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Dalla guida autonoma ai device sui nervi: arrivano i primi progetti di RobotIT
Dalla guida autonoma ai device sui nervi: arrivano i primi progetti di RobotIT
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Lo raccontano i fondatori di Pariter, holding che affianca Cdp Venture Capital nell’iniziativa. Sono 15 i progetti selezionati, ne saranno scelti 8

Dalla riabilitazione alla chirurgia robotica. Dalla guida autonoma ai device sui nervi per far muovere gli arti delle persone che non possono deambulare. È l’orizzonte dei progetti di RobotIT, il primo polo nazionale per il Trasferimento tecnologico dedicato alla robotica finanziato da Cdp Venture Capital, affiancata dalla holding Pariter (che di volta in volta potrà anche fare da co-investitore nei progetti). L’obiettivo è sostenere la nascita di nuove start up ideate all’interno delle Università e nei centri di ricerca. Al momento, secondo quanto riferito a DigitEconomy.it (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) dai fondatori di Pariter, Matteo Elli e Jari Ognibene, sono stati visionati 80 progetti, con 15 in rampa di lancio per poi arrivare a selezionarne otto l’anno, e un impatto di investimento fino a due milioni di euro.

Nuove realtà, inoltre, si affacceranno a breve, raccontano Elli e Ognibene: «saranno partner per la gestione della proprietà intellettuale, del supporto per le tematiche di elettroniche. Stiamo creando un ecosistema completo per mettere basi solide». Pariter è nata nel 2017 con l’obiettivo di creare un’entità di investimento in società deep tech basate in Italia, che sviluppano cioè tecnologie abilitatrici di innovazione spinta. Nel corso degli anni Pariter, che oggi raccoglie oltre 200 investitori, «si è evoluta ed è diventata – raccontano i fondatori – il principale network di investimento dedicato al deep tech. Investiamo sia sul fronte di iniziative pre-company, diventando in pratica il primo investitore, sia nella fase tradizionale di start up».

Ora, con RobotIT che conta tra i primi partner Leonardo, si apre un nuovo orizzonte. «Si tratta – spiega Elli – di un veicolo di investimento, un polo, un ecosistema che mette assieme le quattro componenti principali: capitale, istituzione, corporate e ricerca». Pariter, dal canto suo, «gestirà le iniziative in termini di scouting, identificazione dei team, validazione della tecnologia, selezione delle opportunità di investimento. Abbiamo la possibilità di entrare nei centri di ricerca, valutare la tecnologia. A oggi abbiamo avuto modo di visionare più di 80 progetti, abbiamo selezionato 15 progetti, per poi arrivare a otto entro fine ottobre. Ogni anno verranno identificati tra 8 e 10 team, con circa due milioni di euro l’anno che finanzieranno questo tipo di iniziative». A qualche mese dall’inizio dell’attività di RobotIT, ora c’è un panorama più preciso sui progetti che saranno privilegiati: «si tratta di tematiche molto interessanti, legate al mondo della riabilitazione robotica, della chirurgia robotica, ai servizi legati al mondo di ristorazione, alla riabilitazione degli arti inferiori, sistemi per automazione e abilitazione di tutto il mondo dell’auto autonoma, dei veicoli a guida autonoma. C’è un team, ad esempio, che ha sperimentato con buoni risultati l’inserimento di alcuni device sui nervi; abilitando il controllo dell’esterno riesce, cioè, ad azionare il movimento del corpo in soggetti che non possono farlo in autonomia. Sono più avanti i temi della abilitazione robotica sugli arti o anche l’applicazione della robotica in ambito automotive e ferroviario per la guida autonoma. Un po’ più indietro, ad esempio, è il tema della chirurgia robotica». Per vedere queste applicazioni sul mercato ci vorrà comunque molto tempo, considerando la fase della certificazione, dell’approvazione, dell’affinamento della tecnologia per un ciclo di vita completo che dura dai due ai quattro anni. Tuttavia, spiegano Elli e Ognibene, «può succedere che dopo poco una società sia interessata, anche se non è certificata e non è ancora pronta. In questo caso i tempi si accorciano».

RobotIT è il primo progetto che apre una serie di investimenti del genere. Cdp Venture Capital, infatti, attraverso il fondo di technology transfer, con una dotazione di 275 milioni di euro, investirà in tutta la filiera del trasferimento tecnologico attraverso la creazione di poli nazionali distribuiti sul territorio. RoboIT è il primo. L’investimento iniziale, già stanziato da parte di Cdp Venture Capital e dagli altri fondi specializzati, è di 40 milioni, con un effetto leva stimato complessivo di oltre 100 milioni di euro in 4 anni per la creazione e lo sviluppo di più di 50 nuove aziende. 

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24/9/2021

Data pubblicazione
24 Settembre 2021
Categorie
DigitEconomy.24