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Telco in fermento in vista delle gare per portare 1 Giga in 8,5 milioni di case
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Fastweb e Tim favorevoli a bandi a incentivo, Convergenze prepara un piano per 21 comuni, Intred a favore dei bandi di dimensione medio-piccola

Gli operatori di tlc, piccoli e grandi, scendono in campo in vista della scadenza del 15 giugno per presentare a Infratel i piani aggiornati sulle aree grigie, dove ha pianificato l’investimento un solo operatore, e nere, dove è prevista competizione infrastrutturale. Le aziende dicono la loro sull’ipotesi di coinvestire e sui futuri bandi di gara che secondo la ‘Strategia italiana per la banda ultralarga ‘Verso la gigabit society’ del Ministero per l’Innovazione e del Mise, saranno emessi tra l’ultimo trimestre del 2021 e il primo del 2022 con aggiudicazione tra il primo e il secondo trimestre del 2022. Fastweb e Tim sono più favorevoli a bandi a incentivo, e non a concessione, questi ultimi utilizzati per le gare sulle aree bianche, a fallimento di mercato, vinti da Open Fiber. Convergenze annuncia un piano per portare la rete in fibra in 21 comuni del salernitano, un progetto per cui sta concludendo una partnership, e Intred rimarca la sua posizione per lotti di gara medio piccoli, in modo da coinvolgere tutti gli operatori presenti sul mercato.

Piano a 1 Giga da 3,8 miliardi

All’interno della nuova Strategia italiana da complessivi 6,7 miliardi, il piano Italia a 1 Giga prevede in particolare 3,8 miliardi per fornire connettività a un gigabit al secondo in download e 200 megabit al secondo in upload per 8,5 milioni di unità immobiliari nelle aree nere e grigie con realtà che si sono rivelate a fallimento di mercato. In pratica si punta a coprire gli immobili che a seguito della nuova mappatura risulteranno non coperti (attualmente e anche nei prossimi anni) da reti in grado di fornire almeno 100 megabit al secondo in download.

Per Fastweb meglio bandi a incentivo, sulla stessa linea Tim

«Per noi – dice a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) Lisa Di Feliciantonio, a capo dell’ufficio Relazioni esterne e sostenibilità di Fastweb – è importante che la strategia che adotterà il Governo successivamente alla mappatura confermi la complementarità dell’intervento pubblico rispetto all’intervento privato e l’approccio di neutralità tecnologica. Auspichiamo che questa impostazione già delineata sia confermata, assieme al modello a incentivo che vorremmo vedere in campo con l’impegno e la responsabilizzazione del soggetto privato. Una soluzione, cioè, che prevede anche un commitment finanziario da parte di chi vince i bandi e quindi incentivi a velocizzare la realizzazione delle reti e la loro commercializzazione». Quanto alla soluzione dei consorzi, tra le ipotesi in discussione per poi procedere alla realizzazione delle reti in banda ultra-larga, «noi siamo sempre stati favorevoli a modelli di co-investimento, ne abbiamo uno in campo sull’ftth con Tim e Kkr, uno con Linkem per l’ultra-Fwa e un modello con WindTre per il 5G. È una soluzione per creare efficienza, e a nostro avviso non ci sono dubbi che si andrà in questa direzione. Non c’è, dunque, bisogno di procedere con lotti di grande dimensione per spingere gli operatori su questa strada. Noi siamo per lotti al massimo regionali, fondamentali per incentivare la partecipazione del maggior numero possibile di operatori». Anche Tim, secondo quanto risulta, guarda con interesse al modello a incentivo mentre i bandi con il modello a concessione, utilizzati per le gare nelle aree bianche vinte da Open Fiber, hanno già dimostrato i loro limiti.

Convergenze lavora a un piano per la rete in fibra in 21 comuni nel salernitano

Infratel, commenta Rosario Pingaro, ad di Convergenze, «ci ha chiesto di indicare nuovamente una mappatura entro metà giugno, è molto interessante rispetto alle scorse consultazioni». La società campana «sta lavorando  a un importante progetto di espansione della rete in fibra in 21 nuovi comuni nelle aree grigie nella provincia di Salerno nei prossimi tre anni». Si tratta di un investimento ingente per cui il gruppo «sta realizzando una partnership,  contiamo di chiudere proprio in vista del 15 giugno». Inoltre, Convergenze ha tra gli obiettivi «un’accelerazione sulle aree bianche grazie anche ai proventi dell’Ipo». Sulle aree grigie Intred, la società bresciana guidata da Daniele Peli, punta già da tempo. «Una delle preoccupazioni che avevamo con l’ipotetica rete unica consisteva nel rischio di avere come principale competitor l’incumbent del mercato con vantaggio notevolissimo. Ora – aggiunge il capoazienda – con la consultazione che scade il 15 giugno andremo a mettere nero su banco parte di quello fatto e quello pianificato da qui a 2025. Il difetto della mappatura precedente era l’orizzonte temporale troppo breve, la nuova mappatura ha invece un orizzonte temporale più ragionevole, concreto, lo Stato ha ragione a pianificare l’intervento diretto laddove non si faranno le reti, ma deve dare tempi adeguati a noi operatori». Dopo la consultazione secondo Intred, «è meglio andare avanti non solo con macro-bandi ma con micro-bandi. Nel primo caso, infatti, gli unici che potrebbero competere sono Open Fiber e Tim. Noi siamo a favore dei bandi medio-piccoli».

Unidata investirà nelle aree grigie del Lazio con la newco Unifiber

Scalda i motori anche Unidata, guidata da Renato Brunetti. «Nei prossimi 3-5 anni – spiega il presidente e ad – investiremo nelle aree grigie della regione Lazio tramite la newco Unifiber, costituita insieme al fondo internazionale Cebf nel dicembre 2020. In questo modo realizzeremo reti in fibra ottica di tipo Ftth. Unifiber si occuperà poi della vendita dell’accesso e dell’utilizzo delle reti in modalità wholesale-only, ovvero soltanto ad altri operatori. L’obiettivo del nostro progetto è quello di coprire oltre 100.000 unità immobiliari residenziali ed oltre 5.000 aziende». Riguardo alla costruzione dei bandi e alla loro dimensione Unidata ricorda che «ci sono delle aree grigie che possono essere considerate “tendenzialmente a fallimento di mercato”, questo le fa assomigliare alle aree bianche in termini concorrenziali e di opportunità di investimento. Sono quindi poco attrattive per gli operatori privati. Quello che noi di Unidata auspichiamo è che ci siano dei bandi veloci, relativi all’architettura di rete Ftth (che è tecnologicamente la soluzione definitiva) su delle aree ben circoscritte. Anche piccole. In tal caso saremmo pronti a parteciparvi da soli o insieme ad altri operatori e a investirvi dai 30 ai 60 milioni di euro nei prossimi anni».

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12/6/2021

Data pubblicazione
12 Giugno 2021
Categorie
DigitEconomy.24