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Infratel: «Bandi per la banda ultra-larga nelle aree grigie previsti nella prima metà del 2021»
Infratel: «Bandi per la banda ultra-larga nelle aree grigie previsti nella prima metà del 2021»
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Parla l’amministratore delegato Marco Bellezza: considerati i piani degli operatori «ora spazi più limitati per l’interno pubblico». Oggi su DigitEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 Ore.

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I bandi per le aree grigie, cioè le zone dove è previsto nel giro di tre anni l’investimento in fibra di un solo operatore, «sono previsti nella prima metà del 2021». Lo annuncia, a valle dell’ultima riunione di ieri del Cobul, Marco Bellezza, amministratore delegato di Infratel Italia, la società in house del Mise che ha il compito di attuare il piano Bul per la Banda ultra-larga. Bellezza ricorda, infatti, l’iter da seguire prima di arrivare ai bandi per le aree dove si trovano gran parte delle imprese italiane piccole medie: «Secondo le regole comunitarie, dopo la deliberazione del Cobul è necessario – dice nel corso dell’intervista con DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School – presentare un piano di intervento da sottoporre a consultazione e notificare alla Commissione UE per la necessaria approvazione. Condividiamo l’esigenza di una semplificazione delle procedure previste che sarebbe auspicabile considerando le esigenze diffuse di connettività che viviamo nel Paese». Bellezza sottolinea anche che, in base ai risultati della consultazione pubblica, gli operatori intendono investire nel 90% delle aree grigie. Restano, dunque, «spazi limitati per l’interno pubblico». Anche se Infratel «vigilerà» sulla realizzazione effettiva della rete. Nel frattempo è «da incentivare» la strada dei mix di soluzioni tecnologiche, anche in via provvisoria, proposte dagli operatori.

Per le aree bianche del Paese c’è un piano di infrastrutturazione avviato, nelle aree nere c’è competizione, e per le aree grigie? Quale quadro emerge dalla consultazione pubblica svolta da Infratel?

Dai dati dell’ultima consultazione di Infratel Italia, pubblicati sul sito bandaultralarga.italia.it emerge un’attenzione particolare in queste aree da parte degli operatori. Le società, infatti, hanno presentato piani di investimento sia con tecnologia Ftth (fibra fino alla casa, ndr) sia Fwa (Fixed wireless access) in oltre il 90% delle aree cosiddette grigie del Paese. Gli spazi per un intervento pubblico sono, pertanto, limitati rispetto alle previsioni fatte prima della consultazione. E’ evidente che le dichiarazioni degli operatori dovranno essere poi messe in pratica dagli stessi. In questa direzione Infratel Italia vigilerà ed ha già chiesto a tutti gli operatori di fornire dati di dettaglio sui piani di investimento prospettati.

Che tempi ci sono per i bandi pubblici sulle aree grigie?

Nella seduta di ieri del Cobul (il Comitato per la banda ultra-larga) abbiamo discusso del piano aree grigie e la segreteria tecnica ha ricevuto mandato di partire con una proposta all’esito dei risultati della consultazione. Per i bandi prevediamo di traguardare la prima metà del 2021 considerando che, secondo le regole comunitarie, dopo la deliberazione del Cobul è necessario presentare un piano di intervento da sottoporre a consultazione e notificare alla Commissione UE per la necessaria approvazione. Condividiamo l’esigenza, da più parti espressa, di una semplificazione delle procedure previste che sarebbe auspicabile considerando le esigenze diffuse di connettività che viviamo nel Paese.

E’ auspicabile nel frattempo attivare soluzioni alternative come l’Fwa per soddisfare le esigenze delle aziende?

Gli operatori privati propongono un mix di soluzioni tecnologie anche in via provvisoria. Penso sia una strada da incentivare.

C’è chi sostiene che il progetto di rete unica in fibra stia rallentando l’infrastrutturazione del Paese, a partire dalle aree grigie. Altri  ritengono che proprio nelle aree grigie la combinazione degli asset di Tim con quelli di Open Fiber produrrebbe le migliori sinergie. Qual è la posizione di Infratel?

La posizione di Infratel Italia si traduce nell’impegno a completare al più presto i piani a essa affidati dal Governo. Vale a dire aree bianche, Wi-Fi Italia, Piano Scuole e voucher per la connettività.

La recrudescenza della pandemia, con i suoi effetti sullo smart working e la didattica a distanza, evidenzia nuovamente l’esigenza di coprire nel modo più veloce possibile le aree del Paese dove non arriva la banda ultra-larga. Si può pensare a un’ accelerazione?

Il piano di costruzione della rete Bul nelle aree bianche ha avuto nel corso del 2020 un’accelerazione e contiamo di traguardare i 1.000 comuni alla fine di quest’anno. Ancora troppo poco, ma un deciso passo in avanti. La concessionaria Open Fiber lamenta ancora delle difficoltà operative e il nostro impegno come concedente è quello di fare in modo che tali difficoltà siano superate. Abbiamo introdotto nel 2020 una serie di semplificazioni procedurali che rendono più agevole l’attività di collaudo dei comuni completati. Continueremo in questa direzione.

Alcune aziende del settore mettono in luce l’impossibilità di accelerare i tempi proprio perché non c’è in Italia la forza lavoro necessaria a stendere le reti. Come si può superare, se si può, questa problematica?

Non abbiamo dati evidenti di un trend del genere. Il Decreto Semplificazioni ha innalzato le soglie per gli affidamenti. Pensiamo che sia un ottimo strumento per affidare lavori alle aziende che assicurano di portarli a termine nei tempi previsti e revocarli a chi, al contrario, non assume un simile impegno.

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22/10/2020

Data pubblicazione
22 Ottobre 2020