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Baroni (McDonald’s): «Le nostre scelte green dalla filiera al packaging. E l’alleanza con il Made in Italy»
Baroni (McDonald’s): «Le nostre scelte green dalla filiera al packaging. E l’alleanza con il Made in Italy»
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Entro il 2025 il 100% del packaging proverrà da fonti riciclate o certificate, spiega l’ad per l’Italia della più famosa catena di fast food a SustainEconomy.24

Dario Baroni Mc Donald's Italia

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – La sostenibilità è uno dei driver della strategia di McDonald’s dalla materia prima al packaging alla filiera. Dario Baroni, amministratore delegato di McDonald’s Italia racconta in un’intervista a SustainEconomy.24, report de Il Sole 24 Ore Radiocor e Luiss Business School il percorso di abbandono della plastica monouso e l’importanza della sostenibilità dell’imballaggio, accelerata dalla pandemia. Entro il 2025 il 100% del packaging, non solo quello in carta, proverrà da fonti rinnovabili, riciclate o certificate. E dirà addio alla plastica anche nei famosi giochi per i bambini.

Ma c’è anche il rapporto con l’Italia, dove la più famosa catena di ristorazione al mondo, serve 1 milione di clienti al giorno e occupa 25mila persone, e soprattutto quello con le eccellenze del Made in Italy, dalla carne al pollo, dalla frutta al latte al parmigiano. L’85% dei fornitori è rappresentato da aziende italiane.

Dal packaging alla raccolta differenziata all’attenzione al prodotto. Continua a crescere l’impegno sostenibile di McDonald’s. A che punto siamo?

«Da diversi anni la sostenibilità è uno dei driver principali della nostra strategia. Prenderci cura dell’ambiente e del nostro pianeta è una sfida che interessa tutti noi come persone, cittadini e aziende, ma è anche un gesto di responsabilità. Per questo negli ultimi anni abbiamo dato il via a numerosi progetti in questo ambito: dalla certificazione della filiera della carne bovina, grazie al progetto “Allevamenti Sostenibili” ideato insieme a Coldiretti e all’Associazione Italiana Allevatori, alla logistica green; dai ristoranti a basso impatto, alle colonnine per la ricarica delle auto elettriche in collaborazione con Enel X; dal packaging sostenibile fino ad azioni per il miglioramento della raccolta differenziata e del riciclo nei nostri ristoranti. Non solo dobbiamo fare la nostra parte, ma sentiamo di dover anche contribuire a educare al cambiamento cercando di coinvolgere i consumatori. Per questo motivo abbiamo ideato campagne di sensibilizzazione per accompagnarli ad assumere comportamenti virtuosi sui temi della raccolta differenziata e del riciclo; o dato vita a iniziative come “Le giornate insieme a te per l’ambiente” per contrastare il fenomeno del littering».

Soffermiamoci sul packaging. Quali sono i prossimi obiettivi e i target che vi siete dati? Sarà possibile arrivare a prodotti 100% green?

«In materia di packaging, ci siamo da tempo impegnati nell’eliminazione della plastica monouso. Grazie all’accordo con Comieco e Seda International Packaging Group, il nostro fornitore, abbiamo scelto di convertire la quasi totalità del nostro packaging, incluso quello utilizzato per i canali delivery e take away. Ad oggi, circa il 90% del totale dei nostri imballaggi è in carta, un materiale rinnovabile, riciclabile e certificato Fsc. Una scelta importante che ha portato a un risparmio di 1.000 tonnellate di plastica all’anno. Inoltre, entro il 2025, il 100% del packaging, non solo quello in carta, proverrà da fonti rinnovabili, riciclate o certificate.Ma non c’è solo il packaging: il percorso di abbandono della plastica riguarda anche i giochi dell’Happy Meal. Abbiamo infatti appena annunciato il nostro impegno a livello globale a eliminare la plastica anche da loro entro la fine del 2025; in Italia, per ora, abbiamo iniziato dalle confezioni che sono state tutte trasformate in carta. Un cambiamento che, da solo, ha consentito di risparmiare un totale di 80 tonnellate di plastica all’anno, l’equivalente dei rifiuti prodotti da 160 italiani in un anno».

La pandemia ha influito su questo percorso?

«Di certo la pandemia e i nuovi modelli di consumo ad essa strettamente legati hanno acceso ulteriormente i riflettori sulle sfide ambientali più urgenti e messo in luce nuove esigenze e bisogni. Il 2020 ha cambiato le nostre abitudini – e le possibilità – di accesso alla ristorazione: take away e delivery sono diventate parole quotidiane, e con esse il packaging ha mostrato ancor di più la sua essenzialità. Ecco perché, anche nel caso della ristorazione informale, la qualità e la sostenibilità dell’imballaggio diventano quanto mai importanti. Parallelamente, la pandemia ha accelerato la richiesta di vicinanza che le comunità locali hanno fatto alle istituzioni e alle aziende; per rispondere a queste richieste nascono iniziative come ‘Le giornate insieme a te per l’ambiente’, attraverso cui i ristoranti McDonald’s e i loro dipendenti sono coinvolti in prima persona e si fanno promotori di giornate di pulizia di parchi, strade, spiagge e piazze delle loro città. L’obiettivo era quello di toccare 100 comuni entro la fine di ottobre, coinvolgendo cittadini, istituzioni e associazioni locali: oggi, quando manca un mese, abbiamo già realizzato o pianificato più di 90 tappe».

Qual è il rapporto con l’Italia? Con la filiera e i consumatori italiani?

«Siamo in Italia da 35 anni e oggi nel Paese abbiamo 615 ristoranti che servono 1 milione di clienti ogni giorno e impiegano 25.000 persone. Oltre a questo, per dimostrare il nostro radicamento sul territorio possiamo ricordare che oggi l’85% dei nostri fornitori è rappresentato da aziende italiane, e che ogni anno investiamo nel comparto agroalimentare nazionale 200 milioni di euro per l’acquisto di 94mila tonnellate di materie prime alimentari. Potrei fare l’esempio della carne bovina, fornita da Inalca e proveniente da 15.000 allevamenti italiani, o del pollo, allevato in Italia e fornito da Amadori. Ma anche di tantissimi altri ingredienti, come il latte intero utilizzato per i gelati e fornito da Granarolo, la verdura e la frutta fresche, il pane, i salumi. A questo si aggiunge una lunga storia di collaborazione con i Consorzi di tutela, iniziata nel 2008 e consolidatasi negli anni, che ci ha permesso di entrare in contatto con 15 Consorzi e inserire oltre 3mila tonnellate di prodotti Dop e Igp nella nostra offerta. Una collaborazione con cui siamo riusciti a far conoscere al grande pubblico prodotti tradizionalmente considerati di nicchia, contribuendo ad educare i clienti alla qualità e alle eccellenze del Made in Italy. Un esempio su tutti è quello del Parmigiano Reggiano, che da poche settimane ha rafforzato la sua presenza nella nostra offerta continuativa e di cui stimiamo di acquistare, nel solo 2022, circa 450 tonnellate».

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1/10/2021

Data pubblicazione
1 Ottobre 2021
Tematiche
sustain economy