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Domenico Matrone, solide basi per vincere le sfide del recruitment
Domenico Matrone, solide basi per vincere le sfide del recruitment
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Peso del brand, network e competenze: così l’ex studente e oggi recruiter di Kraken spiega quanto un master Luiss Business School possa fare la differenza per un salto internazionale

Il Covid ha cambiato tutto, soprattutto il mondo del lavoro. Le risposte che un recruiter si trova a dover fornire a un candidato si sono evolute di conseguenza. Lo sa bene Domenico Matrone, 31 anni, originario di Latina, oggi recruiter presso Kraken Digital Asset Exchange. Alle sue spalle, le solide basi del master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione di Luiss Business School, che gli ha permesso di fare un salto di carriera al di fuori dei confini nazionali. Oggi, parlando da Amsterdam, riconosce i tratti di un vero leader e spiega come la sua formazione lo stia aiutando a riconoscere e vincere le sfide del suo settore.

Domenico Matrone, cosa ti ha spinto a scegliere il master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione di Luiss Business School?

In primo luogo, il peso del marchio, riconosciuto a livello nazionale e internazionale. Sapendo di voler intraprendere una carriera all’estero, è stato il primo fattore che ha guidato la mia scelta. Successivamente, mi hanno colpito anche le tante storie di successo di ex studenti e il nome del direttore del corso. Gabriele Gabrielli non è un professore come gli altri: la sua esperienza nell’ambito corporate, in Trenitalia e in WINDTRE come direttore delle risorse umane. In più, il formato del corso era differente dalla classica università italiana, troppo concentrati sulla parte teorica. Qui c’è sia la parte in aula che l’internship pratico. Infine, c’è il network Luiss Business School, un valore preziosissimo.

Che ambiente hai trovato in Luiss Business School?

Friendly ma professionale. Durante il mio percorso universitario ho vissuto un’esperienza completamente diversa, in cui mi sono spesso sentito abbandonato a me stesso. Invece in Luiss Business School ho sempre ricevuto supporto per ogni necessità. Inoltre, si è creato subito un bel clima anche con i miei compagni di corso.

Qual è il corso che ha avuto un maggiore impatto sulla tua carriera?

Uno dei corsi che mi ha più ispirato è stato quello con Gabrielli sulla Compensation. Poi, c’è stato anche il modulo guidato da Mario Baglietto su selezione e recruitment. Adesso che sono un recruiter, mi è tornato molto utile anche nella pratica.

Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il master?

Abbiamo seguito un corso che ci ha accompagnato tutto l’anno, in cui abbiamo lavorato su fattori fondamentali come le modalità di presentazione come young professional.

Competitività: come avete allenato questa soft skill durante il tuo percorso in Luiss Business School?

Non lo abbiamo fatto in maniera conscia. È stata una cosa molto spontanea, vissuta tra noi studenti, curiosi di conoscere le ambizioni post-master dei colleghi. Questo atteggiamento non ha impedito, ma anzi ha favorito la formazione di un gruppo sano.

Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza?

A distanza di anni, sono ancora in contatto con diverse persone del mio corso. Un paio di colleghi sono diventati recruiter. Altri si sono fermati nella parte Hr. È bello interfacciarsi e scoprire le varie scelte fatte. Sono l’unico andato all’estero del mio anno. Quando sono uscito da Rds e sono venuto ad Amsterdam per Nike, un mio collega mi ha chiesto un riscontro sull’azienda che lasciavo e ho potuto metterli in contatto. Ora lui è ancora lì. Quindi mi sento di dire che il network nato durante il percorso Luiss Business School funziona.

In Luiss Business School si lavora molto sulla Leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader?

Soprattutto tanta umiltà. Bisogna essere consapevoli che, anche se si ricopre un ruolo importante, bisogna riuscire a comunicare in modo efficace con le persone con cui si lavora, con umiltà appunto, sapendo che i propri compiti vanno al di là del proprio ruolo e della propria responsabilità. Inoltre, non meno importante, ci vuole la capacità di gestire task complessi.

Oggi sei un recruiter: provenire da un percorso Luiss Business School ha fatto la differenza nel tuo ingresso in queste aziende? Se sì, come?

Sì, perché la fama internazionale del marchio mi ha permesso di aumentare le aspettative sul mio cv. Inoltre, ad Amsterdam, la Luiss Business School è molto conosciuta.

Quali sono oggi le sfide da fronteggiare nell’ambito del recruiting?

Il mercato è quello che è, difficile. A causa degli effetti prodotti dalla pandemia Covid-19, le aziende faticano a pensare sul lungo termine. In più, i candidati hanno cambiato i propri valori. Tra i deal-breaker, c’è la richiesta di tornare in ufficio: in molti non sono più disposti ad accettarlo. Si sta molto attenti alla job security, ma anche e soprattutto alla missione e ai valori delle aziende. Solo i profili più senior tendono a ritenere questi aspetti meno importanti.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti?

Cercherò di continuare a crescere attraverso il mio lavoro di recruiter. Cambiare nazione mi ha formato parecchio come persona: non escludo di fare qualche altro “salto” più avanti. La formazione continua in parallelo: mi sono iscritto a un corso in Data management in recruitment e forse più in là proverò un MBA.

Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School?

Ascoltare i docenti. Sono professori che portano in aula tantissima esperienza aziendale, concreta. In più, i corsi hanno moltissime relazioni con il mondo dell’impresa e sanno tradurre in formazione le richieste delle aziende. Infine, consiglio di essere pazienti e determinati.

26/08/2022

Data pubblicazione
25 Agosto 2022
Categorie
Inside