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Soru: «allargare il progetto di rete unica a 5G e data center  è un passaggio naturale»
Soru: «allargare il progetto di rete unica a 5G e data center  è un passaggio naturale»
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Su DigitEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 Ore, la posizione di Renato Soru, Presidente e AD Tiscali, sul progetto di  un unico network che «combacia con le regole europee»

 soru tiscali luiss business school

 

La rete unica per portare la connettività in tutto il Paese, come disegnata dagli ultimi accordi raggiunti a fine agosto «combacia con le regole europee» e piace anche ad operatori alternativi come Tiscali che «in passato avevano sognato anche molto meno di quello che sta accadendo oggi». Lo sostiene Renato Soru, presidente e amministratore delegato di Tiscali, spiegando che gli operatori si accontentavano «anche di una società totalmente separata a controllo Tim mentre oggi si parla di una società separata con una pluralità di azionisti che hanno potenzialmente un interesse diverso da quello dell’azionista principale». L’eventuale ingresso dello Stato con Cdp, è poi garanzia «sull’effettivo ruolo e sull’indipendenza di questa società». Soru, inoltre, vede bene l’ipotesi di allargare il progetto sulla rete unica alle altre tecnologie come i data center e il 5G: «è un passaggio naturale», dice a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore-Radiocor e della Luiss Business School.

L’accordo tra voi e Tim è piaciuto alla Borsa, entrerete anche nell’azionariato di Fibercop e a che condizioni?

 L’accordo che abbiamo sottoscritto ci porta vantaggi economici operativi, accompagnandoci nella trasformazione della società verso la smart telco. Questa intesa si basa sulla norma europea che pone l’obbligo in capo ai promotori di una rete in fibra di realizzarla in maniera aperta, permettendo a tutti di partecipare, o partecipando al capitale della società promotrice come sta facendo Fastweb oppure coinvestendo. Noi, secondo la normativa europea, ci siamo assunti l’obbligo di coinvestire. Ci stiamo impegnando a portare un certo numero di clienti attuali nella vecchia rete in rame e un certo numero di clienti in fibra ottica nei prossimi 10 anni.  In generale il mercato ha effettivamente apprezzato un’operazione che ci permette di ottenere un miglioramento dell’Ebitda già a partire dall’ultimo trimestre 2020, e un incremento a regime nel 2022 di circa 12 milioni di euro annui. E’ inoltre attesa una generazione addizionale di cassa, nel biennio 2021-2022, di oltre 35 milioni e a regime, a partire dal 2023, di circa 20 milioni.

Crede nella realizzazione di un’unica rete in fibra in Italia con la successiva fusione tra Fibercop e Open Fiber?

 Tutta la discussione verte sul fatto se il controllo debba o meno essere in mano allo Stato imprenditore. Io ho due cose da dire: dal punto di vista della politica industriale, opportunamente lo Stato deve avere una partecipazione importante, anzi importantissima, anche se non è necessario che abbia il controllo. Certo bisognerà poi dettare regole favorevoli al mercato e alla competizione e compatibili col fatto che un investimento così grande e rilevante, totalmente capillare e senza dimenticarsi di una casa o di un’ azienda, debba mettere a fattor comune tutte le risorse spendibili in questo Paese. Per questo è bene che si crei una rete unica.

Il disegno sulla rete unica combacia con le regole europee?

Sì combacia, c’è una società separata, non sarebbe diverso da quello che succede nelle ferrovie dove c’è un monopolio naturale o da quello che accade con Snam.

Eppure gli operatori alternativi hanno denunciato in passato la mancata parità di trattamento di Tim nei loro confronti e si è arrivati a procedimenti Antitrust conclusi con delle maximulte.

 Noi operatori alternativi nel passato abbiamo sognato anche molto meno di quello che sta accadendo oggi. Speravamo in una società della rete totalmente separata da Tim anche se largamente controllata dall’ex monopolista, il massimo che si è ottenuto è una società con una contabilità separata. Ora stiamo parlano di una società separata con una pluralità di azionisti, che hanno potenzialmente un interesse diverso da quello dell’azionista Telecom Italia. Se poi ci dovesse essere anche lo Stato non si può avere un fraintendimento sull’ effettivo ruolo e l’indipendenza di questa società.  In secondo luogo, dal punto di vista di Tiscali, i benefici non sono legati alla rete unica, ma all’accordo con Fibercop e con Tim; questi benefici li avremo sia se si realizzerà la rete unica, sia che rimarranno due società in competizione fra di loro. Inoltre noi non avremo l’esclusività con Tim, potremmo comprare al migliore offerente. Premesso ciò, sono dell’idea che sia utile per tutti una rete unica.

Come giudica l’ipotesi di allargare la rete unica alle altre tecnologie tipo i data center e il 5G?

Penso che abbia molto senso quando si parla di rete unica. Il concetto di rete è, infatti, oggi molto più esteso rispetto alla sola fibra ottica, e quindi si tratta di un passaggio naturale.

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10/9/2020

Data pubblicazione
10 Settembre 2020