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«Contenuti e audivisivo catalizzano il rilancio digitale del Paese»
«Contenuti e audivisivo catalizzano il rilancio digitale del Paese»
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Treno della fibra ha agganciato l’alta velocità, ma è ancora basso il take-up: su 8,2 milioni di abitazioni raggiunte nel 2019, le linee attive erano 1,1 milioni. Maximo Ibarra, AD Sky Italia, a DigitEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 Ore – Radiocor

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Il blocco globale di alcuni dei servizi di Google avvenuto qualche giorno fa ha evidenziato ancora una volta quanto le nostre attività – professionali, educative, d’intrattenimento – siano ormai legate a doppio filo alle tecnologie di rete e ai contenuti in esse veicolati. In tutto il mondo, molti utilizzatori hanno riscoperto cosa significa non avere a disposizione la posta elettronica, le videoconferenze, i video, gli spazi di lavoro condivisi sul cloud. Per qualche ora, ci siamo ritrovati in uno stato di digital divide diffuso e pervasivo: una condizione eccezionale per molti, ma tristemente normale per chi vive in zone non ancora raggiunte dalla banda ultra larga. Il problema non riguarda solo gli aspetti infrastrutturali. In Italia esiste un delta ancora rilevante tra disponibilità di connessioni ultra broadband sul territorio ed effettivo take-up dei servizi. Se sul fronte della diffusione di tecnologie di rete più evolute siamo destinati a raggiungere in tempi ragionevoli i livelli degli altri Paesi europei, il tasso di adozione da parte delle famiglie resta basso. Alla fine dello scorso anno, con 8,2 milioni di abitazioni raggiunte dalla fibra fino a casa, le linee attive erano appena 1,1 milioni.

Crescita esponenziale del traffico Internet, in aumento di oltre il 44%

In questo difficile 2020 abbiamo tuttavia assistito ad una crescita esponenziale del traffico internet in Italia. Nei primi nove mesi, secondo i dati dell’Autorità per le Garanzie sulle Comunicazioni, i valori relativi al traffico dati medio giornaliero sulle reti fisse è aumentato di oltre il 44%, passando dai 68 petabyte dello stesso periodo del 2019 a quasi 100 petabyte al giorno. E secondo le stime del Ftth Council Europe, a fine anno su oltre 12 milioni di abitazioni raggiunte dalla fibra a casa, le utenze attive saliranno a poco meno di 2 milioni, con un incremento del 72% rispetto all’anno precedente.

Digitalizzazione può imprimere cambio di marcia al Paese

Il treno della rete italiana sembra finalmente aver imboccato il binario dell’alta velocità. È un’opportunità straordinaria per il Paese, un’occasione per andare oltre la semplice resilienza: non possiamo accontentarci di tornare alle condizioni antecedenti alla pandemia. Prima di questa crisi, il Pil italiano cresceva di pochi decimali di punto ogni anno. I nostri obbiettivi devono guardare invece ad un rilancio sostanziale della nostra economia.  Possiamo agganciarci al treno della digitalizzazione per imprimere un cambio di marcia, avviando il Paese verso una fase espansiva solida e organica. Ma molto resta ancora da fare. È necessario promuovere una trasformazione culturale, oltre che tecnologica, alimentando un’alfabetizzazione digitale diffusa, una riqualificazione che favorisca cambiamenti di metodo, di pensiero, di progettualità, elementi spesso ancorati a un mondo analogico che limitano la nostra competitività. Secondo l’indice europeo Desi relativo ai livelli di digitalizzazione dell’economia e della società, il nostro Paese si colloca al 25° posto su 28. L’accelerazione dei processi in corso può consentirci di recuperare terreno in quei differenziali che ci allontanano non solo dalle posizioni di vertice, ma addirittura dalla media dei Paesi Ue.

Intrattenimento fattore chiave nel  passaggio alla  banda ultra larga

Tra catalizzatori della corsa alla digitalizzazione nei mesi dell’emergenza, accanto a smart working, didattica a distanza e remotizzazione dei servizi, un ruolo rilevante è stato quello dell’incremento dei consumi audiovisivi. Quelli legati all’intrattenimento, in particolare, sono stati un elemento chiave nel favorire il passaggio a nuove utenze broadband. Il comparto dell’audiovisivo, nonostante le difficoltà dettate dal contesto, rappresenta uno dei principali asset in grado di stimolare e motivare il consumatore a scegliere connessioni a banda larga, un driver da cui il sistema paese può trarre molti benefici assegnando alla nostra industria culturale un ruolo strategico in un piano di rilancio complessivo del Paese. Ma è anche una filiera essenziale nella nostra economia, con un valore della produzione vicino agli 1,3 miliardi di euro nell’anno passato, investimenti in crescita, e una capacità di impiego da 123mila lavoratori diretti in oltre 7.500 imprese, al netto dell’indotto. Ed è un settore in grado di creare nuovi posti di lavoro a elevato grado di competenza. Per una entertainment e media company come Sky, queste strategie si traducono in un rafforzamento dei servizi e dei contenuti diretti alle famiglie. Il lancio di Sky Wifi, la rete ultra broadband pensata come centro di un ecosistema digitale domestico basato sull’efficienza e sulla facilità d’uso, si affianca al core delle attività: la produzione di contenuti di qualità attraverso continui investimenti su produzioni originali di respiro internazionale, dando spazio ai tanti giovani talenti, tra attori, registi, sceneggiatori e tecnici, che hanno solo bisogno di un’occasione per dimostrare il loro valore. Un circolo virtuoso che, attraverso gli investimenti nel cinema, nelle serie, nello sport e nell’intrattenimento, alimenta quei flussi di contenuti che, a loro volta, costituiscono il principale propulsore per la diffusione del digitale e del broadband tra le famiglie italiane.

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17/12/2020

Data pubblicazione
17 Dicembre 2020