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Coronavirus: boom dell’uso della piattforma Webex
Coronavirus: boom dell’uso della piattforma Webex
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«Col coronavirus boom dell’uso della piattaforma Webex, +5022%»: l’intervista al Ceo di Cisco Italia, Agostino Santoni per DigitEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 Ore

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Un vero e proprio boom dell’utilizzo della sua piattaforma, Webex, oggi scelta da migliaia di scuole e aziende per la didattica da remoto e per videoconferenze e collegamenti in smart working. Lo ha registrato il Cisco Italia in questi giorni nei quali la popolazione è costretta a restare a casa per l’epidemia coronavirus. Il ceo Agostino Santoni, in un’intervista a DigitEconomy.24 (report di Radiocor e Luiss Business School), alza il velo sui dati: l’incremento dell’utilizzo di Webex, nei primi 18 giorni, è stato del 5.022 per cento. Tra le altre iniziative intraprese per dare sostegno nell’emergenza, un grande impegno del gruppo è stato profuso per aiutare i detenuti a restare in contatto con i propri familiari.  Sullo sviluppo tecnologico dell’Italia, Santoni esprime un giudizio soddisfacente: «Siamo riusciti – dice – ad aggiornare il sistema operativo del Paese relativamente all’uso di alcune tecnologie. Mi auguro, e ne sono fortemente convinto, che questa sarà l’eredità positiva che lascerà questo momento».

L’attuale emergenza sanitaria ha evidenziato il ruolo fondamentale delle nuove tecnologie, qual è l’impegno di Cisco?

A partire dall’inizio dell’emergenza abbiamo deciso di riproporre quanto fatto da Cisco in Cina: abbiamo cioè offerto in maniera gratuita una parte importante delle nostre piattaforme, a partire da Cisco Webex, per un periodo di 3-4 mesi. Stiamo facendo uno sforzo grandissimo per rendere queste piattaforme sostenibili e tenere il carico di traffico. Abbiamo infatti registrato un incremento, nei primi 18 giorni di emergenza, per Webex in Italia del 5.022 per cento. Inoltre abbiamo collaborato e stiamo collaborando con città, regioni, pubbliche amministrazioni. Siamo inoltre stati tra i primi a partecipare a iniziative molto belle come “Solidarietà digitale” con la ministra dell’Innovazione Paola Pisano: abbiamo identificato le imprese che erano nella prima zona rossa e dato loro la disponibilità della piattaforma Webex e il supporto necessario per usarla. Quando tutta Italia è diventata zona rossa, abbiamo deciso di ampliare la collaborazione a livello nazionale. Inoltre abbiamo partecipato al progetto “Scuola continua” del Miur, garantendo anche in questo caso aiuto nella gestione della tecnologia. L’apprezzamento è straordinario.  Un’altra area dove stiamo facendo un ottimo lavoro è rappresentata dalle carceri. Avevamo già portato il nostro progetto “Cisco Academy” in realtà come Bollate, Secondigliano, Regina Coeli. Con l’inizio dell’emergenza, visto che i carcerati non potevano più vedere i loro parenti, grazie alla collaborazione col personale interno, tra cui abbiamo trovato dei veri e propri eroi, abbiamo reso disponibile Webex nelle carceri.  Siamo partiti da Bollate, ma la voce si sta spargendo.

L’Italia sta vivendo, a causa dell’emergenza, un balzo in avanti tecnologico senza precedenti. Eravamo preparati?

Su alcuni aspetti l’Italia aveva un gap digitale rispetto ad altri Paesi europei, aspetti messi sotto pressione dall’emergenza. Ma stiamo trovando nello specifico di alcune aree, smart working e utilizzo delle piattaforme per la didattica a distanza, tanta energia positiva, voglia, grinta. Siamo riusciti ad aggiornare il sistema operativo del Paese, relativo all’uso di alcune tecnologie, mi auguro, e ne sono fortemente convinto, che questa sarà l’eredità positiva che lascerà questo momento. Certo, tutto ciò non è sufficiente per dire che il Paese non ha più problemi a livello di tecnologie digitali, non basta infatti avere un pc e la banda ultra larga per fare smart working, prima di tutto è necessario un percorso di trasformazione del modo in cui imprese e pubblica amministrazione lavorano.

 Il governo in che modo  può fare la sua parte?

Ho apprezzato alcune decisioni del governo, la velocità di reazione, di fare accordi. Penso ai progetti “Solidarietà digitale” e “Scuola continua”; due ministeri, quello dell’Innovazione e quello dell’Istruzione hanno reso disponibile molto velocemente la tecnologia per imprese e amministrazioni. Il momento che stiamo vivendo deve farci compiere uno scatto in avanti quando ripartiremo, mi auguro più velocemente possibile, con la vita normale. Oggi nelle giornate che stiamo vivendo, tutti i processi di funzionamento devono essere digitali, e tutto questo avrà conseguenze positive quando usciremo dall’emergenza.

Sulla sicurezza delle reti e del 5G c’è molto dibattito nel Paese, soprattutto sulla possibilità di usare la tecnologia cinese. Qual è la posizione di Cisco?

Noi non ci occupiamo di problemi geopolitici, ma di dare delle caratteristiche alle nostre tecnologie. Tutte le nostre piattaforme hanno quattro caratteristiche: semplicità, apertura, programmabilità e sicurezza. Ci poniamo così nella posizione di collaborare in tutti i Paesi in cui operiamo. Il dibattito sulle tecnologie lo lasciamo alla discussione politica. Sul 5G c’è una grandissima discussione su quali siano le migliori tecnologie. Quando il 5G sarà implementato non lavoreremo esclusivamente col 5G, ma utilizzeremo più tecnologie che devono essere interoperabili tra di loro. Il nostro ruolo da una parte è quello di aiutare le aziende a implementare il 5G, dall’altra è quello di fare in modo che tutte le tecnologie siano tra loro interoperabili. E quando si parla interoperabilità e di reti, Cisco ha un’opinione molto forte: il collante è rendere tuttostraordinariamente sicuro.

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26/03/2020

Data pubblicazione
27 Marzo 2020