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RaiPlay: Capparelli, «Il piano di digitalizzazione non si ferma, ora aumentare connessione nel Paese»
RaiPlay: Capparelli, «Il piano di digitalizzazione non si ferma, ora aumentare connessione nel Paese»
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La direttrice della piattaforma streaming della Rai: «Anche dopo lockdown siamo in netta crescita rispetto a un anno fa»

capparelli rai digiteconomy.24 luiss

 

Nessun ritardo, nonostante la pandemia, nel piano di digitalizzazione della Rai e focus di RaiPlay sul posizionamento della piattaforma proprietaria, senza escludere partnership in futuro. A fare il punto con DigitEconomy.24 (report di Radiocor e Luiss Business School) è Elena Capparelli, direttrice di RaiPlay che durante il periodo clou della pandemia «ha toccato il 45% della platea digitale». Ora, concluso il  lockdown, prosegue Capparelli, «siamo in netta crescita rispetto allo stesso periodo di un anno fa, ma paghiamo l’assenza di tanti prodotti che sono quotidianamente fruiti sulla piattaforma da anni (“Un posto al sole”)». E nell’autunno che verrà? Si punterà, tra l’altro, sugli otto appuntamenti con Edoardo Ferrerio e sul racconto di Taranto, con parole e musica, di Diodato. Sullo sfondo resta il problema della connettività nel Paese perché, spiega Capparelli, «occorre mettere in atto tutto quanto necessario affinché aumenti il livello medio di connettività del Paese».

A che punto è il piano di digitalizzazione della Rai? avete subito battute di arresto a causa della pandemia?

Nessun  arresto, anzi con l’emergenza in corso, abbiamo cercato di lavorare molto sugli archivi recuperando contenuti del passato e digitalizzando contenuti che erano solo su supporti analogici. L’offerta digitale diventa sempre più ampia, con Sky appena sbarcata nella banda ultra larga, e Netflix che sta potenziando la sua presenza in Italia.

Quale sarà la risposta della Rai?

La Rai sta puntando molto sui nuovi consumi e sull’opportunità di intercettare target più giovani. Il progetto di potenziamento di RaiPlay, che ha visto il lancio della nuova piattaforma su tutti i device, a novembre scorso, va in questa direzione. Diversamente dagli altri player la Rai ha una storia lunga e un’offerta ampia e variegata come nessun altro, con i suoi canali lineari generalisti e tematici. RaiPlay consente la fruizione in diretta e on demand di tutti questi contenuti e nella scelta dei prodotti originali pensati, prodotti o acquisiti per la piattaforma, il nostro obiettivo è lavorare su target diversi, ampliare la platea anche puntando a offerte molto verticali, sperimentare linguaggi e formati. Insomma, attraverso RaiPlay, la Rai vuole diventare più moderna e più giovane.

Ci sono in vista alleanze con altri player?

In questo momento stiamo lavorando principalmente al posizionamento della piattaforma proprietaria, non possiamo escludere che in futuro sia possibile creare sinergie e alleanze. Lo abbiamo fatto anche in passato, tendenzialmente il nostro obiettivo è rendere massimamente accessibile e distribuita la nostra offerta, tutto quello che va in questa direzione lo prendiamo in considerazione.

RaiPlay ha avuto grande successo con Fiorello l’anno scorso. Ci saranno altre punte di diamante nella prossima stagione?

Le 18 puntate originali di “VivaRaiPlay” rimarranno alla storia, Fiorello ha regalato al suo pubblico uno show pazzesco, innovativo, raffinato, divertente, sempre diverso. Poi abbiamo avuto Jovanotti con il suo docutrip “Non Voglio Cambiare Pianeta”. Abbiamo fatto una serie con i The Jackal e stiamo andando in onda con Scifoni “La mia Jungla”. In autunno avremo otto appuntamenti con Edoardo Ferrario e uno show originale. Ma anche Diodato che racconterà, con parole e musica, la sua Taranto.

 Che numeri ha registrato RaiPlay durante il lockdown?  Il trend è continuato successivamente?

Durante il lockdown RaiPlay è stata molto utilizzata. Da una parte è proseguito l’impegno ad alfabetizzare la popolazione più adulta, dall’altra a intercettare la curiosità dei più giovani solitamente restii ad affidare a Rai il proprio tempo per intrattenersi; ha raggiunto oltre il 45% della platea digitale, secondo Auditel. I mesi di marzo aprile e maggio hanno segnato un salto in avanti per l’offerta cinema, kids e learning. Ora siamo in netta crescita rispetto allo stesso periodo di un anno fa, ma paghiamo l’assenza di tanti prodotti che sono quotidianamente fruiti sulla piattaforma da anni (“Un posto al sole”).

Per vedere i contenuti Rai su RaiPlay è necessaria una buona connessione a Internet, colmando il digitale divide che c’è ancora in Italia. Pensate che una rete unica di tlc possa essere d’aiuto a colmare il divario? 

Il player di RaiPlay prevede che il flusso sia adattativo. Sale la qualità del video solo se la banda di cui disponi lo consente. Certo in tutto questo occorre mettere in atto tutto quanto necessario affinché aumenti il livello medio di connettività del Paese, perché questo potrà favorire un accesso diffuso e capillare e non legato al territorio.

Che impatto prevedete con l’avvento del 5G nel vostro modello di business? 

Sarà l’occasione per predisporre esperienze di fruizione multi device ancora più immersive.

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16/07/2020

Data pubblicazione
16 Luglio 2020