere. Oggi posso testimoniare in prima persona che la possibilità di confrontarsi con persone sulla tua stessa lunghezza d'onda è rara e preziosa. In Luiss Business School si lavora molto sulla leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader contemporanei? Trasparenza, autostima, umiltà. Un leader deve essere in grado di attraversare una fase di difficoltà ed essere abbastanza umile per uscirne, crescendo: è una dote che, se non ce l'hai, va sviluppata. In Italia la concezione del lavorare duro è ancora più diffusa del lavorare in modo intelligente, ma la prima da sola non basta. Quali sono stati i momenti più significativi del percorso in Luiss Business School? Entrarci, prima di tutto. Iniziare a preparare la narrativa da portare ai colloqui di selezione è un primo banco di prova, che ti allena a creare lo storytelling che poi verrà usato dopo il master. Poi c'è stato il rapporto con il Career Service. Com'è andata? Ho trovato un supporto unico nell’individuare l’opportunità professionale più adatta alle esigenze di crescita dello studente. Dopo il master ho iniziato a lavorare in una startup all'estero: un ambiente stimolante, in cui avrei anche potuto fare carriera. Oggi sei Account Director Enterprise per LinkedIn Marketing Solutions: provenire da un percorso Luiss Business School ha fatto la differenza nel tuo ingresso in Linkedin? Se sì, come? Direi di sì, l'esperienza del master mi ha aiutato in molti momenti della mia carriera. Sai, in LinkedIn assumiamo persone con background diversi e non solo persone che vengono da università top, per favorire lo sviluppo di strategie innovative. Quindi direi che non è stato "il titolo" a fare la differenza ma le cose che ho imparato nel percorso: dai compagni, dai professori e, ovviamente, dallo studio individuale. Quali competenze sviluppate durante il master sono state più utili per muoverti con successo nel mondo delle aziende tech di Dublino? Sicuramente come approcciarsi a un caso studio ed elaborare presentazioni in velocità. Capacità di ascolto e rapidità sono state fondamentali. Anche solo l'esporsi ai casi di studio è funzionale: quando ti rivolgi a un direttore o ad un CEO, devi apportare valore in poco tempo ed avere un bagaglio di storie aziendali ti aiuta a contestualizzare subito il linguaggio e il modello di business per il tuo nuovo cliente. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? Sicuramente tornerò a formarmi e LinkedIn è una di quelle società che investe per la formazione dei propri dipendenti. Voglio imparare un'altra lingua e prima o poi vorrei fare un MBA. Nel futuro prossimo vorrei avere un team tutto mio, preferibilmente qui in LinkedIn. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? Consiglio di concentrarsi sulla costruzione del network con i compagni e con i professori: è un'occasione unica di essere “visti” da persone che hanno posizioni di rilievo e un bagaglio di esperienze incredibili. Tornando indietro, lo sfrutterei ancora di più. Poi, durante il percorso, si dovrebbe cercare di capire cosa ci appassiona veramente. Il mercato del lavoro adesso è candidate driven, quindi si ha la possibilità di dettare le proprie condizioni. Anche in Italia dobbiamo farlo, se vogliamo far crescere positivamente il mercato: quindi mai accontentarsi. 31/05/2022

23 Marzo 2022

Andrea Cortellazzo: «Con il Master in Food and Wine Management ho fronteggiato anche la pandemia»

Durante i due anni di pandemia ha creato due locali, grazie anche alle competenze acquisite durante il Master in Food and Wine Management Luiss Business School. «Per essere leader serve dare l'esempio» «Nonostante avessi superato molti test d'ingresso in altre università, sin dal mio primo ingresso a Villa Blanc ho capito che è lì che avrei continuato la mia formazione». Un incontro quasi predestinato, quello tra Andrea Cortellazzo, ventisettenne, padovano, figlio di ristoratori e imprenditori agroalimentari, e la Luiss Business School. Lasciando il Veneto, ha scelto di venire a Roma per frequentare il Master in Food and Wine Management. Alle spalle, una laurea triennale in Scienze e Tecnologie Alimentari a Padova, uno stage di sei mesi alla Bonollo, un diploma da sommelier AIS e tante avventure nella ristorazione. Mentre frequentava il master, Andrea ha dato vita alla sua prima avventura imprenditoriale nel food, Mr. Maccaroni, un locale aperto dalla colazione al dopocena. Quando è arrivato il momento di affrontare il duro colpo della pandemia, ha fatto ricorso a tutto il bagaglio di competenze – hard e soft – acquisito durante il Master: «Ancora oggi, se sto per gettarmi in una nuova avventura imprenditoriale, prima di tutto riprendo in mano gli appunti dei corsi». Andrea Cortellazzo, cosa ti ha spinto a scegliere il master in Food and Wine Management di Luiss Business School? Terminata la triennale a Padova, una parte di me voleva continuare il percorso di tecnologo alimentare. L'altra voleva fare esperienza fuori, lasciando Padova. Ho provato diversi test d'ingresso. Poi, per caso, mi sono imbattuto nel master in Food and Wine Management di Luiss Business School. Sebbene il corso di tecnologo alimentare dia delle solide basi, mi mancava tutta la parte di gestione aziendale. Sin dal mio primo ingresso a Villa Blanc, ho capito che lì avrei continuato la mia formazione Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Ho conosciuto persone straordinarie. Il gruppo non era solo stimolante dal punto di vista umano, ma era affiatato e spingeva a dare il massimo anche in occasione delle prove previste dal master, come ad esempio per la challenge di fine percorso. Eravamo costantemente stimolati a dare il meglio. A quel tempo avevo già il mio progetto imprenditoriale in campo, quindi la mattina ascoltavo i professori a lezione e la sera mettevo ogni cosa in pratica nella mia attività. Mi è servito tutto. Qual è il corso che ha avuto un maggiore impatto sulla tua carriera? Quando devo valutare una nuova avventura imprenditoriale, riprendo in mano gli appunti del corso in Strategic Marketing, Recruiting & Planning. L'ho fatto anche quando ho aperto il mio secondo locale a Padova nel 2021, Come in Corte Aurora. In più, anche il corso in Risorse Umane mi ha dato le basi per creare un ambiente di lavoro sano e per gestire le situazioni più complesse. C'è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpito? Durante la challange con Urbani Tartufi, abbiamo incontrato Olga Urbani, la proprietaria a capo del gruppo Urbani. Mi hanno colpito il suo modo di porsi, l'organizzazione che ha dato nel tempo alla sua azienda e il suo modo di essere fonte di ispirazione per tutte le persone con cui lavorava. Mi ha dato l'impressione di essere una persona risoluta e, al tempo stesso, capace di comprendere le esigenze di chi avesse di fronte. In Luiss Business School si lavora molto sulla leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader nella ristorazione? Un buon leader non è la persona che dice agli altri cosa fare, ma è colui che, con il proprio esempio, stimola gli altri a fare meglio. Per farlo, bisogna conoscere tutti i dettagli dell'attività in cui si opera. C'è continuità tra questo messaggio e quello che si fa in aula? Sì. Oggi, quando arrivano i problemi, realizzi le tue vere mancanze e capisci che avere un occhio sull'organizzazione può aiutare a superare questi problemi. Se durante la pandemia non avessi avuto alcune basi di marketing, non avrei saputo come rilanciare il locale. Saper gestire l'emergenza è la skill più importante e per questo è indispensabile il set di conoscenze acquisite durante il master. Soft skill: come avete lavorato su questo ambito durante il master? Sono doti che da studente non tieni molto in considerazione: le comprendi davvero quando arrivi nel mondo del lavoro. Ho trovato utile questa attenzione da parte di Luiss Business School. Saper parlare in pubblico, sapersi relazionare nel modo giusto, avere una corretta empatia possono essere determinanti tanto per il successo di un colloquio di lavoro quanto di un appuntamento in banca per chiedere un prestito. Competitività: come avete allenato questa soft skill e quanto conta nella ristorazione? Jeff Bezos dice di non guardare la concorrenza: io sono totalmente in disaccordo. Considero la competitività fondamentale. Bisogna guardare ai competitor per trarne stimoli e propulsione personale: guardare gli altri aiuta a trovare la forza e l'impulso a far meglio. La competitività tira fuori il meglio di noi stessi. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza e i suoi effetti sulla tua vita lavorativa? Per il secondo locale Come in Corte Aurora, ho scelto di utilizzare i prodotti dell'azienda agricola di famiglia, riproducendo soprattutto a tavola il clima di benessere che si respira nell'agriturismo. Avevo bisogno di mettere a punto la cantina. Così ho chiamato Giulia, una mia ex compagna di corso, la cui famiglia è proprietaria di un'azienda molto grande a Milano, e le ho chiesto una mano. Grazie alla sua consulenza, ho avuto accesso a un network più grande. Poco prima della pandemia, avevi aperto già un primo ristorante, Mr. Maccaroni, un percorso nato in parallelo al master. Com'è nata questa idea? A gennaio 2019 il mio migliore amico Giammaria mi ha proposto di rilevare un locale in una zona di Padova in via di riqualificazione, sulla scia del progetto di nuovo polo universitario. Accettai di lavorare con lui a Mr. Maccaroni, un locale aperto dalle sette del mattino fino all'una di notte, specializzato in prodotti healthy a un prezzo competitivo. Il 14 ottobre 2019 abbiamo aperto. L'università aprì con noi. All'inizio c'erano gli studenti, ma a Padova si iniziò a parlare di Covid molto presto. L'università chiuse il 22 gennaio 2020 e noi riuscimmo a correre ai ripari un po' prima. Hai affrontato l'emergenza in pieno. Quanto la formazione in Luiss Business School ti ha aiutato? Da un punto di vista di gestione e aziendale, mi ha aiutato a contenere il danno dal punto di vista tecnico. Abbiamo subito ridotto i costi di magazzino e quelli di personale. Credo che nella gestione della pandemia a far la differenza non sia stata tanto la formazione tout court, quanto soprattutto le soft skill come la gestione dello stress e la capacità di reagire. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? Vorrei farlo. Dopo il percorso in Luiss Business School, ho accarezzato l'idea di continuare con una laurea magistrale. Ora sto pensando a un Master in Business Administration, anche se le mie attività richiedono la massima concentrazione. Di fatto, un ristorante è un'azienda come tutte le altre e bisogna avere le competenze giuste per saperlo gestire. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e attualmente in aula? Credo che sia fondamentale ascoltare tutto ciò che viene detto nelle aule. Ogni insegnamento, alla fine, torna utile: lo dico per esperienza personale. Il mio consiglio è di non accantonare certi corsi perché convinti che non siano nelle nostre corde. In momenti inaspettati, tutto può fare la differenza. 23/3/2022

25 Gennaio 2022

Monica Dellepiane: «L’MBA Luiss Business School mi ha trasformata in un manager di territorio»

Allieva della prima edizione del programma Part-Time lanciato a Milano, responsabile della promozione dell’Azienda speciale della Camera di Commercio di Genova – WTC, ha scoperto come l'alta formazione può cambiare il lavoro all'interno della Pubblica Amministrazione, soprattutto durante una pandemia mondiale Monica Dellepiane definisce la Camera di Commercio di Genova, luogo in cui lavora da diciotto anni, come «la più privata delle aziende della Pubblica Amministrazione». Ma un legame così lungo e solido con una realtà come questa non l'ha mai spinta a sedersi sugli allori. Due anni fa Monica ha iniziato a sentirsi un'azienda, da valorizzare e potenziare all'interno di una realtà più grande. Questo l'ha convinta a scegliere la formula part-time dell'MBA targato Luiss Business School, la prima edizione del percorso tenutasi presso l'hub Luiss di Milano. Durante i sedici mesi di formazione ha scoperto quanto l'alta formazione può rivoluzionare la Pubblica Amministrazione e far bene al territorio. Monica Dellepiane, cosa ti ha spinto a scegliere l'MBA Luiss Business School? Ho scelto l’MBA Luiss Business School perché ho sentito l’esigenza intrinseca di evolvermi professionalmente, per essere pronta a propormi alla mia azienda in modo altamente qualificato per affrontare nuove sfide e progetti in una pubblica amministrazione all’avanguardia e visionaria come Camera di Commercio di Genova. Già dall'Open Day a Villa Blanc, il 3 luglio 2019, ho potuto confrontare le varie proposte formative disponibili all'epoca. Ciò che mi colpì di più fu l'attenzione dell'education team. Si mostrarono attenti alle mie necessità. Poi ci fu una frase magica. Quale? Mi dissero: «Per lei, l’ideale è la formazione MBA. Provi il test di ammissione: visto il suo profilo, mi raccomando, è per lei». Sentendo quella frase, semplice e chiara, ebbi la risposta ai miei perché sulla Luiss Business School. Già il test fu una sfida gratificante, ma come una grande bella partita a tennis, con un match intenso e originale. Poi ho trovato in Luiss la risposta a quello che cercavo in termini di alta formazione ed efficacia nell’azione di accompagnamento formativo. Cosa ti ha colpita in particolare? Ho percepito la cura e l’attenzione alla “formazione personalizzata” con al centro la persona e le sue attitudini. La formazione proposta da Luiss Business School permette un potenziamento dei punti di forza personali e professionali nonché dà la possibilità di preparare la persona a superare i limiti della propria comfort zone. Cosa ha orientato la tua scelta verso la formula part-time? La possibilità di conciliare lavoro, studio e vita. Per 16 mesi ho riorganizzato il tempo per creare un equilibrio tra le tre dimensioni. All’inizio non è stato semplice, ma la chiave di svolta è stata la concentrazione di sfruttare al meglio il tempo libero nel rispetto dei valori personali e della famiglia. Ammetto che “il piacere dello studio verso la cultura manageriale” è un dono unico, e poterlo vivere è un onore. Ora posso dire che è stata una “grande impresa”, che sono fiera di avere vissuto e portato a compimento. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Riassumo l’ambiente Luiss Business School con l’acronimo reinterpretato in modo personalizzato di MBA. M di meravigliosa esperienza di crescita professionale, supportata da un team di professionisti che hanno curato “su misura” la nostra formazione manageriale. B di business, simulare l’esperienza del vero mondo del fare business, vivendo concretamente l’essenza del manager. A di amicizia in particolare un valore creatosi all’interno della rete dei colleghi e con lo staff dei coordinatori MBA. In questa ottica è stato anche molto importante il valore percepito dalle lezioni tenute da alcuni professori. Ce ne puoi fare un esempio? La lezione speciale, appositamente tenuta per la nostra classe dal Professor Petrucci su economia politica allo scoppio del Covid, è stata importante. Le sue parole profonde hanno motivato la classe a vivere il momento, restando concentrati sui nostri obiettivi, credere nell’esperienza formativa proseguendo nel percorso, perché noi eravamo e siamo la risposta positiva al futuro, sia per la scelta fatta che per le prospettive professionali dopo l’MBA. Sei referente di progetti di valorizzazione delle produzioni e servizi tipici a marchio di qualità rilasciati da Regione Liguria e Camera di Commercio di Genova. Quali corsi ed esperienze dell'MBA Luiss Business School ti hanno aiutato a focalizzarti meglio sul tuo ruolo? Il programma MBA è stato accuratamente strutturato con un ottimo bilanciamento tra materie tecniche e attività pratiche, con un focus particolare per la realizzazione di progetti in team, applicando a questa parte del percorso anche l’arte del project management. Per il mio lavoro sono stati determinanti i tre progetti sviluppati come smart project: il primo anno, dopo i primi tre term del programma, ci siamo dedicati al lancio sul mercato e al piano marketing dello Smart POS di Nexi; a seguire, nell’ambito del Focus Group - ICT da me scelto, ho lavorato alla creazione di una App tramite una startup; e infine il progetto di chiusura del percorso MBA, dedicato a Costa Crociere, in cui abbiamo ideato un nuovo servizio di crociera estesa per valorizzare anche il territorio limitrofo ai porti di partenza e sbarco. La simulazione pratica dei tre progetti è stata determinante per imparare a mettersi all’opera e poter applicare la teoria avvicinata dalle materie finance – come corporate finance e financial accounting – al marketing and sales e soprattutto per comprendere l’approccio degli strumenti digitali – dalla customer experience, digital transforming model, ai laboratori digitali, passando per il consumer insight, il percorso phygital e la gestione dei big data. Quali soft skill senti di aver allenato di più durante il tuo MBA? Ho apprezzato molto il percorso denominato “Personal Pantheon” proposto nei 16 mesi, che mi ha consentito una crescita guidata costante, in primis, schematizzata grazie all’individual coaching con il quale ho focalizzato la mia personale SWOT analysis. Dalla SWOT analysis, attraverso il Career Advisory, ho individuato i punti forza e le opportunità da sviluppare sulla mia persona e tradurle sia per me stessa sia verso gli altri, sia nel racconto del mio profilo sia nel modo di “esprimermi managerialmente”, potenziando il valore professionale personale. Infine, con il Mentoring ho concretizzato l’espressione delle mie potenzialità per aprire le ali ed iniziare a volare. In sinergia al Personal Pantheon ho appreso le opportunità scaturite dai laboratori sullo stile della leadership, public speaking, intelligenza emotiva e resilienza. Questi laboratori hanno consentito di coltivare attitudini personali ma anche capire quali sono le nostre “punte di diamante” da custodire e su cui lavorare. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? Ti è stato utile nel tuo lavoro? Il networking è sicuramente uno dei valori più importanti dell’esperienza MBA. Ho potuto sperimentare fin da subito il forte legame che si è creato con i team con cui ho lavorato. Dal primo team, con cui ho inaugurato l’esperienza MBA fino al gruppo dello smart project conclusivo, ho avuto la possibilità di consolidare fiducia e supporto emotivo con i membri delle mie squadre. Da questi legami sono nate idee e voglia di fare, in continuo fermento, grazie all’incontro tra intelletti, con mentalità aperte all’iterazione e all’innovazione, con tanti profili differenti, che insieme si confrontano per creare e produrre. Imprenditorialità e Pubblica Amministrazione: come l'alta formazione avvicina questi due mondi? L'alta formazione è una delle risposte per avvicinare reciprocamente la Pubblica Amministrazione al mondo del business e dell’imprenditorialità. È uno strumento per qualificare le abilità manageriali dell’imprenditore ma anche del dirigente. Con una formazione qualificata e personalizzata si possono allenare e accrescere le competenze, rafforzandole, e al contempo migliorare l’efficienza del nostro sistema e del territorio. Io ne sono un esempio pratico: l’esperienza MBA ha sviluppato l'essere “imprenditrice” di me stessa, la “mia impresa”, con una dimensione open minded, pronta all’innovazione, a implementare e supportare il nuovo concetto di sistema pubblico inteso come “buona amministrazione manageriale, digitalizzata ed efficiente”. Come si traduce tutto questo nell'attività pratica? Con un percorso di alta formazione “in casa” per un Pubblica Amministrazione è possibile mettere a disposizione del comparto economico del territorio (associazioni di categoria e imprese) le competenze scaturite. È possibile sviluppare opportunità e nuovi strumenti di potenziamento per il business, cogliendo l’occasione di attingere positivamente dalla transizione digitale e sostenibile in corso. Ma è anche una strategia per anticipare il mercato, le opportunità e i bisogni dei nostri imprenditori, come da sempre Camera di Commercio di Genova attua sul territorio con progetti pioneristici di successo anche poi estesi a livello regionale. Quali competenze acquisite nell'MBA sono più utile alla promozione e sviluppo del territorio locale? Pensi che si possa dire che l'MBA sia utile per creare dei veri e propri manager del territorio? Il percorso MBA è strutturato in modo da simulare la vita in azienda di un vero manager: quindi si impara a leggere un bilancio, valutare il net present value di un progetto e capire se investirci sopra, imparare ad applicare le soft skill per capire e gestire le persone ed essere assertivo, imparare a comunicare in pubblico, sia con le parole che con il proprio stile e movenze. Sono tutti strumenti fondamentali per accrescere i profili delle piccole e medie imprese del territorio, che hanno bisogno di rinnovarsi e creare una nuova immagine pronta alla transizione economica che stiamo vivendo nell’era Covid-19. Ritengo che personalizzare le competenze acquisite dall’MBA all’interno del mondo del commercio, industria, artigianato, agricoltura del nostro territorio, sia una risposta chiave per lo sviluppo economico delle attività produttive della nostra regione e di conseguenza sia un’onda da cavalcare. Pensi che si possa dire che l'MBA sia utile per creare dei veri e propri manager del territorio? Sì. Il mio obiettivo è essere un manager di alto profilo, a servizio del mio territorio, lavorando per la pubblica amministrazione innovativa, come Camera di Commercio di Genova, confluendo con le nuove skills nel territorio e creare un nuovo servizio su misura a disposizione delle imprese, secondo i loro bisogni ed anche pionieristicamente pronta ad anticipare le nuove esigenze dei settori d’impresa e del mondo associativo, anche in linea alle nuove frontiere della sostenibilità. In cosa ti ha cambiata l'esperienza in Luiss Business School? Mi ha portata verso una transizione autentica e naturale, passo dopo passo, progetto dopo progetto, facendo pratica verso una nuova prospettiva di efficacia e di consapevolezza di me stessa. Mi ha insegnato come mettere a disposizione il proprio profilo per la crescita non solo personale, ma anche della mission aziendale. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? In una frase, Stay Focused. Bisogna familiarizzare e apprezzare la sensazione di “essere in ballo”, l'essere soddisfatti di essere stati selezionati e scelti per questo percorso di evoluzione; credere nel concetto di “team”, con il quale, per molto tempo, sarete una “cosa sola”; credere nei valori che vi manterranno concentrati e pronti ad affrontare difficoltà e successi. In particolare, bisogna avere fiducia nel network tra le persone che conoscerete, fucina di opportunità e grande motivazione compensativa degli sforzi affrontati. 25/1/2022

05 Gennaio 2022

Filippo Berlincioni: «Il mio successo in acqua lo devo anche a Luiss Business School»

Il nuotatore di origini toscane, che nel 2021 si è aggiudicato l’argento agli Assoluti di nuoto di Riccione, è uno studente del master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione. Il suo obiettivo? Mettere la stessa motivazione nei teamwork aziendali «Quando nuoti, sei solo tu, il blocchetto di partenza, il cronometro e l'acqua. Ma quando ti alleni non sei mai solo e la squadra può fare la differenza». Filippo Berlincioni, venticinquenne di origini fiorentine, ha conquistato la medaglia d'argento ai campionati assoluti di nuoto a Riccione. Al momento di ritirare il premio ha ringraziato la Luiss Business School perché gli aveva permesso di dare un esame e avere i tempi giusti per affrontare la gara. Oltre a sognare gli Europei di Roma 2022, Filippo è uno studente del master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione. Dalla corsia solitaria al lavoro di team la distanza non è così ampia come sembra. Filippo Berlincioni, dopo aver vinto la medaglia d'argenti ai campionati assoluti di nuoto di Riccione, hai ringraziato Luiss Business School per "la serietà, organizzazione e professionalità nel gestire le lezioni e avermi dato la disponibilità di poter competere in questa manifestazione". Come il rapporto con la scuola ha influenzato la tua performance sportiva? Il ringraziamento alla Luiss Business School è nato perché il giorno della gara avevo un esame. Ho chiesto al coordinatore, Lorenzo De Santis, di anticiparlo, in modo da poter iniziare il riscaldamento per la gara alle 14.30. L'esigenza è stata accolta senza alcun problema, cosa secondo me possibile solo in una struttura organizzata come la Luiss Business School. Venendo da un corso di laurea in un un'università pubblica, La Sapienza, questa esperienza sta andando al di là delle mie aspettative. Ora stai conseguendo il Master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione: cosa ha guidato la tua scelta verso Luiss Business School? Ad aprile scorso mi è stata suggerita l'idea di dare un'occhiata ai percorsi di alta formazione di Luiss Business School. Supportato anche da mia mamma, mi sono interessato a quello in gestione di risorse umane. C'erano materie che mi interessavano e, vedendo le persone che uscivano da quel master, le loro skill, sembrava proprio il corso adatto a me. Quali skill di questo percorso senti tue? Prima di tutto, la capacità di saper stare con gli altri. Lavorare nelle risorse umane richiede il sapersi interfacciare con tante persone: è un dono, ma anche una dote da allenare. Saper comunicare e farsi capire è un talento naturale ed è una caratteristica fondamentale del mio carattere. C'è un filo conduttore tra la tua esperienza di nuotatore e il desiderio di lavorare nel campo delle risorse umane? Se sì, qual è? Il nuoto è uno sport solitario, ci sei tu il blocchetto, il cronometro e l'acqua. Ma al Circolo Canottieri Aniene ho vissuto l'esperienza di trovarmi in una famiglia sportiva, il mio gruppo di allenamento, che ti sprona e ti protegge. Ho incontrato dei ragazzi più grandi, che mi hanno trasmesso dei valori e una visione di questo sport. In quest'ultimo anno da nuotatore professionista so che non ho tempo da perdere e sono consapevole di voler trasmettere tutto questo anche ad altri. Infatti, quando mi alleno e vedo dei ragazzi non impegnarsi, mi piace riprenderli e spronarli. Vorrei portare questa capacità di spronare in un team work, dove poter lavorare con gente che si dà un obiettivo e vuole raggiungerlo. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Meraviglioso. Ho scoperto un nuovo modo di fare lezione. C'è un'interazione molto proficua tra professori e alunni. Le relazioni con i compagni di corso sono stimolanti e interessanti. C'è voglia di integrazione e fare nuove conoscenze. C'è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpito? Il corso in Marketing del professor Mazzù mi ha aperto un mondo: mi ha fatto capire come passare dall'essere un consumatore passivo a diventare attivo. Competitività, da sportivo è un fattore sicuramente fondamentale: come state allenando questa soft skill durante il percorso in Luiss Business School? Faccio una premessa: odio perdere anche se bisogna saper perdere. Nel mio sport, la competitività c'è sempre, in gara e nella routine. Ma quando si perde, bisogna saper ascoltare chi è più bravo di te e chi in una gara ha dato di più. Bisogna saper accettare la sconfitta a testa alta. Nei project work ho applicato lo stesso atteggiamento: sono stato ad ascoltare, anche se ho dato il mio contributo con la scrittura. Uno dei valori fondamentali durante un percorso formativo Luiss Business School è il network: come riesci ad armonizzare la naturale competizione connaturata al tuo essere uno sportivo al lavoro di squadra e al fare rete? Quando si lavora in team il successo non è mai del singolo, cosa che accade anche in vasca, durante le staffette. Non vorrei emergere per prendermi i meriti di altri. Poi ci può essere il soggetto di spicco, ma quando c'è un lavoro di gruppo, come in una staffetta, si vince e si perde tutti insieme. In Luiss Business School si lavora molto sulla leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader? Oggi si tende a considerare il leader come quello più forte all'interno di un gruppo. Invece, secondo me, un leader oggi è colui che crea armonia e che fa emergere il meglio di tutti i componenti del gruppo. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Prima di tutto, voglio concludere al meglio il mio percorso in Luiss Business School. Un giorno mi piacerebbe diventare un HR Recruiter e poi lavorare nel management di una casa di moda. Al termine del 2021 capirò se iniziare questo percorso subito o se prendermi il tempo per tentare la qualificazione agli Europei di Roma 2022. La mia priorità resta il master, ma avendo un altro anno a disposizione da atleta professionista, mi piace coccolare l'idea di questa possibilità. 5/1/2022

21 Dicembre 2021

Marcella Barlassina, da studentessa a imprenditrice grazie a Luiss Business School

Messinese, 30 anni, dopo aver frequentato il Master in Food & Wine Business ha avviato “Mozzica”, un progetto che porta fuori dalla Sicilia il suo meglio enogastronomico Marcella Barlassina ha sempre nutrito una profonda passione per il cibo, tanto da volerlo trasformare in un lavoro. Ma non ai fornelli, bensì guardando più lontano, pensando più in grande. Così, dopo una laurea specialistica in Economia Aziendale e un Master all'università di Messina, ha deciso di continuare la sua formazione con il Master in Food & Wine Business targato Luiss Business School. Per lei, abituata anche alle sfide in campo grazie a sei anni da giocatrice di basket professionista, è stato come mettere a segno un tiro da tre punti. Marcella Barlassina, cosa ti ha spinto a scegliere il Master in Food & Wine Business in Luiss Business School? La grandissima passione per il settore dell'enogastronomia. Durante il mio percorso universitario, sia per la triennale sia per la specialistica, ho svolto due tesi dedicate al settore food & wine. Una era sulle imprese vitivinicole siciliane. L'altra sulla certificazione halal degli alimenti. Dato che volevo creare qualcosa in questo settore, ho scelto di approfondire le mie conoscenze, tendendo verso l'alta formazione. Durante le mie ricerche ho capito che il percorso Luiss Business School era il più adatto alle mie esigenze. Come mai? Gli altri percorsi erano più orientati al marketing e alla comunicazione del cibo, mentre il Master Luiss Business School guardava sia alle aziende che operano nel settore food and beverage sia all'aspetto gestionale del mondo della ristorazione. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Oltre a una location bellissima come Villa Blanc, ho avuto l'opportunità di incontrare tanti professori e professionisti. A parte la teoria, che si fa un po' ovunque, è stato un master improntato sulla pratica. Infatti, dopo i primi mesi a Villa Blanc, le altre lezioni si sono svolte presso la sede di Gambero Rosso a Roma, dove abbiamo seguito lezioni con chef, abbiamo imparato a fare delle degustazioni di vino. C'è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpita? Dario Laurenzi, founder e CEO della Laurenzi Consulting, azienda specializzata in consulenze in ambito ristorativo. Prima del master non avevo idea che esistessero società capaci di indirizzare e consigliare le attività enogastronomiche. Quell'incontro mi ha fatto comprendere che la consulenza era una strada che avrei percorso volentieri. Ed è lì che ho puntato anche per il mio stage. Dove hai svolto lo stage? Presso Ginevra Consulting con Roberto Tomei, che è stato anche docente del master. Ho fatto un solo colloquio, quello con loro, ed è andato bene. Mi sono subito inserita, nonostante le difficoltà create dalla pandemia. Il master è finito a ottobre, a dicembre ho iniziato lo stage e due mesi dopo eravamo tutti in smart working. Ma questo non mi ha impedito di imparare tantissimo. In che modo? Anche in smart working non mi sono limitata a guardare o ad assistere: ho lavorato, imparando anche aspetti sconosciute di me stessa attraverso le diverse mansioni da svolgere. L'essere completamente sola davanti a ogni compito mi ha permesso di capire che, grazie al master, avevo tutti gli strumenti per fare bene il mio lavoro. Quali sono i corsi che ti hanno cambiata di più, aiutandoti a formare il tuo bagaglio di hard skill? La mia formazione economica mi ha avvantaggiata durante il master. Il percorso mi ha aiutata a declinare le mie conoscenze nel settore food & wine. Più che imparare concetti teorici, durante il master ne ho visto l'applicazione pratica, che mi ha proiettata nel mondo del lavoro. Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il master? Durante il master lavori un po' su tutto. C'è molta competitività e si lavora spesso in team. Si è spinti a migliorare e a tirare fuori il carattere. Tra le tue esperienze c'è una voce molto interessante: sei stata una giocatrice di basket professionista in serie A. Quanto di questa esperienza hai portato o ti ha aiutato durante il master? Durante il master abbiamo fatto tantissimi lavori di gruppo, sperimentando leadership e competizione. Esser stata una sportiva professionista mi ha aiutato perché sono cresciuta con delle regole. Se ho un obiettivo, cerco di fare di tutto per raggiungerlo. Aver giocato in una squadra mi ha aiutato a tirare fuori il massimo anche quando i compagni di gioco non erano in linea con le mie caratteristiche. Quali sono stati i momenti più significativi del percorso in Luiss Business School? Ce ne sono stati due. Il primo è avvenuto verso la fine del master, quando abbiamo visitato la Roaster Starbucks di Milano. Qui ci hanno spiegato come funziona lo store, le policy aziendali, la selezione del personale e delle materie prime. È stato fantastico! E il secondo? Durante un career day ho avuto l'opportunità per parlare con alcuni recruiter di Unilever, che mi hanno invitata per un open day in azienda. Oltre alle impressionanti dimensioni dell'azienda, l'aver potuto lavorare in team durante l'intera giornata mi ha permesso di imparare tantissimo, anche su di me. E questo, senza Luiss Business School, non sarebbe mai accaduto. Ora sei un'imprenditrice. Hai avviato Mozzica, sito di e-commerce dedicato a box di cibo siciliano pensato e pesato per realizzare una ricetta a casa. Com'è nata questa idea? Quanto il tuo percorso in Luiss Business School ha influenzato il progetto? Su Mozzica.it vendo meal kit, ovvero delle box che contengono degli ingredienti 100% siciliani che, messi insieme, concorrono alla preparazione di un piatto della tradizione dell’isola. Ci sono vari kit, tra cui 2 primi come la pasta Bronte e la pasta Norma. L'idea è nata dopo il master, durante il lockdown: prima non mi sarebbe mai venuta in mente. Grazie ai miei compagni di master, ho visto come venivano intesi e fruiti i prodotti siciliani al di fuori della Sicilia. In più, vivendo a Roma ho notato che non tutto era reperibile, nemmeno in una grande città. Così ho pensato di creare questi meal kit, andando a cercare artigiani, contadini e casari della mia terra che potessero offrire un'esperienza autentica della Sicilia a tavola. Il tutto racchiuso in una comoda scatola, perfetta anche come regalo natalizio. Pensa che in futuro continuerai a costruirti sul campo o pensi di tornare sui banchi per acquisire nuove competenze? Farei altri dieci master come quelli fatti in Luiss Business School! Ma ora ho voglia di fare esperienza sul campo, crescendo come imprenditrice. Un consiglio per chi deve iniziare. Il master va vissuto con convinzione, cercando di cogliere il meglio di ogni situazione e vivendolo a 360 gradi. 21/12/2021