L’intervista a Gianni Orlandi, presidente dell’Organo di Vigilanza sulla parità di accesso all’infrastruttura dell’ex incumbent, su DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School
Far sì che l’infrastruttura di rete in banda ultra larga di Tim, «più che mai vitale per il rilancio del Paese in questo momento storico, sia adeguatamente fruibile e fruita da tutti i cittadini, indipendentemente dall’operatore che fornisce il servizio al cliente finale». È il principale obiettivo che l’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete Tim si pone per l’anno in corso. Tra il 2020 e il 2021, oltre all’effetto pandemia sulle reti, ci sono stati molti elementi di novità che impattano e impatteranno sulla regolazione e la vigilanza, dalla creazione della società della rete secondaria di Tim, FiberCop, alla proposta di coinvestimento presentata dal gruppo all’Agcom, senza considerare il progetto in nuce sulla rete unica: «Anche in presenza di uno scenario regolamentare completamente diverso da quello esistente, il ruolo della vigilanza terza e imparziale – assicura Gianni Orlandi, presidente dell’Odv in un’intervista a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) – non potrà venire meno». Ad oggi, aggiunge il presidente, l’Organo di Vigilanza «esprime un giudizio favorevole sul modello italiano di gestione della rete in modo concorrenziale. Mi riferisco al fatto che l’operatore dominante, Tim, ha raggiunto da diversi anni un livello avanzato di separazione funzionale in cui la sua funzione wholesale è strutturata ed incentivata ad operare in autonomia».
L’anno scorso Tim ha presentato il suo progetto di separazione della rete, creando poi FiberCop, ha presentato all’Agcom il modello di coinvestimento e ha, precedentemente, firmato anche la lettera di intenti sulla rete unica. Come cambierà la regolazione e la vigilanza di fronte a tutti questi nuovi elementi?
Lo scenario che si prospetta, dal punto di vista regolamentare, è in corso di definizione da parte di Agcom che, per l’occasione, ha già avviato due consultazioni pubbliche, senza dimenticare anche l’attenzione da parte dell’Agcm sulla vicenda. Quello che come OdV posso immaginare è che, anche in presenza di uno scenario regolamentare completamente diverso da quello esistente, il ruolo della vigilanza terza e imparziale non potrà venire meno. La rete di accesso dovrà infatti essere ancora oggetto di una costante attività di vigilanza allo scopo di garantire l’indispensabile parità di trattamento di tutti gli operatori che forniscono servizi di comunicazioni elettroniche. Del resto, già nel 2013 in una sua raccomandazione proprio su questi temi, Bruxelles sottolineava come fosse particolarmente difficile individuare e contrastare i comportamenti discriminatori basati su elementi diversi dai prezzi soltanto mediante l’applicazione di un obbligo generale di non discriminazione. È proprio per questa ragione che il modello italiano prevede obblighi stringenti di parità di trattamento e un ruolo fondamentale dell’OdV teso a garantirne il pieno rispetto. Ritengo che questo modello sia risultato molto efficace, anche perché l’OdV rappresenta oggi un vero e proprio presidio regolatorio indipendente all’interno dell’integrazione verticale.
Come si interseca la vostra attività con quella dell’Agcom su questi temi?
Tra l’Organo di Vigilanza e Agcom esiste, in particolar modo dal 2016, una stretta collaborazione, non solo nell’ambito della consueta vigilanza sugli impegni che hanno portato nel 2008 alla separazione funzionale di Tim ma, anche, tramite specifiche attività di studio e di analisi richieste dall’Autorità. La precisa scelta del regolatore nazionale di avvalersi del supporto tecnico fornito dall’OdV, non solo nelle attività di monitoraggio e verifica della parità di trattamento, ha ampliato notevolmente l’ambito oggettivo di intervento dell’OdV, prefigurando un suo nuovo ruolo, che non è soltanto quello di accertare il rispetto delle regole di settore, ma anche di contribuire alla definizione delle metodologie per la loro attuazione.
Come stanno andando, alla luce dell’esperienza dell’OdV, la realizzazione degli impegni di Tim? Qual è il vostro giudizio sul modello italiano di regolamentazione della rete?
Come Organo di Vigilanza le posso rispondere soltanto per gli impegni a cui siamo stati chiamati a vigilare e che rappresentano il nostro punto di riferimento. Già oggi, diversi elementi ci consentono di esprimere un giudizio favorevole sul modello italiano di gestione della rete in modo concorrenziale. Mi riferisco al fatto che l’operatore dominante, Tim, ha raggiunto da diversi anni un livello avanzato di separazione funzionale in cui la sua funzione wholesale è strutturata ed incentivata ad operare in autonomia. Anche l’introduzione nel 2016 dell’attuale sistema di full equivalence offre ampie garanzie di parità di trattamento di tutti gli operatori, perché garantisce lo stesso trattamento degli ordini di lavoro di Tim retail e degli operatori concorrenti secondo il modello dell’Equivalence of Input. Infine, è bene ricordare come il nostro sia uno dei pochi Paesi ad aver introdotto anche la disaggregazione dei servizi sulla rete di accesso, cioè la possibilità per gli operatori diversi da Tim di gestire in autonomia sia la fase di attivazione che la manutenzione di alcuni servizi wholesale, attività in precedenza gestite esclusivamente da Tim stessa. A tutto ciò si aggiunge, naturalmente, la recente separazione societaria della rete secondaria di accesso che ha portato alla costituzione di FiberCop e al contestuale sviluppo del modello di co-investimento. In definitiva, il modello italiano di separazione verticale si è sviluppato e arricchito notevolmente nel corso degli anni ed è indubbiamente un riferimento molto avanzato nel contesto internazionale.
Quali saranno, in conclusione, i punti fondamentali su cui si concentrerà l’attività dell’Organo di Vigilanza nell’anno in corso?
L’attività dell’Organo di Vigilanza nel 2021 sta seguendo due direttrici principali; la prima è il proseguimento del supporto ad Agcom per garantire il rigoroso rispetto della parità di trattamento da parte di Tim nel fornire servizi di accesso alla rete senza discriminazioni tra le proprie funzioni retail e gli altri operatori alternativi, mentre la seconda è caratterizzata da una maggiore attenzione alla qualità erogata da Tim nei processi di fornitura e manutenzione dei servizi. In relazione al supporto che l’OdV fornisce ad Agcom, esso consiste nel monitoraggio costante sia degli indicatori di parità di trattamento sia della qualità della banca dati che raccoglie tutte le informazioni sulla rete di accesso. Svolgiamo inoltre una capillare attività ispettiva presso le funzioni operative territoriali di Tim allo scopo di verificare l’attuazione, sempre da parte di Tim, delle prescrizioni previste da diverse delibere dell’Autorità. Due direttrici distinte, in sintesi, ma che hanno un solo obiettivo: far sì che l’infrastruttura di rete ultra broadband di Tim, più che mai vitale per il rilancio del Paese in questo momento storico, sia adeguatamente fruibile e fruita da tutti i cittadini, indipendentemente dall’operatore che fornisce il servizio al cliente finale.