Dopo il Master in Digital Export Management di Luiss Business School, lo studente pugliese è oggi Temporary Export Manager per Makeitaly
Trasformare un marchio in un’impresa: è questa l’avventura che Biagio Capece, 29 anni, originario della provincia di Lecce, sta vivendo dopo aver concluso il Master in Digital Export Management di Luiss Business School. Del resto, non basta una laurea in legge quando il pallino per gli affari spinge lo sguardo oltre i confini nazionali. Grazie alle competenze acquisite durante il master, oggi Biagio è Temporary Export Manager per Makeitaly. Il suo obiettivo? Continuare ad imparare, cogliendo le opportunità del networking.
Cosa ti ha spinto a scegliere il master in Digital Export Management di Luiss Business School?
Durante i miei studi di giurisprudenza ho sempre scelto esami a vocazione internazionale. Ho dedicato la mia tesi di laurea agli strumenti di pagamento utilizzati nel commercio internazionale. Volevo specializzarmi nell’export e due anni fa non c’era molta offerta post-laurea sull’argomento. Navigando sul sito di Ice, dove avevo seguito diversi corsi, ho scoperto il master Luiss Business School: era perfetto per ciò che volevo fare, l’export manager. Avendo studiato giurisprudenza mi mancavano dei tasselli, che questo master ha finalmente aggiunto. A spingermi verso il percorso è stata anche la notorietà di Luiss Business School e Ice.
Che ambiente hai trovato in Luiss Business School?
A causa della pandemia, ho potuto frequentare Villa Blanc solo negli ultimi mesi. Durante il Covid eravamo lì solo una volta al mese. Ho trovato un bellissimo ambiente. Persone con cui ho subito stretto amicizia, creando un ambiente favorevole alla crescita personale e di gruppo. Eravamo tutti motivati dal punto di vista professionale, amichevoli ma giustamente competitivi. Ottimo rapporto sin da subito anche con il coordinatore del master.
Qual è il corso che ha avuto un maggiore impatto sulla tua carriera?
In generale, ho apprezzato il non soffermarsi solo sulla parte teorica, ma anche su quella pratica. Tra i corsi ce ne sono stati due che mi sono stati molto utili.
Il primo?
Quello di contrattualistica e pagamenti internazionali, tenuto dal professor Domenico Del Sorbo. La materia mi appassionava, in questo modulo ho potuto approfondire l’approccio pratico.
E il secondo?
Strategie di selezione e ingresso nei mercati internazionali con il professor Federico Tunzio. Oltre ad essere interessante, il corso ha permesso l’applicazione concreta di tutto ciò che avevamo studiato in precedenza attraverso un esame finale molto importante.
In cosa consisteva?
Abbiamo simulato una consulenza per l’espansione all’estero di un’azienda scelta da noi. Ci è stato chiesto di analizzare l’azienda, effettuare un’analisi di mercato, individuare un paese target per il prodotto dell’azienda e poi stilare una strategia d’ingresso fisica e digitale in quella nazione. Quello che faccio ora è molto simile a ciò che abbiamo fatto durante l’esame. In più, successivamente a quella prova, si è creato un ottimo rapporto con Tunzio, con cui è nata una collaborazione che va avanti ancora oggi.
C’è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpito?
Tutti i relatori del format Leader 4 Talent sono stati di grande stimolo. Mi hanno dato una visione su quello che voglio fare insieme alla carica per andare avanti. Tra le fonti di ispirazione, c’è stato l’incontro con l’export manager di Banfi, cantina vitivinicola, ci ha parlato di come è riuscito a far apprezzare i propri vini nei mercati internazionali.
Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il master?
Abbiamo allenato il team working grazie ai tanti progetti di gruppo, aiutandoci a collaborare in maniera attiva e proficua. Poi abbiamo fatto un corso specifico sulla negoziazione, molto importante per cercare di capire come riuscire a coinvolgere l’altra parte, facendo capire il valore della propria proposta e convincendola ad accettare una soluzione che sia win-win.
Competitività: come avete allenato questa soft skill durante il tuo percorso in Luiss Business School?
Più che allenarla, è nata spontaneamente. Frequentare un master come questo è un investimento. Tutti noi eravamo interessati a capire cosa sarebbe successo dopo il master. Questa sana competitività si è espressa al massimo durante la challenge finale, lanciata da Sace.
Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza?
È un concetto su cui si insiste molto, sia durante il percorso, sia durante i laboratori e gli incontri Leader 4 Talent. Dopo la fine del master, sono riuscito a rimanere in contatto con Tunzio, ma anche con altri professori e compagni di corso. Ho visto in prima persona quanto il networking possa dare in termini di opportunità. È fondamentale avere un vasto network per fare business, altrimenti si rischia di chiudersi in sé stessi, spegnendo lo sguardo verso l’estero. In Luiss Business School ho visto tanta voglia di collaborare, di fare network e condividere opportunità, considerandosi partner. La collaborazione resta un grande valore aggiunto di questa esperienza.
In Luiss Business School si lavora molto sulla Leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader?
Essere dei veri leader significa avere un’idea che alcuni considerano folle, troppo grande, ma che può attirare altre persone all’interno di un determinato progetto per raggiungere un determinato obiettivo.
Oggi lavori come Temporary Export Manager in Makeitaly: provenire da un percorso Luiss Business School ha fatto la differenza? Se sì, come?
In realtà Makeitaly era un progetto di famiglia. Mio padre ha creato il marchio qualche anno fa, ma la società non era mai diventata operativa. Una volta terminato il master, l’ho riorganizzata per offrire consulenze a quelle aziende italiane che vogliono internazionalizzarsi. Siamo andati online a dicembre 2021. Ora siamo impegnati nella costruzione di un vasto network di professionisti, che operano in vari Paesi target per dare maggiori opportunità alle aziende che seguiamo. Tutti i tasselli messi insieme durante il mio percorso di studi – quello giuridico, il marketing, la contabilità, la capacità di effettuare una accurata analisi di mercato e identificare i mercati esteri prioritari, la protezione della proprietà intellettuale, l’elaborazione di una strategia di export e la sua attuazione a livello operativo – mi hanno permesso avere un quadro completo delle diverse competenze necessarie per effettuare la professione dell’export manager.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti?
Continuerò a studiare. Lo faccio ogni giorno, leggendo libri, seguendo webinar e corsi di formazione perché l’export è una materia che cambia di giorno in giorno. Rimanere aggiornati e formati è dunque fondamentale. È impossibile pensare che, con una formazione magari vecchia anche di qualche anno, si possa smettere di studiare. Anche solo in materia di finanziamenti a supporto delle aziende per l’internazionalizzazione, ci sono aggiornamenti quotidiani.
Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School?
Fare network, perché è dal networking che nascono grandi opportunità. Uno dei valori che ho percepito è quello legato ai professori, professionisti che lavorano nel nostro stesso ambito di interesse tutti i giorni. Quindi è importante stringere e mantenere rapporti con professionisti affermati e futuri tali, oggi nostri “semplici” compagni di corso.
26/08/2022