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Aruba: «Lavoriamo bene con OF, ma non escludiamo collaborazione con FiberCop»
Aruba: «Lavoriamo bene con OF, ma non escludiamo collaborazione con FiberCop»
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Le strategie del service provider sulla fibra. Favorevole alla rete unica se comporterà una maggiore copertura del territorio italiano»

Offerta rimodulata prima della pausa natalizia e obiettivi di crescita, seguendo l’espansione del partner Open Fiber. Il service provider italiano Aruba, che si è presentato con Almaviva nella prima fase della gara per il cloud di Stato, è sbarcato nel mercato della fibra a marzo del 2021, conta al momento numeri bassi, di alcune migliaia di clienti, ma si aspetta un incremento fino ad alcune centinaia di clienti al giorno nel 2022, soprattutto nel settore business.

L’offerta privilegerà le aree bianche dove non c’è ritorno di mercato e i comuni medio-piccoli. Aruba, spiega il general manager Stefano Sordi a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore e della Luiss Business School), è partner di Open Fiber, società con cui lavora bene, ma non esclude la possibilità di allargare la collaborazione a FiberCop (gruppo Tim). La rete unica? «Se comporterà una maggiore capacità di raggiungere gli obiettivi di copertura capillare del territorio italiano, soprattutto nelle aree grigie e bianche, noi siamo sicuramente favorevoli».

Avete di recente rimodulato la vostra offerta lanciata a marzo 2021, come sta andando?

Abbiamo lanciato l’offerta a inizio del 2021, e, come facciamo sempre, entriamo in punta di piedi sul mercato, cercando di comprenderlo. Abbiamo attraversato questa fase fino a dicembre scorso, un periodo con volumi poco consistenti. A dicembre abbiamo, quindi, capito le metriche di mercato, adattando l’offerta che è andata molto bene, ha avuto una crescita esponenziale nel periodo di dicembre e natalizio, a tre cifre. Un andamento consolidato anche nel rientro post festività, anche se con incrementi un po’ meno sostenuti, a due cifre. Rispetto agli altri competitor sono numeri ancora bassi, ma la crescita è importante e pensiamo di mantenerla nei prossimi mesi. Gli elementi su cui si basano le nostre previsioni sono sostanzialmente due: uno è rappresentato dallo stesso mercato visto che le attese sono promettenti per la componente ftth (fibra fino alla casa, ndr), su cui ci concentriamo noi. Un secondo fattore è legato alla peculiarità della nostra offerta. I nodi di fibra che usiamo per la connettività si trovano, infatti, nei nostri data center dove ospitiamo aziende, banche, imprese di vario tipo che fanno traffico in uscita, dal data center verso internet. La tecnologia ultra-broadband è, in questo contesto, completamente simmetrica. Inoltre, i nostri data center hanno una caratteristica importante, sono davvero green. Abbiamo, infatti, acquisito un network di centrali idroelettriche, garantendoci un sistema di produzione di energia sia nel fotovoltaico sia nel geotermico. La nostra capacità di autoproduzione si riverbera sui costi e ci permette, in un momento in cui i costi dell’energia sono schizzati alle stelle, di mantenere una competitività notevole. Mentre altri sono costretti ad alzare i prezzi, noi li possiamo comprimere.

Qual è il target di clienti che prevedete di raggiungere nel 2022?

In una prima fase prevediamo di arrivare a un centinaio di clienti giornalieri per poi, se Open Fiber continua con questi tassi, arrivare a qualche centinaio di clienti al giorno. Ora siamo arrivati ad alcune migliaia di clienti. Rispetto ai grandi player sono numeri poco competitivi.

Esplorerete la possibilità di una collaborazione con FiberCop?

Sicuramente sì, non lo escludiamo, anche se in questo momento tutti gli sforzi sono concentrati sull’ottimizzazione dell’offerta che è già sul mercato. Con Opern Fiber ci troviamo molto bene, constatiamo che raggiungono i target e danno un servizio di qualità. Di fronte a un’offerta come la nostra, ipercompetitiva, è molto importante avere un partner così, che non faccia lievitare i costi.

Come vedete l’ipotesi di creazione di una rete unica, tra Open Fiber e Tim?

Se la rete unica comporterà una maggiore capacità di raggiungere gli obiettivi di copertura capillare del territorio italiano, soprattutto nelle aree grigie e bianche, noi siamo sicuramente favorevoli. Alla fine, ci sarà un beneficio per il consumatore e le imprese. E per noi sarà un modo di arrivare sul mercato in maniera più rapida.

Che tipo di clienti privilegerete con la vostra offerta e quali sono le aree geografiche su cui insisterete?

Il target è costituito soprattutto dalla clientela business, senza escludere il retail. La componente business per sua natura è quella più prossima a quella di Aruba che è un service provider e fornisce servizi alle imprese di posta elettronica, pec, cloud, etc..Tuttavia l’offerta che abbiamo lanciato è molto aggressiva in termini di prezzo e diventa interessante anche per il consumatore finale. In termini di aree geografiche seguiamo Open Fiber, ma abbiamo voluto porre un accento particolare sulle aree bianche, quelle dove c’è più difficoltà. Lo abbiamo fatto attraverso la nostra offerta, azzerando i costi di attivazione. A livello strategico privilegiamo inoltre i comuni medio-piccoli.

Definite la vostra offerta molto competitiva, non temete che livelli troppo bassi alla lunga si trasformino in una guerra dei prezzi e in un indebolimento del settore telco chiamato a investire sulle infrastrutture?

I margini sono sicuramente importanti, ma uno dei valori della nostra azienda è stato fin dal principio quello di rendere accessibile la tecnologia, è proprio la nostra mission. Inoltre, nel mercato dell’ultra broadband spicchiamo per essere al 100% italiani. La nostra strategia è quella di comprimere i costi il più possibile mantenendo una marginalità che sia congrua. Non siamo quotati in Borsa, non abbiamo soci di riferimento che ci impongono degli obiettivi, il nostro target è il mantenimento delle quote di mercato e della missione aziendale, e la fibra fa parte di un bouquet di servizi tutto basato su questi principi. 

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28/1/2022

 
Data pubblicazione
28 Gennaio 2022
Categorie
DigitEconomy.24