30 Giugno 2020
Edison e transizione energetica: strategia, progetti e innovazione. Un webinar con Nicola Monti, CEO Edison RIVEDI IL WEBINAR L'8 luglio alle 11:30 si terrà un nuovo appuntamento della serie di webinar targata Luiss Business School con Nicola Monti, CEO Edison. Nicola Monti analizzerà le strategie, i progetti e le innovazioni che Edison sta sviluppando per rispondere alle sfide della transizione energetica. Durante il Q&A che seguirà il Virtual Panel, partecipanti e relatori potranno interagire attivamente sulle tematiche discusse e sulle possibilità di sviluppare competenze manageriali utili per gestire i momenti di trasformazione attraverso l’Executive Master in Circular Economy Management e Global Energy Management – Major of the Master in International Management. Per partecipare al Webinar è necessaria la registrazione. REGISTRATI RIVEDI IL WEBINAR 30/6/2020
30 Ottobre 2019
Luiss Business School ha rappresentato l’Italia nel progetto europeo di ricerca e formazione, Sustain-T – Sustainable Tourism through Networking and Collaboration, rivolto ad imprenditori, rappresentanti delle associazioni di categoria, esperti e personale delle piccole e medie imprese che operano nel settore turistico, per sensibilizzare e favorire l’adozione di pratiche sostenibili. I fabbisogni manageriali delle piccole e medie imprese per un turismo sostenibile Insieme ai partner Portuguese Tourism Confederation – PT e Chamber of Commerce and Industry Csongrád County – HU, Luiss Bussiness School ha svolto un’attività di ricerca basata sulla predisposizione di una survey, volta a raccogliere un consistente volume di informazioni sui fabbisogni manageriali e gestionali delle PMI nel settore del turismo. Questa indagine ad ampio spettro è stata articolata in modo da identificare il grado di consapevolezza e conformità delle PMI ai principi internazionali del turismo sostenibile; le sfide che gli imprenditori devono affrontare per rendere imprese e servizi più sostenibili dal punto di vista ambientale; infine, i gap formativi e di competenze manageriali per il possibile miglioramento della produttività e sostenibilità di tali organizzazioni. L’indagine ha evidenziato che il fabbisogno di maggiore sostenibilità nelle imprese operanti nel settore turistico è percepito soprattutto rispetto all’impatto in termini di reputazione (55% del campione analizzato), di soddisfazione del cliente (60%) e di una relazione più virtuosa con le realtà locali in cui le PMI sono inserite (45%). La ricerca ha permesso di individuare che tra i fattori che maggiormente ostacolano la realizzazione di pratiche sostenibili, la mancanza di un quadro informativo chiaro e sistematizzato è centrale (72%). Un gap che ha messo in luce come il fabbisogno di conoscenze e competenze manageriali sul tema possa essere efficacemente colmato attraverso soluzioni e-Learning, che il 68% delle imprese intervistate ritiene idoneo per sé e i propri collaboratori. Non secondaria per la realizzazione di sistemi turistici sostenibili, l’esigenza di maggiori iniziative di networking e collaborazioni tra imprese. Un manuale operativo per un turismo sostenibile L’esito di questa survey ha dato luogo alla produzione di un manuale operativo e di specifiche linee guida per supportare le PMI che operano in ambito turistico, nella realizzazione di business sostenibili. Sono stati quindi predisposti 6 moduli formativi con i relativi questionari di autovalutazione in 6 lingue (EN, IT, ES, HU, PT, BG), tutti disponibili sulla piattaforma e-learning del progetto in modalità open-access, sui temi di gestione sostenibile nel settore del turismo; benefici socio-economici del turismo sostenibile per le comunità locali; benefici del turismo sostenibile per il patrimonio culturale; turismo sostenibile che dà benefici all'ambiente; benefici della collaborazione e del fare rete per le imprese turistiche; innovazione e competitività nel settore del turismo sostenibile. Scopri il progetto 30/10/2019
18 Ottobre 2019
Commento di Matteo Caroli, Associate Dean for executive education Luiss Business School, pubblicato su Il Sole 24 Ore, 18 ottobre 2019 L’urgenza dei problemi ambientali impone un radicale cambiamento dei modelli di produzione, distribuzione e consumo. Non si tratta di crescere meno, ma di crescere in modo diverso: innovare le tecnologie e i modelli di business in maniera che creazione di valore economico, miglioramento sociale e dell’ambiente siano integrati. In questo senso, si sta rapidamente affermando il nuovo paradigma dell’economia circolare, basato su quattro “R”: riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero. Sia gli investitori sia i consumatori premiano e sempre più premieranno le imprese che più delle altre si muovono su questa direttrice; a livello di Paesi, l’economia green sarà un traino cruciale dell’occupazione e dell’aumento strutturale del Pil. Economia circolare: un’opportunità per il sistema Italia Per l’Italia è una grandissima opportunità, perché il nostro Paese è già oggi tra le prime economie verdi nel mondo, con performance eccellenti in tutte le quattro principali problematiche: emissioni atmosferiche, utilizzo di materie prime, consumi energetici e produzione di rifiuti. Secondo le elaborazioni di Fondazione Symbola, nel 2008, consumavamo oltre 17 tonnellate di petrolio equivalente per milione di euro prodotto; oggi siamo intorno a 14, meglio di Francia, Spagna e Germania. L’Italia è al terzo posto tra le cinque grandi economie europee per quanto riguarda le emissioni in atmosfera: (104,2 tonnellate di C02 per milione di euro prodotto), dietro alla Francia (85,5 tonnellate) e al Regno Unito (93,4 tonnellate) ma davanti a Spagna e Germania. Nelle energie rinnovabili, siamo primi tra i principali Paesi europei, con il 17,4%, per quota di rinnovabili nel consumo interno lordo (la Francia è al 16%, la Germania al 14,8%, e il Regno Unito al di sotto del 10%). Siamo anche il quarto produttore mondiale di biogas - dopo Germania, Cina e Stati Uniti - con circa 1.900 impianti operativi. Insieme alla Germania, l’Italia è leader europeo in termini di quantità di materie seconde riciclate nell’industria manifatturiera: questa sostituzione di materia comporta un risparmio potenziale pari a 21 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 58 milioni di tonnellate di C02. Nel caso degli imballi (con l’eccezione di quelli in plastica), gli obiettivi di recupero fissati dalle direttive europee al 2025 sono già stati ampiamente raggiunti. Anche sul fronte dei rifiuti, abbiamo risultati eccellenti, pur con differenze ancora rilevanti tra le aree del Paese; su scala nazionale, la produzione di rifiuti risulta infatti largamente inferiore a quelle degli altri Paesi europei e comunque in costante decrescita; inoltre, si calcola che il 79% dei rifiuti è avviato a riciclo, un valore che è più del doppio della media europea, attestata al 38% e molto maggiore di quello di Francia, Regno Unito e Germania, tra il 45 e il 55 per cento. Per quanto riguarda il sistema produttivo, ancora Fondazione Symbola insieme con Unioncamere Italia, stimano che circa un’impresa manifatturiera su tre in questi anni abbia investito o sia pronta a farlo per un maggior risparmio energetico o per la riduzione dell’impatto ambientale delle proprie attività; risulta, peraltro, che le aziende green sono complessivamente più innovative e internazionalizzate delle altre. Made in Italy sinonimo di sostenibilità Si può dunque pensare che la produzione circolare e l’ecodesign diventino elementi caratterizzanti il made in Italy, come già lo sono la qualità dei materiali e delle lavorazioni. Dall’abbigliamento all’arredo, dalla meccanica all’alimentare, il grande valore immateriale dei nostri prodotti può essere arricchito con la componente del loro migliore impatto ambientale; si troverà così perfettamente allineato conia sensibilità e gli orientamenti che sempre più prevarranno nei consumatori in tutto il mondo. Per cogliere al meglio questa grande opportunità è importante che lo sforzo delle imprese sia sostenuto dal Governo dello Stato. Non bastano iniziative singole; serve un robusto programma pluriennale, articolato in un pacchetto di misure il più possibile integrate e in grado di coinvolgere sia le imprese in settori diversi, sia le amministrazioni pubbliche e sia consumatori. Sono necessari stimoli che orientino il mercato i verso i prodotti e i servizi green (e magari disincentivi per quelli con elevato impatto negativo), premiando così le imprese che investono fortemente in questa direzione; la stessa domanda pubblica dovrebbe adottare con decisione criteri di scelta che privilegino esplicitamente le offerte di chi opera secondo le modalità dell’economia circolare. Altrettanto significativi sono interventi normativi che facilitino la realizzazione degli investimenti produttivi da parte delle imprese; questo è cruciale, ad esempio, nelle energie rinnovabili, dove l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici è tuttora rallentata dalla complessità delle procedure amministrative. Economia circolare: la formazione Luiss Business School Matteo Caroli è direttore dell'Executive Master in Circular Economy Management: scopri il programma. 18/10/2019
22 Maggio 2019
Per tre giorni la LUISS Business School sarà la capitale mondiale della sostenibilità ambientale ed economica Si terrà a Roma dal 20 al 22 maggio il Global Sustainability Forum 2019, il principale evento mondiale sulla sostenibilità organizzato quest’anno da LUISS Business School presso la sua sede di Villa Blanc. Per tre giorni, quindi, l’Italia e Roma saranno al centro del dibattito sui temi della sostenibilità economica, sociale ed ambientale, argomenti sempre più sentiti e rilevanti per il futuro del pianeta. L'accordo di Parigi del 2015 e l'Agenda per lo sviluppo 2030 (SDG) evidenziano infatti come le decisioni economiche hanno conseguenze ambientali, il minore investimento nelle persone porta a una riduzione della crescita futura e la tutela delle scelte della generazione attuale non deve andare a discapito delle scelte disponibili per le generazioni future: da queste considerazioni prenderanno le mosse gli interventi e le tavole rotonde del Global Sustainability Forum 2019 (#GSF2019), concentrandosi su "Una nuova agenda planetaria" e sui partenariati necessari per conseguire risultati tangibili per uno sviluppo sostenibile. A fare gli onori di casa saranno Emma Marcegaglia, Presidentessa di ENI e dell’Università LUISS Guido Carli, Paola Severino, Vice Presidente dell’Università LUISS Guido Carli, Andrea Prencipe, Magnifico Rettore dell’Università LUISS Guido Carli, e Paolo Boccardelli, Direttore della LUISS Business School. Fra i partecipanti, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria, il Direttore Generale delle Nazioni Unite Michael Møller, il Vice Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica Lorenzo Fioramonti, il Presidente di Assicurazioni Generali Gabriele Galateri, la Presidentessa di Enel Patrizia Grieco, l’Amministratore Delegato di A2A Valerio Camerano, il Presidente di SNAM Luca Dal Fabbro, i professori James Galbraith e Jean Paul Fitoussi. “Affrontare con serietà e al tempo stesso con concretezza le tematiche della sostenibilità economica, sociale e ambientale non è più procrastinabile”, ha commentato Paolo Boccardelli, Direttore della LUISS Business School. “Con il Global Sustainability Forum vogliamo dare un contributo concreto in termini di consapevolezza e determinazione per gestire le transizioni chiave che ci attendono”. Scopri il programma, per partecipare la registrazione è obbligatoria, i posti disponibili sono in esaurimento. REGISTRATI 15/05/2019