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«Governi e operatori mettano al sicuro le infrastrutture critiche dei cavi sottomarini»
«Governi e operatori mettano al sicuro le infrastrutture critiche dei cavi sottomarini»
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Parla l’AD di Retelit, Federico Protto, tracciando una panoramica di come cambia il settore, tra nuovi modelli, rotte e punti di approdo

Per il business dei cavi sottomarini si fanno strada nuovi modelli, nascono nuove rotte e nuovi punti di approdo. A tracciare una panoramica di un settore con sempre più importanti risvolti economici e geopolitici è Federico Protto, ad di Retelit, uno dei protagonisti italiani nel campo. In un’economia, come quella di cavi e data center rimodellata radicalmente dagli Hyperscaler tipo Google e Facebook, l’Italia può avere «un ruolo fondamentale» grazie alla sua posizione geografica. La Sicilia, Bari e la Liguria rappresentano secondo l’ad del gruppo italiano «i principali punti di approdo». Un apporto importante, per fronteggiare sabotaggi e spionaggio, va svolto dai Governi che assieme agli operatori devono assicurare che le infrastrutture critiche vengano messe al sicuro e monitorate.

Come stanno cambiando i modelli di investimento nel business dei cavi?

Grazie alle evoluzioni tecnologiche che permettono di supportare un maggiore numero di fibre rispetto a prima (oggi i nuovi cavi arrivano a supportare fino a 24 coppie di fibre) e la possibilità di poter avere degli apparati indipendenti per ogni coppia di fibra, le prospettive di sviluppo dei sistemi di cavi sottomarini si sono ampliate enormemente aprendo la strada a nuovi modelli. In questo contesto ai consorzi tradizionali dove più operatori condividono percentuali di uso dei cavi, si sono affiancati nuovi modelli in cui i proprietari del cavo di fatto sono proprietari di coppie di fibre che possono utilizzare in maniera indipendente. Questo nuovo modello ha stimolato l’investimento degli Hyperscaler vista anche la forte domanda di questi ultimi dovuta alla crescita di traffico. Infine, la nuova distribuzione del traffico, dovendo soddisfare requisiti di diversificazione, bassa latenza e resilienza, fattori molto meno critici nel passato, ha creato l’esigenza di nuove rotte e nuovi punti di approdo. Ad oggi Hyperscaler come Facebook, Amazon, Microsoft e Google stanno rimodellando radicalmente l’economia del settore dei cavi sottomarini e i data center.Questi sono presenti praticamente in ogni nuovo sistema di cavi transatlantico o transpacifico.Dal 2015 ad oggi il settore dei cavi sottomarini, dominato tradizionalmente dai monopolisti e dai Carrier, è cambiato radicalmente. Oggi, infatti, al fianco di questi soggetti ci sono operatori regionali come Retelit e gli Hyperscaler. Se prima i modelli consortili si basavano su modelli chiusi, in cui l’operatore che investiva era lo stesso che controllava l’infrastruttura sul territorio e quindi la Cable Landing Station, i servizi di Backhaul e la capacità, e lo Stato era azionista di controllo dell’operatore, oggi i nuovi modelli consortili introducono le open landing station e la spinta agli operatori regionali alternativi. In questo contesto, Retelit ha investito nel Consorzio AAE-1, creando un nuovo landing point a Bari, garantendo una diversificazione delle rotte, permettendo di raggiungere Francoforte (che è il più importante nodo di traffico IP al mondo) dall’Asia con la migliore latenza possibile. Inoltre, ha realizzato una rete di Backhaul da Bari all’Europa con nuove tecnologie (200 Gbps) adeguate agli importanti volumi di traffico. Ha inoltre investito anche in altri hub sottomarini (a Marsiglia e in Sicilia) creando possibilità di reti “meshed” tra i diversi sistemi e offrendo un’opzione per aumentare la resilienza degli stessi.

Come ha inciso la pandemia di Covid, anche a livello indiretto, in questo business?

Il Covid non ha impattato particolarmente sulla costruzione dei cavi sottomarini. Mentre sul business relativo alla vendita di banda, la pandemia ha avuto un impatto positivo dovuto alla crescita del traffico internet a livello globale – quest’ultima (fonte TeleGeography) è aumentata del 34% nel 2020 per poi tornare ai livelli medi di crescita degli ultimi dieci anni del 29% nel corso del 2021. I cavi sottomarini, tuttavia, negli ultimi anni hanno subito un cambio di utilizzo. Basti pensare che nel 2010 i cavi sottomarini venivano utilizzati per la quasi totalità per la distribuzione del traffico internet mentre solo il 10% veniva utilizzato dagli hyperscaler. Oggi la distribuzione del traffico sui cavi è totalmente cambiata ed il 60% dell’utilizzo dei cavi è fatto dagli hyperscaler ed è in costante crescita.

Su quali aree punterà Retelit nei prossimi anni?

Geograficamente, l’area che ha registrato la crescita più rapida di banda Internet comprende il traffico tra Europa e Africa e tra Europa ed Asia. L’Europa oggi si trova in una posizione privilegiata, al centro dello scambio globale e verso i continenti emergenti, tra cui appunto l’Africa e il Middle East, risultando il principale hub di approdo del traffico. E in questo Italia gioca un ruolo fondamentale: la Sicilia storicamente, poi Bari e infine oggi la Liguria rappresentano i principali punti di approdo dei cavi sottomarini nel nostro Paese. Retelit sin dal 2014 ha investito sulle infrastrutture di atterraggio di nuova generazione per attrarre verso l’Italia il traffico dei cavi. In particolare su Bari (costruendo una landing station di proprietà per atterrare il cavo sottomarino Asia Africa Europe-1 di cui è il membro Italiano del consorzio e un POP di rete ad alta velocità per connettere le altre landing station presenti a Bari tra le quali quella del cavo IG-1 (che collega la Puglia alla Grecia) per il quale recentemente è stato annunciato l’accordo con WIS per l’upgrade tecnologico a 400 Gbps del sistema. Inoltre, Retelit è socio di Open Hub Med, Data Center per collegare i cavi sottomarini che approdano in Sicilia, facilitando quindi la comunicazione tra cavi e il trasporto del traffico verso l’Europa dal Sud Italia. E più recentemente sulla Liguria dove Retelit ha costruito una piattaforma di atterraggio da Savona e Genova fino a Milano dedicata ai nuovi cavi provenienti dal Mediterraneo.

Come fronteggiare le criticità riscontrate nel settore, come il sabotaggio e lo spionaggio?

L’ intercettazione dei cavi sottomarini potrebbe fornire ai leader stranieri informazioni preziose, mentre l’interruzione dei cavi potrebbe rallentare notevolmente le comunicazioni tra alleati. Le backdoor potrebbero anche essere inserite durante il processo di produzione dei cavi nei ripetitori o negli apparati all’interno delle Cable Landing Station per raccogliere informazioni sensibili. Esistono addirittura sottomarini in grado di “inserirsi” nei cavi di comunicazione sottomarini e ottenere i dati che vi transitavano senza manometterli. I Governi insieme agli operatori del settore devono assicurare che le infrastrutture critiche quali Cable Landing Station e i punti di approdo dei cavi vengano messe al sicuro e monitorate. Così come il monitoraggio dei fondali e della costa e sistemi di controllo delle interferenze sui cavi possono assicurare che la parte sott’acqua sia sicura da intromissioni. Non da ultimo è importante un efficace controllo sui fornitori di tecnologie per la trasmissione e la rigenerazione del segnale.

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19/11/2021

Data pubblicazione
19 Novembre 2021
Categorie
DigitEconomy.24