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Gianluigi Buffon a Villa Blanc: “Il futuro è nella ricerca dei talenti”
Gianluigi Buffon a Villa Blanc: “Il futuro è nella ricerca dei talenti”
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Incontro con Gianluigi Buffon nell’ambito di Sport Management – Major del Master in Management delle Imprese Creative e Culturali – targato Luiss Business School

Lo sport è l’industria dell’intrattenimento più grande in Europa. Supera tutte le altre forme di entertainment e favorisce crescita e sviluppo attraverso vari settori. Da questa evidenza nasce Sport Management – Major del Master in Management delle Imprese Creative e Culturali – targato Luiss Business School, un percorso pensato per offrire una visione globale dello sport. Oltre a un curriculum disegnato per coltivare i talenti, il master offre la possibilità di confrontarsi con i professionisti del settore. L’ultimo ospite dell’incontro organizzato a Villa Blanc è stato Gianluigi Buffon. Il capodelegazione della nazionale italiana di calcio ha dialogato con gli studenti, tracciando le coordinate dell’evoluzione delle professioni sportive.

La cavia di sé stesso

Gianluigi Buffon esordisce nel mondo del calcio a 17 anni, giocando nel Parma. Oggi, attraverso il suo ultimo libro Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi (Mondadori), ha sottolineato come il talento abbia un ruolo parziale nella carriera di un giocatore. Superati i trent’anni tocca cambiare il proprio modo di pensare il lavoro. “Mi sono spinto oltre ogni limite, diventando la cavia di me stesso”, ha raccontato l’ex portiere juventino, sottolineando i vari step seguiti per formarsi e prepararsi al suo post carriera.

Buffon ha rimarcato come, soprattutto per chi vuole lavorare nel mondo dello sport, “vivere con chi lo abita, gli sportivi, è la palestra migliore da fare”. Ripercorrendo cadute e resurrezioni di carriera, ha sottolineato come “gli errori fatti mi hanno insegnato a contare su di me”.

Il post carriera degli sportivi

La second life o post carriera degli atleti è un tema sempre più caldo nel settore sportivo. Buffon ha raccontato come la sua attuale attività nasca dalla capacità di aver pianificato la propria formazione e aver sondato possibili sbocchi lavorativi nei momenti liberi della propria carriera. “Quando smetti di giocare puoi preparare la tua vita, ma quando la fine arriva veramente, bisogna rimanere saldi perché il cambiamento repentino può compromettere l’equilibrio di una persona a tanti livelli”.

La credibilità di un ex atleta in un’impresa sportiva conta. In dialogo con il calciatore Kalidou Koulibaly, studente Luiss Business School, Buffon ha sottolineato come una buona palestra per le hard skill acquisite in master come quello seguito dagli studenti in sala, sia gestire una squadra come fosse un’azienda. “Gli sportivi potrebbero diventare i nuovi imprenditori dell’ambito calcistico”.

Oltre alle attività di consulenza sportiva, Buffon accosta anche attività benefiche. Infatti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha consegnato a Gianluigi Buffon il premio ‘Credere nella Ricerca’, un riconoscimento destinato ai sostenitori di AIRC, la principale organizzazione non-profit per il finanziamento della ricerca oncologica indipendente in Italia, con cui l’ex portiere collabora.

Il futuro delle professioni sportive

“Il mondo sta cambiando ed è inevitabile che anche lo sport cambi”. Con queste parole Gianluigi Buffon ha sottolineato la necessità di adeguarsi alle nuove richieste del settore, sempre più affamato di talenti. “Al termine del corso da direttore sportivo, nella mia tesi ho sostenuto la teoria secondo la quale fra qualche anno questa figura non esisterà più. Le risorse destinate a questo ruolo convergeranno verso l’area scouting, che sta acquisendo maggiore spazio nei club”.

Ma l’esperienza di uomo in campo ha portato l’ex portiere ad aggiungere: “Sono convinto che il direttore sportivo sia una figura essenziale per far sì che una squadra performi bene. Posso dirlo perché l’ho vissuto sulla mia pelle. Sono convinto che alla fine chi vincerà sarà sempre la società che, oltre alle strumentazioni tecnologiche di ultima generazione, sarà capace di farsi contaminare anche da singoli individui che hanno avuto capacità ed esperienze pregresse in grado di velocizzare il percorso verso la vittoria”.

Cos’è e come funziona il Master in Sport Management

Giunto alla quinta edizione, il Master in Sport Management è un percorso formativo di primo livello. Prevede un percorso didattico, basato su un connubio di insegnamenti manageriali (dalla contabilità alla finanza, dal marketing all’organizzazione al diritto in ambito sportivo) e tecnici (dalla filiera dello sport alle operazioni ed eventi sportivi), disegnato con l’obiettivo di assicurare e supportare in maniera progressiva la crescita professionale e personale dei partecipanti.

“Il Master in Sport Management è in grado di fornire la conoscenza necessaria per consentire agli studenti di poter operare efficacemente nell’industria sportiva, nei diversi settori e ambiti ad esso correlati. Dai club alle federazioni alle istituzioni, dalle aziende specializzate in forniture collegate allo sport management alle tecnologie applicate allo sport”, spiega Marco Francesco Mazzù, Professor of Practice in Marketing Luiss Business School

Oltre alla didattica istituzionale, il percorso prevede, nell’ambito delle diverse aree disciplinari in cui si articola il programma, una serie di incontri con le istituzioni e i professionisti del settore. “Questo genere di attività ha un impatto positivo sugli studenti, stimolando la possibilità di interagire con figure che contribuiscono attivamente a plasmare l’industria dello sport”.

Il Master è svolto in partnership con la società calcistica AS Roma e con Italiacamp, un’organizzazione che sviluppa processi di innovazione sociale a impatto positivo per il Paese, creando connessioni tra istituzioni, aziende, associazioni e università.

Data pubblicazione
17 Marzo 2025
Categorie
News & Eventi