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BT: Burger (Ceo Global division), «nostro modello di rete funziona, la futura crescita passa da cloud e cybersecurity»
BT: Burger (Ceo Global division), «nostro modello di rete funziona, la futura crescita passa da cloud e cybersecurity»
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Il modello di infrastruttura di rete scelto da British Telecom, ex monopolista del Regno Unito, «funziona» e la società continuerà a investire nell’infrastruttura, «continuando a lavorare a stretto contatto con il governo, Ofcom e l’industria in generale per contribuire a costruire l’infrastruttura digitale di livello mondiale che il Regno Unito merita». A delineare la visione del gruppo britannico sulla rete, in un momento in cui si parla tanto in Italia di un modello di un’unica infrastruttura, è Bas Burger, numero due dell’azienda e amministratore delegato della divisione Global (che offre servizi a tutto il mondo business di BT al di fuori dell’UK). Soffermandosi anche sulla futura strategia internazionale «in sostanza – spiega il top manager  a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School – la nostra crescita passa attraverso tre grandi scommesse: reti digitali, Sdn (software define network, una strategia cloud first e cybersecurity». Il ceo inquadra poi, nell’ottica di un riposizionamento di business, anche la recente vendita di due rami d’azienda della divisione italiana al gruppo Tim. In Italia, rassicura Burger dopo le recenti preoccupazioni dei sindacati per la tenuta aziendale, il business è «stabile» e BT si concentrerà sui 40 clienti business, tra cui Fca ed Eni.

Il modello di rete Openreach, che è una controllata al 100% di BT, è, al netto della realizzazione dei  piani di Tim, quello con la più ampia separazione in Europa tra infrastruttura e incumbent. Tuttavia le critiche sono state frequenti. BT conferma il suo modello o pensa a un grado di separazione ancora più ampio?

Il modello che abbiamo oggi funziona. Siamo incoraggiati dal fatto che Ofcom (l’autorità di regolamentazione britannica) riconosce i progressi che Openreach sta facendo come azienda, come sottolineato nel recente rapporto della Openreach Monitoring Unit e, in particolare, come i loro straordinari ingegneri hanno risposto alla pandemia del Coronavirus. Openreach esiste per promuovere la scelta e la concorrenza nel mercato della banda larga del Regno Unito e continua a concentrarsi sulla costruzione di una rete migliore, più ampia e più veloce per i suoi clienti in tutto il Regno Unito. Nonostante l’incertezza causata dal Coronavirus, BT ha continuato a investire massicciamente nell’infrastruttura digitale del Regno Unito, realizzando piani per fornire fibra a banda larga a 20 milioni di edifici entro la seconda metà del 2020 e continui investimenti nel 5G. Allo stesso tempo, stiamo modernizzando il nostro business per rendere BT più competitiva e, di conseguenza, abbiamo visto migliorare la qualità del servizio che forniamo. Tuttavia, non c’è spazio per l’autocompiacimento, quindi continuiamo a lavorare a stretto contatto con il governo del Regno Unito, Ofcom e l’industria in generale per contribuire a costruire l’infrastruttura digitale di livello mondiale che il Regno Unito merita.

Quali saranno i driver della crescita di BT nel 2021?

Il nostro settore sta attraversando la più grande trasformazione degli ultimi anni, con nuove tecnologie Sdn (software define network) e un radicale spostamento di applicazioni e servizi dei clienti sul cloud. Ciò è stato accelerato dall’attuale pandemia. Come BT abbiamo investito in una nuovissima piattaforma di servizi digitali cloud-nativi per i nostri clienti e su questa abbiamo già lanciato, a tempo di record, due prodotti: “BT Meetings con Zoom” e un nuovo servizio gestito SD-WAN a livello globale in collaborazione con VMware. Questo ci pone in una posizione di forza, che si basa su una reputazione recentemente rinvigorita dalla straordinaria customer experience e dal fatto di poter contare su personale altamente qualificato in tutto il mondo. Abbiamo una visione chiara di come la domanda passerà dai servizi legacy alle nuove offerte del nostro portafoglio. Queste soluzioni gestite, abilitate dai nostri nuovi servizi digitali, rappresentano oggi quasi un quarto del nostro fatturato globale e circa il 50% della nostra pipeline di ordini. Oltre a ciò stiamo anche investendo in una nuova piattaforma di sicurezza che accelererà il rilevamento e la risposta alle minacce così da aiutare i nostri clienti a gestire meglio i rischi. In sostanza la nostra crescita passa attraverso tre grandi scommesse: reti digitali, SDN, una strategia cloud first e cybersecurity.

L’emergenza Covid da un lato ha rallentato l’economia, dall’altro ha rafforzato il ruolo delle telco nel mondo. Quale è il vostro bilancio?

Abbiamo la possibilità di poter contare su una visione unica di questi trend, un “posto in prima fila” sullo scenario globale, che ci deriva dai modelli mutevoli della grande quantità di dati che viaggiano sulla nostra rete (presente in oltre 180 paesi nel mondo) e che rivela le tendenze della domanda dei clienti, le preferenze tecnologiche e il panorama delle minacce alla sicurezza informatica. Questa mole di informazioni ci consente di guidare i nostri clienti attraverso la crisi e aiutarli a comprendere le sfide e le opportunità che tutti ci troveremo ad affrontare nel prossimo futuro. Ad esempio, una sfida è rappresentata dal BYOD (bring your own device), che vedeva le persone usare i propri telefoni, tablet e laptop al lavoro. Ciò è stato capovolto dalla pandemia con la superficie degli attacchi informatici in crescita esponenziale. La pandemia ha messo inoltre in evidenza una nuova generazione di CIO (chief information officers) e CISO (chief information security officers), per i quali il successo è stato dettato dalla loro capacità di migrare verso soluzioni digitali su larga scala, velocemente e in sicurezza. Durante il lockdown le aziende hanno imparato ad adottare tecnologie digitali su larga scala, connettere le persone digitalmente, liberarsi della carta. Ad esempio, in BT abbiamo consentito al personale di lavorare da casa, a cominciare dagli operatori di call center fino ai professionisti di cybersecurity che utilizzano apparecchi di realtà virtuale. Per un’azienda farmaceutica leader a livello mondiale, abbiamo accelerato gli aggiornamenti di Internet che hanno portato la capacità delle VPN da 2 GB a 4 GB, aiutando 30.000 persone a lavorare da casa, il tutto in un giorno. Per un grande banca abbiamo aumentato la larghezza di banda della rete e implementato la tecnologia per consentire a 3.500 dei loro dipendenti di lavorare da casa, cosa che non era mai stata presa in considerazione prima della pandemia. I nostri tempi di reazione alle richieste dei clienti si sono compressi da mesi a settimane e, talvolta, giorni.

Recentemente in Italia avete siglato un accordo con Tim per la vendita di due rami d’azienda che nel corso dell’ultimo esercizio avevano comunque ricavi per 90 milioni di euro. Qual è la logica? 

Nel settembre 2018, abbiamo detto al mercato che avremmo fatto tre cose: riposizionare radicalmente la nostra attività attorno ai nostri mercati principali, creare valore in aree di crescita strategicamente selezionate e ridurre il rischio offrendo al contempo rendimenti più elevati. Ciò equivaleva a un piano per semplificare le nostre operations, cosa che abbiamo fatto. In parte concentrandoci su un nucleo centrale di clienti multinazionali, in parte semplificando e modernizzando il nostro portafoglio e in parte definendo un percorso chiaro verso una performance finanziaria prevedibile e, in ultima analisi, rendimenti a due cifre sul capitale impiegato. La cessione di molte delle operazioni locali faceva parte di questo piano e ora lo abbiamo fatto in oltre venti paesi tra cui Germania, Paesi Bassi, Spagna, Francia, Singapore, Cina e 15 paesi dell’America Latina. L’accordo con Tim per la vendita dei rami d’azienda italiani che gestiscono la pubblica amministrazione e le piccole e medie imprese si inserisce in questa strategia internazionale.

I sindacati italiani in particolare sono preoccupati per la stabilità dei posti di lavoro di BT Italia

In Italia BT ha un business stabile e fornisce soluzioni di rete, cloud e sicurezza a circa 400 grandi clienti. BT continuerà a servire grandi clienti e multinazionali con sede in Italia, tra cui Fiat Chrysler Automobiles ed Eni; così come le attività italiane dei clienti multinazionali globali di BT, come BNL-BNP Paribas e Nestlé. Andrea Bono, che dirige la nostra attività in Italia, e il suo team continueranno inoltre a servire le principali imprese italiane nei diversi settori industriali. A tutti questi clienti verranno offerte soluzioni e servizi del portfolio globale di BT.

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17/12/2020

Data pubblicazione
17 Dicembre 2020