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Enel: dal digital nuove possibilità anche per la transizione energetica
Enel: dal digital nuove possibilità anche per la transizione energetica
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A fare il punto Carlo Bozzoli, global chief information officer del gruppo, su DigitEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 Ore.

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Una strategia digital per abilitare la transizione energetica. Enel ha scommesso investimenti massivi con risultati importanti, come spiega a DigitEconomy.24 Carlo Bozzoli, global chief information officer del gruppo,  perché il futuro richiede di «accoppiare al flusso di elettroni il flusso dei bit». Una digitalizzazione che ha permesso a Enel di assicurare continuità operativa anche nell’emergenza Covid ipotizzando nuovi modelli operativi e modalità di lavoro che diventeranno parte di un “new normal”. 

Per Enel digitalizzazione e innovazione sono alcune chiavi della strategia. Com’è cambiata Enel?  

Enel è nata come utility tradizionale in un mercato locale e monopolistico, siamo nei primi anni ’60 e per lungo tempo il gruppo si è concentrato nel garantire dell’accesso all’energia a tutti ai massimi livelli di affidabilità. Nel frattempo il mondo è cambiato.  Il ‘digital’ ci offre dunque nuove possibilità e la nostra strategia ambisce a utilizzarle per ridurre i costi operativi liberando risorse per supportare la crescita, accrescere la nostra offerta di servizi, contribuendo alla realizzazione di una società smart, abilitare la transazione energetica. Gli investimenti di Enel sono massivi: abbiamo deciso di introdurre il “digitale” quale elemento caratterizzante del piano strategico 2017-2019 (5 miliardi di euro investiti con 1,7 miliardi di euro di ritorno)  e poi confermarlo per il prossimo triennio 2020-2022 (confermando importo analogo d’investimento). Una strategia che riteniamo sia stata particolarmente efficace nel supportare il cambiamento in quanto basata su due caratteristiche fondamentali: digitalizzazione dall’interno di tutta l’organizzazione scegliendo di non fondare una newco full digital che avrebbe, forse, garantito migliori risultati nel breve periodo, a fronte di significative difficoltà nel medio lungo termine; digitalizzazione da foglio bianco scegliendo di non seguire un approccio incrementale basato sull’As-Is (digitalizzare l’esistente), ma di mettere in discussione tutto il pregresso. Con queste premesse posso dire che abbiamo raggiunto risultati che ci propongono quali leader assoluti nel settore. Il 100% dei nostri impianti di generazione sono monitorati da remoto, la flotta rinnovabile è gestita quasi interamente da remoto; abbiamo installato 45 milioni di contatori intelligenti e abbiamo migliaia di componenti della rete di distribuzione controllati a distanza. Ma abbiamo anche digitalizzato il rapporto con i clienti, sviluppato una nuova offerta di servizi evoluti grazie al brand Enel X, sviluppato nuovi servizi integrati per le nostre persone, dematerializzato e rese più resilienti le infrastrutture: abbiamo portato il 100% del portafoglio di sistemi It sul cloud (prima tra le grandi utility del mondo).

Vi aspettate un’altra accelerazione e ci sono anche dei rischi?  

La grande sfida per il futuro prossimo è abilitare la transizione energetica. In estrema sintesi il passaggio dall’utilizzo di fonti energetiche fossili a fonti rinnovabili. Ciò comporta l’evoluzione del business da un modello tipicamente lineare – in cui l’energia è prodotta presso le grandi centrali di generazione, distribuita e poi venduta agli utenti finali– verso un modello a ‘piattaforma’ caratterizzato da generazione distribuita, in cui i clienti allo stesso tempo sono consumatori e produttori di energia rinnovabile. Il modello a piattaforma, tuttavia, implica anche un livello di complessità maggiore: all’aleatorietà della domanda di energia si somma l’aleatorietà della disponibilità – la produzione da fonti rinnovabili è aleatoria per definizione – e a pochi impianti di pochissimi proprietari si sostituiscono una miriade di impianti di altrettanti proprietari. È chiaro che questo livello di complessità non può essere gestito secondo i tradizionali approcci analogici, ma ha bisogno di ‘accoppiare al flusso di elettroni il flusso dei bit’. In questo contesto, Enel ha deciso di guidare in modo sostenibile la transizione energetica attraverso l’adozione di un modello operativo a piattaforma.

L’emergenza Covid-19 ha accelerato il percorso verso la digitalizzazione. Quanto ha contribuito la risposta di Enel all’emergenza e che spinta darà?

La risposta di Enel alla pandemia ha potuto far leva sul programma di digitalizzazione avviato già nel 2015, che ha reso più resiliente la nostra infrastruttura garantendo la continuità operativa anche durante la crisi. Pertanto, quando ai primi di marzo la minaccia del Covid è diventata reale abbiamo potuto riconfigurare il modo di funzionare dell’azienda in tempi rapidissimi. Abbiamo fin da subito istituito un comitato di crisi globale e task force locali a livello di Paese, con obiettivi e priorità semplici e chiare: prenderci cura delle nostre persone, ridurre le probabilità di contagio e garantire la continuità di erogazione dei servizi essenziali. In due sole settimane abbiamo consentito a oltre 37mila colleghi, in oltre 30 Paesi di presenza, ovvero il 55% della forza lavoro, di poter lavorare da remoto. Abbiamo, poi, monitorato quotidianamente le performance operative e la gestione del remote working. Con l’obiettivo di capitalizzare questa esperienza, che segna un profondo spartiacque tra il prima e il dopo Covid-19, stiamo ipotizzando nuovi modelli operativi e modalità di lavoro che diventeranno parte del nostro ‘new normal’. A questo proposito, stiamo lavorando anche per ridisegnare il concetto stesso di lavoro in ufficio, che diventa un’infrastruttura da utilizzare nella logica ‘Office as a Service’. Pertanto, il layout degli uffici dovrà essere ripensato, a favore di spazi e strumenti collaborativi, come schermi e lavagne digitali, spazi dedicati al co-working. Le sperimentazioni fatte finora confermano l’assoluta validità di questo modello che consente di sviluppare soluzioni win-win, in quanto liberiamo tempo per i nostri dipendenti e, allo stesso tempo, contribuiamo a liberare le nostre città da traffico, problemi di parcheggio, limitando anche gli impatti sull’ambiente.

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5/6/2020

Data pubblicazione
5 Giugno 2020