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Fondo Cebf: entrano nel vivo i progetti locali per portare la banda ultra-larga nelle aree grigie
Fondo Cebf: entrano nel vivo i progetti locali per portare la banda ultra-larga nelle aree grigie
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A fare il punto su DigitEconomy.24, Roberto Opilio, a capo dalla regione Italia e Sud Europa (Grecia, Cipro e Malta) del fondo: «Entro l’anno partirà il progetto con Unidata»

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Per portare la banda ultra-larga nelle aree grigie del Paese, per le quali i bandi sono stati posticipati al 2021, c’è un progetto del fondo europeo Connecting Europe Broadband Fund (Cebf) che in Italia sta dando i primi frutti. Di recente è infatti stato firmato l’accordo tra il fondo e Unidata per portare la banda ultra-larga nelle aree grigie del Lazio, e altri tre progetti stanno andando avanti: uno al Centro, uno al Nord e uno al Sud del Paese. A fare il punto con DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore-Radiocor e della Luiss Business School, è Roberto Opilio, a capo dalla regione Italia e Sud Europa (Grecia, Cipro e Malta) del Cebf, voluto dalla Commissione europea per portare, attraverso progetti in parternariato di medie dimensioni, la banda ultra-larga soprattutto nelle aree industriali dove c’è poco interesse degli operatori a investire.

Finanziamenti massimi sono pari a 30 milioni per progetto

I finanziamenti del fondo sono pari al massimo a 30 milioni per ogni progetto. Cebf, che in totale ha raccolto 420 milioni di euro e ha un target di 600 milioni, vede il coinvolgimento di istituzioni pubbliche come la Commissione europea, Eib, KfW, Cdc e l’italiana Cdp, oltre a investitori privati. «All’inizio dell’anno prossimo ed entro la prima metà del 2021 partirà un altro paio di progetti», precisa Opilio.

Il fondo crea società nuove con i partner prescelti

Il fondo non entra in società già esistenti, ma crea col partner una nuova realtà che, nel caso di Unidata, si chiama Unifiber. Per il progetto con Unidata, racconta Opilio, «si stanno siglando gli ultimi dettagli e la rete dovrebbe partire entro l’anno». Unidata e Cebf investiranno in una rete di alta qualità in fibra ottica, ad accesso aperto agli utenti residenziali e aziendali della Regione Lazio. La rete coprirà oltre 100.000 famiglie e 5.000 aziende. Nei prossimi anni Unifiber investirà oltre 40 milioni di euro per la realizzazione della rete in fibra ottica nelle aree grigie della regione Lazio. Scendendo nei dettagli della nuova società, Unifiber è partecipata per il 30% da Unidata e per il restante 70% da Cebf. Unidata controllerà Unifiber, nominando la maggioranza dei componenti del consiglio di amministrazione e, pertanto, prevede il consolidamento dei suoi risultati. Unifiber potrà, inoltre, contare su un apporto da parte dei due soci pari a 18,5 milioni, di cui 15 milioni investiti da Cebf e 3,5 milioni da Unidata a fronte di un investimento complessivo da 40 milioni. Al verificarsi di determinate condizioni, Cebf potrà effettuare ulteriori apporti in Unifiber fino al limite massimo di 30 milioni.

Opilio: «Sono progetti piccoli, locali, aiutiamo le Pmi»

 I nostri progetti, spiega Opilio, «hanno la fortuna di essere piccoli, locali; gli imprenditori coinvolti conoscono bene, dunque, il funzionamento della pubblica amministrazione locale, le infrastrutture e il sistema in cui lavorano. Tutto ciò li aiuta a evitare le lungaggini. Inoltre i piccoli spendono meno dei grandi per realizzare questo tipo di opere».  L’operatività del fondo è delimitata alle aree grigie. Questo perché non può investire sulle aree bianche, a fallimento di mercato, dove già ci sono bandi vinti e risorse europee impegnate né il fondo vuole investire in quelle nere, dove già c’è la concorrenza tra operatori. «Vogliamo andare – spiega Opilio – nelle zone dove non ci sono infrastrutture, principalmente nelle aree industriali e nei piccoli comuni». Tra i progetti del fondo in Europa, solo per fare un esempio, ci sono le aree rurali della Croazia. In più, prosegue Opilio, il nostro «è l’unico fondo che aiuta le Pmi. Anche nelle future gare sulle aree grigie, infatti, le Pmi sono in pratica tagliate fuori, e l’unico modo di lavorare è quello di realizzare la loro piccola infrastruttura». Il caso delle piccole imprese sfata anche il mito, secondo Opilio, dell’operatore wholesale only a favore dell’operatore verticalmente integrato, come è oggi Tim: «per sopravvivere le piccole imprese devono infatti avere il possesso dell’infrastruttura».

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8/10/2020

Data pubblicazione
8 Ottobre 2020