News & Insight
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20 Ottobre 2015

The Part-time MBA focuses on Industries

(By Massimiliana Sensi, Part-time MBA Career Service, LUISS Business School) As a Part Time MBA  participant you will  join a class of  MBA students selected to exploit  diversity in terms of age, gender, nationality, experience,  education and professional background. LUISS Business School  aims  to bring out the best in each participant, so that you learn from each other’s experiences as well as from their own cutting-edge research. Our objective is to tease out different perspectives in order to orchestrate a multi-faceted debate and challenge everyone’s assumptions. In this perspective, one of the main objectives the MBA programme seeks  is to encourage and develop the knowledge of industries other than those where students are currently operating. That is why we developed,  as part of the MBA path,  an innovative programme of study focused on some particularly relevant industries such as Pharmaceutical, Fast Moving Consumer Goods and Luxury. This programme  format has been designed and finalised  to maximise the  effectiveness of your learning experience through: a workshop held in court by an officer of high seniority in terms of experience and knowledge of the industry with opportunities for discussion and case histories a panel discussion among selected leaders from the business world of industry moderated by a chairman of great profile and prestige will address topics and very innovative contents. A unique opportunity of growth will be offered to the students who can interact directly with the members of this round table This  allows a proper and thorough knowledge of the main mechanisms and dynamics of other market industries. The Programme 20 October 2015

19 Ottobre 2015

Catalogo Formativo Qualificato

Master universitari e corsi di formazione per executive finanziabili con i voucher Fondimpresa (avviso 2/2015 - Sostegno alle PMI aderenti per la formazione dei lavoratori con la partecipazione a corsi a catalogo). PUBLIC SECTOR, HEALTHCARE AND NO PROFIT Master di II livello in Healthcare & Pharmaceutical Administration Master di II livello in Management delle aziende sanitarie Executive Porgramme in Risk Management per la Sanità LEADERSHIP SKILLS Problem Solving & Decision Making Leadership Development Public Speaking ACCOUNTING, FINANCE & CONTROL Amministrazione, Finanza e Controllo Bilancio e analisi economico – finanziaria Controllo di gestione, Performance Measurement e Reporting Finanza d'impresa Executive Programme in Accounting Fondamenti di Bilancio I principi contabili nazionali e internazionali L’analisi di Bilancio La redazione del Bilancio consolidato Fiscalità d’impresa Sistemi di gestione, pianificazione e controllo L’analisi dei costi L’elaborazione del Budget Misurazione delle Performance e Reporting La struttura finanziaria e la gestione della tesoreria Valutazione degli investimenti e Capital Budgeting Pianificazione finanziaria Executive Master in Finanza e Mercati Lettura e Analisi di Bilancio per non Finance Manager MANAGEMENT & INNOVATION Sviluppo Manageriale EMIT – Executive Programme in IT Management Gestione Acquisti e Supply management MARKETING, SALES & COMMUNICATION Marketing Management (MaMa) Marketing & Sales (MaSa) Marketing & Digital (MaDig) Digital Marketing & Social Media Communication New Marketing Marketing Operations Marketing Metrics Marketing Planning Customer Management Pianificazione e controllo delle vendite Gestione, disegno e sviluppo delle reti di vendita Negoziazione e psicologia di vendita Marketing communication Digital Marketing Il piano di comunicazione digitale integrato Social Media Marketing & Communication E-commerce: come vendere on line prodotti e servizi Web Analytics: la misurazione dei risultati La comunicazione problem solving La comunicazione: strumenti e strategie Ufficio Stampa e Media Relation Social Media: dal Web 2.0 al Web 4.0 Lobbying e Relazioni istituzionali Legal Web PROJECT MANAGEMENT Project Management Executive Project Management Basic Project Management Advanced Gestione dei Tempi di Progetto Gestione dei Costi di Progetto Gestione della Comunicazione di progetto Gestione degli Stakeholder di progetto Gestione della Qualità di Progetto Gestione delle Risorse Umane di Progetto Gestione degli Approvvigionamenti di Progetto Gestione dei Rischi di Progetto Gestione dei Progetti con Microsoft Project UNI ISO 21500 PM Agile Business Continuity & Crisis Management Contract Management PRINCE 2  - Foundation & Practitioner Project Risk Management Executive Project Risk Management Basic Project Risk Management Lab Project Risk Management Avanzato TAX & LEGAL Executive Programme in Management della Compliance La Responsabilità Amministrativa degli Enti (D. Lgs. 231/01) REAL ESTATE EREF Executive Real Estate Finance Stadi e impianti sportivi PEOPLE AND ORGANIZATION DEVELOPMENT Human Resource Management Employer branding reclutamento e selezione Performance Management Sviluppo e Carriera Rewarding Welfare in Azienda Diversity Management Organizational Design - Strutture, Processi, Strumenti a supporto dell’efficienza organizzativa Criteri e tecniche di Organizational Design Human Resource Planning ICT come leva di trasformazione organizzativa LEAN OFFICE & SERVICE - Percorso di Certificazione Base LEAN OFFICE & SERVICE - Percorso di Certificazione Advanced LEAN OFFICE & SERVICE - Percorso di Certificazione Master Change Management People Management – come motivare e gestire i propri collaboratori SPORT, TOURISM, LEISURE & CULTURE Executive Hotel Management Food & Beverage Management Hospitality & Tourism Revenue Management Management Sportivo Contattaci per conoscere le iniziative formative finanziabili e per essere supportato nella richiesta del finanziamento al Fondo. Competence Centre Public Administration, Healthcare, No Profit Via Alberoni, 7 - 00198 Roma sanita@luiss.it t +39 06 85 222 220 - 302  

16 Ottobre 2015

L’Internet of Everything: nuove opportunità in un mondo sempre più interconnesso.

Il 17 novembre a Roma Cisco IoE talks Meno dell’1% del mondo è oggi connesso[1]. Risulta difficile immaginare le potenzialità che andranno delineandosi mano a mano che sempre più dispositivi e persone avranno accesso alla rete. Potenzialità che si stanno tuttavia già concretizzando con ricadute positive che trascendono i singoli ambiti per generare impatto in tutta la società. Sostenibilità, competitività, innovazione. Queste sono solo alcune delle parole chiave che possono descrivere il fenomeno dell’IoE, l’Internet of Everything in grado di connettere persone, oggetti, processi, flussi di dati in modi fino ad oggi impensabili[2]. Le opportunità offerte da una sempre maggiore digitalizzazione richiedono però un’attenta analisi e pianificazione che consenta di ottimizzare i benefici dell’Internet of Everything. Numerosi i soggetti che possono trarne grandi vantaggi. La Pubblica Amministrazione e le organizzazioni governative hanno in particolare la possibilità, grazie all’IoE, di procedere ad una riduzione dei costi e ad un aumento delle entrate, rilanciando la produttività e, in ultima istanza, migliorando la vita dei cittadini. Non mancano esempi di amministrazioni virtuose a riguardo come quelle delle città di Amburgo e Barcellona[3]. Proprio delle opportunità di trasformazione del Paese offerte dall’IoE e del conseguente reale miglioramento della qualità della vita possibile per i suoi cittadini si discuterà, il prossimo 17 novembre dalle 9.30 alle 14, nel corso del Cisco IoE talks che, dopo l’edizione di Roncade (TV), si sposta a Roma nella suggestiva location offerta dall’Auditorium Parco della Musica e vedrà il patrocinio della LUISS Business School. Centrale sarà, nel corso dell’incontro, l’analisi del ruolo della Pubblica Amministrazione. Un reale cambiamento non può infatti che passare anche per il rapporto tra cittadini e istituzioni. Sotto questo profilo la digitalizzazione e modernizzazione tecnologica rappresenta una straordinaria risorsa al servizio della società[4]. Scopri il programma Tre sono le sezioni in cui si dividerà l’incontro, con lo scopo di affrontare al meglio la complessità del tema: digitaliani e innovazione; digitaliani e società; digitaliani e istituzioni. Si profila quindi un programma avvincente e ricco di spunti, in linea con la scorsa edizione che ha riscosso grande successo. Un successo testimoniato dal posto guadagnato dall’evento nei trend topics di twitter per ben 5 ore (decimo posto, arrivando sino al quinto). Ciò conferma anche l’attualità e l’importanza di un tema sempre più presente nell’agenda nazionale ed internazionale. La registrazione all’evento è possibile al seguente link [1] Cfr. http://www.cisco.com/web/IT/tomorrow-starts-here/ioe/index.html [2] Cfr. http://www.connectedfuturesmag.com/a/F14A5/government-organizations-are-transforming-experiences-with-ioe/?COUNTRY_SITE=it&CAMPAIGN=fy15_q3_ioe&POSITION=banner&CREATIVE=cf_it_banner&REFERRING_SITE=ioe_it [3] Ibidem [4] Cfr. http://ioetalks.it/agenda.

14 Ottobre 2015

Accreditamento EQUIS della LUISS Business School

La LUISS Business School, incluso il Dipartimento di Impresa e Management, entra nell’élite della formazione conseguendo la prestigiosa certificazione internazionale EQUIS, attualmente riconosciuta solo all’1 per cento delle business school impegnate nella formazione manageriale. Un traguardo che pone le basi per l’accesso ai principali ranking, riconoscendo alla Scuola gli standard qualitativi che solo 150 istituzioni, sulle 15.000 censite, hanno conseguito. Un risultato unico nel suo genere. È la prima volta in Italia che una Scuola riesce ad accreditare tutta la linea dei programmi di management, dalla Laurea Triennale – peraltro già ampiamente riconosciuta per i suoi elevati standard di selezione – fino al Master in Business Administration, passando per le lauree magistrali, il dottorato di ricerca, i master specialistici e la formazione per le aziende. Un polo di eccellenza per l’Italia che si fa strada sulla scena internazionale grazie alla sua abilità di affrontare le sfide, anche nelle situazioni più difficili. “Un obiettivo di lungo termine, fortemente voluto e sostenuto da tutti i nostri stakeholders” sottolinea il prof. Paolo Boccardelli, Dean della Scuola. “Il percorso è stato lungo e non privo di ostacoli che sono stati affrontati con grande caparbietà a tutti i livelli”. La capacità di fare squadra, la tenacia, il senso del dovere e la cura dello studente sono gli elementi che hanno guidato il faro dell’accreditamento, un risultato che viene riconosciuto a tutto lo staff sottoposto negli ultimi mesi ad un duro confronto con le maggiori realtà europee ed internazionali. Si è lavorato su ogni aspetto, dal rinnovo del portafoglio programmi alle nuove metodologie didattiche, implemendando la già prestigiosa faculty e i servizi, l’employability dei programmi e le ricerche, frutto di un pool di accademici e pratictioners sempre più integrati tra loro. LUISS Business School è in grado di fornire una formazione a tutto tondo, che cura gli aspetti più classici della conoscenza e segue poi lo studente attraverso progetti di volontariato, laboratori tematici e career service per far emergere il talento e lo spirito di imprenditorialità. Il trasferimento nella nuova sede di Villa Blanc darà la spinta definitiva a questa Scuola.

08 Ottobre 2015

La professione del Project Manager. Chi è, cosa fa e perché le aziende ricercano questa figura.

(Di Maria Elena Nenni, Direttore del Master in Project Management | LUISS Business School) 08/10/2015 Il fermento e l’interesse che si registrano intorno alla figura del Project Manager non accennano ad arrestarsi: dopo anni di crescente popolarità, un nuovo impulso è stato dato dall’imminente emanazione della norma UNI sul ruolo del Project Manager, che permetterà la definizione di un Albo professionale dei Project Manager, in linea con le attuali direttive della legge 04/2013. Tale passo, oltre a valorizzare la professione e a qualificarla nel quadro legislativo italiano, ha fatto sì che le opportunità occupazionali siano attualmente buone e  in crescita nel prossimo futuro, soprattutto per i giovani. Proprio questi ultimi, che recentemente hanno visto aumentare la richiesta di profili atti ad occupare questa posizione, si chiedono allo stesso tempo di cosa si occupi veramente il Project Manager (PM). Prima di parlare di chi è e cosa fa il PM, dobbiamo chiarire il concetto di progetto. Il progetto non è, così come tradizionalmente inteso, la realizzazione tout-court di un manufatto complesso (una nave, un edificio, un ponte, ecc.). Il progetto è invece il raggiungimento di uno o più obiettivi, da cui ci si aspetta di ricevere dei benefici precisi. In questo senso, il progetto non è una data di consegna da smarcare, né una serie di attività da svolgere o compiti da assolvere. Il progetto diventa invece la soddisfazione del cliente interno o esterno, che viene messo in condizione di fruire correttamente e pienamente di un bene o un servizio opportunamente realizzato, e ne incamera tutti i benefici attesi. Una visione così ampliata del concetto di progetto comporta una parallela estensione dei campi e dei settori in cui trova applicazione: un programma di ricerca, lo sviluppo di sistemi e tecnologie, la riorganizzazione di processi interni sono alcuni esempi di progetti moderni, che possiamo trovare nell’industria, ma anche nelle banche, nelle pubbliche amministrazioni, nelle università, ecc. In tale contesto, il PM rimane responsabile della conduzione operativa del progetto, ma non circoscrive assolutamente il proprio lavoro alla pura e semplice “supervisione tecnica”. Al fine di assicurare il successo complessivo del progetto che gli è stato affidato (obiettivi e benefici), è indispensabile che il PM adotti un approccio che risulti, di fatto, più compiuto ed esauriente. Così assumono sempre maggiore importanza le doti e le competenze “gestionali” del PM, che davvero sono in grado di assicurare un presidio globale ed efficace del progetto. Il PM è responsabile della qualità (idoneità all’uso) dei prodotti di progetto. Il PM è responsabile della gestione economica del progetto. Il PM valuta e gestisce opportunamente i rischi associati a un progetto. Il PM integra e coordina i contributi di tutti gli attori o stakeholders di progetto. Il PM gestisce risorse, materiali e immateriali; gestisce risorse umane spiccatamente eterogenee e provenienti da diversi enti interaziendali (altre funzioni) ed extra aziendali (clienti, fornitori, ecc.). A parte le competenze tecniche e gestionali, entrano quindi in gioco l’abilità politica e relazionale. Il PM deve essere in grado di “ingaggiare” i principali stakeholders, di trarre il massimo dalle sue risorse, di far apprezzare e supportare il suo progetto dal Top Management, di negoziare con i fornitori, di dialogare con il cliente. Il possesso dell’abilità “politica”, intesa come naturale disposizione al negoziato, alla comunicazione, alla leadership, diventa una componente irrinunciabile del profilo professionale del PM. Chi può fare allora il PM? In questo nuovo quadro, in cui competenze tecniche, competenze gestionali e abilità relazionali risultano almeno bilanciate, non esistono particolari preclusioni dal punto di vista del background educativo: chiunque può imparare a fare il PM, anche se in tasca ha per esempio una laurea umanistica. La laurea o l’esperienza incidono principalmente sul campo di applicazione e sul settore in cui il PM troverà impiego. Mi riesce più difficile – non impossibile - pensare a un ingegnere civile come PM, ad esempio, in una industria farmaceutica. Oppure a un avvocato che gestisce progetti in Finmeccanica. Eppure entrambi possono acquisire o affinare le proprie competenze gestionali e abilità relazionali, possono imparare la metodologia del Project Management, da spendere poi efficacemente nel contesto in cui si muovono più naturalmente e in cui anche il loro background tecnico viene opportunamente riconosciuto e valorizzato.

06 Ottobre 2015

Sport e Management

Manager, Atleti,  Allenatori e Tecnici si sono confrontati durante l’evento “Sport e Project Management” organizzato dalla LUISS Business School e ISIPM (Istituto Italiano di Project Management) moderato da Paolo de Laurentiis che si è svolto il 25 settembre 2015. Un incontro appassionato e  ricco di spunti di riflessione. Gregorio Paltrinieri (Campione del mondo in carica dei 1500 metri stile libero); Giovanni Coccoluto (Atleta FIV, classe Laser Standard, Gruppo Sportivo Fiamme Gialle); Roberto Cammarelle (Oro Olimpico Pugilato supermassimi Pechino 2008), Larissa Nevierov (Oro Mondiale 1998) hanno svelato i loro segreti e le loro emozioni. Cammarelle: “A Londra ho perso l’oro e sono stato male. Io ho accettato il verdetto perché così mi hanno insegnato, ma non mi sento sconfitto,  mi sento  orgoglioso di avere rappresentato l’Italia”. Grandi lezioni sui valori dello sport e interessanti spunti di riflessione sul rapporto tra SPORT e Project Management. Il manager sportivo rappresenta infatti una figura chiave tanto nella transizione dell’atleta verso le massime categorie, quanto nella gestione successiva dell’attività dello stesso. Sotto questo profilo il Project Management si configura come disciplina in grado di fornire competenze fondamentali anche nell’ambito del management sportivo. L’incontro ha visto una intensa partecipazione dei presenti che, con numerose domande e spunti, hanno sfruttato al meglio tale preziosa occasione di confronto. 02/10/2015

05 Ottobre 2015

Network e opportunità di business: Ninja Marketing in aula MBA

Il networking svolge un ruolo fondamentale in relazione al business. Grazie ad esso, infatti, nuove opportunità possono essere individuate e create, così come possono essere valorizzate le esistenti. Innovative relazioni e modelli di business possono infatti prendere vita grazie ad un’efficiente attività di networking che può inoltre garantire, grazie all’enfatizzazione del commitment personale, un minore impiego di risorse economiche rispetto ad attività più  tradizionali Naturalmente maggiore è la dimensione e ramificazione della rete, maggiori sono le opportunità offerte da essa. Sotto questo profilo la creazione di un network su larga scala richiede quasi imperativamente il ricorso agli strumenti offerti dal web in generale e dai social network in particolare. Il seminario «The Power of Networking» che si terrà alla LUISS Business School il prossimo 9 ottobre, dalle ore 14 alle 18, in aula MBA Part-time, permetterà agli studenti MBA di approfondire tali temi fornendo conoscenze pratiche e teoriche di alto profilo grazie ai relatori d’eccezione. L’incontro vedrà infatti la presenza di Ninja Marketing, il blog italiano di marketing che ha fatto scuola. Fondato nel 2004 da Alex Giordano e Mirko Pallera, punto d’incontro per creativi e comunicatori caratterizzati dal desiderio di rinnovare la comunicazione aziendale, Ninja Marketing è oggi al primo posto tra i blog nazionali relativi al marketing e viene visitato quotidianamente da influencer, trend setter, early adopters[1]. Nel corso della lezione gli studenti MBA potranno quindi approfondire professionalmente i temi fondamentali relativi al networking e meglio comprenderne i benefici,  imparando contestualmente ad ottimizzare le proprie risorse per creare nuove relazioni. Acquisire le competenze e gli strumenti necessari per ricercare connessioni, tanto esistenti quanto potenziali, sui social network è naturalmente fondamentale in questo contesto.. L’incontro si muove anche in questo senso e  mira a trasmettere agli studenti MBA le conoscenze necessarie a costruire, mantenere, e utilizzare un network con finalità di business. L’occasione per fornire ai partecipanti un ulteriore strumento volto a garantire il successo e la competitività nel mondo del business [1] Cfr. www.ninjamarketing.it/chi-siamo/. Web on visitato in data 28 settembre 2015.

05 Ottobre 2015

Trasformazioni Digitali – La Governance delle infrastrutture IT in movimento

(di Paolo Spagnoletti, Scientific Director of EMIT Programme, LUISS Business School - Assistant Professor of Business and Management Department and Coordinator of CeRSI, LUISS Guido Carli University) 29/09/2015 Ogni infrastruttura IT segue una traiettoria evolutiva determinata dal suo contesto sociale e può essere considerata come un sistema vivente. Questa nozione si applica sia alle organizzazioni tradizionali i cui processi di business risultano verticalmente integrati in una struttura gerarchica, sia alle nuove forme organizzative i cui modelli di business sfruttano le potenzialità delle piattaforme digitali. L’innovazione digitale infatti favorisce la nascita di nuove forme organizzative ma trasforma anche le modalità con cui organizzazioni e individui adottano le tecnologie per conseguire i propri scopi. Pertanto assistiamo alla nascita di forme organizzative originali socialmente interattive, eticamente sensibili, affidabili, auto-organizzate e “resilienti”. Tuttavia, emergono nuovi problemi in termini di privacy, di proprietà, di libertà di espressione, di responsabilità e  di altre questioni etiche. Al fine di mettere in atto pratiche di governance efficaci, i Chief Information Officer (CIO) e il loro personale IT,  hanno bisogno di padroneggiare gli strumenti di controllo dei costi in  conformità con modelli e metodi standard. Se oltre a questo i CIO intendono giocare un ruolo di primo piano nella trasformazione digitale del proprio ambiente di lavoro, essi dovranno anche sfidare i paradigmi tradizionali dell’IT governance (es. allineamento strategico) ed essere capaci di interpretare opportunità e minacce dell’innovazione digitale. Ricerche recenti condotte dal gruppo di ricerca sui Sistemi Informativi (IS) della LUISS Guido Carli, hanno affrontato temi emergenti in ambito IT governance, come la progettazione di piattaforme digitali che supportano le comunità online e la cybersecurity.  Questi studi hanno un impatto diretto sui programmi di insegnamento dell’ateneo e della Scuola di Management, infatti il "Programma EMIT -  Executive in Management & Governance dell’IT "  della LUISS BS,  è il percorso ideale per quanti vogliano tradurre questi concetti teorici in pratica. Con l'obiettivo di rendere il programma EMIT ancora più competitivo a livello nazionale, la VI edizione è stata progettata preservando i punti di forza che hanno determinato il successo delle precedenti edizioni e puntando sull’aggiornamento del modulo di strategia e innovazione. Il programma è ormai ampiamente riconosciuto come un'opportunità unica per acquisire sia competenze verticali specifiche in materia di IT governance, che competenze orizzontali. Le prime includono la gestione dei processi aziendali, della sicurezza del servizio e di gestione del funzionamento; le competenze orizzontali invece si riferiscono alla gestione dei progetti, alla gestione del cambiamento e degli aspetti legali. I partecipanti hanno la possibilità di ottenere cinque certificazioni (COBIT 5, PMP, CBPA, ITIL, CISM) in due anni. L’aggiornamento del modulo didattico "Strategia e innovazione" - insieme all’aggiunta di una serie di workshop tematici sui trend tecnologici (ad esempio Social Media, mobile, Analytics, ecc.) consentirà ai partecipanti di percepire le sfide della trasformazione digitale e di prendere in considerazione le loro implicazioni nei contesti organizzativi in cui si trovano ad operare. References Baskerville, R., Spagnoletti, P., & Kim, J. (2014). Incident-centered information security: Managing a strategic balance between prevention and response. Information & Management, 51(1), 138–151. doi:10.1016/j.im.2013.11.004 Hanseth, O., & Lyytinen, K. (2010). Design theory for dynamic complexity in information infrastructures: the case of building internet. Journal of Information Technology, 25(1), 1–19. Resca, A., Za, S., & Spagnoletti, P. (2013). Digital platforms as sources for organizational and strategic transformation: a case study of the Midblue project. Journal of Theoretical and Applied E-Commerce Research, 8(2), 71–84. Spagnoletti, P., Resca, A., & Lee, G. (2015). A Design Theory for Digital Platforms Supporting Online Communities: A Multiple Case Study. Journal of Information Technology. Spagnoletti, P., Resca, A., & Sæbø, Ø. (2015). Design for social media engagement: Insights from elderly care assistance. Journal of Strategic Information Systems, 24(2), 128–145. doi:10.1016/j.jsis.2015.04.002 Vom Brocke, J., Braccini, A. M., Sonnenberg, C., & Spagnoletti, P. (2014). Living IT infrastructures — An ontology-based approach to aligning IT infrastructure capacity and business needs. International Journal of Accounting Information Systems, 15(3), 246–274. doi:10.1016/j.accinf.2013.10.004 Yoo, Y., Henfridsson, O., & Lyytinen, K. (2010). The New Organizing Logic of Digital Innovation: An Agenda for Information Systems Research. Information Systems Research, 21(4), 724–735. Zammuto, R. F., Griffith, T. L., Majchrzak, A., Dougherty, D. J., & Faraj, S. (2007). Information Technology and the Changing Fabric of Organization. Organization Science, 18(5), 749–762. doi:10.1287/orsc.1070.0307  

05 Ottobre 2015

People management & analytics: una sintesi possibile e necessaria

(Di Laura Innocenti, Docente LUISS Business School |  People Management Competence Centre & Lab) 02/10/2015 La crescente complessità e frenesia che connota le organizzazioni richiede sempre più spesso ai manager di prendere decisioni rapide, talvolta istantanee. In situazioni di forte pressione può diventare quindi difficile fare “la scelta giusta”, ovvero individuare la risposta organizzativa o gestionale più appropriata. Ci si affida prevalentemente all’esperienza, all’intuito, al benchmarking, ma più raramente ai dati. Questa è la tesi provocatoriamente proposta da Denise Rousseau e Eric Barends in un articolo apparso sullo Human Resource Management Journal (2011). Obiettivo degli autori è esortare ad un maggior ricorso ad un approccio “evidence-based”, ovvero suscitare interesse da parte del mondo degli HR manager ad avvalersi maggiormente di evidenze emerse da studi e ricerche empiriche come elementi a supporto dei processi decisionali. Per sostenere la loro tesi gli autori propongono un breve test. È vero o falso che: le persone con performance scarse traggono maggiore beneficio dai feed-back rispetto a quelle con performance elevate; i conflitti relativi al “task” migliorano le performance di un gruppo, mentre quelli di natura relazionale le penalizzano; i test che misurano l’integrità non sono affidabili poiché le persone tendono a mentire. A quanti avessero risposto con un sì anche ad una sola di queste affermazioni gli autori rispondono facendo ricorso ad un vasto e consolidato corpo di ricerche empiriche che ne dimostrano l’infondatezza. Adottare un approccio “evidence-based” richiede un cambiamento radicale rispetto alle modalità più consuete e in qualche modo rassicuranti che orientano generalmente le scelte di HRM. Significa, infatti, in primo luogo assumere una prospettiva critica non solo rispetto a ciò che non funziona nell’organizzazione, ma soprattutto rispetto a ciò che sembra funzionare. Significa cercare risposte oggettive, dentro e fuori la propria organizzazione, che siano in grado di supportare in modo empirico le scelte effettuate. Come muoversi quindi nella direzione di un maggiore orientamento “evidence-based”? Certamente un passo importante è acquisire maggiore familiarità con gli studi e le ricerche condotte dalla comunità accademica, che offrono evidenze empiriche solide e affidabili che possono fornire validi spunti di riflessione per chi opera nelle imprese. È altrettanto importante acquisire una maggiore sensibilità alla valorizzazione dei dati empici disponibili “in-house”. Talvolta può capitare che le funzioni HR non riescano – per mancanza di tempo o di una specifica sensibilità – ad estrarre dai molteplici dati in loro possesso indicazioni che possono essere strategiche nell’indirizzare le decisioni. Si tratta in alcuni casi di provare a leggere i dati con occhi diversi, in altri di andare ad acquisire mirate informazioni supplementari. La rivoluzione dei Big Data si fonda certamente su queste premesse e tocca tutte le aree dell'organizzazione. Saper leggere, combinare, aggregare ed estrarre insight dai dati rappresenta oggi una competenza distintiva anche nei business più tradizionali. Questo valore non è però alla portata di tutti. Per garantire questi risultati, le Direzioni HR devono farsi carico di avviare un cambiamento che è culturale ma che richiede, al tempo stesso, di essere sostenuto da solide competenze nell'utilizzo di metriche e modelli analitici.

02 Ottobre 2015

Leadership for Growth. LUISS Business School forma i leader del futuro.

Lo scorso 1 ottobre in LUISS Business School si è svolto l’evento che ha riunito undici manager di importanti  realtà nazionali e internazionali. Due ore di conversazione a tu per tu con gli studenti nell’intento di trasmettere la passione, la visione e i valori che stanno alla base di una buona leadership, quella che trasforma un capo in una guida in grado di motivare, emozionare e condurre il team oltre il semplice traguardo dei risultati economici. Luigi Abete, Aurelio Regina, Nunzio Mirtillo, Maximo Ibarra e Marco Patuano insieme a Giampiero Massolo, Sami Kahale, Pietro Salini, Luigi De Vecchi, Catia Tomassetti, Biagio De Marchis e Gianluigi Cimmino si sono confrontati per esporre le loro considerazioni ma soprattutto le loro esperienze, percorsi di vita intrecciati di business e valori. In apparenza un ossimoro, che sempre più deve rendersi conciliabile nel quadro della Transformational Leadership, dell’impatto sociale delle scelte di gestione aziendale, dell’importanza della creatività, della visione, dell’apertura globale e della capacità di ispirare. Non i più i wolves of Wall Street ma persone in grado di governare la complessità con umiltà, entusiasmo e determinazione. Alla domanda su chi sia il leader di domani, nessuno ha dato una definizione. Aurelio Regina, nel presentare il tema e le sue variabili di contenuto, ha citato l’etica come elemento chiave. Ibarra e Mirtillo il cambiamento e la sostenibilità. Massolo la capacità di mettere a fattor comune gli sforzi necessari per lo sviluppo del Paese. Per Patuano, la leadership è una funzione di vision per execution elevate ai valori. Se la vision è zero e l’execution cento, e viceversa, il prodotto è uguale a zero. D’altro canto, la visione strategica dell’azienda moltiplicata per il metodo di lavoro e la preparazione tecnica danno un risultato che supera di misura la semplice somma e che, se sostenuto dai valori, è esponenzialmente in grado di superare ogni aspettativa. Ha infatti superato ogni aspettativa la storia di Pietro Salini, che da un sogno ha dato vita con Impregilo a uno dei maggiori gruppi internazionali di costruzioni e ingegneria. Parte da qui la necessità di fare sistema sottolineata dall’Ambasciatore Massolo, che ha parlato di una crescita improntata all’etica e al rapporto efficace e trasparente tra pubblico e privato per sostenere il sistema Italia. Il Direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ha snocciolato temi quali la responsabilità e l’accountability dei leader, sottolineando la differenza tra il fare qualcosa e l’essere qualcuno. Dunque una persona in grado di  innovare, di anticipare il cambiamento e di saperlo raccontare anche quando tutto sembra richiamare alla stabilità, come nel caso di Catia Tommassetti di Acea, che in qualità di Presidente ha speso tutte le sue energie per sostenere il passaggio dell’azienda a una multiutility digitalizzata. Il che non ha implicato solo l’inserimento forte dell’ICT nelle componenti di servizio quanto nel personale, che è stato accompagnato verso un percorso di crescita professionale. Formazione on the job che è anche il pivot della Procter & Gamble di Sami Kahale che gestisce la trasformazione come un processo, partendo dal recruiting di talenti fino alla valutazione delle performance individuali e collettive, e secondo cui non esiste un leader senza followers. Si è discusso inoltre di e-leadership con Nunzio Mirtillo di Ericsson, una compagnia particolarmente attiva sul fronte delle sfide. Mirtillo spiega che il leader è colui che sa gestire la complessità derivante dalla tecnologia e dalla velocità del cambiamento, senza per questo dimenticare l’impatto sociale delle sue scelte. Ericsson ha infatti impegnato ognuno dei suo top-level manager nell’esame dei 17 punti che il gruppo di lavoro sugli obiettivi per uno sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite ha concordato di proporre all’Assemblea Generale per integrare gli obiettivi del Millennio, cercando di capire come l’azienda può concretamente operare per la loro realizzazione. Un evento importante dunque ma soprattutto un dibattito costruttivo per ridefinire e innovare il modo di fare formazione. Guarda i video .embed-container { position: relative; padding-bottom: 56.25%; padding-top: 30px; height: 0; overflow: hidden; max-width: 100%; height: auto; } .embed-container iframe, .embed-container object, .embed-container embed { position: absolute; top: 0; left: 0; width: 100%; height: 100%; } Guarda le foto 02/10/2015

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