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Pisano: «Rete unica necessaria, su 5G preoccupazioni infondate»
Pisano: «Rete unica necessaria, su 5G preoccupazioni infondate»
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L’intervista alla ministra dell’Innovazione tecnologica e della digitalizzazione oggi su DigitEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 Ore – Radiocor

 

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La rete unica è necessaria ed è una «questione all’attenzione del governo.  A prescindere da chi ne possa essere il proprietario, ciò che conta è che la sua gestione e la sua configurazione siano tali da scongiurare ogni genere di minaccia interna o internazionale e di garantire il massimo livello possibile di concorrenza in tutti i mercati abilitati dall’accesso all’infrastruttura di rete». E’ la posizione di Paola Pisano, ministra per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione che, in un’intervista a DigitEconomy.24 (report di Radiocor e Luiss Business School), fa il punto sulla situazione delle infrastrutture di tlc in Italia nel post pandemia. Riguardo all’altro argomento caldo, cioè il 5G e il dibattito tra favorevoli e contrari, Pisano invita i sindaci che mostrano perplessità a leggere le ricerche a proposito. «Se risultassero effetti negativi sulla salute – afferma – sarei la prima a oppormi, ma al momento negli studi che ho presente questa evidenza non l’ho riscontrata. Nessun Paese può permettersi il vezzo di non giocare la partita del 5G in nome di preoccupazioni che, ad oggi, non risultano argomentate e fondate». Sull’innalzamento dei limiti elettromagnetici, richiesto dagli operatori e dal piano Colao, Pisano mostra cautela: «Se i rischi sono effettivi, teniamoci i nostri limiti prudenti, ma se non lo sono non possiamo privare cittadini e imprese di una tecnologia che può far la differenza in termini di posti di lavoro e competenze importanti per un Paese».

Usciti dalla fase più drammatica della pandemia, quali sono le priorità su cui agire nei settori delle tlc e del digitale?

La pandemia e la chiusura delle attività hanno reso ancora più evidente il divario digitale che penalizza il nostro Paese, dotato tuttora di infrastrutture per la connettività che richiedono consistenti miglioramenti. I cittadini connessi con un’adeguata capacità di banda hanno potuto lavorare da remoto, non interrompere il contatto con la scuola seguendo le lezioni a distanza, sfruttare in pieno alcuni vantaggi del commercio elettronico. Le strutture sanitarie nelle stesse condizioni sono risultate in grado di ricorrere a soluzioni di telemedicina. Nelle zone del Paese in cui la connessione non è ancora arrivata o vi è una potenza insufficiente le imprese e i cittadini invece sono rimasti fuori da queste opportunità. Non è un bene.

Come ritiene si possa porre rimedio a questo divario?

E’ una priorità ormai non più rinviabile garantire un’adeguata connessione in ogni angolo del Paese. Occorre offrire a tutti i cittadini le stesse condizioni di accesso alle rete. Il processo di digitalizzazione deve dare a ciascuno le stesse opportunità di crescita e di miglioramento della qualità della vita, va fatto il possibile affinché nessuno sia costretto a rimanere indietro. Ovviamente la connettività da sola non basta ad assicurare un adeguato livello di digitalizzazione. Non riusciremo a mettere il Paese sulla strada della ripartenza senza un forte impegno per far crescere le competenze, e non soltanto quelle dei giovani, sia nel settore pubblico che in quello privato. Vanno inseriti nei vari rami della pubblica amministrazioni giovani preparati, ma questo non basta. Ritengo necessario attrarre nella macchina dello Stato persone che abbiano avuto esperienze nelle nuove tecnologie e che abbiano capacità manageriali. Servono leader in grado di guidare i giovani in progetti complessi, come nel processo di trasformazione digitale. Le sfide alle quali il Paese è chiamato riguardano anche il futuro. E al futuro occorre arrivare preparati.

In quale modo?

L’utilizzo della tecnologia digitale deve portare ad una semplificazione nei rapporti tra cittadini e amministrazione. Questo è l’obiettivo. Siamo consapevoli che il processo richiede tempo e un impegno costante, richiede formazione e investimenti. Ma siamo determinati a portarlo avanti. I casi sono due: o arretrare o avanzare. Preferiamo forse regredire? Preferiamo perdere benessere e aumentare le difficoltà dei più deboli? Preferiamo perdere posizioni di mercato conquistate grazie alla capacità di innovare avuta in passato? Preferiamo perdere influenza politica in campo internazionale? Credo di no. Oggi sulla digitalizzazione, nonostante nostre avanguardie di alta qualità, registriamo in media un divario a nostro svantaggio rispetto agli altri Paese europei. E’ un dislivello da colmare quanto prima, altrimenti non riusciremo a competere adeguatamente sui mercati globali dell’innovazione tecnologica.

Il 5G è riconosciuto essere uno dei pilastri della ripartenza, anche nel recente piano Colao, ma è oggetto di duri attacchi. Quali sono i fronti più importanti su cui intervenire? Bisogna ad esempio alzare limiti elettromagnetici oppure sburocratizzare l’iter autorizzativo?

Tutte le nuove tecnologie all’inizio possono creare preoccupazioni. Invito i sindaci che hanno manifestato perplessità ad informarsi e a leggere gli studi e le ricerche compiuti sul 5G. Se risultassero effetti negativi sulla salute sarei la prima a oppormi, ma al momento negli studi che ho presente questa evidenza non l’ho riscontrata. Nessun Paese può permettersi il vezzo di non giocare la partita del 5G in nome di preoccupazioni che, ad oggi, non risultano argomentate e fondate. Pensiamo come si troverebbe adesso l’Italia se le iniziali preoccupazioni avessero frenato lo sviluppo delle precedenti tecnologie, il 3G e poi il 4G. Dovrebbero poi essere considerate le potenzialità della tecnologia 5G per migliorare i servizi ai cittadini. L’utilizzo dei dati cresce in misura esponenziale e il 5G sembra l’unica tecnologia in grado di far fronte alle richieste di incremento di traffico dati nei prossimi anni. Naturalmente resta e deve restare fermo il nostro impegno a non rinunciare alla difesa dei nostri interessi nazionali ed europei in campo di sicurezza, nel rispetto della privacy. Posso fare un esempio?”

Quale?

Se in un borgo di montagna si intende sviluppare la vocazione turistica, senza una adeguata connettività il servizio al turista potrebbe non essere all’altezza delle aspettative. Ci conviene che anche quel borgo si spopoli? Ci conviene che non produca sviluppo e benessere utili a salvaguardarlo?

E i limiti elettromagnetici?

Sulla la questione dei limiti elettromagnetici, che in Italia sono molto al di sotto di quelli in vigore negli altri Paesi, non mi sento di esprimere una opinione personale ma credo che sia opportuno fare appello alla scienza: nessuno vuole mettere a rischio la salute dei cittadini, neppure a fronte di possibili vantaggi economici. Se i rischi sono effettivi, teniamoci i nostri limiti prudenti, ma se non lo sono non possiamo privare cittadini e imprese di una tecnologia che può far la differenza in termini di posti di lavoro e competenze importanti per un Paese.

Nella pandemia la didattica digitale ha permesso a milioni di studenti di proseguire gli studi, purtroppo una parte di loro non aveva strumenti e connessione per farlo. Si riuscirà ad arrivare a settembre con una situazione migliore, per far fronte a un’eventuale nuova emergenza?

Ce la stiamo mettendo tutta e dobbiamo riuscirci. Gli strumenti digitali devono essere messi nella disponibilità di tutti gli studenti, da Nord a Sud, e non creare nuove disuguaglianze. Nell’ultima riunione del Comitato banda ultra larga (Cobul), che presiedo, è stato deciso il 24 giugno di accelerare l’erogazione di voucher alle famiglie con reddito Isee fino a 20.000 euro. A chi ne ha diritto serviranno per coprire costi di connessione a internet e per comprare un personal computer o un tablet. Alle famiglie che per la prima volta acquistano la connessione a internet vengono erogati 200 euro. Per l’acquisto del computer è previsto un bonus di 300 euro. Per la didattica a distanza, ancor più che per il lavoro da remoto, il contatto personale con insegnanti e compagni di classe è insostituibile. La scuola è anche un’esperienza di vita. Dobbiamo però essere pronti a fronteggiare eventuali nuove emergenze.

La digitalizzazione della Pa è un altro degli obiettivi da raggiungere per rilanciare il Paese. Come rimuovere gli ostacoli principali?

Per velocizzare la digitalizzazione del Paese è necessario realizzare una rete unica che possa connettere effettivamente l’intero Paese, oltre che colmare il divario digitale del quale parlavamo prima. Dagli ‘Stati generali dell’economia’ è emersa inoltre l’indicazione di investire nel settore dei pagamenti digitali per combattere l’economia sommersa. La digitalizzazione della Pubblica amministrazione è un percorso indispensabile per la crescita economica del Paese, per far risparmiare tempo alle imprese nell’affrontare pratiche, per migliorare la qualità della vita dei cittadini. I quali devono poter accedere ai servizi digitali in maniera semplice, attraverso lo smartphone, comodamente da casa. Più l’amministrazione riesce a essere accessibile da uno smartphone e più è facile da ‘usare’ per i cittadini, più è efficiente. L’applicazione ‘IO’, che si scarica sul telefono ed è il canale unico per accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione, è una strada valida da allargare. Adesso viene utilizzata anche per usufruire in modo semplice e veloce del bonus vacanze predisposto dal ministero per i Beni e le attività culturali e per il Turismo.

Si parla tanto del dilemma rete unica/competizione infrastrutturale, anche nell’ottica di colmare il digital divide. Quale il ruolo del Governo e della Cdp? Come si possono assicurare parità di condizioni a tutti gli operatori?

La realizzazione della rete unica è una necessità riconosciuta e la questione è all’attenzione del governo. A prescindere da chi ne possa essere il proprietario, ciò che conta è che la sua gestione e la sua configurazione siano tali da scongiurare ogni genere di minaccia interna o internazionale e di garantire il massimo livello possibile di concorrenza in tutti i mercati abilitati dall’accesso all’infrastruttura di rete. Il nostro obiettivo è portare in modo veloce la connettività a tutti i cittadini, rispettando l’ambiente e con le tecnologie necessarie. Questo non è un vezzo o un capriccio. E’ un dovere che abbiamo affinché nessuno di noi resti indietro.

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Data pubblicazione
2 Luglio 2020